STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


ARRIVEDERCI A 3 GENNAIO 2009


FATE COME QUESTO BAMBINO...NON FIDATEVI DI COLORO CHE NON VI MOSTRANO ALLA LUCE DEL SOLE I VOSTRI SOLDI!!! I MAIALINI SCURI NON SONO UN POSTO SICURO DOVE METTERE I VOSTRI SOLDI. VOI AVETE IL DIRITTO E IL DOVERE DI VEDERE SEMPRE I VOSTRI RISPARMI




Chiudiamo qualche giorno il sito.
MICHELE NISTA ci ha scritto e riapriremo il nuovo anno con un suo articolo.

Intanto ricordatevi di una cosa.....LO SCHEMA PONZI, ALIAS MADOFF....è esattAMENTE UGUALE A QUELLO PRATICATO DALLE BANCHE CENTRALI (SPECIE LA FED) NEGLI ULTIMI ANNI.

In questi mesi lo schema è stato accelerato dal quantitative easing della FED e della BCE.


A ottobre i fondi Madoff furono messi sotto pressione dai riscatti e Madoff fu costretto a dichiarare bancarotta.

MADOFF NON E' CHE LA PUNTA DI UN ICEBERG (il sistema stesso è un gigantesco schema Ponzi)

Nel 2009 se la gente richiedesse i dollari alle banche....IL SISTEMA SAREBBE COSTRETTO A:

1) stampare ancor più moneta (e quindi inflazionare sempre più il dollaro facendone crollare il valore)
2) Dichiarare la Bancarotta e trovare un nuovo sistema di pagamento (non onorando i debiti ...una specia di chapter 11 del sistema americano)

SPERIAMO DI SBAGLIARE...MA MI PIACEREBBE CAPIRE DOVE!!!

Occorre diversificare gli investimenti (oro, terra, banche in più paesi...occorre sbrigarsi se si vuole proteggere i risparmi di una vita.

I clienti di Madoff hanno perso tutto in una notte (eppure erano convinti di guadagnare tanto tutti gli anni...) ecco quello che potrebbe accadere ai vostri risparmi nel 2009 o nel 2010.

Ecco perchè è estremamente necessario diversificare FISICAMENTE gli investimenti!!!


BUON 2009!!!


CONSULENZA INDIPENDENTE??? Pensateci su...se volete consultarci .. i nostri uffici riapriranno il 5 gennaio INVIATE UNA MAIL A mercatiliberi@gmail.com o telefonate a 02.26005366
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15 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo Paolo,

ti auguro (mi auguro)un proficuo 2009. Questo che è trascorso è stato l'anno della presa di coscienza; i veli sono caduti ed hanno mostrato la verità che , come dicono gli amici di usemlab, era prevedibile ed inevitabile.

Grazie a te sono riuscito ad arrichire la mia coscienza. Il lavoro che stai portando avanti è di valore immenso. Hai dimostrato sempre grande coerenza e soprattutto ONESTA' intellettuale.


Auguro a te ed al tuo staff un 2009 straordinario.

Giovanni Spaziani

Anonimo ha detto...

Affrettarsi a comperare oro che il treno sta per partire.

http://cobraf.wallstreetitalia.com/forum/coolpost.php?topic_id=1162&reply_id=132723

Anonimo ha detto...

occhio alle contromosse del risparmio gestito con i loro prodotti finanziari che da decenni non fanno altro che far perdere soldi e/o sottoperformare i rendimenti.Io sono uscito da parecchio,ero sopratutto stufo di sentirmi dire che "loro"hanno fatto meglio degl'altri(ma dove?).
Saluti a tutti
G.M.

Anonimo ha detto...

La Federal Reserve prepara la scena per una Iperinflazione stile Zimbawe.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5395

Anonimo ha detto...

Salve Dott. Barrai volevo chiederle il permesso di utilizzare il suo blog per domandare a lei e a tutti i suoi lettori alcuni suggerimenti circa qualche testo su cui documentarmi per la scrittura della mia tesi dal titolo “Gestione delle risorse umane nelle società a capitale pubblico: il caso Lupiae Servizi SpA”. In pratica per concludere il mio ciclo di studi in Ingegneria Gestionale LS sto facendo un stage aziendale alla Lupiae Servizi di Lecce, questa esperienza verrà riportata nella mia tesi come caso applicativo dell’argomento più generale che è la gestione delle risorse umane.
Vi do quindi la mia casella e-mail: clafy82@tiscali.it.

La ringrazio e Vi ringrazio sentitamente!

Cataldo Luca Antonio

Anonimo ha detto...

Ho letto che (ilsole24ore):

"Nel 2009 il Tesoro dimezza i CcT"

E' una mossa insolita. Ha un significato particolare?

Grazie

Anonimo ha detto...

L'Amero sostituira' il Dollaro?

Non so se e' attendibile ma se cosi' fosse sarebbe inquietante.

http://www.danielemartinelli.it/2008/12/22/crisi-americana-l-amero-sostituira-il-dollaro/

Anonimo ha detto...

Paolo,

la massa monetaria (dollari elettronici e di carta) è aumentata del 76% negli ultimi tre mesi!

Ormai siamo fritti.

Anonimo ha detto...

Che sta succedendo? Primari negozi on line italiani non hanno più disponibilità di sterline oro e alcuni Banco Metalli di Banche italiane non hanno più disponibilità di lingotti oro di taglio inferiore ai 250 grammi! Chiedo conferma di ciò che mi capita anche con la diretta esperienza di altri utenti.
Siamo già arrivati alla frutta ?

Anonimo ha detto...

Auguri di buona fine 2008 e di un' ottimo inizio 2009 a tutto lo staff e a tutti i lettori.

Giancarlo

Anonimo ha detto...

Visto che è un periodo di festa...ed il blog è fermo, provo a scrivere qualcosa io su quel che penso possano essere i prossimi scenari.

Penso che non assisteremo ad un cambio radicale del sistema economico e finanziario, se non ad una (possibile) razionalizzazione a suon di regole. Anche se sarà veramente impresa ardua.

Prospettavo che il prossimo passo sarebbe stato metter mano al portafoglio e spendere per sostenere l'economia (investimenti in opere pubbliche) ed a quanto pare questa è la strada che vuol percorrere OBAMA.

Ma è veramente difficile che le cose si riprendano, un rally dei mercati potrebbe esserci, ma dubito che rivedremo quotazioni nuovamente elevate come negli anni scorsi.
Sto casino non credo sia finito.

La cura per un sistema così congestionato, povero di fiducia sembra esser solo una e si chiama TEMPO....e non è una cura...ma un tacita accettazione di un male chiamato debito...un male cronico.
Attualmente non vedo proprio come si possa riprendere una situazione del genere.
Rally!? Continuo a sostenerlo molto probabile.
Crolli?! Anche.
Brutte notizi sembrano inevitabili (anche nei migliori degli scenari)...anzi qui anche le notizie che una volta erano buone, come i salvataggi ora sono diventate brutte...che equivale a dire...non vedere molte buone notizie all'orizzonte.

La trasparenza sui mercati e sull'economia, insomma su tutto sto casino...non me la immagino proprio...sarebbe troppo responsabile o irresponsabile.

Dunque per ora continuo a credere nel Rally, poi ci sarà non ci sarà...vedremmo a Gennaio per il futuro.

BUON ANNO A TUTTI VOI (Staff e Lettori)

Un Neopromotore

Luca

P.S.
Il 2009 sarà pieno di scommesse.

Anonimo ha detto...

andate a vedere :
http://it.youtube.com/watch?v=G6g8NShhls0&feature=related

Anonimo ha detto...

cercate in un qualsiasi motore di ricerca :
Piano dei poteri forti per cacciare l'Italia dall'UE

Anonimo ha detto...

Un anno così deludente e difficile come il 2008 non poteva che concludersi con un altrettanto deludente "rally di natale". Dopo il rialzo dai minimi di novembre, per ora un +20,57% per l'indice S&P 500, il mese di dicembre si è chiuso, sempre per il principale indice Usa, con un +0,78%.

In pratica la quasi totalità del rally si è concentrata negli 11 giorni successivi al minimo di novembre, nel periodo seguente il mercato ha poi oscillato all'interno di un canale laterale ben definito, che per l'S&P 500 vede la parte inferiore negli 850 punti e la parte superiore nei 910 punti.
Nello stesso tempo si è assistito ad un ridimensionamento del range di oscillazione giornaliero dei prezzi (tra apertura e chiusura), che nei mesi precedenti aveva superato il picco registrato nel 1932.



Le principali Asset Class (espresse in dollari Usa) nel 2008 hanno avuto le seguenti performance (escluso dividendi e interessi):

Obbligazionario Governativo Lungo termine (T-Note 10 anni) +10,88%
Obbligazionario Corporate Invetment Grade (Iboxx Inv.Grade) -2,14%
Obbligazionario Corporate High Yield (Iboxx HY) -18,03%
Azionario Usa (S&P 500) - 38,49%
Azionario Mondiale - escluso Usa (MSCI World) -45,27%
Valutario - Dollaro Usa (Dollar Index) +5,99%
Materie Prime (Crb Index) -36,01%




Dopo un andamento non correlato ai mercati azionari, nella prima parte dell'anno, anche le materie prime hanno registrato pesanti ribassi.
La fuga dal rischio, dopo il fallimento di Lehman Brothers, a seguito del generale "de-leveraging" (riduzione della leva) del sistema finanziario, unito ai riscatti record dai fondi comuni e dagli hedge funds, ha provocato pesanti ribassi sugli indici azionari e corporate bond. Questi ultimi hanno già ridotto sensibilmente il saldo negativo, soprattutto i titoli Investment Grade (le aziende con il rating migliore), contribuendo a rasserenare il clima con indubbi benefici anche per il mercato azionario.

Tutti i 10 settori industriali, che rappresentano in modo globale il mercato azionario americano, hanno chiuso in perdita il 2008. I settori che hanno subito i maggiori ribassi sono stati il Financials (-55,57%) e il Materials (-44,72%), quelli che hanno contenuto, si fa per dire, i ribassi sono stati i settori difensivi come il Consumers Staples (-15,74%) e l'Healthcare (-23,77%).




Sembra passato un secolo da quando poco più di un anno fa Royal Bank of Scotland, insieme a Fortis, Santander e Bank of America, si aggiudicava il controllo di Abn Amro per 100 miliardi di Dollari.
Ai prezzi di mercato pre-festivi era possibile comprare con una cifra inferiore la totalità di Barclays, Deutsche Bank, Merril Lynch (ora controllata da Bank Of America), Goldman Sachs, Morgan Stanley e Citigroup.




Un anno 2008 che ha stravolto il panorama finanziario.
Storiche banche d'affari americane come Lehman Brothers e Bear Stearns non esistono più, una buona fetta del capitale delle principali banche inglesi è in mano allo stato britannico, il tesoro Usa e Federal Reserve hanno messo in piedi il più grande piano finanziario della storia americana.
Un piano di aiuto e stimolo all'economia che secondo alcune stime (vedasi tabella seguente), per i capitali già spesi e che potenzialmente potrebbero essere impiegati, andrà a superare tutti i precedenti, compreso quello per la Seconda Guerra Mondiale.




Nella "conclusione" del commento del 22 dicembre abbiamo scritto "non ci aspettiamo niente di eccezionale per la prossima settimana, ma pensiamo che l'inizio d'anno possa riservare delle sorprese in positivo.

Grazie al recupero degli ultimi due giorni dell'anno, complice l'Ok della Fed alla trasformazione di GMac (la finanziaria della General Motors) in banca e conseguente accesso ai fondi Tarp, gli indici azionari hanno chiuso di poco sopra i livelli di apertura della settimana di Natale.
L'indice S&P 500 si è riportato per la seconda volta sopra la rispettiva media mobile a 50 giorni, i volumi si sono collocati come sempre, dato il periodo festivo, sui livelli minimi dell'anno.
Considerando le statistiche e gli indicatori analizzati nei nostri ultimi commenti, nonché gli argomenti presenti nell'attuale commento, siamo convinti che i minimi realizzati tra il 10 e il 28 ottobre e quelli del 21 novembre, fanno parte di un processo di costruzione di un fondo da cui i mercati azionari possono ripartire in modo significativo.

Nel brevissimo però, i motivi li vedremo in seguito, potremmo assistere ad un ritorno verso la parte bassa del suddetto canale di oscillazione, prima di una ripresa del rialzo più convinta che faccia chiudere anche il mese di gennaio in positivo.



Intanto l'indice delle piccole capitalizzazioni Usa, il Russell 2000 Small Cap, si è portato avanti nel lavoro, confermando la forza relativa riscontrata nelle precedenti settimane.




Un pò arretrato si trova il Nasdaq 100 che comunque, come i precedenti indici, ha consolidato i rialzi mantenendosi sopra la rispettiva media mobile di breve termine a 20 giorni.




Uno dei motivi della pausa, che si è preso il mercato azionario con l'avvicinarsi delle festività, è da ascrivere alla difficoltà del settore Financials ed anche di quello Consumers Discretionary di superare i massimi di inizio dicembre.
Anche in questo caso i minimi delle ultime settimane rappresentano il supporto da cui potrà partire una nuova gamba di rialzo.



Tra i finanziari abbiamo alcuni sotto-settori che si stanno portando avanti rispetto agli altri. Ci riferiamo in particolare al Regional Bank Index ed al Broker & Dealer Index che stanno sovraperformando il Bank Index, che pesa maggiormente in termini di capitalizzazione sul Financials.




Mercato del Credito

Se il mercato azionario non è stato in grado di fare un regalo degno di nota, la parte del Babbo Natale l'ha fatta il mercato interbancario.
Tutti i tassi d'interesse interbancari in Usa e in Europa sono scesi a nuovi minimi.
In particolare la scadenza a 3 mesi dell'Euribor, a cui sono agganciati la maggior parte dei mutui ipotecari e dei finanziamenti in Europa, è sceso sotto la soglia del 3% chiudendo l'anno al 2,89%.

L'indicatore di rischio sul mercato interbancario Usa, l'ormai famoso Ted Spread ( differenziale tra Libor a 3 mesi in dollari e Treasury Bill a 3 mesi) è sceso a 1,35%.
Livello inferiore al picco di metà luglio 2008.



Il ridimensionamento dello spread tra i tassi interbancari e i tassi di breve governativi si è rafforzato anche grazie ad un leggero rialzo di questi ultimi.
Il Treasury Bill a 3 mesi, dopo aver oscillato per un mese tra lo zero percento e lo 0.03%, ha chiuso l'anno a 0,11%.

Negli Usa il tasso d'interesse sui mutui a 30 anni ha continuato a scendere arrivando al 5,03%. Ancora buone notizie quindi per le famiglie americane intestatarie di un mutuo, le quali saranno ancor di più stimolate a rifinanziare i mutui che presentano tassi superiori, impedendo un peggioramento del dato dei pignoramenti delle abitazioni e un ulteriore calo dei prezzi degli immobili.




Anche i tassi d'interesse sul mercato del debito corporate hanno continuato la loro discesa. I titoli a lungo termine corporate, oggetto di rating da parte di Moodys, hanno visto i loro rendimenti scendere in conseguenza di un ritorno degli acquisti da parte degli investitori.
Il tasso d'interesse sui titoli AAA, cioè con il massimo rating tra quelli Investment Grade, è sceso sotto i minimi del 2003. Nello stesso tempo il tasso d'interesse sui titoli BAA, cioè con il massimo rating tra quelli Speculative Grade, si è portato poco sopra l'8% dal picco di 9,5%.




Gli indici corporate bond Usa, su tutte le scadenze e con diversa tipologia di rating, hanno proseguito nel loro rialzo. I titoli di maggior qualità, con rating Investment Grade, che avevano dato già a ottobre segnali di tenuta, hanno superato i massimi di settembre azzerando il crollo post-Lehman.




Il maggior rialzo dei titoli Investment Grade rispetto ai titoli High Yield ha determinato un calo del differenziale di rendimento, dal picco del 21 novembre, tra le due tipologie di titoli.
Come segnalato nel commento del 22 dicembre, un calo degli spread corporate è stato sempre positivo per il mercato azionario, in quanto segnala un calo del costo del debito per le aziende, favorevole per le aziende più indebitate e nello stesso tempo spinge le altre ad indebitarsi per fare investimenti.
L'indice S&P 500, successivamente ad un picco dello spread corporate in America, ha registrato le suguenti performance: dopo 1 mese +7,9% - dopo 3 mesi +11,6% - dopo 6 mesi +15,9% - dopo 12 mesi +24,3%

Il record di avversione al rischio, raggiunto di recente, è rappresentato meglio dal ratio tra i tassi corporate con un rating massimo tra quelli Speculative Grade e il titolo di stato decennale Usa.
La paura della deflazione, con contestuale corsa all'acquisto di titoli di stato a lungo termine, ha portato il rendimento dei titoli Corporate BAA ha superare di 3,30 volte quello ottenibile investendo in titoli governativi.

Sui minimi del Bear market del 1929-1932 (giugno 1932) il ratio aveva superato di poco quota 3,10. Non siamo in Depressione come negli anni 30, ma il comportamento degli investitori ha portato a prezzare sul mercato obbligazionario questo evento.
La tabella mostra come sia enormemente differente la performance media annuale del mercato azionario riscontrata in periodi in cui il ratio è in rialzo, come negli ultimi 12 mesi, rispetto ai periodi in cui è in ribasso.






Situazione dello Spessore

Più volte ci siamo soffermati a novembre sui volumi in acquisto e su come questi anticipassero una ripresa più convinta dei prezzi. Il picco di ipercomprato sui volumi del Nyse, rilevato con la media a 20 giorni del Net Up Volume all'inizio di dicembre, doveva necessariamente essere assorbito senza un'inversione significativa dei prezzi. Il consolidamento riscontrato fino ad ora ha assolto bene al compito. Rimane da sanare la consistente divergenza positiva tra spessore e prezzi, che si potrà verificare con il superamento nelle prossime settimane del massimo intermedio del S&P 500 di metà ottobre.




Rialzi duraturi sono quelli che nella prima parte registrano un'elevata partecipazione di titoli che chiudono la giornata in guadagno (advances).
L'A-D Line Cumulative sul Nyse, somma cumulata della differenza giornaliera tra Advances e Declines, cioè titoli che chiudono in perdita, ha superato i precedenti massimi, complice la presenza sul mercato di un numero nettamente superiore di titoli small e mid cap in rialzo.



Anche altri indicatori di spessore, come quello che calcola il numero di azioni del S&P 500 che sono sopra la rispettiva media mobile a 50 giorni, risultano essere in anticipo sui prezzi. L'indicatore, con massimi e minimi crescenti, si è portato sopra il livello del 30%, sui massimi intermedi di metà ottobre era al 20%. Ci troviamo sotto di 100 punti indice, ma con i titoli impostati al rialzo nel medio termine del 10% superiori.





Situazione del Sentiment

L'indice Vix ha chiuso il 31 dicembre a 40 spaccato, dalla chiusura massima del 20 novembre a 80,86 si è più che dimezzato.



A questo punto i massimi registrati sui minimi di gennaio, marzo e luglio 2008, in prossimità di quota 30, rappresentano il prossimo target di arrivo per il Vix.
Affermare se ci arriviamo subito ed in brevissimo tempo, accompagnato da una partenza forte degli indici azionari (esempio: S&P 500 a 1.000 punti), oppure se è necessario prima un breve rialzo del Vix e contestuale ripiegamento degli indici, è un bel dilemma in questo momento.
Si sarebbe tentati di dire che la perdita di 350 punti dell'indice S&P 500 e il raddoppio del Vix riscontrato nel mese di Ottobre 2008, sia un'anomalia che si potrebbe sanare con un'altra anomalia.
Dopo un 2008 che verra ricordato come l'anno del Cigno Nero, non possiamo stupirci di niente.
Va detto però che su questa prospettiva, di forte rialzo del mercato nelle prime giornate di contrattazione del 2009, si riscontra negli ultimi giorni un po troppa compia cenza da parte dei piccoli traders in opzioni.
E questo in termini contrarian non è positivo.
La media mobile a 5 giorni del Sentiment Indicator sull'ISE Options, che rapporta l'attività di trading sulle opzioni call rispetto alle put (l'inverso dei put/call ratios calcolati sul Cboe), ha superato la banda di oscillazione a due deviazioni standard come sul picco di ottobre 2007.
Il comportamento risulta abbastanza anomalo, soprattutto considerando che il mercato non ha ancora superato i massimi di inizio dicembre e la sua performance nelle ultime settimane è prossima allo zero.
Le linee rosse verticali indicano i punti in cui l'indicatore ha superato la rispettiva banda di oscillazione a due deviazioni standard, con evidenti sviluppi negativi nelle successive settimane.





Anche il Put/Call ratio Equity, rapporto tra volumi sulle opzioni put e call relative alle azioni, è sceso su livelli di ottimismo di brevissimo termine.




A ridimensionare i segnali negativi di brevissimo termine ci pensano i traders istituzionali sull'Oex, i quali dopo aver movimentato in prevalenza opzioni put prima delle scadenze tecniche del 19 dicembre, si sono concentrati successivamente sulle opzioni call (rialziste).




La media mobile a 10 giorni del put/call ratio Oex, dopo aver raggiunto livelli che nel recente passato avevano marcato massimi intermedi del mercato, si è riportata sotto quota 1. A differenza del passato quindi un picco così elevato della media ha solo temporaneamente fermato il rialzo dei mercati.



A nostro avviso quello che ridimensiona la compiacenza dei piccoli traders in opzioni, oltre alla mancata implementazione di strategie di copertura (hedging attraverso acquisto di opzioni put) da parte degli istituzionali riscontrata anche attraverso il ratio Put/Call Open Interest sull'Oex, è ancora il notevole pessimismo e diffidenza degli investitori privati in fondi nonché di quelli istituzionali.
Il rapporto percentuale tra asset in fondi monetari Rydex ed il totale dell'asset in fondi Rydex rialzisti, dopo aver superato quota 70% (oltre il picco del marzo 2003), si mantiene sopra il 65%.
Ribassi significativi e di lunga durata si potranno verificare solo in presenza di valori tra il 40% e il 35%.





Il risultato di dicembre del sondaggio condotto da State Street presso i principali gestori di fondi comuni a livello mondiale, mostra un ulteriore crollo della fiducia verso i mercati azionari. L'Investor Confidence Index è sceso a 48, quasi la metà del valore riscontrato sui minimi di ottobre 2002 e marzo 2003, di molto sotto la rispettiva banda di oscillazione a due deviazioni standard dalla media storica, dopo che a novembre aveva chiuso a 54 (il grafico non è aggiornato).





Il 2009 quindi si apre sotto i migliori auspici "contrarian", considerato l'elevato pessimismo degli investitori professionali e privati, e l'enorme quantità di capitali impiegati in strumenti monetari che ora rendono poco sopra lo zero.
L'Università di Yale conduce un sondaggio mensile presso investitori privati e professionali (i grafici sono presenti sul sito). Il più importante, il Crash Confidence, che misura la percentuale di investitori che non si aspettano un crollo del mercato azionario, nel caso degli investitori individuali è sceso a Novembre ai minimo storici a 22,73%.
Se quindi solo il 22,73% non si aspettano un crollo o un forte ribasso dei mercati, di converso significa che più del 70% si aspetta tempi ancora molto difficili per le azioni.
Il livello di "confidence" degli investitori in dividuali è inferiore al minimo raggiunto nel 2002, quello degli istituzionali e leggermente superiore.
Un tale livello di negatività è molto positivo per i mercati azionari.






Statistica

Le principali asset class, azionario ed obbligazionario governativo, hanno registrato nel 2008 performance all'estremo, molto negative per il primo e molto positivo per il secondo.
Nel caso del Dow Jones dal 1896 il 2008 è stato il terzo anno peggiore, nel caso del Treasury Bond a 30 anni, invece dal 1978 è stato il quarto anno migliore.
Aver investito in azioni americane dopo i dieci anni peggiori avrebbe comportato un risultato positivo in 8 casi, con un risultato mediano superiore al 33%.
Deludente invece la performance del titolo di stato Usa a lungo termine dopo gli anni favorevoli. Su 16 casi 6 si sono rivelati positivi dopo 1 anno, di questi solo uno, il 1986, successivo ad un anno con una performance positiva superiore al 10%.





Quale sarà il mercato azionario migliore nel 2009, nel caso in cui si sposi la tesi di un forte recupero? Molto probabile quello dei Paesi Emergenti.
Dopo perdite superiori a quelle dei mercati azionari occidentali, dovute in prevalenza al rimpatrio dei capitali da parte degli investitori istituzionali, più che da motivazioni economiche, i mercati azionari dei Paesi Emergenti appaiono ora particolarmente a sconto da un punto di vista storico.

Un metodo per identificare un estremo sul mercato azionario, sia di tipo tecnico che tipo fondamentale, è quello di misurare il numero di deviazioni standard di un indicatore rispetto alla sua media storica.

Le azioni presenti nell'indice MSCI Emerging Markets a dicembre hanno stabilito un record in termini di sottovalutazione storica, calcolando appunto il numero di deviazioni standard dei principali indicatori fondamentali rispetto alla loro media storica.

L'Earnings Yield, cioè il rapporto tra utili e prezzo delle azioni, si portato a 4,36 Deviazioni Standard.
Il Dividend Yield, cioè il dividendo che le azioni pagano in rapporto percentuale al prezzo, è a 4,37 Deviazioni Standard.
Il Cash Flow Yield, cioè il rapporto tra il flusso di cassa di un aziende e il prezzo della sua azione, ha raggiunto le 4,19 Deviazioni Standard.




Quindi Buon 2009, e fate delle buone "azioni". Il prossimo commento settimanale tornerà lunedi 12 Gennaio.

Paolo Calcinari

Anonimo ha detto...

All'anonimo che non riesce ad acquistare sterline o linghotti: si è vero per fine anno le sterline sono esaurite. L'america ha fermato il conio dell'Amercan Eagle. Trovi solo Kruggerand. Attento che non siano placcati d'oro.
I lingotti li trovi da 1 kg.
Probabilmente dall'8 in poi troverai le sterline, attento che non siano placcate d'oro ed anche i lingotti più piccoli on-line, perchè fino all'8 sono chiuse per inventario le fabbriche, tipo Italpreziosi.
Si l'oro andrà a 2000$/oz come minimo: ma non è detto che con 2000$/oz tu conservi il valore attuale di 850 $. Potrebbe essere poco come rivalutazione.
Per tutti guardatevi questo video: è allucinante ciò che dice l'ex membro del board dei governatori della F.E.D.
http://watch.bnn.ca/trading-day/december-2008/trading-day-december-8-2008/#clip119798

Vogliono rivalutare la carta i gold certificates da 45$/oz al valore attuale, per poter stampare di più moneta dal nulla.

W la scuola asutriaca di economia, W usemlab.com W brunoleoni.it