STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


MARCO POLCI - BITCOIN: MINING E CENTRALIZZAZIONE



PREMESSA:
STUPENDO ARTICOLO DEDICATO AI COGLIONI ITALIANI CHE STANNO INVESTENDO DEI SOLDI NEL MINING DEL BITCOIN

 I COSTI DI ESTRAZIONE AUMENTANO RAPIDAMENTE, SI PARLA DI MILIONI DI DOLLARI PER UNA MINIERA EFFICIENTE. IL RISCHIO CHE IL BITCOIN SPARISCA O SCENDA DI PREZZO E' MOLTO ELEVATO. IL SUCCESSO DELLA MINIERA DIPENDE SIA DA QUANTE MINIERE SI APRONO NEL MONDO, SIA DAI CONTINUI INVESTIMENTI CHE DEVONO ESSERE FATTI CHE OVVIAMENTE DAL VALORE DEL BITCOIN...PIU' SALE PIU' CONVIENE INVESTIRE IN MINIERE.
 CHI SI FA FREGARE DA LEGGENDE SULL'ESTRAZIONE DEL BITCOIN INVESTENDO POCHE MIGLIAIA DI EURO E' SEMPLICEMENTE UN ITALIOTA..

VI LASCIO AL TERZO ARTICOLO DI MARCO POLCI SUL BITCOIN

Cos’è il Bitcoin – mining e centralizzazione

Nonostante il mining, Bitcoin soffre di una “spinta” verso la centralizzazione che ne indebolisce la sicurezza, in questo articolo cercherò di mostrarne un motivo.
Articoli precedenti:
·        1) Introduzione al bitcoin-
·         2) Meccanismi fondamentali
Abbiamo già visto che:
·         Alla base di Bitcoin c’è una rete peer to peer i cui nodi (dei computer) svolgono dei calcoli piuttosto impegnativi (proof of work) per creare i vincoli di garanzia necessari a “blindare” le transazioni per impedire eventuali modifiche.
·         La sicurezza dell’approccio adottato è tanto maggiore quanto più la rete è formata da molti nodi.
·         Un primo limite è dato dal fatto che se un malintenzionato controlla più del 50% della potenza di calcolo dell’intera rete, può cancellare una transazione per tentare di spendere due volte una somma posseduta.
·         Per incentivare la diffussione dei nodi è stato usato un meccanismo di premio, il “mining”.
 La possibilità di cancellare una transazione passata è, in realtà, una questione di probabilità. Con oltre il 50% della potenza di calcolo della rete si ha la certezza di riuscirci, ma anche con meno si ha comunque qualche possibilità. Ad esempio un malintenzionato che controlla il 10% della potenza di calcolo ha una possibilità su mille di riuscire a cancellare una transazione nei primi minuti successivi alla validazione. La probabilità decresce molto velocemente con il tempo (ad ogni nuovo blocco aggiunto alla block chain), dopo un’ora è da considerarsi praticamente nulla.

Visto quanto è importante che la rete sia ampia, diffusa e potente, in modo da impedire che qualcuno riesca ad avere il controllo di una percentuale rilevante della potenza di calcolo, si è ricorso all’incentivo chiamato “mining”. Ogni calcolatore che contribuisce alla rete riceve in premio delle nuove monete che vengono generate in quantità prestabilita.
La situazione ideale sarebbe che ogni utente tenga il proprio computer acceso a fare mining, infatti nel software per gestire il portafogli c’è sempre stato tutto il necessario per fare mining. Questa però non è una strada veramente percorribile, vediamo perché.
Ricevere il premio non è automatico, lo ottiene chi riesce a eseguire per primo la prova di lavoro e chiude il blocco, quindi si tratta di una questione di probabilità, essendo la prova di lavoro un processo stocastico. Ne consegue che per avere maggiori probabilità di ricevere il premio bisogna avere una maggiore percentuale di potenza di calcolo rispetto al totale. Non importa la potenza di calcolo in assoluto perché la difficoltà della prova di lavoro viene continuamente regolata in modo che in media ci vogliano 10 minuti per completarla. Quello che conta è la percentuale sul totale in modo da essere i primi a riuscirci.
Una conseguenza di questo è che se io metto il mio calcolatore molto potente a fare mining ed ho valutato bene i costi e i ricavi, magari all’inizio comincio a guadagnare secondo i piani ma, man mano che la rete cresce, il mio hardware rende sempre meno bitcoin. Se il bitcoin nel frattempo non si è rivalutato adeguatamente potrei arrivare al punto di non riuscire nemmeno a pagare la corrente. Sembrerà strano, vista l’enorme rivalutazione del bitcoin, ma questa cosa è successa e continua a succedere. La potenza di calcolo della rete è cresciuta più che il prezzo di scambio del bitcoin.
In questi pochi anni di vita del Bitcoin ci sono stati alcuni salti generazionali dell’hardware utilizzato per fare mining, ogni generazione ha reso inutilizzabile quella precedente, costringendo all’abbandono di tutti quelli che non si sono adeguati adottando la nuova tecnologia. All’inizio si faceva mining con i processori (CPU) dei normali computer, poi si è passati alle schede grafiche 3D (quelle usate per i videogiochi), poi gli FPGA, ed attualmente gli ASIC. Gli hardware degli ultimi 2 tipi sono specifici per lo scopo, a parte fare mining li si può usare al massimo come fermaporta. Per capire cosa è successo bisogna guardare il numero di operazioni che sono in grado di fare per unità di energia consumata. Una buona CPU odierna fa 0.18 milioni di operazioni (per Joule), un buon ASIC odierno (HashBlaster "I" – 20nm) ne fa 1800. In altre parole la CPU per rendere gli stessi bitcoin consuma diecimila volte la corrente che consuma l’ASIC, mentre il costo di acquisto dell’ASIC è solo 10 volte tanto. Ad ogni nuova generazione di hardware ha guadagnato chi l’ha adottata per primo, perché man mano che si è diffusa i profitti si sono ridotti per l’aumento della potenza della rete. Chi non ha voluto investire per stare al passo con la tecnologia ha dovuto abbandonare.
In questo senso possiamo vedere una spinta alla centralizzazione della rete: man mano che la tecnologia evolve diventa sempre meno alla portata di tutti fare mining in modo profittevole. Sono necessari strumenti specifici, capitali iniziali maggiori, essere in grado di procurarsi l’hardware migliore prima degli altri, saper gestire bene costi e ricavi.
C’è un altro aspetto che determina la centralizzazione, sempre legato al fatto che “ricevere il premio” è una questione di probabilità. Il “premio” è assegnato ad ogni blocco (in media ogni 10 minuti) e avere una piccola percentuale della potenza di calcolo della rete implica anche un’enorme variabilità di tempo per la realizzazione del guadagno. Per mediare quest’aspetto esistono i Pool, in sostanza gli utenti si organizzano in gruppo dividendosi il lavoro e distribuendo i profitti del gruppo in proporzione al lavoro svolto da ognuno. Ogni pool dal punto di vista della rete di Bitcoin rappresenta un unico nodo molto potente controllato da un unico soggetto.

Concludendo, quanto detto non vuol dire che Bitcoin cadrà come un castello di carte da un momento all’altro, ma semplicemente che esistono degli aspetti da tenere sotto controllo per valutare il suo stato di salute, anche per quanto riguarda la sicurezza.
 
 


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5 commenti:

MaxDZ8 ha detto...

Buongiorno Dottore, quanto tempo!
Come è che mi sono scordato di rimanere informato? Ah già, forse il fatto che le amministrazioni pubbliche non mi hanno ancora pagato costringendomi a fare delle scelte sgradite... tanto ormai sono molto fuori dal vostro budget minimo.

Comunque in un modo on nell'altro sono riuscito ad avere due soldini ed un amico mi parla di queste criptovalute, di cui non avevo mai considerato seriamente le implicazioni. Che sopresa vedere che le state considerando anche qui!

Devo dire che sono molto sorpreso dall'industria che il bitcoin è riuscito a creare ma secondo me ha due grossi problemi.
Il primo come dite voi è proprio la questione della centralizzazione, ormai spinta. Il secondo è che i tempi di transazione sono troppo lunghi per molte attività brick-n-mortar.

A tal proposito comunque pensavo di minare un po' anche io, per massimizzare il beneficio del mio impianto FV dato che l'abbondante energia in eccesso me la pagano pochissimo.
Tuttavia stavo considerando altre criptovalute, in particolare il Litecoin, basato su un algoritmo più complesso che promette di essere resistente agli ASIC e un tempo di conferma di un quarto.

Cosa ne pensate?

Anonimo ha detto...

@MaxDZ8
sono in parte concorde con te, minare Bitcoin non conviene, tuttavia l'hardware specializzato per litecoin arriverà verso la primavera 2014 ed investire ora su una macchina che poi sarà surclassata in pochi mesi potrebbe essere poco profittevole.
bitcoineisuoifratelli.com

Anonimo ha detto...

Beati voi che capite queste cose.
Piacerebbe anche a me.
E pure ho una formazione scientifica, quasi nucleare.
Vi auguro di non rimanere con questo Stocastico in mano.

MaxDZ8 ha detto...

Ciao anonimo delle 13:41.
Per favore condividi link, perchè la primavera non è proprio dietro l'angolo e comunque se i prodotti sono extra-ue io non mi prendo il rischio che me li fermino in dogana un mese.

Anonimo ha detto...

ciao, anche è da un po' che manco dal Blog. Sarei interessato alla corrente in FV per il mining, noi ci siamo già buttati sui Litecoin, ma non solo su quella. è un mondo in evoluzione. le cryptocoin vengono create ogni giorno. non si può prevedere a oggi la loro evoluzione o "evaporazione". lascio il mio recapito email nel caso qualche interessato mi voglia contattare per farsi pagare la corrente in FV.
Alex: alexdellortobitcoin@yahoo.it