STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


L'ENI - CHI HA INTERESSE A FAR SCENDERE I PREZZI DEL TITOLO A PIAZZA AFFARI???


ENRICO MATTEI: L'ULTIMO GRANDE MANAGER ITALIANO. UN EROE PER TUTTI NOI....
L'Eni e l'Italia devono tanto a lui....LUI CHE POI FU MISTERIOSAMENTE UCCISO DAL SISTEMA....

Oggi ecco quello che rimane dell'Eni:
Come ben sapete Mercato Libero è da settimane che vi racconta che il nostro governo sta trattando male ENI con tasse ed orpelli di ogni tipo. Noi riteniamo che ci sia un piano per far scendere il prezzo in borsa DEL TITOLO in modo da permettere ai libici di pagare poco la quota in Eni.
Il danno sarebbe per i piccoli azionisti. Il vantaggio per i costruttori (italiani) dell'autostrada libica (pagata con le tasse sull'eni e quindi sulla benzina...e quindi pagata da noi consumatori italiani.

Un travaso di profitti...dalle tasche dei consumatori italiani a quelle degli imprenditori italiani che avranno in appalto l'autostrada. Il prezzo basso di Eni permetterà ai libici di comprare azioni a poco prezzo. (una volta fatto questo...la Robin Tax e altre tasse verranno tolte, il prezzo del petrolio salirà...e i libici guadagneranno una fortuna.
Pura fantascienza avrete pensato voi....
Eppure. leggete questo articolo pubblicato http://www.lavoce.info ...


MA L'ENI E' DAVVERO UNA SOCIETA' PRIVATA?
di Gilberto Muraro 13.02.2009
Il Tesoro ha varato una legge tributaria ritagliata su misura per l'Eni: un'addizionale del 4 per cento all'imposta sul reddito delle società posta a carico delle imprese petrolifere quotate, con capitalizzazione in Borsa superiore a 20 miliardi di euro. Per trovare i soldi necessari a pagare l'accordo Italia-Libia, un'azienda ormai privatizzata viene trattata come fosse pubblica. A rimetterci sono in primo luogo i piccoli azionisti. Soprattutto, non sembra questo il momento adatto per incrinare la fiducia dei risparmiatori verso i titoli pubblici.
Quanto fatto dal Tesoro all’Eni è al limite della correttezza e comunque ben oltre il limite della opportunità e dello stile. Questo il senso della coraggiosa denuncia pubblica fatta da tre amministratori indipendenti di Eni, Alberto Clò, Marco Reboa, Franceso Taranto. (1) L’episodio è rimasto nel circuito degli addetti ai lavori e va invece divulgato per l’allarme che lancia e l’ammonimento che contiene.

NUOVO ROUND DI FINANZA CREATIVA

Ma che ha fatto di male Giulio Tremonti? Semplicemente, ha trattato l’Eni come se fosse un’azienda pubblica anziché un’impresa ormai privatizzata. L’Eni ha sempre realizzato grandi profitti, almeno fino all’attuale caduta dei prezzi del petrolio, distribuendo buoni dividendi, con soddisfazione dello Stato quale primo azionista e dei moltissimi piccoli azionisti che ai tempi della privatizzazione erano corsi a comprare titoli “sicuri come le obbligazioni pubbliche ma redditizie come le azioni private”. Poi vengono i tempi duri per il governo che deve continuare sulla via del risanamento della finanza pubblica avviato da Tommaso Padoa Schioppa, ma anche continuare a spendere. Allora cerca dove prendere soldi senza aggravare il deficit. E li trova all’Eni, appunto. Ma non come legittimi dividendi, bensì come parte di utili estratta dalla società a danno dei piccoli azionisti.
Due i modi escogitati in questo nuovo round di finanza creativa di Tremonti. Il primo consiste nel fare approvare dal consiglio di amministrazione dell’Eni, dove i rappresentanti del Tesoro sono in maggioranza, decisioni di politica sociale, ad esempio a favore della Sardegna e di Lampedusa, che andrebbero attuate dallo Stato con i soldi dei contribuenti e non a scapito di un’impresa e dei suoi azionisti. Il secondo consiste nel fare pagare all’Eni, con una legge tributaria su misura, gli elevatissimi costi dell’accordo con la Libia e perfino l’indennizzo agli italiani fuggiti dalla Libia quarant’anni fa. Naturalmente, una legge su misura è una “non legge” nella sostanza. Come nella barzelletta didattica raccontata agli studenti di giurisprudenza, non sta bene camuffare un intervento a unico destinatario per una legge, che deve essere un provvedimento anonimo e generale. Invece è proprio quello che è successo con un’addizionale del 4 per cento all’imposta sul reddito delle società posta a carico delle società petrolifere quotate, con capitalizzazione in Borsa superiore a 20 miliardi di euro: l’Eni, appunto, e solo l’Eni.
Come dare torto agli amministratori che avanzano “forti dubbi di costituzionalità”? Ma qui interessa soprattutto il risvolto economico. Si sa che la diffidenza dei risparmiatori verso l’investimento in banche e borsa è uno dei principali fattori della crisi attuale. Il risparmio viene quindi deviato verso i titoli pubblici, che possono così essere piazzati a basso saggio d’interesse. Se anche la fiducia verso lo Stato si incrinasse, si aprirebbero prospettive davvero preoccupanti. Meglio quindi che Tremonti non tradisca i risparmiatori e rinunci ai facili introiti di simili manovre, anche a costo di aumentare il deficit o le imposte
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14 commenti:

Anonimo ha detto...

Grillo, vorrebbe usare i dividendi di ENI, per abbassare il costo della benzina a favore di tutti gli Italiani, tu invece esprimi il tuo dissenso contro le scelte di Tremonti che vanno a danno dei risparmiatori.Questa è la situazione, siamo tutti preoccupati, servono soldi allo Stato, lo stesso non sà da che parte oramai andarli a prendere. Io dico,siamo ipocriti e vittime di noi stessi.L'Italia è la 6° potenza economica, però non è ricca, ha debito, ma, gli italiani non hanno debito, sono ricchi. Onde per cui i soldi non sono spariti, sono andati tutti da una sola parte, e, da quella parte adesso che siamo in emergenza, bisogna andarli a prendere.

Purtroppo Italiano, Ezio.

ML ha detto...

Io dico che non si può togliere i soldi a Eni per darli a Ligresti e Benetton e Gavio...

Meglio far pagare la benzina meno agli italiani. (daccordo con Grillo).

Non si può far scendere il titolo in borsa per far comprare GheddaFI...e farlo vendere ai piccoli risparmiatori

non voglio l'arabizzazione dell'Italia....

Anonimo ha detto...

quello che vorrei sapere , visto che quello che dici è plausibile , è il perchè ...perchè rovinare e regalare a dei beduini un gioiello italliano ,costruito col lavoro , l'impegno e l'ingegno italiano .Sarebbe considerabile alto tradimento ,punibile con la morte in tempo di guerra ...perchè perchè...

Anonimo ha detto...

Hai detto proprio bene. Pura fantascienza. Come quasi tutto quello che dicono la voce.it ed il pluricondannato, motoscafista inquinatore Grillo (con il seguito di gonzi che gli credono e gli permettono di guadagnare MILIONI).

Anonimo ha detto...

Mattei è stato un grandissimo! Io ho letto ben 2 libri su di lui, e mi sorprende il fatto che una persone del suo spessore morale prima che imprenditoriale sia stata dimenticata così, è uno scandalo! E' il migliore esempio che io conosca di persona che persegue e realizza il bene comune, sfidando i più grandi potentati del mondo anche a costo della sua vita! Se l' Italia è uscita dalla miseria e dalla povertà lo deve in buona parte a lui! I politici nostrani dovrebbero imparare tanto da lui! Luca Salvarani, Mantova.

ML ha detto...

Al politico facente parte della casta che dice (in maniera anonima, ma chiaramente dalla parte dei lobbisti, magari lavora come manager per l'azienda che costruirà le autostrade in Libia) dico che:
1) LA VOCE.IT è UN SITO INTERNET DOVE SCRIVONO PROFESSORI UNIVERSITARI.
2) I GUADAGNI DI GRILLO...SONO UN MODO PER SPUTTANARLO...MA IN REALTA' GUARDIAMO SE DICE O MENO LA VERITA'...E FERMIAMOCI Lì.

Queste persone mettono il loro nome e cognome....gente come te, caro anonimo , si divertono a infangarle....

GUARDATI ALLO SPECCHIO E TI ACCORGERAI CHE ...LA FECCIA SEI TU!!! CARO ANONIMO...

ML ha detto...

IL PERCHE' è SEMPLICE....scambio di favori....


Non ti sei mai domandato perchè i libici sono entrati in Unicredito sapendo già di perdere soldi?


SCAMBIO DI FAVORI!!!


E il parco buoi?

Anonimo ha detto...

Mio malgrado comincio a pensare di vendere Eni, finora il miglior titolo della borsa italiana.......

Giuseppe

Anonimo ha detto...

Ma è lavoce.info o lavoce.it?

Anonimo ha detto...

Mediolanum: Sciumè sospeso dal cda

Il consiglio di amministrazione di Mediolanum (Milano: MED.MI - notizie) ha deliberato di sospendere dalla carica di consigliere di amministrazione Paolo Sciumè. Sciumè si era peraltro autosospeso con lettera in data 6 febbraio 2009


....voi che sapete sempre tutto, c'è qualche motivo dietro?

Anonimo ha detto...

Qualcuno si è accorto che il titolo eni sta salendo???? Secondo me è più probabile che il libico entri in Enel......
Fabio

Anonimo ha detto...

Sono il politico appartenente alla casta di cui sopra e pure vigliacco (in realta' sono un semplice cittadino, magari di centrodestra, ma mai stato candidato): la voce.info e' un sito di professori universitari? ok ma questo rispettabile sito e' capace solo di criticare: per es. se il governo non dava gli incentivi auto ovviamente avrebbe criticato in un'altra maniera...troppo facile. E no Barrai,magari ho sbagliato il termine sul "fantascienza" , ma confermo che la loro prosopopea su tutto a me mi sta sulle balle...non mi piacciono...anche se riconosco che sono democratici e raccolgono tutte le opinioni in risposta ... Quanto a Grillo, invito a leggere www.ilgiornale.it/a.pic1?id=257383 e non mi si venga a raccontare che sono tutte balle , perche' l'episodio del festival di Dicomano e' vero e MOLTO NOTO in firenze e vicinanze(prova a chiedere di Grillo a Dicomano e a quel signore del festival dell'unita') e rende l'idea sul personaggio cioe' attaccato ai quattrini: Per cui il mio pensiero su questa persona e' che e'semplicemente un bel furbastro ( mica ho detto che e' un efferato delinquente), si e' ritagliato uno spazio che gli rende bene, mi pare. Punto. Continui a dire quello che vuole, mica ho chiesto la chiusura del suo sito. Molti dal tuo sito lo approvano. Bene, ma sia concesso anche di criticarlo. Altrimenti vuol dire che dobbiamo sloggiare, basta dirlo. Comunque se vuoi ti chiamo al telefono, mica ho paura. Caso mai fammelo sapere in risposta che ti chiamo cosi' chiariamo senza problemi. Saluti.

ML ha detto...

Ma mio caro lettore sarò felice di sentirti. E non per litigare!!!
Ma per conoscerti.

Come sai devo allontanare dal blog i rompi....

A volte in quest'opera mi scontro con chi invece vuole dialogare.

Se così è...mi scuso per l'irruenza!

Ciao
Paolo

Anonimo ha detto...

LE NOTIZIE SONO BUONE.. il titolo sale..non è chiaro... spero che scenda..sono in short..

ENI Un piano industriale che dà sicurezza

16/02/2009 17:35:15



Aumento dell'efficienza e alto livello di investimenti nell'E&P (esplorazione e produzione). Sono questi i due punti cardine del nuovo piano industriale dell'Eni (ENI.MI) presentato venerdì dall'amministratore delegato, Parolo Scaroni. Un programma che non muta i connotati del gruppo e garantisce ai soci un'alta prospettiva di mantenimento degli attuali livelli di remunerazione.


I risultati 2008 e i target del piano industriale al 2012 non hanno sorpreso gli analisti, ma per gli investitori alla ricerca di sicurezze, ribadire e confermare è già una buona notizia.

Il titolo Eni sta dando soddisfazioni agli investitori in questo avvio di 2009: da inizio anno è salito del 5% contro il -9% dell'indice S&P/Mib, negli ultimi 12 mesi ha perso il 21%, meno della metà del ribasso dell'indice italiano delle blue chip. E oggi ha messo a segno un altro rialzo dell'1,2%.

Per qualche analista le indicazioni del piano, pur essendo in linea con le previsioni, sono state importanti e tale da giustificare un innalzamento di giudizio. Credit Suisse ha alzato stamattina la raccomandazione ad outperform (da neutral) con target price a 20 euro (da 19,3 euro). Il broker svizzero, pur essendo cauto sul settore petrolifero, consiglia di puntare su Eni in quanto i suoi conti risentono meno delle oscillazioni del greggio rispetto alle altre grandi compagnie petrolifere. Il dividendo è tra i più generosi dell'oil industry (rendimento del 7%) ed è anche relativamente sicuro in quanto, per il 35%, è garantito dalle risorse stabili e prevedibili generate dalla divisione Gas&Power.

Queste attività valgono il 20% dell'utile operativo del gruppo ed hanno registrato nel 2008 un risultato inferiore alle attese: l'utile operativo è sceso del 13,5% soprattutto per effetto del calo delle vendite di gas in Italia (-4,5%). La società ha però rassicurato che nel 2009 l'utile operativo sarà almeno in linea con quello del 2008, in quanto si registrerà una minima ripresa e non dovrebbe esserci l'effetto negativo del cambio.



Eni ha anche affermato che dopo aver portato a termine in circa due anni nove acquisizioni per complessivi 15 miliardi di euro, è arrivato il momento di essere cauti e selettivi nell'espansione. "La strategia di Eni sembra ora essersi stabilizzata sul taglio costi", commentano gli analisti di Credit Suisse. Commenta in modo analogo Jp Morgan: "Come altri suoi competitor, Eni sta rispondendo al deterioramento dello scenario di mercato riducendo i costi. La società punta a risparmiare un miliardo di euro nei prossimi tre anni, una cifra che si aggiunge ai 900 milioni di risparmi conseguiti nel 2008".



Scaroni e la sua squadra di manager si concentreranno sull'efficienza, ma senza perdere di vista i risultati industriali del gruppo: la produzione di idrocarburi dovrebbe salire a una media annua del 3,5% durante i tre anni del piano industriale, un'indicazione che secondo Unicredit corrisponde ad una riduzione di 90mila barili al giorno rispetto al piano 2008-2011: anche dopo questa revisione, i target, sono in linea con la media delle società del settore.



Gli analisti del broker italiano affermano che dalla presentazione hanno appreso poco di nuovo, "ma dall'altra parte, secondo noi, si rafforzano le caratteristiche difensive dell'investimento in Eni". Grazie alla caratteristiche del suo parco giacimenti, "è in grado di mantenersi in salute anche in caso di un prolungato periodo di prezzi di petrolio depressi".