STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


EURO DISTRUZIONE

INTERESSANTE L'ARTICOLO SULL'EURO FORTE CHE TROVATE SU VOCI DALL'ESTERO
ALTRA IMPORTANTE ANALISI SULL'EURO DISTRUZIONE E' QUELA CHE SEGUE, TRATTA DA KAIROS E AGGUSTATA SECONDO LA MIA VISIONE
In Italia dopo la crisi del 2008 un accordo importante è stato raggiunto l’anno scorso sulle pensioni (uccidendo i pensionati) , ma su tutto il resto si è preferito litigare e rinviare i problemi, all’americana (con la
differenza che gli Stati Uniti hanno i tassi a zero e un certo livello di crescita). E hanno coperto la merda con un po' di tasse che hanno ucciso il ceto medio, senza risolvere i problemi. Anzi sono in migliaia coloro che emigrano in svizzera e nel resto del mondo.
L’austerità di bilancio è stata realizzata nel modo peggiore, attraverso le tasse appunto , e non si intravedono approcci molto diversi in futuro. La disoccupazione non è aumentata molto, perché le imprese hanno provato a resistere più a lungo che in Spagna, ma il risultato è che la competitività non è migliorata, ANZI E' NETTAMENTE PEGGIORATA FAVORENDO LA CHIUSURA DELLE IMPRESE E L'EMIGRAZIONE DELLE STESSE E DEI CAPITALI,  e l’Italia continuerà ad avere le partite correnti in passivo nonostante il crollo di consumi e importazioni. Nei prossimi mesi le imprese saranno costrette a licenziare e la disoccupazione salirà rapidamente. Avremo anche noi, a quel punto, la nostra svalutazione interna. Quanto alla Francia, le condizioni di partenza sono molto migliori delle nostre, ma la dinamica della competitività è simile. La conseguenza è stagnazione a perdita d’occhio.
In questa Europa così sbilanciata ci si può chiedere quale sia il cambio corretto dell’euro. Da alcune settimane l’euro si rivaluta contro dollaro, sterlina, yen e renminbi, valute di paesi che nel 2013 cresceranno tutti (Giappone e Regno Unito inclusi) più dell’Eurozona e perfino più della Germania.
VI SEMBRA SOSTENIBILE TUTTO CIO'???
Certo, il consenso dice che nella seconda parte dell’anno l’Europa riaccelererà, ma è solo una scommessa..  sono molte le voci dissidenti. Willem Buiter sostiene che l’Italia continuerà a rimpicciolire anche nel 2014 e non di poco, per cui l’Eurozona risulterà a crescita negativa fino al 2015.
MERCATO LIBERO SOSTIENE LA STESSA COSA, O PERLOMENO DO' UNA BUONA PROBABILITA' ALL'EVENTO.
IO SONO IN CONTATTO CON UNA IMPORTANTE MASSA DI LETTORI CHE GUARDANO AVANTI E TUTTI VEDONO SOLO NERO...ALTRO CHE LUCE IN FONDO AL TUNNELL...AL MASSIMO UN PO' DI INFLAZIONE CHE UCCIDERA' IL POTERE DI ACQUISTO, DANDO UNA FALSA ILLUSIONE AI MERCATI...PRIMA DEL CRASH..
La Grecia è destinata ad uscire dall'Euro e l'effetto domino continuera'..., la Germania può permettersi un euro a 1.40 e anche a 1.45. In un anno elettorale un euro forte può essere proposto ai tedeschi come la prova conclusiva della buona gestione della crisi europea da parte del governo uscente. Può inoltre rallentare la corsa dei prezzi, peraltro non così preoccupante come si era temuto. In generale, la gente pensa che  per un esportatore è più importante una forte domanda estera che non un cambio particolarmente favorevole. Avere un euro debole, come tipicamente succede in tempi di recessione globale, è una magra consolazione nel momento in cui i clienti internazionali smettono di comprare.
MA E' TUTTO FALSO...INFATTI, SE I TUOI COMPETITOR SVALUTANO...E' EVIDENTE CHE SONO LORO AD AVVANTAGGIARSI DELLA DOMANDA E NON TU...(anzi una valuta debole riduce le importazioni favorendo i consumi di prodotti locali)
Infatti se la crescita internazionale non è particolarmente brillante e se, come nel caso attuale, un concorrente temibile come il Giappone può beneficiare di un settore automobilistico improvvisamente competitivo grazie allo yen più debole, la Germania non può restare troppo tranquilla. Si pensi anche alla chimica, un altro classico punto di forza  del paese. La migrazione delle imprese tedesche negli Stati Uniti, dove il petrolio e il gas costano molto meno, verrà solo accelerata.
Nel breve c’è il tema della stabilizzazione europea, dello snellirsi delle code grasse del collasso della valuta unica, della crisi bancaria e dell’incapacità di rifinanziare il debito di Italia e Spagna. Il premio per il rischio scende, le valutazioni di borsa sono attraenti, il debito della periferia rende ancora bene.  È naturale che i portafogli globali si normalizzino e smettano di essere sottopesati di Europa?
PER ME ASSOLUTAMENTE NO, E' SOLO UN EFFETTO DI BREVE..APPUNTO...I PORTAFOGLI CHE VOGLIONO GUARDARE AI CAMBIAMENTI STRUTTURALI DI MEDIO PERIODO NON POSSONO CERTO INVESTIRE IN EURO...SPECIE NEL'EURO ITALIANO...INFATTI PER L'ITALIA E LA SPAGNA IL CAMBIO A 1,40 E' ASSOLUTAMENTE MORTALE.
SIAMO DAVANTI A UNA EUROPA CHE IN QUESTE PRIME SETTIMANE DELL'ANNO HA ACCENTUATO LE DUE VELOCITA'...E QUINDI IL PROCESSO CHE PORTA ALL'AUTODISTRUZIONE
Il surplus delle partite correntitedesco e olandese è stato puntualmente bilanciato dal deficit della Francia, dell’Italia e, ancora di più, di Spagna e Portogallo. Da alcuni mesi l’Eurozona è in attivo e nei prossimi anni questo surplus, se non si farà nulla per correggerlo, arriverà al 2 per cento del Pil.
Questo, che in apparenza è un miglioramento e un dato positivo, è in realtà negativo perché è conseguito nel peggiore dei modi. Non, cioè, con un aumento delle esportazioni, ma con una contrazione dell’import dovuta al crollo dei consumi nell’area mediterranea.
Avere una valuta che si rafforza in queste condizioni è l’ultima cosa che occorre a Francia, Italia e Spagna. In un mondo ideale, l’euro forte andrebbe contrastato con una politica monetaria espansiva in Europa o con politiche monetarie restrittive nel resto del mondo. 
Il taglio dei tassi europei, che si profila per quest’anno, sarà un primo passo, ma forse non sarà sufficiente.
Il cambio di equilibrio tra euro e dollaro continua a essere tra 1.20 e 1.25. Anche per questo, un dollaro che dovesse avvicinarsi a 1.40-1,45 sarebbe molto interessante da comprare, considerando soprattutto le migliori prospettive di crescita degli Stati Uniti nei prossimi anni.
Le ore corrono veloci e il primo marzo, data d’inizio dei tagli automatici alla spesa pubblica negli Stati Uniti in caso di mancato accordo tra repubblicani e democratici, è sempre meno lontano. Il mercato non sconta quasi nulla in proposito, ma LO STORNO appare quasi certo e non è detto che duri solo pochi giorni. I due partiti affilano le armi e si preparano a uno scontro duro.
Per il momento l’economia americana sta andando bene (il dato sul Pil del quarto trimestre non è affatto debole). Sappiamo anche che la Fed farà di tutto per mandare segnali distensivi ai mercati. Il rallentamento dell’economia e la flessione dei mercati saranno contenuti, ma ci SARANNO. Il sentiment dei consumatori è già penalizzato dalla decurtazione della busta paga dal primo gennaio e gli effetti macro si vedranno nei dati PROSSIMI

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