RIFLESSIONI SUGLI INVESTIMENTI
In questi mesi di volatilità e di insicurezza i vostri risparmi sono sballottati di qua e di là in cerca di stabilità e rendimento. I cattivi consigli non si contano...
-La Banca spesso vi ha consigliato, troppo tardi, di uscire dall'azionario.
-La banca nelle scorse settimane vi ha consigliato di acquistare delle obbligazioni della banca (e solo dopo pochissimo tempo, se provate a venderle valgono già il 2% o il 3% in meno...)
-La banca non vi paga un tasso d'interesse adeguato sul conto.
-La banca prova a vendervi un prodotto strutturato a capitale garantito.
- Il Private banker vi raggira con paroloni quali TOTAL RETURN. Vi affibia un pacchetto di fondi e prodotti dall'esito incerto...se va bene sarà merito del private banker, se va male sarà colpa dei mercati.
C'è un distacco abissale fra i mercati e la persona che investe.
In mezzo ci vogliono mangiare in mille...La società di gestione, la società d'intermediazione, la banca, il promotore....
Come è possibile ottenere il meglio con tutti questi soggetti che devono mangiare?
Oggi l'unica soluzione è tagliare la filiera e arrivare direttamente al mercato. (back to the market).
Dovunque vi girate e qualsiasi cosa vi offrano fate un'estrema difficoltà a non perdere soldi.
Ebbene, MERCATO LIBERO è da tanto tempo che vi consiglia di stare liquidi per la gran parte dei propri risparmi. Oggi il Bot rende quasi il 4% netto. Non abbiate fretta, NON SEGUITE I CONSIGLI DI CHI DEVE FARE COMMISSIONI.
La lunga notte per gli investimenti finirà presto e solo chi non avrà accusato perdite importanti potrà trarne il massimo dei benefici.
Facciamo una veloce analisi sui mercati:
AZIONI
Il team di Mercato Libero ha individuato un gruppo di società sottovalutate molto interessanti. Ne sta studiano i bilanci e le possibilità di crescita nei loro business nei prossimi anni.
Il tempo per gli acquisti non è ancora maturo, ma bisogna essere pronti. Molte aziende fra qualche anno avranno quotazioni del 100% o 200% più alte.
Vi ricordate Capitalia...nel 2003 (solo 5 anni fa) valeva 1 euro poi è arrivata a 7. Un rialzo del 700% e non è stato l'unico caso in Piazza Affari (Fiat, Ifil, Tenaris, Erg, molte small caps che prima del crollo avevano visto i prezzi triplicare ecc ecc).
Oggi vi sono molti settori e aziende sottovalutati.
Media, banche, Assicurazioni ecc ecc sono su livelli minimi metre petroliferi ed energetici sono su valori massimi. In borsa ...quando tutti vendono per mesi dei comparti....il comparto rimane scarico e si passa a una sottovalutazione di lungo.
Sono tanti i titoli le cui quotazioni hanno raggiunto dei prezzi inferiori ai minimi del 2003, pur in presenza di un fatturato e una redditività più elevata (anche se in diminuzione per il 2009)
E' prevedibile nei prossimi mesi (dopo un'ulteriore correzione) un arbitraggio, da parte dei fondi hedge, fra energetici (short) e gli altri settori sottovalutati.
OBBLIGAZIONI
Il comparto obbligazionario è in fermento.
Oggi si comincia a comprare il debito corporate (scadenza breve). Fra poco diventerà interessante cominciare ad allungare le scadenze delle obbligazioni.
Occhio allo spread in allargamento BTP- Bund ( e in generale titoli italiani con titoli simili esteri)
Non comprate fondi obbligazionari, con i tassi in aumento il rendimento sarà negativo.
Massima attenzione ai fondi liquidità che dovrebbero performare meno bene che gli stessi BOT.
IMMOBILIARE
Prezzi in continua discesa. Lontani da questo tipo di investimenti (i prezzi sono previsti in discesa per i prossimi 5 anni). Non recupereranno, neppure lontanamente il tasso d'inflazione. I mercati azionari saranno i primi a riprendersi.
MATERIE PRIME
Sono in bolla, una bolla giustificata, ovviamente, ma i governi e le banche centrali hanno dichiarato guerra all'aumento dei prezzi. Occhio a non bruciarvi le mani.
Se volete saperne di più e siete stufi dei risultati negativi dei vostri investimenti o dei consigli errati di chi vuole vendervi qualcosa...provate la consulenza indipendente del team di MERCATO LIBERO.
inviate una mail a mercatiliberi@gmail.com
o telefonate (orario ufficio)a 02.26005366
RIFLESSIONI SUGLI INVESTIMENTI
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4 commenti:
Sull'inserto " LIBERO MERCATO "di oggi ( a pag. 9 e 12 ) si scrive che le banche possono perdere,quasi sicuramente, un'altro 20% del loro valore.Che ne pensate? al quel punto sara' conveniente fare degli acquisti?
Penso di si, ma per il momento cominciamo a farle scendere, poi ci penseremo...
un contributo che ho trovato in rete, buona lettura:
ALLARME ROSSO: SPREAD NEGATIVO SUI TASSI
Il differenziale è vicino ai 40 punti base, il massimo dal lancio dell’euro nel 1999 e il doppio di quello che si registrò negli Usa tra il 2006 ed il 2007. Corollario: e' il preludio di fasi di forte rallentamento o anche recessive.
*Questo documento e' stato preparato da MPS Capital Services ed e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell'allegato n.3 al reg. n.16190 della Consob. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
(WSI) – In settimana in area Euro sono attesi i dati finali sui prezzi al consumo di maggio e del Pil italiano del primo trimestre. Da monitorare anche la produzione industriale italiana e dell’intera area di aprile.
Tassi di interesse: in area Euro la settimana si è conclusa con tassi contrastati. In particolare sono saliti i tassi sulla parte a breve e medio termine della curva, mentre sono scesi sul lungo termine, portando lo spread sul 2-10 anni a -15 pb. In mattinata il differenziale negativo è giunto in prossimità dei 40 pb, il massimo dal lancio dell’euro nel 1999 e pari al doppio di quello che si registrò negli Usa tra il 2006 ed il 2007. Prolungate fasi di pendenza negativa della curva dei tassi in genere sono state in passato il preludio di fasi di forte rallentamento o anche recessive.
Sta per scoppiare la bolla derivati
Triste spettacolo: Henry Paulson, il segretario al Tesoro USA, è andato per quattro giorni in Medio Oriente col cappello in mano, a bussare alla porta dei fondi sovrani petroliferi e ad implorarli: comprate pezzi di economia americana, i nostri meravigliosi istituti finanziari, le belle banche d’affari; il momento è opportuno, vengono via per poco.
Il ministro Paulson sta ipotecando l’America, scrive il Los Angeles Times (1). E si domanda: «Cosa significherà per gli americani il fatto che le decisioni sui nostri posti di lavoro, sui nostri mutui-casa, i mutui-scuola, eccetera, dipenderanno in ultima istanza da governi stranieri? Cosa significa cedere il controllo della nostra economia a creditori sovrani?». Domanda inutile.
Lo stesso Paulson, a novembre, finito il governo Bush, sarà un disoccupato. Probabilmente sta già cercandosi un lavoro a Wall Street; e nel momento in cui Wall Street sta per licenziare 25 mila strapagati genii della finanza, le sue prospettive d’assunzione non sono eccellenti. I fondi sovrani hanno già impegnato molto capitale nel salvataggio dell’America e della giostra finanziaria globale.
Citigroup è stata salvata (per il momento) da 20 miliardi di dollari forniti da un consorzio di fondi sovrani, Abu Dhabi (il più grosso, con in cassa 900 miliardi di dollari), Kuweit e Singapore. Merrill Lynch è stata salvata con 11 miliardi di dollari di Kuweit, Singapore e Sud Corea. Morgan Stanley da 5 miliardi forniti dal fondo sovrano della Cina. La UBS appartiene ormai a Singapore per il 9%. E’ improbabile che facciano di più.
I fondi sovrani hanno già perso 25 miliardi di dollari nei loro investimenti americani, ha rivelato David Rubenstein, il capintesta del Carlyle Group: è stato un cattivo affare per loro investire in banche e istituzioni finanziarie USA le cui azioni continuano a crollare perchè nascondono «enormi perdite non riconosciute» e «molte di loro non sopravviveranno come istituzioni indipendenti» (Rubenstein dixit) (2).
Ed ora, voci sempre più allarmate a Wall Street annunciano che sta per scoppiare la bolla dei derivati. Se la bolla dei mutui subprime è stata feroce per milioni di americani che hanno perso la casa, se il rincaro di greggio e grani ha colpito miliardi di persone nel mondo, non avete ancora visto niente. Il mercato dei derivati ha un valore nominale di 596 trilioni di dollari - una dozzina di volte l’economia reale mondiale, cento volte più di tutto il capitale di tutti i fondi sovrani messi insieme.
Le voci allarmistiche riguardano un’altra storica banca d’affari USA, la Lehmann Brothers, che ha dovuto farsi prestare d’urgenza cifre enormi dalla Federal Reserve (e lo nega), e probabilmente dovrà essere in qualche modo nazionalizzata. Ora appare chiaro il motivo per cui la JP Morgan, qualche settimana fa, ha salvato in tutta fretta la Bear Stearns, comprandola coi soldi della FED: la JP Morgan era la controparte dei contratti derivati nascosti nella pancia di Bear Stearns, e se quella fosse crollata, anche la Morgan sarebbe andata nella spazzatura. Con l’acquisto, i contratti derivati tra le due banche sono stati silenziosamente cancellati. Ma quante volte potrà ripetersi il trucco?
Secondo Paul Volcker, ex governatore della Federal Reserve al tempo di Reagan, il guaio è che oggi l’intero sistema finanziario è fondato sui derivati: sono il modo nuovo con cui la speculazione ha creato moneta (pseudo-capitale) al di fuori dalle regole bancarie, che impongono una proporzione tra capitale e creazione di liquidità. Sono infinite promesse e impegni di pagamento (sofisticatissime cambiali) che sono state rifilate dalla fantasia finanziaria americana a infinite banche, fondi (anche fondi-pensione), grossi investitori privati ed altri ******** in giro per il mondo. Questi contratti non sono mai scritti nei bilanci di nessuna entità, sono privi di ogni regolazione, e sono stati per lo più comprati a credito.
Un mostruoso mercato nero di «valori» che nessuno capisce (anche Warren Buffett, l’uomo più ricco del pianeta, lo ha confessato) e che la finanza ha accettato come «valori veri», sui quali espandere il credito o chiedendo o facendo prestiti. Ora queste «cose» sono nelle pance di infiniti enti, e non sono negoziabili perchè il mercato assegna oggi loro valore zero (3).
Si noti che la bolla dei subprime e quella dei derivati sono intimamente collegate; e così i derivati sono anche la causa del rincaro di greggio e granaglie.
«Questa emergenza sul cibo», ha scritto il giornale inglese New Statesman, «è cresciuta in un lampo... La ragione della cosiddetta ‘penuria alimentare’ è la speculazione sui futures sulle materie prime dovuta al collasso del mercato dei derivati. Gestori e amministratori, disperatamente alla ricerca di rapidi profitti, stanno sottraendo trilioni di dollari dalle azioni e dalle obbligazioni sui mutui e le gettano a comprare futures sui grani e sulle materie prime. Si chiama a Wall Street ‘superciclo delle materie prime’, e porterà la fame su scala epica».
Sono 580 trilioni di «valori» che stanno per scomparire. Per farsi un’idea: l’intero patrimonio immobiliare del mondo è valutabile a 75 trilioni; il prodotto interno lordo di tutto il pianeta non supera i 50 trilioni. Dunque i derivati emessi sono dieci volte l’economia reale del mondo intero.
Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, si tratta di un valore «nominale». Ma se questa bolla esplode, sottrae all’economia reale 11 trilioni di dollari, circa come l’intero prodotto lordo USA (4).
Ecco perchè Warren Buffett ha chiamato i derivati «la vera arma di distruzione di massa». E pensare che la cercavano in Iraq.
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1) Eric Weiner, «Mortgaging America», Los Angeles Times, 4 giugno 2008.
2) Ryan Donmoyer, «Rubenstein says enormous bank losses unrecognized», Bloomberg,
12 maggio 2008.
3) «The derivative market is unwinding», George Washington’s Blog, 4 giugno 2008.
4) Mike Whitney, «Economic depression in America: evidence of a withering economy Is everywhere», GlobalResearch, 2 giugno 2008.
Si prega di verificare l'attendibilità di tali informazioni.
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