STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


MPS...EPPURE QUALCUNO SI MUOVE....



La Lega Nord di Siena si è mossa. Almeno loro.
Borghezio non sarà la persona più simpatica del mondo...ma almeno qualcuno si muove in questo assordante silenzio di fine legislatura:

In allegato l'Esposto presentato dall'On. Mario Borghezio sull'acquisizione di Banca Antonveneta da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. L'Esposto è stato presentato nel corso di una Conferenza Stampa che ha visto il Parlamentare Europeo del Carroccio collegato in diretta audio con la Segreteria Provinciale di Siena della Lega e che ha visto la partecipazione dell'Avv. Prof. Claudio Valleggi, in rappresentanza della Lega Toscana.
Vi inoltriamo il comunicato stampa della Segreteria Nazionale

Comunicato stampa Segreteria Nazionale


L’acquisizione di Banca Antonveneta da parte della Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. è stata accompagnata, a Siena (e non solo), da sperticati elogi stranamente bipartisan. Le uniche voci contrarie sono state quelle della Lega Nord Toscana e delle Liste Civiche.

Il Monte dei Paschi andrà a spendere una cifra superiore al suo attuale valore di Borsa, quando invece Banco Santander ha pagato 6,6 miliardi di Euro per prendersi l’Antonveneta, comprensiva, però, di quell’Interbanca che adesso, al Monte, non viene ceduta e che vale circa un miliardo di Euro. In poche parole, per Santander sarà un vero affarone visto che incasserà ben 9 miliardi per ciò che ha pagato solo 5,6. Un’offerta veramente “troppo buona per essere rifiutata”.

Che il prezzo sia stato esageratamente elevato lo ammette persino il vertice del Monte e non a caso gli effetti sulla quotazione del titolo sono stati pesanti: il giorno dell’annuncio dell’operazione, mentre il Banco Santander ha subito, a Milano, una vera e propria impennata, le azioni Monte dei Paschi hanno perso subito una cifra non indifferente. Adesso in borsa le azioni MPS si attestano su 3 Euro e 18 centesimi. Il 22 maggio 2007 il Monte era a 5 Euro e 33 centesimi. In un anno la Banca senese ha perso un terzo del suo valore ed i piccoli azionisti della Banca senese – in gran parte senesi dipendenti – hanno visto, grazie alle scelte del loro management, volatilizzarsi un terzo dei loro averi.

Si dice che questa sarà un’operazione commerciale. Non lo è, perché nell’operazione che porta all’acquisto della Banca dell’operoso Nord Est, terra delle piccole e medie imprese, è stata proprio scorporata la parte “aziende”, che avrebbe fatto la fortuna in quelle zone.

Forse gli esponenti del Partito di Veltroni non conosco bene gli abitanti di queste zone, che una volta che l'acquisizione dovesse andare in porto potrebbero cambiare subito Banca: non siamo noi a dirlo, ma importanti esperti nazionali.

L'Antonveneta costerà, né più né meno, sette Banca 121.
Per un’operazione politica, però, si rischia di far soffrire sono solo i piccoli azionisti ed il socio principale, la Fondazione Monte, con evidenti e rischiose conseguenze per la Città di Siena e per quella miriade di piccoli Enti che ogni anno partecipano alla distribuzione degli utili.

Il tutto – si è giustificato – perché così il Gruppo Monte tornerà ad essere il terzo polo bancario; un’operazione solo di facciata, visto che il secondo polo, Intesa - Sanpaolo, resta assai distante.
I media locali e le Istituzioni locali hanno giudicato quest’operazione un vero e proprio “colpo grosso”: noi ci auguriamo che questo eccesso di sicurezza vi sia, in realtà, solo nelle loro parole ed è per questo, sulla base di dati certi ed intangibili che l’On. Borghezio ha presentato su questo argomento un Esposto alla Procura della Repubblica di Siena che, da lui autorizzati, vi forniamo in copia.
La Lega Nord seguirà la vicenda al fianco dei piccoli azionisti (senesi e dipendenti), che saranno chiamati il prossimo mese ad accettare un oneroso aumento di capitale. Il pericolo incombente è che alla fine qualche grosso investitore riesca a sfilare il Monte ai senesi. Purtroppo abbiamo già avuto esperienze di predatori che si sono, poi, rivelati depredati.

Riporto l'esposto...

Alla
Procura della Repubblica
presso il Tribunale di Siena
Sede
ESPOSTO
Il sottoscritto Mario Borghezio nato a Torino il 3/12/1947 e residente in Torino, Via Arona 10, nella
propria qualità di Parlamentare Europeo della Lega Nord all’uopo domiciliato presso la sede della
Lega Nord in Siena, Via S. Martini n°94;
Premesso
- che in data 09/11/07 su quotidiani di portata nazionale e segnatamente sulle pagine economiche
degli stessi è apparsa la notizia che la Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. ha provveduto
all’acquisto della Banca Antonveneta rilevandola dal Banco Santander;
- che la notizia, oltre che essere certa per le dichiarazioni pubbliche fatte dai legali rappresentanti
delle due Società, è di indubbio rilievo per le implicazioni sociali e di assetto del territorio senese
sul quale la Banca Monte dei Paschi ha la sede e sul quale opera - o dovrebbe operare in maniera
prevalente - la Fondazione Monte dei Paschi di Siena che detiene il 49% delle azione ordinarie della
banca, ed il 58% del capitale sociale complessivo della stessa considerando le azioni privilegiate,
che fanno sì che la Fondazione abbia il controllo effettivo e strategico dell’ex Istituto di Diritto
Pubblico;
- che il prezzo di acquisto della Banca Antonveneta è stato di 9 miliardi di euro;
- che, invece, il prezzo pagato dal Banco Santader poche settimane fa ad ABN AMRO per rilevare
l’Antoveneta era stato di 6,6 miliardi di euro;
- che nella operazione tra Banco Santander e ABN AMRO era ricompresa anche Interbanca, Banca
destinata al finanziamento delle imprese alla quale le notizie di stampa attribuiscono un valore di 1
miliardo di euro;
- che , invece, nella vendita da Banco Santander alla Banca Monte dei Paschi S.p.A. Interbanca non
è stata trasferita;
- che praticamente tutte le banche di affari e gli analisti finanziari hanno ritenuto il prezzo pagato
dalla Banca Monte dei Paschi S.p.A. eccessivo e che la Banca Antonveneta sia stata super valutata;
- che, per esempio, il settimanale “L’Espresso” n° 47 del 29 novembre 2007 in un articolo a firma
del giornalista Luca Piana dal significativo titolo “l’azzardo Montepaschi” (doc. 1) veniva
spiegato chiaramente che “il prezzo sarebbe esploso, si dice, per la presenza di altri candidati come
Bnp Paribas e Crédit Agricole. L’Espresso ha trovato conferme - pur ufficiose - solo dell’interesse
di Bnp che aveva valutato Antoveneta circa 7,5 miliardi (Interbanca compresa), senza giungere
ad una vera e propria offerta”. Se queste circostanze dovessero risultare vere sarebbe interessante
sapere perché la Banca Monte dei Paschi S.p.A. ha offerto un prezzo così alto in assenza di
contendenti e per un bene sicuramente di entità e, quindi, di valore minore rispetto a quello
acquistato dal Banco Santader;
- che non risulta e, comunque, si chiede di indagare sulla circostanza, che la Banca Monte dei
Paschi S.p.A. abbia fatto eseguire una valutazione di stima da un Advisor o da una Banca d’Affari
specializzata in questo tipo di operazioni. Se tutte queste circostanze fossero vere sarebbero
incomprensibili i criteri e le modalità di valutazione del prezzo quando per ogni operazione di
cessione di azienda o di ramo della stessa anche di livello molto inferiore, qualunque Banca, ed il
Monte dei Paschi non fa eccezione, ha sempre eseguito o cercato di eseguire una due dilingence e
non sta certo valendo a tranquillizzare il mercato, la Borsa e gli azionisti l’osservazione che altre
transazioni avvenute negli ultimi mesi hanno fatto registrare un costo medio, per ogni sportello
ceduto, vicino ai nove milioni offerti da Banca Mps: Banca Intesa ha, infatti, realizzato prezzi
simili, ma cedendo soltanto sportelli operativi e non anche le strutture di Direzione Centrale che
rappresentano costi di notevole consistenza. Tornando alla valutazione dell’operazione, in questi
giorni è uscita su il “Il Sole 24 Ore – RadioCor” una notizia che riportava alcune frasi testuali del
Presidente della Banca Monte dei Paschi di Siena, Giuseppe Mussari che, ad una domanda specifica
dei giornalisti se fosse stata fatta una due diligence nei confronti della Banca padovana, si limitava
ad aggiungere: “Abbiamo mandato il vice direttore generale della Banca a Padova (Giuseppe
Mensi, n.d.r.). E’ un segnale importante, dentro c’è tutto”. Si capisce bene da tale affermazione che
c’è stato un rifiuto a rispondere in maniera diretta al quesito, cosa, questa, che è molto strana ed
incomprensibile se la due diligence fosse stata fatta. In ogni caso, senza trarre conclusioni al
riguardo, si reitera la richiesta di indagini in tale direzione;
- che, sempre dalla stampa specializzata in materia, appare evidente che l’azionista maggioritario,
cioè la Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha conosciuto la decisione presa dai vertici della
Banca Monte dei Paschi S.p.A. soltanto a cose fatte (basta vedere l’intervista del Presidente della
Fondazione a “Il Sole 24 Ore”, nella quale si legge che lui ha saputo dell’acquisto a cose fatte
mentre si trovava con il Provveditore della Fondazione a Verona (doc. 2)). Per altro verso tale
circostanza non collima con la notizia (cfr. articolo de “Il Sole 24 Ore” del 09/11/07 dal titolo
“Mossa decisa in pochi giorni per anticipare l’offerta di Bnp” a firma Alessandro Graziani (Doc. 3))
nella quale si afferma: “E così in meno di una settimana Mussari ha sondato gli azionisti”. Ai fini
di una valutazione di comportamenti rilevanti si chiede di indagare sulla circostanza quali azionisti
siano stati informati prima dell’acquisto e se questa ultima circostanza si dovesse rivelare vera se
ciò non possa avere favorito alcuni a detrimento di altri;
- che l’operazione di acquisto della Banca Antonveneta, pur non conosciuta nel dettaglio, a detta di
tutti gli operatori, è finanziata soltanto in parte con disponibilità già esistenti. In realtà sarà
parzialmente sostenuta da un aumento di capitale, dalla cessione di assets strategici e dalla
contrazione di debiti sul mercato di capitali;
- che in ogni caso, la Banca Monte dei Paschi S.p.A., e per la precisione il suo Presidente, ha
disposto e scelto una strategia che non competeva solo alla Banca soprattutto considerando che il
principale azionista, avendo ripetutamente e pubblicamente dichiarato di non voler perdere il ruolo
di azionista maggioritario, si è ritrovato nell’impossibilità di scegliere diversamente e si trova
esposto ad un ingente impegno patrimoniale “senza essere stata minimamente informato” (com’è
stato affermato);
- che tale comportamento se le notizie della stampa sono vere e sulla qual cosa si chiede di
indagare, oltre a violare le più elementari regole societarie ed aver travalicato i poteri della società
controllata dalla Fondazione, potrebbe avere implicato anche un aumento del tutto gratuito ed
ingiustificato del prezzo di acquisto della Banca Antonveneta;
- che, infatti, se si aggiunge al fatto che la trattativa è stata fatta senza l’apporto necessario e
decisivo della Fondazione e che, a quanto pare e salvo verifica, il prezzo pagato non sarebbe stato
analizzato in maniera appropriata e consueta per questo tipo di operazioni né è stata effettuata una
due diligence aziendale, rimane difficile da capire secondo quali criteri e parametri di riferimento la
Banca Monte dei Paschi S.p.A. e, per essa, il suo Presidente abbia deciso un impegno di portata
economica così rilevante;
- che da quanto sopra esposto si ritiene necessario e si richiedere di indagare e chiarire gli aspetti
sopra descritti ed anche i seguenti elementi:
1) il socio di maggioranza era stato messo o meno al corrente dell’operazione prima della sua
conclusione? In caso affermativo sarebbe opportuno chiarire se la circostanza ha creato o meno una
situazione di favore per la Fondazione a discapito degli altri Soci. In caso negativo, se l’acquisto
possa definirsi “temerario” o quanto meno “azzardato”, così come recita il titolo del citato articolo
del settimanale “L’Espresso”;
2) altri Soci, a loro volta, erano informati? Era stato reso noto, al riguardo, che notizie di stampa
avevano informato di una visita in Spagna, in settembre, del Presidente Mussari congiuntamente al
Vice Presidente ed azionista di maggioranza Franco Caltagirone, in epoca in cui il Banco di
Santander non aveva ancora concluso le trattative d’acquisto della Banca Antonveneta;
3) quali motivi hanno determinato la notevole maggiorazione di prezzo (9 miliardi contro 5,6 che
Banco Santander va a corrispondere al netto del valore presunto della scorporata Interbanca)? Una
sopravvalutazione che è stata tra i motivi del brusco calo di quotazione del titolo Montepaschi alla
Borsa di Milano a danno (e non solo) dei piccoli azionisti. Conseguentemente accertare il reale
valore dell’operazione Antonveneta onde accertare se il prezzo pagato sia stato aumentato da chi ed
eventualmente a vantaggio di quali soggetti e per quali scopi.
Tutto ciò premesso, si ribadisce di avanzare formale esposto con la richiesta di indagini accertando
se siano state violazioni della legge e, in caso positivo, la punizione dei colpevoli.
Istanza ex art. 408 cpp
Si chiede di essere informati in caso di richiesta di archiviazione.
Si producono gli articoli indicati in premessa.
Bruxelles lì 10 gennaio 2008.
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1 commento:

Anonimo ha detto...

Cioè, s'è mossa solo la Lega Toscana che prende appena l'1% dei voti qui a Siena... grandi,
li voterò!!