WAITING SANTA CLAUS ...AND THE FED
IL 17 E IL 18 DICEMBRE LA FED SI RIUNISCE PER LA RIUNIONE DI FINE ANNO. BEN BERNANKE POTREBBE FARE TAPERING.... E I MERCATI AZIONARI...ALLE PRESE CON LE SCADENZE TECNICHE DI FINE ANNO ..POTREBBERO BALLARE.
IL CONSIGLIO E' DI COMPRARE SE E SOLO SE IL MERCATO SCENDE ...NELLE GIORNATE DI VENERDI E LUNEDI (PROSSIMI)
NEL CASO IL TAPERING DOVESSE AVERE INIZIO..I BOND SCENDEREBERO..CON ESSI LE AZIONI (in una fase iniziale) L'ORO ANCHE SCENDEREBBERE E CON ESSO LE VALUTE DEI PAESI EMERGENTI. L'EURO SI SVALUTEREBBE E QUESTO FINE ANNO POTREBBE ESSERE RICORDATO COME MOMENTO DI PICCO DELLA VALUTA EUROPEA.
Growth in jobs, RETAIL
sales, services and overall output in the world's biggest economy -
combined with last week's breakthrough budget deal in Washington - has
convinced some economists that the Fed will announce a reduction to its
$85-billion a month in purchases on Wednesday.
I MERCATI AZIONARI POTREBBERO SOFFRIRNE ...(complici le scadenze tecniche) ME SAREBBE UNA BUY OPPORTUNITY
"Tapering now
would tell us that the Federal Reserve believes the U.S. expansion is
durable and that the global economy, at a minimum, is less fragile,"
said David Kelly, chief global market strategist at JPMorgan Funds.
IN ITALIA OCCHI PUNTATI A TELECOM IN ODORE DI OPA O COMUNQUE OPERAZIONI STRAORDINARIE (leggi articoo del fine settimana) E MONTEPASCHI DI SIENA ALLE PRESE CON LA BARRIERA A 0,127 E LE BEGHE POLITICHE FRA PROFUMO E FONDAZIONE
WAITING SANTA CLAUS ...AND THE FED
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più esposte con i crediti deteriorati: tra queste figurano Ubi Banca e Banco Popolare.
Crediti bancari deteriorati
Nella lista nera di Ubs:
Ubi e Banco Popolare
Unione banche svizzere
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Il rapporto doveva restare segreto, come conviene ad una banca. Soprattutto se si tratta della Ubs Investment Banking, la divisione del colosso Ubs Unione Banche Svizzere, che gestisce il patrimonio di quasi la metà dei miliardari asiatici. Ma alcuni dettagli di quel rapporto sono emersi e hanno svelato quanto il mercato bancario italiano sia particolarmente esposto, anzi rappresenterebbe “uno dei maggiori mercati europei di non performing loan (Npl)”.
I Npl sono i prestiti non performanti, in pratica si tratta di crediti per i quali la riscossione è incerta sia in termini di rispetto della scadenza che per ammontare dell’esposizione. Nel linguaggio bancario sono meglio conosciuti come crediti deteriorati. I Npl delle banche italiane ammonterebbero a “una dimensione di 243 miliardi di euro e con uno dei peggiori rapporti di copertura del rischio, pari in media al 38,4%”.
I numeri dicono molto, soprattutto se per rendere meglio l’idea si fanno paragoni e paralleli. E Ubs Investment Banking nel proprio rapporto non manca di tracciarne alcuni. Per esempio, per quanto riguarda il coverage ratio (in pratica la quantità di riserve utili a coprire i non performing loan) peggio dell’Italia sta solo la Spagna con il 37,4%. Anche se Madrid ha crediti deteriorati decisamente inferiori: 184 miliardi di euro. La Francia ha 171 miliardi di Npl e un coverage ratio del 61%; il Regno Unito ha 146 miliardi di Npl e e un coverage ratio del 58,3%. Ma torniamo all’Italia. Dei 243 miliardi di crediti deteriorati il 23% è in mano a Unicredit, il 20% ad Intesa, il 12% a Monte dei Paschi di Siena, il 7% a Banco Popolare (che incorporerà il Credito Bergamasco), il 5% a Ubi, il 3% a Banco Popolare dell'Emilia Romagna. C’è ancora 30% che è ben distribuito tra le altre banche minori.
Nel rapporto Ubs si arriva alla conclusione che “Il risultato è un impatto negativo sulla percezione del rischio e il livelli di valutazione, con le banche che hanno il maggior stock di crediti deteriorati che trattano ai multipli inferiori". Sempre secondo il colosso svizzero: "Lo stock di crediti deteriorati è destinato ad aumentare significativamente nel 2013 con un tasso annuo di crescita dell'11%”. Non è finita qui.
Se si analizza il rapporto tra le riserve e il totale dei crediti deteriorati emerge per le banche italiane una media del 55,3%. E qui c’è chi sta bene - per esempio Deutsche Bank che ha un rapporto al 70% - e altri meno, come la Banca Marche che ha un rapporto pessimo del 32,3%. Sopra la media si posizione Banca Intesa, con un ratio oltre il 60%, un valore simile a quello di Bnl. Appena sopra la media anche Monte dei Paschi di Siena con il 55%, e così anche Unicredit.
Ubi Banca invece ha un coverage inferiore al 45% e Banco Popolare è poco sotto il 40%.
Per chiudere in bellezza c’è poi il rapporto tra i crediti deteriorati e e Core Tier 1 (il principale indicatore patrimoniale degli istituti di credito).
Il record, con l'87,7%, spetta al Banco Popolare, seguito con l'82,6% da Banca popolare di Milano e Carige è terza con il 72,6%. Volendo leggere bene questi dati emerge che per questi istituti i crediti deteriorati corrispondono quasi all'intero patrimonio. A seguire ci sono Unicredit con il 44,3%, Ubi Banca al 43% e Intesa al 37,8%. Infine, Banca popolare di Milano che vanta un rapporto pari al 27,2%.
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