MOODY'S E IL DEBT CEILING...
Resta negativo l'outlook sul sistema bancario italiano. E' quanto si
legge in una nota di Moody's, nella quale l'agenzia di rating precisa
che la valutazione riflette, tra le altre cose, la fragilità
"persistente" del sistema economico italiano
NOI DI MERCATO LIBERO IERI ABBIAMO DEFINITIVAMENTE VENDUTO TUTTI I TITOLI ITALIANIN PORTAFOGLIO. SE L'INDICE ARRIVERA' A 19.800 INIZIEREMO A SHORTARE PARTENDO DALLE BANCHE...MA NON SOLO...
il debt ceiling viene alzato e il problema si sposta di altri sei mesi
il possibile tapering americano viene spostato a giugno.
il mercato azionario solo apparentemente e' orientato al rialzo..in realta' potrebbe trovare un vuoto nei prossimi giorni (viste le pessime trimestrali)...i massimi non sono ancora stati superati e il pericolo di una discesa importante rimane lo scenario piu' probabile.(VEDI IL GRFICO A SEI MESI DEL dOW jONES)
NOI DI MERCATO LIBERO IERI ABBIAMO DEFINITIVAMENTE VENDUTO TUTTI I TITOLI ITALIANIN PORTAFOGLIO. SE L'INDICE ARRIVERA' A 19.800 INIZIEREMO A SHORTARE PARTENDO DALLE BANCHE...MA NON SOLO...
il debt ceiling viene alzato e il problema si sposta di altri sei mesi
il possibile tapering americano viene spostato a giugno.
il mercato azionario solo apparentemente e' orientato al rialzo..in realta' potrebbe trovare un vuoto nei prossimi giorni (viste le pessime trimestrali)...i massimi non sono ancora stati superati e il pericolo di una discesa importante rimane lo scenario piu' probabile.(VEDI IL GRFICO A SEI MESI DEL dOW jONES)
La Stampa, di Alessandro Barbera
Il signor Rossi è perplesso. Cinquantasette anni portati bene, due figli ancora a carico, una casa in città e una villetta al mare, un lavoro ben retribuito nello Stato da poco più di cinquantamila euro lordi l’anno. Negli ultimi tempi, dopo aver inutilmente atteso che si avverasse la promessa di quel signore che aveva a lungo parlato di due aliquote, aveva accettato alcune verità scomode.
La prima era l’amara rappresentazione dello
Il signor Rossi è perplesso. Cinquantasette anni portati bene, due figli ancora a carico, una casa in città e una villetta al mare, un lavoro ben retribuito nello Stato da poco più di cinquantamila euro lordi l’anno. Negli ultimi tempi, dopo aver inutilmente atteso che si avverasse la promessa di quel signore che aveva a lungo parlato di due aliquote, aveva accettato alcune verità scomode.
La prima era l’amara rappresentazione dello
stato di salute della pubblica amministrazione:
nonostante un impegno sul lavoro sopra la media, senza promozione il
suo stipendio sarebbe rimasto bloccato sine die. La seconda certezza
aveva il suono di un acronimo breve: Imposta municipale unica.
Per un paio d’anni il signore delle promesse di cui sopra gliel’aveva evitata, risarcendolo così per l’inutile attesa delle due aliquote. Poi al governo è arrivato un altro signore costretto a raccontare le verità scomode e dicembre - il mese del saldo - s’è fatto meno lieto.
A quella tassa il contribuente Rossi si era comunque abituato: circa 450 euro per la prima casa, 1.100 per la villetta.
La terza certezza era la tassa sui rifiuti, più o meno pari a quel che ogni anno gli toccava pagare per l’Imu in città. La quarta certezza era la pensione: pur non avendo maturato granché con il vecchio metodo retributivo, il signor Rossi sapeva che in pochi anni avrebbe potuto contare su un assegno dignitoso di 2.500 euro al mese.
Nel frattempo tutto è cambiato perché nulla cambiasse. L’elettore Rossi si è diligentemente recato al voto, salvo trovarsi - complice un’assurda legge elettorale - con un governo formato dagli stessi partiti del precedente. Venuta meno l’emergenza finanziaria, la stessa maggioranza che l’Imu l’aveva introdotta ha anche deciso, dopo lungo discutere, di abolirla.
Purtroppo per lui quella tassa esiste in tutto il mondo per finanziare i servizi comunali, con la sola eccezione di Congo, Mongolia, Niger e Yemen. Così il tira e molla ha partorito l’unico compromesso possibile, ovvero la reintroduzione di quella tassa sotto diverso nome. L’Imu si è trasformata in Tasi (tassa sui servizi comunali), la Tarsu in Tari (tassa sui rifiuti).
Il matrimonio delle due concepirà la Trise, ovvero la somma di Imu e tassa sui rifiuti. Già qui le certezze vacillano, perché se l’Imu era una tassa patrimoniale in senso stretto (si pagava un’aliquota certa per un certo tipo di immobile, di lusso o no), ora la Tasi si pagherà per metà in base al tipo di immobile e per quota parte a copertura dei costi dei servizi che il Comune di residenza deciderà di fargli pagare.
Poco importa se il governo ha introdotto un tetto massimo al prelievo della Trise pari a quello dell’Imu. I pessimisti prevedono che il signor Rossi finirà per pagare più di prima, ma non avrà una risposta certa fino a che il nuovo sistema non entrerà in vigore. La certezza è sulla casa al mare: con il ritorno delle seconde case vuote nel calcolo del reddito Irpef, dovrà pagare almeno 250 euro l’anno in più, oppure iniziare ad affittarla.
L’altra certezza che vacilla per il signor Rossi è la pensione. Il governo Monti ne aveva bloccato la rivalutazione, ma il nostro futuro pensionato sperava come tutti che fosse solo un prezzo da pagare all’emergenza.
Ora deve attendersi un blocco per almeno tre anni, imposto con un ancor più complicato meccanismo a scaglioni. La sua pensione futura sarebbe fra quelle eccedenti cinque volte il «minimo», dunque rivalutata (per la quota eccedente) del 50%. Vinto dalla nevralgia che gli costerebbe il solo calcolo della mancata rivalutazione, il signor Rossi ha già deciso che nel caso busserà alla porta di un centro di assistenza fiscale.
L’unica certezza cui aggrapparsi resta l’aumento delle detrazioni fiscali. Ma per lo Stato italiano il signor Rossi è un uomo ricco. Per poche centinaia di euro non è fuori dal limite (55mila euro) oltre il quale non avrà alcuno sgravio.
E comunque deve attendere che il Parlamento, bontà sua, decida sotto quale forma distribuirlo. Se fortunato, sarà abbastanza per pagare l’aumento dell’imposta dovuta alla banca per il conto, almeno venti euro. Reagan diceva che il contribuente è un signore che lavora per lo Stato senza aver vinto un concorso pubblico. Se il signor Rossi quel concorso l’avesse evitato oggi avrebbe (forse) qualche certezza economica in più.
Per un paio d’anni il signore delle promesse di cui sopra gliel’aveva evitata, risarcendolo così per l’inutile attesa delle due aliquote. Poi al governo è arrivato un altro signore costretto a raccontare le verità scomode e dicembre - il mese del saldo - s’è fatto meno lieto.
A quella tassa il contribuente Rossi si era comunque abituato: circa 450 euro per la prima casa, 1.100 per la villetta.
La terza certezza era la tassa sui rifiuti, più o meno pari a quel che ogni anno gli toccava pagare per l’Imu in città. La quarta certezza era la pensione: pur non avendo maturato granché con il vecchio metodo retributivo, il signor Rossi sapeva che in pochi anni avrebbe potuto contare su un assegno dignitoso di 2.500 euro al mese.
Nel frattempo tutto è cambiato perché nulla cambiasse. L’elettore Rossi si è diligentemente recato al voto, salvo trovarsi - complice un’assurda legge elettorale - con un governo formato dagli stessi partiti del precedente. Venuta meno l’emergenza finanziaria, la stessa maggioranza che l’Imu l’aveva introdotta ha anche deciso, dopo lungo discutere, di abolirla.
Purtroppo per lui quella tassa esiste in tutto il mondo per finanziare i servizi comunali, con la sola eccezione di Congo, Mongolia, Niger e Yemen. Così il tira e molla ha partorito l’unico compromesso possibile, ovvero la reintroduzione di quella tassa sotto diverso nome. L’Imu si è trasformata in Tasi (tassa sui servizi comunali), la Tarsu in Tari (tassa sui rifiuti).
Il matrimonio delle due concepirà la Trise, ovvero la somma di Imu e tassa sui rifiuti. Già qui le certezze vacillano, perché se l’Imu era una tassa patrimoniale in senso stretto (si pagava un’aliquota certa per un certo tipo di immobile, di lusso o no), ora la Tasi si pagherà per metà in base al tipo di immobile e per quota parte a copertura dei costi dei servizi che il Comune di residenza deciderà di fargli pagare.
Poco importa se il governo ha introdotto un tetto massimo al prelievo della Trise pari a quello dell’Imu. I pessimisti prevedono che il signor Rossi finirà per pagare più di prima, ma non avrà una risposta certa fino a che il nuovo sistema non entrerà in vigore. La certezza è sulla casa al mare: con il ritorno delle seconde case vuote nel calcolo del reddito Irpef, dovrà pagare almeno 250 euro l’anno in più, oppure iniziare ad affittarla.
L’altra certezza che vacilla per il signor Rossi è la pensione. Il governo Monti ne aveva bloccato la rivalutazione, ma il nostro futuro pensionato sperava come tutti che fosse solo un prezzo da pagare all’emergenza.
Ora deve attendersi un blocco per almeno tre anni, imposto con un ancor più complicato meccanismo a scaglioni. La sua pensione futura sarebbe fra quelle eccedenti cinque volte il «minimo», dunque rivalutata (per la quota eccedente) del 50%. Vinto dalla nevralgia che gli costerebbe il solo calcolo della mancata rivalutazione, il signor Rossi ha già deciso che nel caso busserà alla porta di un centro di assistenza fiscale.
L’unica certezza cui aggrapparsi resta l’aumento delle detrazioni fiscali. Ma per lo Stato italiano il signor Rossi è un uomo ricco. Per poche centinaia di euro non è fuori dal limite (55mila euro) oltre il quale non avrà alcuno sgravio.
E comunque deve attendere che il Parlamento, bontà sua, decida sotto quale forma distribuirlo. Se fortunato, sarà abbastanza per pagare l’aumento dell’imposta dovuta alla banca per il conto, almeno venti euro. Reagan diceva che il contribuente è un signore che lavora per lo Stato senza aver vinto un concorso pubblico. Se il signor Rossi quel concorso l’avesse evitato oggi avrebbe (forse) qualche certezza economica in più.
MOODY'S E IL DEBT CEILING...
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11 commenti:
la realtà è questa per le troppe tasse che già paghiamo non si riesce a fare nulla prima fra tutte l'accisa sul carburante al distributore iniziano a mettere acqua forse per mantenere i guadagni e cosa succede danni all'auto ,basta questo per dire basta non solo non si vuole ma non si può più lavorare in questi scenari lo stato ci danneggia in ogni cosa e quando dico stato dico ogni istituzione che ne fa parte compresa la magistratura che fa il gran danno e in più dobbiamo pagare le multe da brussels...
sembra un paradosso ma si dice che le banche americane stiano meglio delle europee che devono affrontare nuove sofferenze nei prossimi due anni che ancora non sono in bilancio
è un vero e proprio massacro per tutta europa tale che mi meraviglio se anche la svizzera neutrale possa non esserne influenzata...
Shock JPM: via al controllo dei capitali
"Niente più bonifici internazionali, limite transazioni in contanti a $50.000". La lettera ai correntisti (leggi) fa pensare al peggio.
La lettera che JPM ha inviato ai suoi correntisti.
NEW YORK (WSI) - A leggere la missiva viene la pelle d'oca, e subito il timore è quello che potrebbe accadere in altre banche di tutto il mondo. La lettera è inviata da JP Morgan ai suoi clienti e riporta lo spettro del controllo dei capitali.
Saluti Giuseppe
A partire dal 17 novembre del 2013: "Non potrete più inviare i bonifici internazionali. Sarete ancora in grado di inviare bonifici domestici e ricevere bonifici sia domestici che internazionali. Cancelleremo ogni bonifico internazionale, inclusi quelli che avevate intenzione di inviare a partire da questa data". "Il limite delle vostre transazioni in contanti sarà di $50.000 per ciclo di statament, e per account".
"Questi cambiamenti ci aiuteranno a gestire in modo efficiente i rischi legati a questi tipi di transazioni".
La domanda che sorge spontanea è: "Dunque...ora JP Morgan sta tentando di gestire rischi legati ai prelievi nei bancomat", visto che nella missiva, per transazioni in contanti, sono incluse anche le operazioni con cui i clienti si recano negli ATM americani pre prelevare contanti? Non sembra tutto questo un controllo dei capitali?
E, altra domanda, "quanto tempo passerà prima che il limite di $50.000 diventerà $20.000, poi $10.000 e $5.000"?, poi 0..
http://www.cadoinpiedi.it/2013/10/17/angela_merkel_rischia_di_essere_investita_dalla_bmw.html?utm_medium=referral&utm_source=pulsenews
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Poverta-Italia-al-primo-posto-in-Ue-per-indigenza-minorile-7-sono-poverissimi_32745655964.html
ANCHE CIOTTI :RINEGOZIARE IL DEBITO VUOLE FORSE STILE GRECIA
PERCHè ANCHE LUI NON DICE TAGLIO DEGLI SPRECHI SUBITO??
Ciao Paolo gradirei gentilmente un tuo consiglio.
Tempo fa ho comprato dollari a circa 1,30 30% dei miei risparmi mi ritrovo in perdita, cosa mi consigli?
Obbligazione in dollari??
Mi daresti il codice ??
Anticipatamente ringrazio
Invece vi dico che entro aprile il ns indice sara almeno a 25000 se non anche di piu basta guardare come sale!
Sono d'accordo con anonimo delle 20,14 ilprezzo ha rotto tutte le resistenze ........vedrete che fuochi......attenzione allo short....molta attenzione....
La borsa è speculazione e se ne sbatte i coglioni della povertà ma lo volete capire o no?
o prendete per il culo?
Buonasera Paolo,
ho una piccola somma da parte che vorrei investire (c.a. 10.000 euro che non mi serviranno per un bel po' - si spera :-)- ).
tempo addietro consigliasti una obbligazione brasiliana in real, potresti darmi un rifermineto e dirmi dove trovare la relativa quotazione.
Ti ringrazio e ti saluto cordialmente.
GdC
P.s. ho dimenticato di chiederti se per te il suggerimento resta valido
grazie ancora e buon lavoro
la diversificazione aiuta molto. ecco la mia risposta
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