STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


LA SIMBOLOGIA DEL CASTELLO NELLA PALUDE




L’economia delle aziende è, oggi, florida e sana, paragonabile a un bel castello di lusso che però è stato costruito in una zona paludosa, e ora c’è il serio rischio che il castello possa crollare.
Mi continuo a ripetere, ma la situazione è simile al 2001.
Allora gli investitori che compravano aziende erano ricchi e non sapevano dove mettere la liquidità. Il mondo era reduce da una discesa dei tassi d’interesse, in Europa grazie all’entrata in vigore dell’euro e in USA grazie al taglio dei tassi conseguente alla crisi della Long Term Capital.
La bolla internet fece da volano per le borse che salirono in maniera inusitata anche a fronte di tassi d’interesse che erano ricominciati a salire.
L’11 Settembre non fu la causa motivante il crollo delle azioni, ma solo la spinta finale verso un precipizio che era dato dalla redditività aziendale già in forte diminuzione.
Prendiamo il caso delle Assicurazioni Generali. Nel 2000 i suoi prezzi erano compresi in un range fra 30 e 38 euro. Ebbene, la redditività d’impresa era meno della metà dell’attuale, eppure il prezzo in borsa oggi è il medesimo.
Oggi, quindi è evidente che le valutazioni delle imprese NON sono esagerate. La Cina ha sostituito il Nasdaq (il P/E Cinese è 45, molto simile al Nasdaq di allora).
Ma le valutazioni dell’azienda dipendono dagli utili capaci di generare nel tempo. E la possibilità di generare utili dipende dalla integrità delle variabili macroeconomiche.
Oggi la macroeconomia ci rivela un mondo dove gli squilibri finanziari sono troppo esacerbati e rischiano di minare la solidità del castello.
Supponiamo quindi un’azienda che produca e venda Automobili e prendiamo due casi estremi:
Ipotesi di base
Capitale 100
Debito: 100
Vetture vendute anno 2005 : 1000
Crescita vetture vendute negli ultimi anni: 10% per anno
Previsione di crescita per i prossimi 3 anni: 10% anno
Margini per auto venduta nel 2007: 20%
Margini per auto venduta previsti da business plan: costanti.
Ebbene, fatte queste considerazioni è evidente che la nostra azienda, con il passare del tempo vedrà le sue quotazioni salire man mano che le ipotesi di partenza si verifichino.
Ma ora supponiamo che fra il 2007 e il 2008 accadano le seguenti cose:

1) Le materie prime e l’energia portano ad un incremento sostanziale dei costi di produzione.
2) I salari, compressi negli ultimi anni, debbano essere rialzati
3) Aumentando l’inflazione (quella importata e non quella che si è creata con crescita dei consumi interna) la banca centrale debba alzare i tassi d’interesse
4) Essendo l’inflazione “importata” può coesistere con una recessione del continente Europa, quindi la povertà aumenterebbe e quindi sarebbe impossibile trasferire l’aumento dei costi con un aumento dei prezzi ( a meno di aumentare la produttività, ma per fare questo si dovrebbe trasferire la produzione altrove con conseguente creazione di disoccupazione in Europa e maggiore povertà)
5) La recessione, unita alla crisi del sistema finanziario, porta al credit crunch, ovvero all’aumento del costo dei finanziamenti. Il capitale preso a prestito dall’azienda costa di più e riduce ulteriormente i margini
6) Dalla Cina arrivano automobili che costano molto meno di quelle della nostra azienda.
7) Il costo del carburante, dei servizi connessi (assicurazione, tasse ecc ecc) e l’aumento del costo dei finanziamenti, spinge le persone a non cambiare l’auto frequentemente.
8) Il governo non dà più gli incentivi per la rottamazione

Capirete da soli che se il mondo dovesse imboccare questa strada equivarrebbe alla recessione.
Nel 2001 cosa accadde? Davanti a una crisi dei mercati azionari e delle industrie, la Fed tagliò i tassi quasi a 0. Questo mise in moto la bolla degli immobili. Infatti, i risparmi rimasti indenni dalla crisi delle borse vennero investiti in immobili generando una crescita del settore esponenziale e creando l’ennesima bolla.

Oggi la Fed cerca di replicare, sperando che il taglio dei tassi d’interesse, da un lato freni la caduta del valore degli immobili, dall’altro permetta un rientro del debito e aiuti la creazione di una nuova bolla nel mercato azionario.
Tuttavia la sostanziale differenza rispetto al 2001 è l’inflazione proveniente dalla Cina.
Un’inflazione che non permetterà ai tassi d’interesse scendere più di tanto e che anzi potrebbe creare seri danni al mercato azionario in quanto è inflazione importata. Senza contare gli squilibri geopolitica che potrebbero essere molto più gravi di un paio di torri distrutte dagli estremisti islamici
Share/Bookmark

1 commento:

Anonimo ha detto...

io penso che il bello deve ancora venire tuttavia rimaniamo speranzosi certo...