SOLUZIONI PER LA FINE DELLA CRISI
La complessità di questa crisi è molto elevata. Il sistema è attaccato alle sue fondamenta. Tuttavia ci potrebbero essere delle idee per riportare il mondo in una situazione migliore.
Paul Krugman (premio nobel) ha evidenziato delle soluzioni in un suo articolo pubblicato su MERCATO LIBERO NEWS.
http://mercatoliberonews.blogspot.com/2008/11/uscire-dalla-crisi-dipende-da-noi.html
Qui di seguito si danno altri due o tre spunti degni di attenzione.
LA CRISI E' MENO PEGGIO DI QUELLO CHE TUTTI VOGLIONO FARCI CREDERE!!!
ATTENZIONE! IMPARIAMO A CAPIRE CHE LE SOLUZIONI CI SONO...MA CHE A QUALCUNO NON INTERESSA METTERLE IN ATTO ORA!!!
Uno dei problemi piu' evidenti di questa crisi è la mancanza di fiducia che comporta un'enorme riduzione del credito (e una riduzione conseguente dei consumi).
Per poter operare nell'economia oggi ci vuole molto più capitale di prima!!!
Ecco perchè i prezzi scendono (DEFLAZIONE): perchè se i prezzi delle merci scendono...con lo stesso capitale di rischio a disposizione si garantisce di più il sistema. Es: se con un milione di euro un imprenditore poteva acquistare materie prime per 10 milioni di euro (grazie al credito). Oggi la riduzione del credito permette all'imprenditore di acquistare solo 8 milioni di euro di materie prime.
Se nel frattempo le materie prime scendono del 20%, il nostro imprenditore ne può acquistare la stessa quantità di prima ricorrendo in maniera meno importante al credito (e pagando meno interessi).
Il minor costo per l'imprenditore permette al bene di arrivare nei negozi a prezzi più contenuti.
Ma non tutta l'economia funziona così. Purtroppo in alcuni settori certi costi diventano difficilmente incomprimibili se non con PESANTISSIMI COSTI SOCIALI.
Ecco che allore serve più capitale che circoli.
Per poter offrire più capitale basta stampare più moneta (ed è quello che la Fed e la BCE stanno facendo). Stampando più moneta le imprese possono avere a disposizione più capitale, anche se l'effetto secondario (non indifferente) e che la moneta perda valore e si INFLAZIONI.
L'inflazione porta ad un aumento dei prezzi e delle materie prime, annullando l'effetto benefico della defglazione per l'imprenditore.
Ecco che il mondo del 2009 si muoverà fra STRATEGIE DEFLATTIVE E STRATEGIE IPERINFLATTIVE.
A seconda del momento i mercati azionari reagiranno con ampi rialzi e ribassi.
MA ALLA BASE DI TUTTO.... QUELLO CHE SI DEVE OSSERVARE CHE MANCA LA CREAZIONE DI VALORE PER IL MONDO E QUINDI PER LA POPOLAZIONE.
IL DENARO IN CIRCOLO, SE AUMENTA, NON FA ALTRO CHE UBRIACARE IL POPOLO.
Per migliorere la qualità di vita e la ricchezza SI AVREBBE BISOGNO DI UNA DIVERSA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO ESISTENTE (Meno profitti monopolistici o lobbistici, maggiore spesa per l'innovazione tecnologica ecc ecc).
Le soluzioni sono alla portata di mano:
INNOVAZIONE TECNOLOGICA
AUMENTO DEI SALARI (DIVERSA DISTRIBUZIONE RICCHEZZA)
MA le due strade sono MOLTO DIFFICILI DA PERCORRERE.
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In aggiunta a quanto sopra bisognerebbe ricorrere a maggior capitale di rischio iniettando il capitale dello stato direttamente nelle azioni delle imprese.
IL RISULTATO SAREBBE SORPRENDENTEMENTE MOLTO PIU' POSITIVO CHE COMPRARE ASSET TOSSICI O OPERARE CON POLITICHE SOCIALI (CHE NON GENERANO FIDUCIA).
Vi segnalo un articolo illuminante di John N Muellbauer Professore di Economics, Oxford University. http://voxeu.org/index.php?q=node/2622
In quest'articolo il professore suggerisce agli stati di comprare azioni di aziende quotate per spezzare il circolo vizioso di questa crisi (caduta del valore degli assets, credit crunch, aumento fallimenti, disoccupazione...) e rimmettere in moto un ciclo virtuoso.
Le banche centrali dovrebbero (tutte insieme) comprare titoli azionari (e non sottoscrivere obbligazioni). Questo sarebbe il miglior modo per mettere liquidità nelle società e nei consumatori. Le aziende da comprare dovrebbero essere ben ricercate dalle banche centrali. La scelta deve ricadere sulle aziende "critiche" affinchè il credit crunch si sblocchi.
Lo sblocco del credito darà valore alle aziende stesse e lo stato potrà rivendere con profitto le stesse azioni comprate.
Tale manovra fu un vero successo nel 1997 a Hong Kong. Il governo comprò azioni in borsa e quando il mercato ritornò normale le rivendette guadagnando 14 miliardi di dollari di allora.
Il professore ritiene (a nostro avviso correttamente) che andrebbero acquistate azioni di Banche con operazioni NON di aumento di capitale ma con acquisti diretti sul mercato.
E' ovvio che tali acquisti favoriranno gli azionisti di quelle banche....ma SI METTEREBBE UN FLOOR ALLA CADUTA DI TITOLI AZIONARI CHE OGGI VALGONO UN DECIMO DI 12 MESI FA.
Gli investitori sarebbero molto più attratti verso le azioni di queste banche e in seconda battuta verso le aziende finanziate da queste banche stesse!!!
ALTRO FATTORE IMPORTANTISSIMO:
Le Banche centrali, comprando azioni in banche, avrebbero l'opportunità di avere un nuovo strumento di politica monetaria nelle loro mani. (leggete l'articolo per capire come).
Per evitare favoritismi basterebbe che le banche centrali comprassero L'INDICE DELLE BANCHE ( e non azioni delle singole banche). In modo tale da lasciar fallire le banche deboli ma rafforzare le banche ben capitalizzate. La separazione delle mele bacate da quelle sane potrebbe avvenire in un processo graduale).
SOLUZIONI PER LA FINE DELLA CRISI
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3 commenti:
Giustissimmo,semplice da adottare per la gente onesta e chi vuole veramente risolvere i problemi di tutti,difficile per chi vuole solo speculare e rimanere nelle poltrone.
Andreaa
accidenti Paolo, certe volti mi sembri più di "sinistar" di me, x quanto tale aggettivo valga oggi.. :-)
perchè mai lo stato o le banche centrali dovrebbero comprare azioni di aziense fallite?
le azioni salgono se l'azienda fa profitti, no il contrario.
se si fanno salire artificialmente le azioni,dura poco, poi arrivano i conti,quelli veri e ritorna dove era.in qiesto caso sono soldi che lo stato regala aagli speculatori
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