STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


MAGNONI...DOPO LA LEHMAN GLI FALLISCE LA SOPAF

A MILANO CADE UNA DELLE PIU' IMPORTANTI FAMIGLIE MILANESI: LA FAMIGLIA MAGNONI.
Unicredit ha presentato istanza di fallimento nei confronti della società di investimenti Sopaf presso il Tribunale di Milano. La notizia viene confermata da fonti giudiziarie. 




i fratelli Magnoni sono stati amici di tutta la finanza italiana...GIORGIO, RUGGERO E ALDO ..
DA IL PELLICCIA (quello della speculazione Seat nel 200o) a Colannino, da 

 IMPARENTATI CON SINDONA, AMICI DI BERLUSCONI E DE BENEDETTI, SONO STATI PROTAGONISTI DELLE PIU’ IMPORTANTI (E CHIACCHIERATE) OPERAZIONI DELLA FINANZA ITALIANA, COMPRESA LA SCALATA DI COLANINNO A TELECOM E IL TENTATIVO DI “ASSALTO ALLA FIAT” - IL CRAC DI LEHMAN FU L’INIZIO DELLA FINE… -

CHI SONO I MAGNONI? Chiedete un po' a Roberto Colaninno chi mise in piedi quell'Oak fund con base alle Cayman, alimentato da capitali di provenienza mai del tutto chiarita, che partecipò alla scalata a Telecom benedetta da Massimo D'Alema? Massì, proprio lui, Giorgio Magnoni. Il fondo delle Cayman, ma gestito via Lugano, era farina del suo sacco. E solo lui, Giorgio Magnoni, sa se davvero, come vuole una leggenda metropolitana al momento senza riscontri, se dietro l'Oak fund ci fossero davvero investitori targati Ds. All'epoca della scalata, correva l'anno 1999, Giorgio aveva una sponda in famiglia. Suo fratello Ruggero, di una decina d'anni più giovane, era uno dei manager più brillanti della Lehman, la banca d'affari Usa destinata a fare una brutta fine di lì a qualche anno
Il disastro PER MAGNONI arrivo con la Lehman che  fece fallimento. Ruggero ci rimise la poltrona e anche 25 milioni di euro investiti in azioni della banca fallita. Quella però "non è la parte preponderante del mio patrimonio", si è lasciato sfuggire in un'intervista il manager. Brillante. Come al solito. .....
OGGI LA SOPAF E' FALLITA...E MOLTE BANCHE E PICCOLI AZIONISTI PERDERANNO TUTTO...E ALLORA DOMANDIAMOCI...DOVE SI TROVA LA PARTE PREPONDERANTE DEL PATRIMONIO?.SOPAF, era una grande progetto del BOCCONIANO Jody Vender, il simbolo del Yuppismo milanese degli anni 80. Pensate che fu pure nominato BOCCONIANO DELL'ANNO nel 1990..Oggi il signor Jody Vender è un vecchietto non ascoltato e non letto che cerca in tutti i modi di non morire..e lo troviamo su un Blog di un giornale di sinistra (il fatto) e su facebook...CONTROSENSI DI QUEST'EPOCA...
http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/jvender/
http://www.facebook.com/pages/Jody-Vender/125970680861214

Come vedete dal grafico, l'azienda andava sempre peggio fino al 2005 QUANDO ARRIVO' UN CAVALIERE BIANCO...che compro' la scatola oramai quasi vuota. ERANO I FRATELLI MAGNONI...GIORGIO E RUGGERO. vecchi prodigi di una finanza milanese fallita miseramente


RUGGERO MAGNONI
famoso per il suo incarico di prestigio in LEHMAN BROTHERS dove
Magnoni è grande amico di Colannino FIN DAI TEMPI DELLA SCALATA A TELECOM ITALIA.
Anche la Immsi naviga in acque non rassicuranti. I sottomarini, la sardegna e alitalia non danno che grattacapi alla holding, il cui principale asset, la Piaggio, da sola varrebbe molto di piu' del prezzo di borsa (pensate che la holding oggi vale molto di meno di quanto lo stesso Colannino la pagò anni fa da telecom italia).

Giorgio Magnoni  Nel 2001 è stato  socio  fondatore di LM  Sociedad Europea de Tenencia de Valores S.A., della quale è stato Amministratore Delegato sino al 2005. per poi passare a Sopaf
Membro  del Consiglio di Amministrazione di Omniapartecipazioni S.p.A (dal 2002).
Amico di De benedetti è stato membro del Comitato di Sorveglianza di Management & Capitali S.p.A. I Magnoni si sono innamorati delle banche nel momento sbagliato...e la disavventura con Lehman non è bastata..SOPAF infatti acquista la ex BIPIELLE NETWORK da Fiorani...ora BANCA NETWORK i cui clienti hanno i conti bloccati e la banca è in amministrazione controllata.

Altro business andato a rotoli  sono le energie rinnovabile cinesi..


Grafico perSopaf (SPF.MI)


Del resto la famiglia Magnoni il rischio ce l'ha nelle vene. Vicini al bancarottiere Michele Sindona, con il padre Giuliano che ne era stato socio in affari e il fratello Pier Sandro che ne aveva sposato la figlia e ne era diventato il braccio destro al punto da risponderne in tribunale, sono stati parte in causa in diverse operazioni finanziarie sul filo del rasoio

Per esempio nel 2005, ai tempi della tentata scalata ad Antonveneta targata Gianpiero Fiorani, i Magnoni si trovavano a fianco del banchiere lodigiano in veste di soci in Cartesio Alternative Investments, proprio mentre la Lehman di Ruggero era consulente dei rivali di Fiorani nella partita per la banca veneta, gli olandesi di Abn Amro. Prima ancora, Giorgio era stato gestore dell'Oak fund, pedina chiave nei flussi di finanziamento alla scalata di Telecom da parte di Colaninno e soci. 

Ruggero, che della Olivetti era già il banchiere di fiducia ai tempi di Carlo De Benedetti e che dell'operazione Colaninno-Telecom era stato regista e solerte ambasciatore del ragioniere, nel ricco curriculum ha le privatizzazioni della Comit e di Finmeccanica. Ha infatti lavorato con l'Iri, alla quale faceva riferimento anche Telecom attraverso la Stet e ha partecipato in prima persona alla vendita degli Aeroporti di Roma, allora dell'Alitalia, a un gruppo di investitori tra cui anche Lehman. È lui, poi, che negli anni novanta ha assistito il tycoon sudafricano Johan Rupert nell'operazione che lo ha portato a investire almeno 400 miliardi in Mediaset, che grazie anche all'apertura ad altri soci riuscì a salvare la controllante Fininvest dal tracollo. Il suo motto pare sia "Cuccia docet". E il suo modello è decisamente vicino a quello del silenzioso banchiere siciliano. Chissà se il fratello Pier Sandro apprezza.
Quando Giorgio Magnoni ha intravisto la fine dell'impero SOPAF ha preferito togliersi dai casini e ha ceduto la sua quota ai figli a fine 2011..Sopaf: Giorgio Magnoni lascia a figli il controllo di Acqua Blu (Consob)
La Srl e' primo socio della finanziaria con il 31,5% Milano, 24 ott - Il controllo di Acqua Blu, primo azionista di Sopaf con il 31,472%, passa da Giorgio Magnoni ai figli e di conseguenza il manager perde la titolarita' diretta della quota di riferimento in Sopaf. Lo segnala una comunicazione Consob sulle partecipazioni rilevanti da cui si apprende che "la perdita del controllo di Acqua Blu srl da parte di Giorgio Magnoni e' dovuta all'assegnazione del diritto di voto ai nudi proprietari". Giorgio Magnoni era usufruttuario delle quote mentre la nuda proprieta' spetta per il 55,44% ai figli (Niccolo', Luca Emilio Alessandro e Andrea) insieme, al 7,92% a Niccolo', al 7,92% a Luca Emilio Alessandro e al 7,92% ad Andrea. Il 19,8% spetta ad Alfabravo, il restante 1% a Investissements d'Entreprises. Fon- 24-10-11 13:09:42 (0177) 5

INFINE NON DIMENTICHIAMO GLI INTRECCI E LE COLLABORAZIONI FRA UMBERTO BOTTI - UBH E SOPAF nel campo immobiliare..
Ubh e Sopaf, inoltre, hanno sottoscritto un accordo di collaborazione strategica, attraverso le loro controllate Tree Finance e Pragmae Financial Advisory Group, che potrebbe assumere i connotati di una futura joint venture. 

E COSA SI NASCONDE FRA SOPAF E IL FONDO INPGI?

http://www.eliolannutti.it/blog/2012/02/inpgi-fondi-immobiliari/


E I MAGNONI HANNO VENDUTO IL VENDIBILE PRIMA DEL PROSSIMO FALLIMENTO

Sopaf: Consob; Sirefid azzera quota, Magnoni scende al 3,774%

Economia - Dowjones MILANO (MF-DJ)--A seguito della reintestazione ad Aldo Magnoni dei titoli Sopaf precedentemente intestati alla fiduciaria Sirefid, lo scorso 2 novembre Sirefid ha azzerato la partecipazione ..


Sopaf: Aldo Magnoni scende all'1,464% (Consob)

Aldo Magnoni riduce la propria partecipazione nel capitale sociale di Sopaf, scendendo all'1,464% dal precedente 2,651%. Lo comunica la Consob attraverso il suo sito web, nella sezione dedicata alle partecipazioni rilevanti delle società quotate, che riporta come data dell’operazione lo scorso 23 dicembre.



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4 commenti:

Anonimo ha detto...

PAOLO,
SAI CHI ERA RETTORE ALLORA E LO NOMINO' BOCCONIANO DELL'ANNO, VERO?!

-:)

Anonimo ha detto...

Un nome, una garanzia....

Anonimo ha detto...

in tutta sincerità; ma chi se ne importa della Sopaf e dei Magnoni?

Alfio

Anonimo ha detto...

Credo non sia l'unica.
Altre società di yuppies rampanti di quel periodo sono già fallite, ma la politica attuale di affrontare un problema alla volta alfine di evitare un crack finanziario notevole, permette
di tenerle in vita in coma terapeutico prima di agire.
Le coperture della BCE sui titoli di stato servono anche a questo.
Precisamente a liberare risorse nelle banche con finalità specifiche a sopportare i costi che deriveranno da chiusure di debiti inesigibili, fallimenti e riorganizzazioni aziendali.
Ma il vero problema sarà la difficoltà nel quantificare l'incidenza che essa avrà sui risparmiatori non istituzionali, cioè i soliti piccoli risparmiatori che alla fine dovranno sopportare le maggiori perdite in funzione dell'importo investito, i quali fidandosi dall'esperto di investimenti delle filiali bancarie, che, naturalmente su indicazioni della sede centrale finanziaria, li raccomandava come sicuri.
Ma la crisi è la crisi. Nessuno poteva immaginare il disastro che stava creando la FINANZA CREATIVA, altrimenti non l’avrebbero fatta.
Peccato che, da come è ben evidenziato nell'articolo, l'uscita da parte dei grandi azionisti sia cominciata già nei mesi precedenti.
Forse saranno stati folgorati sulla via di Damasco come San Paolo o, essendo dei professionisti della finanza, si sono rivelati "investitori preveggenti e previdenti" oppure, che è la più probabile, avranno avuto informazioni più accorte e privilegiate.
Come sempre del resto, il mondo insegna.

VITTORIO