GOODBYE ITA"G"LIA DA QUA SE NE VANNO TUTTI!
Il debito pubblico che attanaglia molti Paesi industrializzati andrebbe ridotto almeno al 50% del Pil per avere margini di sicurezza in caso di shock avversi. E' il monito lanciato dall'Ocse nello studio dedicato al "Consolidamento fiscale:
Il debito pubblico complessivo dell'area Ocse per la prima volta ha superato il 100% del Pil nel 2011.
Secondo i calcoli dell'Organizzazione, ridurre il debito a livelli prudenti entro il 2050 richiedera' sforzi superiori al 3% del Pil in molti Paesi, tenendo conto anche dalla rapida ascesa della spesa per la sanita' legata all'invecchiamento della popolazione.
L'Italia ha il terzo peggior debito dell'area Ocse, alle spalle di Giappone e Grecia. Gli ottimisti parlano di Italia messa bene perchè è piu' vicina di altri al pareggio di bilancio. I realisti parlano di disastro perchè questa vicinanza è stata ottenuta grazie a una pressione fiscale asfissiante che sta portando a una contrazione del PIL e a un allontanamento delle produzioni, delle imprese , dei capitali.
AL SITUAZIONE E' IN VELOCISSIMO PEGGIORAMENTO RENDENDO L'ITALIA IL PAESE PIU' FRAGILE. Per ridurre il rapporto debito PIL sotto il 50% occorre un taglio del debito pubblico del 60%...
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In Italia al posto di Berlusconi è stato messo CAPITAN SCHETTIMONTI, liberista di indiscussa fedeltà al Capitale, ed affermato tecnocrate europeo.
Dal giorno del suo insediamento, non un solo minuto dell'azione di governo è stato dedicato ai pur gravi problemi di Istruzione, Ricerca, Agricoltura o Sanità. Mai, l'austero Tecno-Presidente, si è lasciato distogliere dalla propria missione prioritaria dellaRiscossione del Debito.
I cittadini europei sono stati magicamente declassati dai tecnocrati di Bruxelles, da prestatori cornuti a debitori mazziati
Gli italiani sono stati ossessionati, redarguiti e colpevolizzati dai media pubblici e padronali, mentre nessuna risposta è stata ancora data ai pochi che invocano un esame pubblico e trasparente sull'origine del Debito, chiedendo conto, tra l'altro, dell'iniqua difformità tra gli interessi irrisori che le banche pagano alle casse pubbliche della BCE per i colossali prestiti ricevuti e quelli invece usurari che gli Stati nazionali pagano alle medesime banche per BOT e CCT.
Interessi che nell'andata e ritorno fruttano agli azionisti delle banche un profitto del 3–4% su cifre a 12 zeri, a scapito dei cittadini europei, magicamente declassati dai tecnocrati di Bruxelles, da prestatori cornuti a debitori mazziati.
Purtroppo la storia ci ha insegnato che da queste fasi di restaurazione delle forze conservatrici non ci si può attendere nulla di buono. L'abbandono di ogni politica di solidarietà sociale per perseguire solo la competizione e la prevaricazione del più forte, ha sempre prodotto guerre, morte e distruzione. L'attecchimento ed il rapido sviluppo di partiti fascisti e xenofobi in tutto il pianeta, le relazioni internazionali sempre più tese e dispotiche, la crescente indifferenza per i grandi disastri ambientali. Tutti campanelli d'allarme che squillano, ma cui pochi prestano la dovuta attenzione.
La mobilitazione di donne e uomini di 'buona volontà' cresce, anche se a ritmi inadeguati alla gravità del momento, eppure alcune iniziative popolari hanno cominciato in Italia a lasciare il segno.
Una di queste è stata la tenuta dei referendumpromossi dai Forum dell'Acqua Bene Comune, il cui netto successo è stato un'inequivocabile indicazione di ciò che il Popolo italiano pensa delle privatizzazioni dei beni collettivi e più in generale dello smantellamento degli Stati nazionali perseguito dagli oligarchi del capitalismo internazionale.
Ora bisogna continuare su quella strada, cominciando intanto a pretendere il rispetto della volontà popolare, disattesa dagli stessi governanti che hanno promosso l'indebitamento nazionale, a questo scopo sono tornati in attività i Comitati locali dell'Acqua Bene Comune con la campagna di 'Obbedienza Civile' che oltre a pretendere la restituzione di quanto illegalmente pagato ai gestori idrici dai Referendum ad oggi, ha cominciato nelle scorse settimane una campagna nazionale di autoriduzione delle bollette.
Azione quest'ultima di grande importanza sperimentale, perché le prossime mobilitazioni di resistenza civile all'intollerabile oppressione capitalista, dovranno essere combattute sul terreno della legittima insolvenza del Debito pubblico, ed una buona palestra sarebbe quella offerta ai movimenti, dal decaduto diritto alla Remunerazione del capitale per le aziende dei servizi idrici e dalla sua sacrosanta cancellazione.
GOODBYE ITA"G"LIA DA QUA SE NE VANNO TUTTI!
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