STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


SCEC E BARATTO . ipotesi rivoluzionaria


In questa realtà italiana dove l’inflazione si dice che è bassa ma i prezzi volano, dove si combatte l’evasione fiscale ma la tassazione e fra le più alte del mondo, dove il baratto è vietato perché evita il pagamento delle imposte trova posto anche lo SCEC.
«Scec», sta per Sconto che cammina, ovvero compromesso tra le rigidità dell’euro, tassazioni altissime e l’arte di arrangiarsi, la fantasia applicata al baratto. Il sistema monetario alternativo, o per meglio dire complementare, è fondato sull’utilizzo di una moneta popolare, lo Scec.
Mas come funziona? Un esempio chiarirà il tutto: se vendo pane, invece di farlo pagare un euro, lo faccio pagare 80 cent e quegli altri 20 cent li riceverò in scec. Questi ultimi li posso utilizzare (insieme con gli euro) per comprare un cornetto dal pasticcere aderente al progetto. E lo stesso pasticcere potrà riutilizzare quei 20 centesimi per andare a comprare qualche altra cosa. E così via.
Se però si da un’occhiata ai numeri ci si accorge che, a 5 mesi dal suo avvio, gli affiliati sono circa 850 e gli scec in circolazione, il cui taglio può variare da 1 a 10 euro (di sconto), sono 36.400. Come se non bastasse, sul progetto è scesa la benedizione di Beppe Grillo.
Com’è mai stato possibile che mentre l’euro si sostituiva nell’utilizzo comune a lira, marco e così via, prendesse forma e sostanza la suggestione di una valuta locale, se non addirittura di quartiere? «Il Progetto Scec – si legge nel sito dell’Associazione Masaniello, promotrice dell’iniziativa - nasce dalla presa di coscienza da parte di un gruppo di cittadini napoletani di un paradosso dell’attuale sistema economico: la produzione di beni e servizi non è mai stata così abbondante ma, nonostante ciò, una parte sempre maggiore di cittadini fa sempre più fatica a soddisfare i suoi bisogni più elementari».
Il concetto di fondo appare il seguente: l’utilizzo combinato di scec e valuta corrente aumenta la liquidità in circolazione e così stimola lo scambio di beni e servizi.
Un sillogismo che farebbe rizzare i capelli a qualsiasi economista. È d’altronde ampiamente argomentato in ogni manuale di macroeconomia che se aumenta la liquidità in circolazione, aumentano i prezzi. In altre parole, la moneta stessa che avrebbe dovuto creare maggiore ricchezza rischia di alimentare il tasso di inflazione, per così perdere potere d’acquisto e rivelarsi un palliativo fine a se stesso.
Con lo scec invece i prezzi vengono tenuti bassi in quanto utilizzando il baratto evito l’imposizione fiscale. Se io riuscissi a farmi pagare il mio lavoro al 50% con pane, carne, frutta formaggio, abbigliamento, vacanze, cure mediche ecc ecc non verrei tassato sul 50% del mio lavoro. Quindi il mio guadagno (e dell’intera comunità che partecipa all’iniziativa) sarebbe sorpendente e non creerebbe certamente inflazione.
Eppure, a dispetto del prevedibile orrore degli economisti l’idea di fondo non è poi del tutto campata per aria. Anzi, è solo l’ultima esperienza di alcune teorie economiche che vedono nel monopolio dell’emissione di valuta a corso legale, ora in capo all’Eurosistema, la fonte di un torto al popolo, poiché lo grava del peso del signoraggio costituito dalla differenza tra il valore nominale e il valore reale della moneta emessa.
Ah dimenticavo, è ovvio che più è alta la pressione fiscale più lo scec e il baratto sono convenienti. Più lo scec si diffonde e più il sistema rischia di implodere in quanto le entrate fiscali si ridurrebbero in maniera significativa. Lo stato sarà obbligato a rendere illegale questo meccanismo.
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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono da tempo interessato a sviluppare un sistema alternativo alla valuta a corso legale.

Nell'iniziativa dello scec vedo alcuni problemi.

1. E' concepito come "di pari valore" alla valuta a corso legale, l'euro nello specifico, e entra in concorrenza con essa, ma si inserisce sulla preesitente struttura dei prezzi.

2. Come l'euro ed il dollaro, non ha alcun bene di back-up, quindi in caso di una spirale iper-inflattiva non ha un hard level a cui si potrebbe fermare la spirale, ma perderebbe invevitabilmente valore verso lo zero.

In sostanza credo che l'unico effetto positivo sia quello di eliminare il signoraggio per la quota in scec che verrebbe sottratta alla valuta a corso legale, ma rimarrebbe in balia delle fluttuazioni di valore e dei prezzi. Quindi non avra' un effetto positivo sul costo finale di beni e servizi.

Anonimo ha detto...

Si tratta, alla fine, di una forma di sconto trasferibile, non di una valuta. L'effetto e' quello di sottrarre la signoraggio la quota soggetta a sconto.

Nulla di diverso da un buono sconto di questa o quella catena di supermercati, o delle carte di credito emesse da questa o quella catena di servizi/prodotti.

Il che funziona solo se, il prezzo al netto dello sconto non viene portato al lordo. Come quasi sempre accade, eliminando gli effetti degli sconti "al portatore" redistribuendo in bilancio il potenziale costo dell'emissione di buoni di sconto.

Anonimo ha detto...

Scusi, chi emette lo scec? Con che criterio li scec vengono distribuiti alle persone?

Anonimo ha detto...

"Più lo scec si diffonde e più il sistema rischia di implodere in quanto le entrate fiscali si ridurrebbero in maniera significativa." Questa considerazione non ha senso alla luce del fatto (sconosciuto ai più) che oggigiorno le entrate fiscali vengono impiegate sostanzialmente per pagare il signoraggio alla BCE (100 miliardi di euro all'anno). Lo stato sopravvive sulle imposizioni prelevate da benzina e carburanti, tabacchi, alcool e gioco d'azzardo, etc. Nel caso di transazioni al 100% in SCEC, su tutto il territorio nazionale, il debito pubblico scomparirebbe.

Inviato da Marco Saba, http://studimonetari.org

Massi ha detto...

Non mi risulta che le entrate fiscali servano a pagare il signoraggio BCE. Questo é un luogo comune che si sta diffondendo su internet m anon ha fondamento alcuno.
Lo Stato italiano, a seconda della oculatezza maggiore o minore nella spesa, a volte va in avanzo primario a volte no, ma anche l'importo enorme pagato per interessi non va alla banca centrale ma ai detentori dei vari titoli di Stato, molti dei quali sono normali cittadini.