LA CRISI DI AUTUNNO SECONDO IL BRAVO TUOR! UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI SVIZZERI
In autunno scoppierà la crisi in Italia
La profezia di Beppe Grillo non appare strampalata e merita di essere seriamente analizzata
Beppe Grillo
continua a ripetere che in autunno scoccherà l’ora della verità per
l’Italia. In pratica, la situazione finanziaria si deteriorerà a tal
punto da rendere necessaria una ristrutturazione del debito pubblico
oppure un’uscita del Paese dall’euro. Queste profezie sono state
considerate stravaganti da molti commentatori, ma non sono state
contestate in modo serio ed argomentato da nessuno. Ora, al di là delle
simpatie o delle antipatie che ognuno può nutrire nei confronti del
leader del Movimento 5 stelle, esse meritano alcune riflessioni, anche
perché non appaiono così strampalate come molti sostengono.
La situazione dell’economia italiana e delle sue finanze pubbliche non sta affatto migliorando. Anzi, sta continuamente peggiorando. Il debito pubblico ha oramai superato la soglia del 130% rispetto al PIL, risultando il peggiore dell’Europa, se si esclude la Grecia. Il continuo deterioramento delle finanze pubbliche si accompagna ad una recessione economica che è sempre più severa.
Per quest’anno si prevede una contrazione dell’1,8% del PIL, che però rischia a conti fatti di essere nettamente peggiore. Per l’anno prossimo si prevede una timida ripresa che appare più una speranza che una previsione fondata su premesse economiche serie. Inoltre, ed è il fatto più grave, l’Italia continua a perdere tempo sulle riforme strutturali.
La competitività delle imprese, schiacciate da una pressione fiscale proibitiva, non è affatto migliorata, mentre è continuato il processo di impoverimento del Paese a causa della chiusura di centinaia di imprese. Il sistema bancario è oberato dalla crescita delle sofferenze delle imprese e delle famiglie che non riescono più ad onorare i loro debito ed è soprattutto pieno di titoli statali con il conseguente rischio che nuove turbolenze potrebbero mettere in ginocchio bilanci di banche già in gravi difficoltà.
Anche le famiglie appaiono sempre più in difficoltà. L’aumento della disoccupazione sta mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie e quindi il loro ruolo sociale di sostegno di ultima istanza dei componenti del nucleo familiare senza lavoro o con redditi di lavoro insufficienti.
Di fronte a questa situazione catastrofica l’iniziativa del Governo diretto da Enrico Letta appare assolutamente insignificante. Si rinviano i progetti di riforma, si spera di raccattare qualche soldo a destra e a manca per non aumentare l’aliquota dell’IVA e per eliminare l’IMU sulla prima casa. A questo fine si è giunti persino ad ipotizzare la vendita dei gioielli di famiglia, che nella situazione attuale rischia di trasformarsi in una svendita delle partecipazioni statali in importanti industrie, come ENI, ENEL, ecc.
Finora la situazione è rimasta “sotto controllo”, poiché l’Italia ha beneficiato della tregua dei mercati finanziari determinata dalle continue iniezioni di liquidità da parte delle principali banche centrali e dalla presunta garanzia della Banca centrale europea di intervento a favore di quei Paesi che vedessero i rendimenti dei loro titoli pubblici impennarsi.
Ma questa situazione non è destinata a durare. Infatti, al di là di una possibile caduta del Governo Letta, la tregua dei mercati finanziari è destinata a terminare anche perché si avvicinerà il momento, in cui la Federal Reserve comincerà a ridurre la quantità di moneta che stampa ogni mese.
Ciò è destinato a provocare tensioni sui mercati che si andranno ad aggiungere al comprovato fallimento dei piani di riaggiustamento dei conti di molti Paesi mediterranei (dal Portogallo alla Grecia, dalla Spagna all’Italia). Inoltre le tensioni sociali, che stanno covando, rischiano di esplodere.
Quindi, le profezie di Grillo non appaiono affatto strampalate. Pure condivisibile è la considerazione che di fronte a questa realtà l’Italia ha solo due alternative: ristrutturare il proprio debito pubblico, ma cio’ vorrebbe dire provocare anche una grave crisi bancaria, oppure uscire dall’euro. Quest’ultima soluzione è meno catastrofica di quanto tutti sostengono. Staremo a vedere cosa succederà. Per il momento una cosa è certa: è meglio tenere in considerazione e non prendere sotto gamba le profezie di Beppe Grillo.
La situazione dell’economia italiana e delle sue finanze pubbliche non sta affatto migliorando. Anzi, sta continuamente peggiorando. Il debito pubblico ha oramai superato la soglia del 130% rispetto al PIL, risultando il peggiore dell’Europa, se si esclude la Grecia. Il continuo deterioramento delle finanze pubbliche si accompagna ad una recessione economica che è sempre più severa.
Per quest’anno si prevede una contrazione dell’1,8% del PIL, che però rischia a conti fatti di essere nettamente peggiore. Per l’anno prossimo si prevede una timida ripresa che appare più una speranza che una previsione fondata su premesse economiche serie. Inoltre, ed è il fatto più grave, l’Italia continua a perdere tempo sulle riforme strutturali.
La competitività delle imprese, schiacciate da una pressione fiscale proibitiva, non è affatto migliorata, mentre è continuato il processo di impoverimento del Paese a causa della chiusura di centinaia di imprese. Il sistema bancario è oberato dalla crescita delle sofferenze delle imprese e delle famiglie che non riescono più ad onorare i loro debito ed è soprattutto pieno di titoli statali con il conseguente rischio che nuove turbolenze potrebbero mettere in ginocchio bilanci di banche già in gravi difficoltà.
Anche le famiglie appaiono sempre più in difficoltà. L’aumento della disoccupazione sta mettendo a dura prova i bilanci delle famiglie e quindi il loro ruolo sociale di sostegno di ultima istanza dei componenti del nucleo familiare senza lavoro o con redditi di lavoro insufficienti.
Di fronte a questa situazione catastrofica l’iniziativa del Governo diretto da Enrico Letta appare assolutamente insignificante. Si rinviano i progetti di riforma, si spera di raccattare qualche soldo a destra e a manca per non aumentare l’aliquota dell’IVA e per eliminare l’IMU sulla prima casa. A questo fine si è giunti persino ad ipotizzare la vendita dei gioielli di famiglia, che nella situazione attuale rischia di trasformarsi in una svendita delle partecipazioni statali in importanti industrie, come ENI, ENEL, ecc.
Finora la situazione è rimasta “sotto controllo”, poiché l’Italia ha beneficiato della tregua dei mercati finanziari determinata dalle continue iniezioni di liquidità da parte delle principali banche centrali e dalla presunta garanzia della Banca centrale europea di intervento a favore di quei Paesi che vedessero i rendimenti dei loro titoli pubblici impennarsi.
Ma questa situazione non è destinata a durare. Infatti, al di là di una possibile caduta del Governo Letta, la tregua dei mercati finanziari è destinata a terminare anche perché si avvicinerà il momento, in cui la Federal Reserve comincerà a ridurre la quantità di moneta che stampa ogni mese.
Ciò è destinato a provocare tensioni sui mercati che si andranno ad aggiungere al comprovato fallimento dei piani di riaggiustamento dei conti di molti Paesi mediterranei (dal Portogallo alla Grecia, dalla Spagna all’Italia). Inoltre le tensioni sociali, che stanno covando, rischiano di esplodere.
Quindi, le profezie di Grillo non appaiono affatto strampalate. Pure condivisibile è la considerazione che di fronte a questa realtà l’Italia ha solo due alternative: ristrutturare il proprio debito pubblico, ma cio’ vorrebbe dire provocare anche una grave crisi bancaria, oppure uscire dall’euro. Quest’ultima soluzione è meno catastrofica di quanto tutti sostengono. Staremo a vedere cosa succederà. Per il momento una cosa è certa: è meglio tenere in considerazione e non prendere sotto gamba le profezie di Beppe Grillo.
LA CRISI DI AUTUNNO SECONDO IL BRAVO TUOR! UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI SVIZZERI
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7 commenti:
CI MANCAVA SOLO QUESTO.
Bossi torna all'attacco:
Presto serviranno le armi».
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1293789/Bossi-si-prepara-al-voto---In-autunno-puo-succedere-di-tutto---le-armi-ci-serviranno-.html
Le profezie di Beppe Grillo?
Ma che scherziamo? e chi e' Beppe Grillo? uno statista, un esperto in economia e finanza, un sociologo?
non facciamo ridere i polli, gia' siamo lo zimbello di tutta la stampa e TV internazionali, nei fora stranieri ci prendono spietatamente per il culo per il nostro Paese salito sul trono dei PIIGS, le avventure vergognose del cavaliere, il provincialismo e il menefreghismo che regna imperturbato da sempre
non ci va un Beppe Grillo per capire che il massacro alla greca per noi e' gia' cominciato e i cassoni della munnezza sono gia' aperti per mettere insieme la cena con i rifiuti dei discounts
Lorenzo
secondo il mio umile parere entro 9-12 mesi l'Italia avrà una moderata ripresa economica ma costante, dovuta ad un miglioramento fisiologico ma esistente;lo spread sul bund sarà in area 120-150 e la borsa nostrana sarà in area 25-30.000 punti. E vissero tutti felici e contenti, in attesa della prossima crisi...
anonimo delle 10.50. la tua modesta opinione e' quella di draghi saccomanni e letta.
hai ragione, se abbiamo toccato il fondo..le imprese (quele poche rimaste) sono solide in quanto si sono adattate a un ambiente ostile (esportando) e alla assenza di un mercato interno.
Basta quindi che tutto si assesti per assistere a un miglioramento fisiologico.
Tuttavia ti dimentichi chi è L'UOMO...e' una persona che non vive in schiavitu' e se ci vive..non da il meglio di se stesso
LE TASSE E LA BUROCRAZIA GETTANO LE BASI PER UN SERIO RISCHIO CHE IL MIGLIORAMENTO FISIOLOGICO NON CI SI SIA..
INFATTI I MIGLIORI SE E VANNO..IN QUANTO L'AMBIENTE E' TROPPO OSTILE.
KA FUGA CHE STA ACCADENDO IN ITALIA DI ECCELLENZE NON SI E' MAI VERIFICATO E LE CONSEGUENZE A LIVELLO MACRO NON SONO PREVEDIBILI DALLA GENTE NORMALE (VEDI I PROFESSORINI DI ECONOMIA CHE GIRANO PER IL GOVERNO E BANCA D'ITALIA)
QUINDI LA TUA IPOTESI NON E'DA SCARTARE..MA DA PRENDERE CON LE PINZE..E ESSERE PRONTI ALL'ALTRA ...OVVERO VIA I RISPARMI E IL LAVORO DALL'ITALIA E ANCHE LA FAMIGLIA..INSOMMA PREPARARSI AL PEGGIO NELLA SPERANZA CHE ACCADA IL MEGLIO
Sì il rischio è troppo altto...e in italia quando qualcosa puó andar male ... Va male
Tuor, come Rogers o come Faber, non ne becca una da molto tempo. Chi avesse seguito le sue (loro) profezie in termini di investimento si ritroverebbe oggi con minusvalenze pari agli effetti di almeno tre patrimoniali.
non credo che rogers faber o tuor abbiano perso soldi..al massimo li hanno saputi gestire senza guadagnare molto..ma i nodi vengono sempre al pettine e ALLORA SI CHE FANNO MALE
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