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PARMALAT, manipolazione o vera informazione??

Risposta all’intervento del giornalista del Sole24 Moyra Longo.

Gent. Mo Sig. Longo, innanzitutto La voglio ringraziare pubblicamente per il tempo dedicato alla risposta al mio articolo su Parmalat. Mi dispiace anche che il suo nome mi abbia tratto in inganno a riguardo del suo sesso, e qui ne faccio pubblica ammenda! Vorrei, qui di seguito, continuare questo dibattito visto anche il risalto dato sul quotidiano Libero lo scorso sabato in prima pagina. Segno forse che un ragionevole dubbio i suoi articoli lo hanno sollevato in molti lettori e addetti ai lavori del parterre di borsa! (e le assicuro che è accaduto…). Se avesse modo di leggere alcuni forum di finanza delle scorse settimane potrebbe vedere lei stesso come un certo numero di persone si sono poste la mia stessa domanda.
L’importante, almeno dal mio punto di vista, è la salvaguardia della verità e del lettore e se mi fossi sbagliato sarei il primo ad esserne felice! Il dibattito, se costruttivo, e non fine a se stesso, è la migliore forma di democrazia.
Cercherò , qui di seguito, di spegnere la polemica fra i nostri due punti di vista a tutto beneficio dei lettori che sono i veri e unici giudici. Proverò a farle vedere come la stessa notizia poteva essere data in maniera differente e come il lettore avrebbe potuto essere diversamente influenzato. Nella continuazione della lettura si prega notare che la parte in corsivo è la lettera del giornalista del 24Ore, alla quale io rispondo punto per punto.

Buongiorno, sono Morya Longo del Sole 24 Ore. Non rispondo mai ad accuse nei miei confronti, ma questa volta - vista anche l'evidenza dell'articolo su Libero Mercato e vista la comodità del blog - mi sembra doveroso farlo. Lei sostiene che io ho scritto articoli tendenziosi sulla Parmalat. Le dimostro il contrario.
1)Il fatto che il titolo Parmalat sia sceso negli ultimi tempi è dovuto alla correzione dei mercati, dunque non ha nulla a che fare con notizie societarie. Quel giorno, invece, il titolo Parmalat è salito del 3% solo ed esclusivamente per la notizia dei 23 milioni incassati. Dunque l'informazione data nell'articolo del Sole è corretta. Anzi: l'articolo inizia con la seguente frase: "Le cause legali tornano a ingrassare il bilancio della parmalat". La frase mi sembra enfatica: spiega in poche parole che i bilanci della parmalat (che come lei dice sono pieni di liquidità eccc.) si sono ingrassati. Non mi sembra un attacco alla Parmalat, anzi
.


Credo che una notizia possa essere data con mille sfaccettature. Supponiamo per un attimo che lei, nel suo articolo, avesse scritto: “Le cause legali aiutano la Parmalat a tornare a essere un player sul mercato mondiale dell’alimentare”. Il termine ingrassare…, specie per una azienda alimentare , lei converrà che non suona poi così bene…
Lei poi ha voluto sottolineare che i 23 milioni fossero ben poca cosa rispetto al fatturato. Tuttavia se tale importo fosse stato messo in relazione all’utile netto la cosa sarebbe stata letta dal lettore in chiave molto positiva.

2)L'articolo non dice che Bondi è commissario straordinario e non "un vero manager" come sostiene lei. Nell'articolo si fa riferimento a lui come commissario straordinario semplicemente perchè le cause legali sono state avviate da lui in quella veste: come a.d. non avrebbe potuto. Per questo nell'articolo, parlando delle cause legali, lo cito con quella qualifica. Anche qui riporto il testo dell'articolo: "Erano due delle tante cause avviate da enrico bondi in qualità di commissario straordinario". La frase è corretta e per nulla sminusice il valore di bondi come manager, colui che ha risollevato le sorti della parmalat.

Peccato che nel suo articolo non fa alcun riferimento a Bondi come valido manager che ha “risollevato le sorti della Parmalat” (cosa che invece ha correttamente sottolineato nella risposta al mio articolo). E poi..la frase a riguardo di Bondi è certamente corretta nella sostanza, tuttavia il lettore ha l’impressione che Bondi sia un commissario straordinario e non un valido manager che ha deciso di dedicare la sua vita professionale al risanamento e al rilancio di un’importante azienda italiana mettendosi in conflitto con importanti banche italiane e non!

3)Lei mi accusa di avere detto che "i soldi incassati da calyon sono solo il 20-30% di quanto inizialmente richiesto". Io non ho scritto così: la frase testuale dell'articolo è "Circa il 20-30%" di quanto richiesto. Tra "circa" e "solo" c'è una bella differenza concettuale. Comunque questa cifra mi è stata comunicata dalla parmalat, da cui non arrivano altri dettagli sull'importo iniziale richiesto. Per questo non ho potuto scrivere l'importo richiesto in modo preciso: non è un'informazione disponibile. Anche questa frase non mi sembra sminuisca per naulla la Parmalat o le sue cause: è un dato di fatto.


E ancora, aver recuperato il 25% (fra 20% e 30%) agli occhi del lettore può sembrare poco. Se invece si fosse dato risalto al fatto che il 25% del totale delle revocatorie richieste renderebbe la Parmalat ben più ricca di quello che è oggi il lettore avrebbe dato un’interpretazione ben diversa al suo articolo. Non crede?.


4)Che la richiesta iniziale di Gkb fosse di 5,6 miliardi c'è scritto sul comunicato stampa della parmalat del luglio 2006. Un'informazione corretta deve dare ai lettori tutti i dettagli disponibili: come fa un investitore a sapere se parmalat ha recuperato tanto o poco? Credo che sia giusto saperlo, anche perché Parmalat ha altre cause miliardarie in corso per cui è giusto che chi legge possa farsi un'idea quantomeno di come sono andate quelle chiuse. Mi sembra di fare un servizio al lettore, non un danno. Tra l'altro - ribadisco - l'informazione è corretta. Non solo: l'articolo cita le cifre in modo freddo, senza dire frasi del tipo "ha incassato solo 20 milioni su 5,6 miliardi". Non vedo perché Lei mi deve accusare di affossare la Parmalat.


Anche questo punto è contestabile. Infatti da un lato i 20 milioni pagati dalla GKB rappresentano una consistente fetta dell’utile netto del gruppo bancario elvetico e quindi dimostrano che l’estraneità della società alla truffa Parmalat non era poi così tanto vera. Dall’altro lato le motivazioni legate alla richiesta di risarcimento fatte da Bondi alla GKB sono ben diverse rispetto alle motivazioni per le quali Bondi ha chiesto dei risarcimenti ad altri gruppi bancari (vedi ad esempio Bank of America…)
Anche in questo caso la notizia poteva essere data in due modi diversi. Mi risulta che la Parmalat sia stata molto felice per questo incasso, forse neppure tanto atteso!

3) Lei mi accusa anche su un precedente articolo, relativo a un'ordinanza di un giudice di Parmalat. L'articolo - a detta anche degli avvocati della parmalat - non solo era corretto, ma anche equilibrato. Dava informazione ai lettori di un'ordinanza (che ho qui sulla mia scrivania) che poneva dei dubbi su un'azione di risarcimento. L'articolo non era assolutamente sopra le righe. Anzi: informava i lettori di uno sviluppo legale che potrebbe - se questo parere del giudice avesse un seguito - avere un impatto su almeno una causa di risarcimento danni. Non era giusto informare i lettori e gli investitori? Loro non devono sapere che un giudice (non un giornalista) ha posto delle questioni su un'azione di risarcimento? Io credo di sì. Parmalat il giorno dopo non ha smentito la notizia (non poteva, dato che è vera e riportata in modo corretto), ma ha semplicemente ribadito la sua posizione sul merito richiamando un comunicato stampa di un anno prima. La invito a leggere il comunicato stampa. Le sottolineo che la posizione della parmalat era già chiara ed evidente nell'articolo del Sole.


Il suo giornale ha dato la notizia corretta. E’ vero. Ma il risalto che è stato dato sul quotidiano (anche nel giorno successivo) è interpretabile come spropositato rispetto allo stessa notizia data da altri quotidiani finanziari. La stessa notizia poteva essere data (e il vostro giornale spesso lo fa, in occasioni simili) in un trafiletto.
Riassumendo, io cerco sempre di partire dal presupposto dell’onestà intellettuale di chi scrive. Prendo quindi per vere le sue affermazioni che mai è stata sua intenzione scrivere articoli con l’intento più o meno velato di mettere in cattiva luce il gruppo di Collecchio. Mi scuso sinceramente di aver dubitato dei suoi articoli e di aver sollevato il sospetto di complotto o accanimento.
Rimane però inconfutabile che notizie vere possono essere raccontate con sfaccettature che il lettore poco accorto potrebbe non capire. Come credo di averLe dimostrato, le stesse notizie potevano essere raccontate in modo differente. Il motivo per cui lei ha scelto questa linea mi rimane ancora oscuro.
In una situazione economica delicata come quella che contraddistingue in questi mesi il nostro paese ho sempre pensato che fosse bello che quelle poche imprese italiane che veramente competono in un mercato libero e concorrenziale ( e non godano di posizioni privilegiate oligopolistiche e di cartello e anti mercato) siano aiutate dai media ad emergere e non aiutate ad essere affossate e a far perdere la fiducia agli investitori.

Per concludere: mi sembra che lei mi accusi ingiustamente. Io faccio semplicemente il mio lavoro cercando di dare tutte le informazioni su una vicenda in mio possesso. Tutte: quelle positive e quelle negative. Lei è libero di pensare e dire quello che crede, ma le chiedo almeno di riflettere su quello che le ho scritto.
P.s. Sebbene io abbia un nome strano, non sono una donna.Distinti saluti,Morya Longo


Chiudo anch'io la mia lunga risposta, nell'occasione La invito anch'io a riflettere sugli articoli da lei redatti su Parmalat e su quanto, de buon lettore del suo quotidiano, mi sono permesso di far notare ai miei lettori. Sono a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento, anche telefonico, e se mi darà il suo permesso, sarò lieto di chiedere a Libero di pubblicare quanto sopra.
Distinti Saluti

Paolo Barrai
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