REGALARE ALLE MULTINAZIONALI IL TESORO PUBBLICO DELL'ACQUA (CHIEDIAMO AL GOVERNO UN PODEROSO DIETRO FRONT)
RIPORTO LA LEGGE (MOLTO LUNGA E SOLO POCHI DI VOI LEGGERANNO - DIMOSTRANDO IL VOSTRO MENEFREGHISMO E STUPIDITA')
Attenzione...l'acqua, un bene insostituibile viene data in gestione ad aziende multinazionali private.
LEGGI DELLO STATO COME QUELLA APPROVATA AD AGOSTO 2008, SONO PASSATE SENZA CHE IL POPOLO NE FOSSE A CONOSCENZA.
QUESTE LEGGI SANCISCONO LA FUTURA SCHIAVITA' DELLA CITTADINANZA VERSO L'ACQUA.
UN BENE PUBBLICO DIVENTA MERCE DI UNA MULTINAZIONALE. MAGARI FRANCESE.
ARTICOLO TRATTO DA:http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5152
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti (vedi:www.parlamento.it/leggi/08133l.htm), che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale).
Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo. L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo' appropriarsene per trarne illecito profitto. L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Legge 6 agosto 2008, n. 133
"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 - Suppl. Ordinario n. 196
Art. 23-bis.
Servizi pubblici locali di rilevanza economica
1. Le disposizioni del presente articolo disciplinano l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche' di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili.
2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità.
3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria.
5. Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.
6. E' consentito l'affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici locali nei casi in cui possa essere dimostrato che tale scelta sia economicamente vantaggiosa. In questo caso la durata dell'affidamento, unica per tutti i servizi, non può essere superiore alla media calcolata sulla base della durata degli affidamenti indicata dalle discipline di settore.
8. Salvo quanto previsto dal comma 10, lettera e) le concessioni relative al servizio idrico integrato rilasciate con procedure diverse dall'evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell'ente affidante. Sono escluse dalla cessazione le concessioni affidate ai sensi del comma 3.
9. I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive di cui al comma 2, nonche' i soggetti cui e' affidata la gestione delle reti, degli impianti e delle altre dotazioni patrimoniali degli enti locali, qualora separata dall'attività di erogazione dei servizi, non possono acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi, ne' svolgere servizi o attività per altri enti pubblici o privati, ne' direttamente, ne' tramite loro controllanti o altre società che siano da essi controllate o partecipate, ne' partecipando a gare. Il divieto di cui al periodo precedente non si applica alle società quotate in mercati regolamentati. I soggetti affidatari diretti di servizi pubblici locali possono comunque concorrere alla prima gara svolta per l'affidamento, mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica, dello specifico servizio già a loro affidato. In ogni caso, entro la data del 31 dicembre 2010, per l'affidamento dei servizi si procede mediante procedura competitiva ad evidenza pubblica.
10. Il Governo, su proposta del Ministro per i rapporti con le regioni ed entro centottanta giorni alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, nonche' le competenti Commissioni parlamentari, emana uno o più regolamenti, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, al fine di:
a) prevedere l'assoggettamento dei soggetti affidatari diretti di servizi pubblici locali al patto di stabilità interno e l'osservanza da parte delle società in house e delle società a partecipazione mista pubblica e privata di procedure ad evidenza pubblica per l'acquisto di beni e servizi e l'assunzione di personale;
b) prevedere, in attuazione dei principi di proporzionalità e di adeguatezza di cui all'articolo 118 della Costituzione, che i comuni con un limitato numero di residenti possano svolgere le funzioni relative alla gestione dei servizi pubblici locali in forma associata;
c) prevedere una netta distinzione tra le funzioni di regolazione e le funzioni di gestione dei servizi pubblici locali, anche attraverso la revisione della disciplina sulle incompatibilità;
d) armonizzare la nuova disciplina e quella di settore applicabile ai diversi servizi pubblici locali, individuando le norme applicabili in via generale per l'affidamento di tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia elettrica e gas, nonche' in materia di acqua;
e) disciplinare, per i settori diversi da quello idrico, fermo restando il limite massimo stabilito dall'ordinamento di ciascun settore per la cessazione degli affidamenti effettuati con procedure diverse dall'evidenza pubblica o da quella di cui al comma 3, la fase transitoria, ai fini del progressivo allineamento delle gestioni in essere alle disposizioni di cui al presente articolo, prevedendo tempi differenziati e che gli affidamenti diretti in essere debbano cessare alla scadenza, con esclusione di ogni proroga o rinnovo;
f) prevedere l'applicazione del principio di reciprocità ai fini dell'ammissione alle gare di imprese estere;
g) limitare, secondo criteri di proporzionalità, sussidiarietà orizzontale e razionalità economica, i casi di gestione in regime d'esclusiva dei servizi pubblici locali, liberalizzando le altre attività economiche di prestazione di servizi di interesse generale in ambito locale compatibili con le garanzie di universalità ed accessibilità del servizio pubblico locale;
h) prevedere nella disciplina degli affidamenti idonee forme di ammortamento degli investimenti e una durata degli affidamenti strettamente proporzionale e mai superiore ai tempi di recupero degli investimenti;
i) disciplinare, in ogni caso di subentro, la cessione dei beni, di proprietà del precedente gestore, necessari per la prosecuzione del servizio;
l) prevedere adeguati strumenti di tutela non giurisdizionale anche con riguardo agli utenti dei servizi;
m) individuare espressamente le norme abrogate ai sensi del presente articolo.
11. L'articolo 113 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e successive modificazioni, e' abrogato nelle parti incompatibili con le disposizioni di cui al presente articolo.
12. Restano salve le procedure di affidamento già avviate alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto
INTANTO IN FRANCIA SI FA MARCIA INDIETRO...
PARIGI Dopo la disastrosa gestione dei privati
Il sindaco Delanoë: «Ritornerà pubblica»
Anna Maria Merlo
PARIGI
Parigi rimunicipalizza l'acqua potabile. La decisione di non riconfermare i contratti con i due giganti privati dell'acqua, Veolia e Suez, alla scadenza del contratto a fine 2009, verrà votata al consiglio municipale lunedì prossimo e la maggioranza (Ps, Pcf, Verdi e radicali di sinistra) è «unanime». La municipalizzazione dell'acqua era una promessa elettorale del sindaco Betrand Delanoë, che ora si impegna a non aumentare il prezzo del metro cubo fino alla fine del suo mandato nel 2014
E' la fine di un'era, iniziata negli anni '80, quando in Francia c'è stata un'ondata di privatizzazioni. Ancora oggi, nella maggioranza dei comuni francesi l'acqua è gestita da privati. A Parigi, era stato Jacques Chirac, nell'84, allora sindaco della capitale, a privatizzare la distribuzione dell'acqua. I due giganti della distribuzione si erano divisi la città: Veolia per la rive droite, Suez per la rive gauche. Il comune aveva conservato una presenza (al 70%) nella società di produzione dell'acqua, Eau de Paris. Dal gennaio 2010, la città controllerà «tutta la sequenza», dalla produzione (purificazione) alla distribuzione. Il comune vuole «chiarire le responsabilità e semplificare il servizio» assicura la vice-sindaca Anne Hidalgo. Per Anne Le Strat, assessore all'acqua (Ps), la decisione è «emblematica» e mira ad «offrire ai parigini un'acqua migliore a un miglior prezzo». L'opposizione Ump accusa il sindaco di aver preso questa decisione solo «per ragioni politiche» e la considera «un errore tecnico e uno sbaglio finanziario».
Parigi non è la prima città a fare marcia indietro sulla privatizzazione degli anni '80. Tra le grandi città, una scelta analoga è già stata fatta da Grenoble: secondo uno studio pubblicato ad ottobre dall'associazione di consumatori Ufc-Que choisir, a Grenoble, ma anche a Chambéry, a Clermont-Ferrand o ad Annecy, tutte città dove l'acqua è municipalizzata, i prezzi sono «ragionevoli». Bordeaux (dove il sindaco è Alain Juppé, Ump) e il Grand Lyon (nel capoluogo è sindaco il socialista Gérard Collomb) hanno invece fatto la scelta di rinegoziare, al ribasso, i contratti con le società private di distribuzione.
A Parigi, l'acqua costa oggi 2,8 euro il metro cubo, un prezzo un po' sotto la media francese, che è di 2,9 euro il metro cubo. Secondo l'Associazione dei sindaci francesi, la purificazione e la distruibuzione costa in media 3,01 euro il metro cubo. Con la municipalizzazione, la città di Parigi ha calcolato che risparmierà 30 milioni di euro l'anno. Questa cifra non sarà redistribuita tra gli utenti - ha però precisato il comune - ma sarà «reinvestita». Difatti, i costi per la purificazione sono in netto aumento da anni. Il comune assicura in ogni caso di avere allo studio delle tariffe preferenziali, più basse, per le famiglie in difficoltà, per evitare che vengano loro chiusi i rubinetti se non pagano. A Parigi, i consumi sono in calo grazie a un miglioramento della rete, che ha minori perdite. Per Veolia e Suez il colpo è duro: subiranno, rispettivamente, un calo delle entrate di 132 e 62 milioni di euro. La città di Parigi creerà una nuova società per la produzione e la gestione dell'acqua potabile, un Epic (stabilimento pubblico industriale e commerciale), che nascerà dalla fusione delle due reti di distribuzione della rive droite e della rive gauche, e dalla ripresa di Eau de Parigi, la società (al 70% municipale) che produce l'acqua. Il fatturato sarà di 230 milioni di euro l'anno. I 900 dipendenti delle tre società verranno tuti riassunti «senza perdita dei vantaggi sociali» dalla nuova società municipalizzata.
In Francia, dall'offensiva dei privati degli anni '80, tre compagnie controllano la distribuzione dell'acqua potabile: oltre a Suez Environnement e a Veolia (ex Générale des Eaux), c'è la più piccola Saur, una filiale dei gigante dei lavori pubblici (proprietario anche della tv Tf1) Bouygues. Negli anni '90, per rispettare le norme europee, gli investimenti sono cresciuti a picco. Molte città hanno affidato la gestione ai privati, perché non potevano far fronte alla crescita dei costi. Ma ora il vento è cambiato, anche a causa di un aumento dei prezzi consistente (la Francia è il quinto paese europeo per il costo dell'acqua) per gli utenti, che chiedono di pagare di meno.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5152
REGALARE ALLE MULTINAZIONALI IL TESORO PUBBLICO DELL'ACQUA (CHIEDIAMO AL GOVERNO UN PODEROSO DIETRO FRONT)
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10 commenti:
Premetto che sono contrario alla privatizzazione ma vorrei anche lanciare questa provocazione, nel senso che oltre alla critica tout-court alla legge sarebbe opportuno tenere in considerazione il risvolto della medaglia della cosa. Tutti sappiamo in che stato si trova il sistema idrico nazionale, in alcune aree (come alcune aree della puglia per esempio) si ha una perdita di acqua per obsolescenza della rete stessa che arriva fino al 60%. Tenendo conto che nel futuro l'acqua potabile sarà sempre più scarsa l'intervento privato nella gestione della stessa potrebbe giovare sia nell'ammodernamento della rete che, visto l'aumento del prezzo anche nel contenimento degli sprechi da parte di tutti, dalle aziende ai privati. Perchè parliamoci chiaro: fin quando l'acqua costerà poco non esisteranno freni inibitori al consumo....e allo spreco. Quindi rimanendo comunque contrario alla legge mi domando se a lungo termine un aumento dei prezzi dell'acqua non sia salutare per un consumo più consapevole.
Pagheremo di più ma l'avremo anche per più tempo.
Per me è fin troppo cara quanto la paghiamo oggi l'acqua, figuriamoci se dovesse aumentare. E' un bene primario e dovrebbe essere gratuito in ragione di un tot di metri cubi a testa, oltre questa soglia la farei pagare cara. Un girono arriveremo anche a pagare la luce solare ?
E i nostri governanti la pagano l'acqua o rientra nei benefit ?
Li odio tutti, incapaci e incompetenti.
L' ho letta, ma non conosco la legge nel dettaglio ma sono cmq favorevole a far gestire ai privati la rete e la distibuzione dell' acqua! In Italia abbiamo tariffe bassissime rispetto agli altri paesi e una rete con perdite ovunque. La verità è che solo un privato potrebbe intervenire per risolvere la situazione, ovviamente a fronte di un congruo reddito! Se ben regolamentate concessioni in questo campo sarebbero molto utili! Se continuiamo cosi rischiamo di avere sei problemi un domani quando l' acqua sarà molto più scarsa e dunque molto più costosa. Aggiungo che è pura demagogia dire che l' acqua è un diritto acquisito: la verità è che siamo in troppi e le risorse sono rare e sempre iù difficili e costose da sfuttare! Solo facendo pagare l' acqua per quello che vale davvero e investendo nella rete potremmo ritardare quel momento e restare il più possibile autosufficenti! Preferisco affidarmi a privati magari avidi piuttosto che a politici incapaci o corrotti! Luca Salvarani, Mantova.
personalmente ho aquistato pochissima acqua in bottiglia ,dato che in italia si acquista acqua in bottiglia più che in ogni stato ,al ristorante costa anche 5 € al lt noi siamo in tre facciamo la doccia tutti i giorni 3-4 minuti a testa pago 30€ anno di acqua mi piacerebbe che a bergamo fosse privatizzata cosi quei coglioni che a luglio si ostinano a bagnare il giardino con 40° per avere l'erba verde come in inghilterra la smettono !
mi incazzo perchè a mio figlio di 4 anni insegno il valore dell'acqua.
ma a quei volponi che riempiono carrelli di acqua al iper ben gli sta se la mettono a 300€ come già detto la roba trovata o pagata poco è merda ,non sanno che i loro figli faranno la guerra per l'acqua ovviamente hanno il cervello per dividere le orecchie
non sono lavtrici il calcare gli fà bene alle ossa ,i calcoli sono gli ossalati di calcio delle spinaci o della verdura che li provocano non il calcare dell' acqua ! poi bevono le bottiglie che magari sono state nei piazzali sotto il sole cocente .... bevi birra che campi cent anni
Mi dispiace dissentire con voi amici. ma l'acqua è e deve rimanere pubblica. I prezzi possono anche salire ma la rete e l'acqua devono rimanere in mano allo stato.
I privati sono come Tronchetti con Telecom. E' questo che volete?
I privati specie se multinazionali estere IMPOVERISCONO IL PAESE. Ricordatevelo. lo hanno fatto sempre e sempre lo faranno.
L'acqua è, e deve rimanere PUBBLICA. Neanche un 1% di proprietà ai privati! Infatti, quell'1%, gli basterebbe per imporre il loro amministratore delegato ben indottrinato, e capace di far rigare dritto quei babbei (o furbi) di politici che riscaldano le sedie nei consigli di amministrazione delle società partecipate. BASTA DI AUMENTARE LE BOLLETTE ESCLUSIVAMENTE PER FAR INGRASSARE I DIVIDENDI DI società per azioni CHE HANNO IMPOSTO LA COMMERCIALIZZAZIONE DI BENI E SERVIZI PRIMARI (gas, acqua, rifiuti, parcheggi,...) IN REGIME DI MONOPOLIO.
La'cqua è una di quelle cose che lo Stato deve garantire a tutti, dato che è fondamentale. Quando ancora non erano diffusi i frigoriferi lo Stato aveva il monopolio del sale perchè indispensabile per la conservazione dei cibi.
Il problema è che le società statali che gestiscono l'acqua sono come l'Alitalia ossia un baraccone di raccomandati e incompetenti che non fanno funzionare nulla.
Acqua pubblica sì, ma anche efficienza sennò paghiamo poco ma non riceviamo quasi nulla di buono.
I privati vadano a costruire impianti fotovoltaici invece di fregarci tutte le cose fondamentali grazie a sto governo di mascalzoni, votato dalla maggior parte dei cittadini (idioti o mascalzoni pure loro? Mah!...)
Alessio
Confesso la mia perplessità. Ricordo che alcuni anni fa ad un mio conoscente moroso NON era stata tagliata la fornitura in quanto la legge prevedeva (ignoro se ancora lo preveda) che tutte le utenze potessero essere tagliate ma non l'acqua, in quanto bene primario.
Leggo che la Veolia in Lazio taglia invece le forniture, e per di più accompagnata dalla Forza Pubblica.
Non mi piace per niente la privatizzazione dell'acqua, però non mi piace neppure lo spreco che ne viene fatto. Quale rimedio ? io non lo so.
Sono perfettamente daccordo con Barrai: TUTTE LE RETI (telefonia fissa e mobile,gas,elettricità ed acqua) dovrebbero essere di una sola pubblic company nella quale lo stato debba mantenere la quota di controllo.
Alessandro
il rimedio è insegnare a lasciare le bottiglie sugli scaffali del iper o meglio acquistare al limite la minerale gassata ,e ritornare alla idrolitina ,sistemare la rete idrica ,far capire a chi ha giardini di mettere una cisterna per raccoglire l'acqua piovana ,chiudere il rubinetto quando si lavano i denti ,non far scorrere l'acqua per raffrescare le bottiglie (esistono i frigoriferi) e lasciare la rete idrica hai comuni con la speranza che siano onesti ,e capiscano che l'acqua potabile è preziosa
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