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BENETTON: MACCHINA DA GUERRA


L'impero di Treviso deve le sue fortune ai maglioni e al modello dei negozi in franchising che il buon Briatore seppe impiantare in casa Benetton diversi lustri orsono. La strategia vincente di allora fu la costruzione di un impero in Italia e poi una forte espansione all'estero esportando il modello di business.
Da allora tanto tempo e' trascorso e pezzo dopo pezzo la famiglia Benetton ha costruito una micidiale arma da guerra economica capace di andare alla conquista del mondo e di imporsi nel mondo con i suoi marchi.
La strategia, quasi la stessa! ma nel tempo si è affinata: e' semplice e riassumibile in poche righe: monopoli, globali, correlati
1) Si inizia con la selezione di business dove la concorrenza e' assente o limitata
2) Si parte da una posizione dominante (o monopolista) italiana in quel segmento di business, si sfrutta l'extraprofitto derivante da tale posizione per poi cercare di esportare tale modello nel mondo.
3)La scelta del business successivo viene fatta tenendo conto dei business precedenti in modo da sfruttare sinergie ed economie di scala (integrazione verticale) e creando significative barriere all'entrata.
Il risultato delle tre strategie è molto maggiore della loro semplice somma. Le sinergie che sprigiona questo modello di crescita sono impressionanti.
Leonardo non avrebbe potuto organizzare una macchina da guerra (o da soldi?) piu' potente! L'antitrust o garante della concorrenza e' indietro anni luce, troppo preso a far abbassare il costo dei telefonini o regolarizzare la concorrenza fittizia nel campo energetico che a bloccare i sovraprofitti creati da Benetton grazie al gioco di squadra che mette in pista nei settori in cui opera..

Intanto Benetton, grazie a questa micidiale macchina da guerra prepara le invasioni nei paesi barbari dell'america latina, europa dell'est, e asiatici.
Infatti, lo sviluppo nell'area delle infrastrutture è delegato a una holding: SINTONIA. Recentemente Mediobanca e Goldman sachs sono entrati nel capitale per favorire proprio l'espansione all'estero!

Benetton di destra o di sinistra? E' piu' plausibile un Benetton al centro che gioca con le parti politiche ottenendo indubbi vantaggi.
E' evidente, dopo lo scontro su Autostrade con il governo, il cambio di direzione con l'accordo su Telecom Italia e l'ultimo cambio ai vertici campani di Impregilo, con l'assunzione dell'ex prefetto di sinistra Ferrante. Un uomo che di economia se ne intende poco, ma di politica ne mastica abbastanza dopo il fallito tentativo di incoronazione a sindaco di Milano.

Vediamo in dettaglio i business scelti dalla famiglia di Ponzano Veneto che si propone per diventare la famiglia piu' potente d'Italia, con il supporto del salotto buono....ovviamente (un po' di Mediobanca, Generali, Rcs, e con un piede in Intesa e un altro in Unicredito).


AUTOSTRADE
Il Gruppo Atlantia gestisce la più estesa rete autostradale europea - 3.400 km - percorsa ogni giorno da oltre quattro milioni di viaggiatori. In Italia serve 15 regioni e 60 province, ma il Gruppo è anche attivo all’estero soprattutto attraverso il trasferimento e l’implementazione del know-how gestionale e tecnologico sviluppato in Italia. In Austria ha installato il primo sistema nazionale di pedaggio dinamico multi-lane mentre in Gran Bretagna e negli USA ha contribuito alla costruzione delle prime autostrade private a pedaggio.
Quotato alla Borsa italiana con una capitalizzazione che supera i 14,5 miliardi di euro. Opera in regime monopolistico

AEROPORTI
Benetton detiene il 31,5 per cento del capitale di Investimenti Infrastrutture, società partecipata congiuntamente alla famiglia Romiti e al fondo Clessidra. Investimenti Infrastrutture possiede una partecipazione pari al 22,4 per cento di Gemina, holding che controlla Aeroporti di Roma Spa.
Benetton controllano anche Sagat, (che controlla aeroporti di Torino e di Firenze)
Opera in regime di semimonopolio.

RISTORAZIONE
Autogrill è il primo operatore al mondo nei servizi di ristorazione e retail per chi viaggia. Con un giro d'affari di circa € 4 miliardi nel 2006, è presente in 34 Paesi, con oltre 4.800 punti vendita distribuiti in oltre 1000 location dove, ogni anno, 51.000 addetti servono più di 890 milioni di clienti. Il Gruppo è attivo prevalentemente nei canali aeroporti, autostrade e stazioni ferroviarie. Nel mercato globale della ristorazione organizzata Autogrill è l’unico player ad operare quasi esclusivamente in concessione ovvero attraverso contratti che le conferiscono il diritto di gestire determinati servizi in specifiche aree a fronte del pagamento di rents e royalties. L’unicità del modello di business della Società deriva anche dalla gestione di un portafoglio di oltre 250 marchi di qualità e notorietà internazionale, nazionale e locale. L’acquisizione di Aldeasa, il principale operatore retail spagnolo, attivo anche in Sud America, Medio Oriente e Nord Africa, ha rappresentato un’ulteriore opportunità di sviluppo in termini di copertura geografica e di diversificazione merceologica.
Opera in italia sfruttando una posizione dominante e di semimonopolio, all’estero il monopolio lo paga con royalties.

GRANDI STAZIONI
Grandi Stazioni azionisti:
60% ferrovie dello Stato, 40% EUROSTAZIONI
azionisti di Eurostazioni:
33% benetton
33% Vianini lavori (Caltagirone)
33% Pirelli
Obiettivi di grandi stazioni:
Ridefinire il ruolo sociale ed economico delle stazioni ferroviarie, intervenendo, in particolare, su spazi architettonici e servizi offerti. Il progetto coinvolge 13 tra le maggiori stazioni italiane, per un totale di 700.000 metri quadri complessivi e più di 700 milioni di frequentatori l’anno.
Opera in regime di monopolio.

COSTRUZIONI
IGLI
E’ una società posseduta al 33% da Benetton. Gli altri azionisti sono Ligresti (33%), e Gavio (33%)
Igli possiede il 29,66% di Impregilo.
Impregilo e’ leader nel settore costruzioni. La grande velocità sarà sua, cosi’ come il progetto Mosè (era suo anche il ponte di messina), importanti i business in america latina e gli impianti di dissalazione. Ecc. ecc.
Impregilo opera in un settore competitivo, anche se il business degli appalti legati alle infrastrutture e alle grandi opere è svolto in regime di semimonopolio e di scambi di favore con la politica.
A proposito....ci si domanda a chi Benetton affiderà i lavori su autostrade, ferrovie e aeroporti...
Se i margini di profitto si ridurranno per Autostrade...magari gli utili potranno essere fatti da Impregilo, o dai panini che vende in Autostrada e cosi' via...

TESSILE
United colours of benetton
Oggi il Gruppo Benetton è presente in 120 Paesi del mondo. Il suo core business è l’abbigliamento: il gruppo ha una consolidata identità italiana di stile, qualità e passione, che si riflettono nei marchi United Colors of Benetton, casual, Sisley, più orientato al fashion, Playlife, abbigliamento per il tempo libero, e Killer Loop, streetwear. L’azienda ha una produzione totale di circa 130 milioni di capi l’anno. La rete commerciale di 5.000 negozi moderni nel mondo offre ai clienti servizi di alta qualità e genera un fatturato totale di oltre 1,9 miliardi di euro.
Opera in un settore competitivo.

TELECOMUNICAZIONI
TELCO Benetton rimane azionista di Telecom Italia insieme a Mediobanca, generali e Telefonica apportando la sua quota in olimpia in Telco.
Opera in un regime di semimonopolio ma l’utilizzo della leva finanziaria, la continua svendita del patrimonio di Telecom avvenuta negli ultimi 6 anni e le tariffe imposte in discesa non hanno permesso la creazione di valore.

Settore immobiliare e agricolo
Il Gruppo possiede e gestisce un patrimonio immobiliare nelle principali città italiane, europee e americane, oltre a importanti aziende agricole in Italia (l’azienda agricola di Maccarese si estende per oltre 3.000 ettari alle porte di Roma) e Argentina (le tenute argentine in Patagonia si estendono su un territorio di circa 900.000 ettari, con allevamenti di oltre 280.000 capi).

I Benetton detengono, poi, una significativa partecipazione di minoranza in Pirelli & C. (4,7%), in RCS nonché in Generali. (ovvero nel salotto buono!)
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