MPS I CITTADINI DI SIENA MOSTRANO GLI ATTRIBUTI
Era ora che a Siena qualcosa si muovesse. Grazie alle Liste Civiche che in questi mesi hanno atteso pazientemente che Musssari si scavasse la propria tomba con il suo folle progetto di acquisizione strapagata di Antonveneta.
Oggi a nome della popolazione cominciano a chiedere spiegazioni...ma a Siena chi ha il bastone del potere si ritrae, rifugge e non risponde...
Durante la seduta del Consiglio Comunale del 3 giugno 2008 è stata discussa una mozione presentata dai Consiglieri dei Gruppi La Mongolfiera Pierluigi Piccini, Vittorio Stelo, Luciano Campopiano, Impegno per Siena Marco Falorni e Libera Siena Mario Ascheri in merito alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Con questo documento, che riproduciamo integralmente, veniva sostanzialmente impegnato il Sindaco ad invitare il Presidente della Fondazione MPS in Consiglio Comunale per un pubblico dibattito sull’importantissimo e delicato momento che sta vivendo la Fondazione stessa, e sulle prospettive future, con gli effetti connessi sullo stesso Comune e sull’intera città di Siena. La mozione è stata illustrata dal Consigliere Luciano Campopiano. Dopo un ampio dibattito, il documento è stato posto in votazione, e respinto, avendo riportato 9 voti favorevoli (Liste Civiche Senesi e in parte PDL) e 26 contrari (l’intera maggioranza di sinistra). Con ciò, il Sindaco Cenni ha rifiutato di invitare il Presidente Mancini a confrontarsi con i rappresentanti eletti della comunità senese. Qui di seguito, dopo il testo della mozione, riportiamo un ampio stralcio dell’intervento pronunciato in Consiglio da Marco Falorni, capogruppo di Impegno per Siena, nel quale sono riepilogati alcuni motivi per i quali il dibattito con il Presidente della Fondazione MPS sarebbe stato oltremodo opportuno ed utile.
Premesso:
· che la Fondazione Monte dei Paschi ha deciso di sottoscrivere la sua quota di aumento di capitale della partecipata Banca Monte dei Paschi Spa con un impegno che è stato precisato in 2,95 miliardi di euro ed in tal modo ha concentrato sostanzialmente in una unica partecipazione le sue risorse patrimoniali;
· che, successivamente, la stessa Fondazione ha deciso di sottoscrivere una quota del 58 per cento della emissione di obbligazioni convertibili messa in opera dalla Banca per completare la provvista necessaria all’acquisto della Banca Antonveneta;
· che la Fondazione, per affrontare tale impegno, ha stipulato un debito di 580 milioni di euro che avrà ovviamente un suo costo per interessi a carico dei bilanci e quindi delle disponibilità future;
considerato:
· che tali operazioni espongono la Fondazione al rischio di una consistente riduzione delle sue capacità di destinazione degli utili almeno nei prossimi anni e comunque ad una totale dipendenza dalle sorti reddituali del gruppo bancario Montepaschi;
· che il bilancio comunale è fortemente impegnato in progetti il cui finanziamento fa affidamento sulle future erogazioni della Fondazione;
Tutto ciò premesso:
- il Consiglio Comunale ritiene necessario ed urgente che il Presidente Gabriello Mancini e, ove ritenuto utile, gli altri vertici della Fondazione, si rendano disponibili ad incontrarsi con il Consiglio stesso per illustrare le proprie previsioni sugli effetti futuri di tali scelte, allo scopo di mettere in grado l’Amministrazione di intraprendere le eventuali modifiche alle proprie strategie di spesa.
Intervento del Consigliere Marco Falorni
Signori Consiglieri,
oggi abbiamo sottoposto alla vostra attenzione una mozione che, pur riproponendo la convocazione dei vertici della Fondazione, non è questa volta motivata dal voler conoscere formalmente la strategia proprietaria della Fondazione stessa in merito alla banca conferitaria. La strategia perseguita, infatti, non ha oggi bisogno di alcuna esplicitazione, essendo sotto gli occhi di tutti, ed è, semplicemente, opposta, o almeno molto diversa, rispetto a quella resa nota lo scorso anno che, come noto, puntava ad una crescita della banca senese “per linee interne”, con la graduale apertura di nuove filiali e l’acquisto eventuale di lotti di filiali reperiti sul mercato.
Oggi che ci troviamo di fronte a tutt’altro, cioè alla più onerosa acquisizione nel settore bancario verificatasi in Italia negli ultimi anni, con un connesso gigantesco aumento di capitale della Banca MPS, ciò che interessa capire è quale futuro possiamo prefigurare per la nostra Fondazione, per i rischi che essa ha assunto e per i flussi di risorse che potranno essere distribuiti al territorio.
Quest’ultimo aspetto è quello sul quale richiamiamo più decisamente l’attenzione del Consiglio Comunale, ricordando che il nostro bilancio è sempre più determinato, da diversi anni, dall’afflusso di queste risorse aggiuntive, sia come fonte esclusiva dei più importanti investimenti, sia come sistema per il pagamento dei piani di rientro dell’ingente volume dei BOC emessi da questa Amministrazione per fronteggiare non solo le spese straordinarie, ma anche per le spese correnti, come abbiamo più volte sottolineato e criticato. Abbiamo cioè assunto, come Comune di Siena, e continuiamo ad assumere notevoli impegni a lungo termine, facendo affidamento su una costanza di alimentazione di risorse da parte della Fondazione MPS, ed è indispensabile, per i rischi che poniamo in capo alla cittadinanza nel caso che tale alimentazione diventasse insufficiente, che si mantenga la massima attenzione sulle future previsioni di questi flussi.
Vediamo allora che la Fondazione ha affrontato le necessità derivanti dall’operazione Antonveneta con due misure:
- sottoscrivendo il 58 per cento delle nuove azioni per un totale di 2miliardi e 913 milioni di euro;
- sottoscrivendo analoga percentuale dell’emissione di obbligazioni convertibili per un totale di 556 milioni di euro.
La due operazioni, che richiedono risorse complessive per 3 miliardi e 469 milioni di euro, comportano che la Fondazione venda, in un momento di mercato poco favorevole, la gran parte dei suoi investimenti mobiliari, che attualmente, ci dice il sito della stessa Fondazione, rendono intorno al 5 per cento annuo, e quindi si presume intorno ai 173 milioni di euro annui, che da ora in poi verranno a cessare. Quindi, da questo lato, vi è un corrispondente prevedibile peggioramento delle entrate future della Fondazione MPS.
Vediamo ora la possibile evoluzione della pressoché unica fonte di entrata che nel futuro resterà alla Fondazione, cioè i dividendi provenienti dalla partecipazione nella Banca Montepaschi.
Per l’ultimo esercizio, il 2007, la Banca ha registrato un utile, definito “record”, di 1.437 milioni di euro, per la metà costituito da una posta straordinaria proveniente dalla vendita di una quota significativa del comparto assicurativo ad AXA. Al netto delle dismissioni, l’utile della Banca è calato da 787 milioni di euro del 2006 ai 717 del 2007, con un arretramento di 70 milioni di euro.
A questa tendenza negativa, dobbiamo aggiungere che la Banca, per affrontare l’acquisto di Antonveneta, ha contratto circa 5 miliardi di euro di nuovo indebitamento, i cui interessi peseranno sui prossimi bilanci, per importi decrescenti, ma significativi, a partire da circa 360 milioni annui.
A fronte di questi aggravi di costo, sono state dichiarate previsioni di maggiori profitti in tempi rapidi, basate su alcuni dati che possono essere diversamente analizzati. Il primo riguarda l’impegno a far crescere l’utile della parte Antonveneta dai 400 milioni di euro del 2006 a 700 milioni nel 2008, ma già è ipotizzabile che si tratti di una previsione sovrastimata, considerando che Antonveneta ha chiuso il 2007 con una perdita, e che il “nuovo corso” legato all’acquisizione non potrà comunque produrre dei risultati prima della fine dell’estate.
La seconda previsione riguarda l’aumento di lavoro legato all’incremento da 2000 a 3000 sportelli, derivante dall’acquisto di Antonveneta. Vediamo però che l’Antitrust costringe a vendere, com’era immaginabile, circa 125 filiali e che quindi l’aumento dimensionale sarà inferiore alle previsioni. Non solo, la vendita di sportelli sarà concentrata in Toscana, cioè nel territorio storico e di maggiore radicamento per Banca MPS. I nuovi sportelli, invece, non saranno tutti nella ricca area veneta - dove peraltro si dovranno affrontare i problemi di una clientela dalla forte identità territoriale, anche nel settore finanziario - ma sono distribuiti in varie regioni, anche del Centro e del Sud, ed anche in Toscana e perfino a Siena, dove peraltro non ce ne sarebbe particolare bisogno.
Il terzo elemento da tener presente è che il piano industriale legato all’acquisizione si basava su uno sviluppo dell’economia italiana che viene purtroppo smentito dai dati più recenti, che ci parlano di un aumento di solo lo 0,3 per cento del PIL annuo, o addirittura di una crescita zero.
E’ pur vero che forse il bilancio 2008 di Banca MPS potrà avere qualche beneficio dai 2 miliardi di euro di vendite che sono state previste per fronteggiare una parte dell’acquisto, ma negli anni successivi sicuramente non si potrà più agire sulle abituali leve degli ultimi anni: attingere alle riserve, accantonare di meno e beneficiare di plusvalenze da vendite.
I dati che vi ho riassunto, e che sono visibili a tutti sulla stampa nazionale, ci suggeriscono che la certezza, per la Fondazione MPS, di vedere nel futuro una continuità di profitti sui livelli attuali non sembra adeguatamente motivata, a meno che non esistano ulteriori elementi positivi di previsione, che però fino ad oggi non sono emersi.
E’ anzi emerso, da qualche anno, un ulteriore elemento di preoccupazione, laddove il bilancio della Fondazione accenna all’esistenza di un contenzioso fiscale, a cui si è già accennato anche in questo Consiglio, che dovrebbe assommare ad oltre 350 milioni di euro, e che sicuramente pesa sulle disponibilità future di palazzo Sansedoni.
Oltre ai timori per le risorse future a disposizione della Fondazione, non possiamo sottacere la perdita di valore che la stessa ha subìto nell’ultimo periodo a causa della pesante penalizzazione che ha interessato l’azione Monte in Borsa a seguito dell’acquisto di Antonveneta. Una perdita che, per l’anno 2007, è quantificata nel 22 per cento, compresi i dividendi erogati, ma che raggiunge addirittura il 44 per cento nel periodo tra il 30 aprile 2007 ed il 30 aprile 2008.
Infine, dobbiamo tener conto che la concentrazione di gran parte delle risorse della Fondazione, più del 90 per cento di esse, in un unico investimento, quello nella Banca conferitaria, rappresenta una palese contraddizione rispetto agli indirizzi che le Fondazioni bancarie dovrebbero rispettare riguardo al frazionamento del rischio, e questo potrebbe causare obblighi di dismissione futura della quota di controllo della Banca MPS, il che sarebbe la cosa più grave, e sarebbe in aperta contraddizione con il mandato che le istituzioni locali, e in primis questa stessa Amministrazione Comunale, hanno espresso nei confronti della Fondazione Monte.
Per quanto detto, tutto basato su dati di fatto e non su congetture fantasiose, credo di aver fornito a voi tutti, colleghi, sufficienti elementi per ritenere necessario ed urgente un apposito dibattito, alla presenza del Presidente della Fondazione, un dibattito che permetta di approfondire la materia, così delicata ed importante, e di comprendere i rischi reali che il tipo di operazione e le modalità scelte possono aver creato sul mantenimento dello storico e prezioso legame tra la Banca Montepaschi ed il suo territorio, un dibattito che consenta di analizzare l’attendibilità delle speranze future sulla quantità di risorse che la Fondazione Monte potrà destinare a questa Amministrazione Comunale, e quindi i possibili effetti sulla tenuta dei prossimi bilanci del Comune di Siena e sugli impegni veramente straordinari per investimenti che sono stati assunti, in particolare per quello relativo al nuovo stadio comunale di calcio in località Isola d’Arbia..
MPS I CITTADINI DI SIENA MOSTRANO GLI ATTRIBUTI
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