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INTERVISTA AL CAPO DELL'OPEC DA PARTE DELL'AMICO CLAUDIO ANTONELLI


Parla il presidente dell' Opec «Fermeremo il petrolio a 75 dollari»

Josè Botelho de Vasconcelos: «Vogliamo stabilizzare le quotazioni bloccando la speculazione che ha dominato il mercato. Abbiamo Grandi progetti per far ripartire l'Africa. c'è bisogno dell'Eni»
CLAUDIO ANTONELLI

Luanda, la capitale dell'Angola, è irriconoscibile rispetto al 2003 quando festeggiò il primo anniversario della pace. Palazzi nuovi, traffico infernale e persino lampioni a illuminare il buio. Sono i primi segni del piano di sviluppo edilizio da 1 milione di case lanciato dal governo. La missione industriale guidata dal vice ministro allo sviluppo economico Adolfo Urso punta proprio a far partecipare le aziende italiane a questi progetti. Ma, sebbene si cominci a parlare di diversificazione, l'Angola significa ancora petrolio. Oltre 2 milioni di barili al giorno e investimenti stranieri da capogiro. Solo l'Eni ha messo tre anni fa sul piatto 1,8 miliardi di dollari. E oggi per la prima volta un ministro dell'Energia di Luanda è a capo dell' Opec , l'organizzazione dei Paesi produttori. Dopo la firma del memorandum tra Urso e diversi dicasteri angolani, tra cui quello del petrolio, incontriamo .

Ministro, dopo la scelta di mantenere invariata la produzione mondiale e le dichiarazioni rilasciate all'ultimo vertice di Vienna, il prezzo del barile ha iniziato a scendere. Che segnale rappresenta per l'economia globale?

«In questo momento la volatilità dei prezzi è dovuta solo alla speculazione. Nel complesso non vedo motivi economici a spingere la discesa. Tanto più che, secondo le nostre previsioni, per i prossimi mesi la fascia di oscillazione rimarrà stabile tra i 66 e i 75 dollari al barile».

Poco tempo fa l'Arabia Saudita ha dichiarato che il prezzo “giusto” per un barile è 75 dollari, non tutti i Paesi Opec però sembravano d'accordo. Ora è cambiato qualcosa e per lei quale è il prezzo ideale?

«Credo che la quotazione ideale sia tra i 73 e i 75 dollari. Credo anche che a parte i prossimi mesi, in cui assisteremo a piccole oscillazioni, il prezzo si avvicinerà alla nostra stima. In questo modo tutte le parti della filiera e quindi non solo i produttori avranno i giusti compensi e i ritorni calcolati nei business plan».

Alcune nazioni produttrici preferiscono prezzi alti e scorte basse. Altre ragionano al contrario. Come fate a conciliare, all'interno dell' Opec , gli interessi più diversi?

«Siamo 11 Paesi più l'Iraq. Per cui ci sediamo attorno a un tavolo e analizziamo le diverse ipotesi trovando semplicemente una mediazione numerica. Dimentica però che in questo momento esistono troppe scorte e su questo aspetto concordiamo tutti. Il nostro obiettivo è passare dagli attuali 62 giorni di autonomia complessiva, a non più di 53 giorni. Ciò, più l'aspetto finanziario, contribuirà a stabilizzare il prezzo del greggio».

In che senso aspetto finanziario?

«I membri dell' Opec stanno valutando un rigido protocollo finanziario da sottoscrivere. Bisogna innanzitutto fermare la speculazione qualunque bandiera essa abbia. Così si controllano i prezzi e si evita la circolazione di prodotti finanziari derivati poco affidabili».

Stiamo entrando nella stagione che di consueto corrisponde ai picchi di consumo, eppure non prevedete un rialzo…

«Come ho detto prima, calcolata la natura e i costi degli investimenti il prezzo del greggio si può e si dovrebbe stabilizzare a 73/75 dollari. Se dovesse salire è solo speculazione finanziaria. Ecco perché cerchiamo di porre freni alla deriva delle Borse».

L'Angola, oltre a essere diventato il primo produttore di petrolio sub sahariano, si sta anche affacciando ad altri mercati nel tentativo di ampliare le proprie possibilità di estrazione. Avete obiettivi precisi?

«Stiamo valutando tante ipotesi. Certo una delle missioni della nostra compagnia petrolifera (Sonangol, ndr) è proprio l'allargamento degli orizzonti».

Se l'Eni dovesse progressivamente abbandonare l'estrazione in Nigeria, spostando il proprio baricentro africano nei due Congo, ci sarebbero possibilità di subentro per Sonangol?

«Stiamo parlando di cose teoriche. Però tra Paesi membri dell' Opec è prevista una mutua cooperazione. Per cui se alla Nigeria servisse tecnologia di cui dispone l'Angola, l'operazione sarebbe fattibile».

Dall'incontro con il vice ministro Urso e dal rapporto con l'Eni quali sono le vostre aspettative?

«Con il governo italiano abbiamo parlato di energia a 360 gradi. Non solo attività estrattive per le quali l'Eni è presente in quattro siti, ma anche infrastrutture. Il nostro Paese ha bisogno di centrali a gas e sistemi per la creazione di biocombustibile. Potremmo diventare produttori ed esportatori anche di ammonio e urea. Per questo serve tecnologia specifica di cui l'Italia è ricca».

In occasione del recente meeting del G8 de L'Aquila si è parlato di un fondo sovrano angolano. Può indicarci obiettivi e tipologie d'investimento?

«Il nostro governo sta studiando l'avvio di un fondo sovrano, nessuno però pensi a speculazioni finanziarie o investimenti ad alto rischio. Il nostro obiettivo è creare un fondo che ci consenta di spalmare nel tempo, cioè per le prossime generazioni, gli attuali proventi del petrolio. Pensiamo quindi a investimenti infrastrutturali, ma soprattutto a uno strumento che getti le basi per il welfare. Non possiamo spendere tutto e subito ma dobbiamo investire e far fruttare le ricchezze per il futuro».

Puntiamo a raggiungere una quotazione che sia soddisfacente sia per i produttori sia per i consumatori. Per raggiungere l'obiettivo ridurremo i giorni di autonomia i rapporti con RomaCon il governo di Roma abbiamo parlato di accordi a tutto campo. Il nostro Paese ha bisogno di centrali a gas e di sistemi per la creazione di biocombustibili. Per ottenerli ci serve la tecnologia di cui l'Italia è ricca
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma e anche vero che molti produttori non voglio i Futures sul loro prodotto (quello sull'accaio ci ha messo per decollare,...)
Credo un po meno alle parole dei Petrolieri (tutti: estrattori raffinatori distributori ecc)
il gioco del prezzo irreale dei Fut su Brent e Wto è una bufala
Intanto si può vedere che cè una nuova classificazione degli investitori sul CBT
(a per negoziare al LME occorre se non sbaglio possedere determinati requisiti già da tempo, perchè le ton di merce alla scadenza devono essere consegnate !
Poi fino a che il prezzo è fuori CI tutto ok quando è sotto
dio ci salvi..
.... Troppo furbi così
Fabio f (go)