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NOZZE LOMBARDO VENETE - PALLADIO


(Per gentile concessione C.C.)
Con il matrimonio fra Fingruppo e Palladio Finanziaria Emilio Gnutti ha mandato ko la Grande Mittel di Giovanni Bazoli, ovvero il sogno del professore di unire insieme la sua holding con la bresciana Hopa controllata, appunto da Fingruppo (che a sua volta controlla il 100% di Holinvest, la holding che ha in portafoglio il 3,7% del capitale di Telecom Italia). Ma chi sono i nuovi alleati del Nord Est che hanno tirato le fila del blitz di lunedì?
Nata nel 1982 per offrire servizi di consulenza in finanza ordinaria e straordinaria, la Palladio ha fatto il salto dimensionale fra il 1998 e il 2001 grazie all’ingresso di Efibanca, Veneto Banca e altri soci industriali.
Oggi è una delle più importanti società di merchant banking del Triveneto con circa 200 milioni di mezzi propri, opera nel campo della finanza d'impresa, sia in qualità di consulente su tematiche di corporate finance e di finanza agevolata, sia come investitore nel capitale di rischio. La società ha sedi operative a Vicenza e Milano ed è guidata dai consiglieri delegati Giorgio Drago e Roberto Meneguzzo (che è anche vicepresidente), azionisti storici nonchè fondatori della società.
Il primo porta in dote un curriculum invidiabile: dall’83 al ’95 ha lavorato in Mediobanca nel Servizio Partecipazioni e Affari Speciali, dove viene nominato dirigente nel 1992. Tre anni dopo Drago viene arruolato in Gemina, la holding della famiglia Romiti, con la qualifica di assistente al Presidente e di responsabile delle partecipazioni. E’ in quegli anni che il manager cura la ristrutturazione della finanziaria e la dismissione di tutte le partecipazioni non industriali che si conclude con la costituzione di Hdp (la ex Rcs) nel marzo 1997. In Hdp seguirà l’area pianificazione e controllo fino all’ottobre del ’98 per poi trasferirsi definitivamente in Palladio come amministratore delegato. Fra i vari incarichi ricoperti negli ultimi anni Drago vanta anche la persenza nei cda di Rcs, Cartiere Burgo, Fila Holding, Valentino, Gft, Compass e Marcolin.
Vicentino doc, Meneguzzo ha invece cominciato come commercialista per poi diventare nel 1980 socio fondatore di Palladio Leasing, società di leasing operante nel Trivenento il cui controllo è passato agli inizi degli anni 90 a Mediobanca. Nel 1982 Meneguzzo ha preso il timone Palladio Finanziaria SpA ma in passato è stato anche membro del Collegio Sindacale di Fondazione Cariverona.

Sulla poltrona di presidente siede, invece, Roberto Ruozi: ex rettore dell’Università Bocconi di Milano da sempre in “orbita Gnutti”, Ruozi attualmente è anche presidente di Mediolanum a fianco del fondatore Ennio Doris.

Nel capitale di Palladio, la cui maggioranza assoluta è nelle mani del management, ci sono anche altri pilastri della finanza del Nord Est: Antonveneta (1,1%), Veneto Banca (9,9%), Popolare di Verona (al 9,9% tramite Efibanca, l’ex controllata della Popolare di Lodi) e diversi soci privati. Nel consiglio di Palladio siedono, inoltre, l’industriale siderurgico Maurizio Amenduni, Ettore Riello, Franca Benetton e Alessandro Ricci.
Le prossime mosse di Palladio-Fingruppo saranno, dunque, decisive per comprendere gli assetti futuri dei salotti finanziari italiani. L’asse veneto, una volta legato da Silvano Pontello e la sua Interbanca, oggi trova dunque in Palladio un possibile erede. Secondo quanto previsto dagli accordi quadro tra la holding di Gnutti e la finanziaria guidata dal tandem Drago-Meneguzzo, le linee strategiche e le operazioni più rilevanti della nuova società (che avrà mezzi propri per un miliardo e partecipazioni per 2,5 miliardi) saranno decise congiuntamente da bresciani e vicentini, mentre la gestione operativa sarà riservata a Palladio.
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