SUBPRIME ITALIA
Subprime, Cdos, Siv, Conduit, Abs, commercial paper, hedge funds, private equity, Greespan che ci avvisa che la crisi immobiliare non è che all’inizio, che i tassi americani potrebbero salire a due cifre nei prossimi anni, Paulson (ministro del tesoro americano) che lancia allarmi sull’economia, Draghi che afferma che PER ORA la crisi non ha intaccato il sistema Italia, l’ombra dell’inflazione cinese che invade il mondo con materie prime e alimentari che costano sempre di piu’ecc ecc….
Come sembrano lontani i tempi in cui si parlava della fusione di questa con quella banca e i titoli strappavano al rialzo, oppure quando i cementieri sembrava potessero costruire case, dighe, palazzi, strade all’infinito, o si vociferava la calata degli stranieri su Generali. Ciccolella e altre perle del listino milanese venivano rinviate per eccesso di rialzo…..
Tutto ciò è oramai passato remoto, ma in realtà sono trascorsi pochi mesi.
I mercati azionari arrivavano da oltre tre anni di rialzi continui, il quarto sembrava a portata di mano e invece…….
A ben vedere il mercato tedesco e quello americano segnano ancora performance nettamente positive ed interessanti da inizio anno.
Ma noi siamo in Italia. Il nostro indice di borsa, dopo che ha sottoperformato per tutto il 2006 quest’anno dista 13% - 14% punti dai massimi.
Alcuni semplici dati: il mercato Italiano a gennaio 2006 (ovvero 21 mesi fa) valeva 36500 circa. Oggi solo il 7% in piu’ di allora. Il mercato tedesco ha avuto una performance del 35%, il francese del 13%, quello inglese del 9% e quello americano del 22% (si proprio quello dei subprime!).
Eppure l’unico commento che sento a giustificazione di questa performance da parte dei media e della classe politica è che il nostro indice è pieno di banche e la fine delle fusioni ha fatto scendere in maniera più significativa Piazza Affari.
Ma non è una giustificazione. Sono Balle e belle grosse. Se l’orizzonte di riferimento fosse più lungo la sottoperformance sarebbe ancora più evidente.
Ma allora le colpe di chi sono:
1)La politica economica italiana è stata distruttiva di valore, incapace di creare dei campioni sovranazionali di peso. Gli incentivi sono stati pochi e mal distribuiti.Le liberalizzazioni inutili o malfatte e con danno dei consumatori.
2)L’apertura all’Europa ha significato un’invasione di europei a far razzia dei consumatori italiani senza un’adeguata contropartita. Imponenti flussi di cassa si sono diretti all’estero sotto forma di dividendi (pagati a soggetti stranieri) o di quote di mercato. Non si è voluto salvaguardare il cash flow del sistema Italia.
3)Alcuni grandi imprenditori italiani non hanno avuto il coraggio di investire e hanno badato più a ritorni immediati (emblematico il caso Telecom, ma la lista è molto lunga).
4)Il debito, i tassi bassi hanno favorito l’aumento del debito. Al già imponente debito pubblico abbiamo sommato un debito regionale e comunale degno del più rischioso dei subprime.
Certo l’Euro è stato utile, la valuta forte ci ha permesso di passare indenni crisi come la Parmalat, questo è quello che ci raccontano tutti....
Ma ci ha dato l’illusione di essere ricchi. Una pia illusione perché in realtà l’euro e il nostro sistema Italia hanno portato ad un imponente impoverimento con distruzione di risparmi e aumento dei debiti.
Per pagare questo debito poi le amministrazioni, specie quelle locali, hanno incominciato ad applicare tasse, gabelle e multe. Le multe poi si sono trasformate in ipoteche e sequestri dei beni di privati fino ad arrivare a livelli record.
Ma non contenti, invece che cercare di frenare i consumi e favorire il risparmio abbiamo preferito sostenere lo sviluppo dell’indebitamento della famiglia. Ma non per il bisogno primario della casa ma per acquisti non certo produttivi (vacanze, auto, televisori ecc ecc ).
Le carte di debito, applicando tassi usurai, hanno aggiunto debito a debito.
Ebbene l’Italia del 2007 nel suo complesso assomiglia a un gigantesco mutuo subprime e la performance della borsa non è che la prova.
Inflazione e tassi di interesse in salita stanno minando la nostra fragile economia.
Il debito è a livelli allarmanti e gli assets perdono valore. Se infatti le case scendessero di valore, i consumi rallentassero, le aziende facessero meno profitti, i beni tangibili del paese non sosterrebbero più il peso dei debiti.
La Fiat ha trovato Marchionne per salvarsi, ma l’Italia più che alla Fiat assomiglia all’Alitalia.
Piena di debiti, sperpera piu’ di quello che produce, mette a pegno i suoi beni, ha una spesa per stipendi enorme (spesa pubblica) e invece di crescere taglia i rami secchi (taglio delle rotte e dell’Hub).
All’Alitalia non resta che un mega aumento di capitale e/o una vendita all’estero.
E All’Italia…..lo stesso, o ci mettono in un’Europa di serie B svalutando, una notte di queste tutti i nostri averi (magari Amato ci sta già pensando, visto che è lui l'esperto), o ci compreranno gli ultimi gioielli di famiglia rimasti.
Un vento nuovo riformista, capace di imporre la certezza delle regole e di ottenere la fiducia della popolazione è l’unica strade percorribile….ma ahime’ girandosi intorno si vedono sempre le solite facce …con una Brambilla in più!!!
E allora come investitori e non come italiani armiamoci e combattiamo contro questo sistema in maniera egoistica e cinica:
-Difendiamo i nostri capitali investendo in titoli esteri possibilmente nominativi. Così da evitare perdite di valore improvvise in caso di uscita dall’Europa o congelamento dei conti correnti.
-Facciamo come i credit officer di mezza Europa, tagliamo le linee di credito verso le nostre banche. Chiediamo tassi piu' alti o togliamo i nostri risparmi, per evitare di dover fare come i correntisti della northern Rock. Se Le banche non si fidano fra loro, come posso io fidarmi della mia banca?
- Trasferiamo parte dei nostri investimenti in banche europee in maniera del tutto legale ovviamente. (occhio alla scelta di una banca patrimonializzata) La libera circolazione dei capitali in Europa non è un problema, per ora.
-Compriamo prodotti di risparmio gestito esteri (perché quelli locali ci penalizzano fiscalmente)
- Facciamoci un fondo pensione all’estero per godere di una tassazione posticipata agevolata
Ma soprattutto non lo raccontiamo ai nostri figli…altrimenti si potrebbero vergognare di essere italiani!
Daltronde in un paese dove i politici comprano case statali a prezzi ridicoli, usano aerei per spostamenti privati ecc ecc cosa potremmo fare noi poveretti!
SUBPRIME ITALIA
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2 commenti:
Ciao,
leggo quotidianamente il tuo blog che trovo interessantissimo.
Sono ad un bivio nella mia vita :) e voglio chiedere la tua spassionata opinione.
Vivo a Londra da alcuni anni, ho un buon lavoro con un ottimo contratto in una azienda che opera nel settore della progettazione urbanistica il cui fatturato aumenta in media del 35% all'anno. Non ho debiti di alcun genere. Pochi risparmi.
Ho ricevuto un'offerta di lavoro dall'Italia in un'azienda che opera nel settore dell'agricoltura. Buono stipendio, buon contratto, casa fornita come benefit.
Mi piacerebbe tornare in Italia, ma mi pare che questo sia il momento meno opportuno.
L'idea per cui propendo e' cercare di trarre beneficio dai "due mondi". Mantenere i pochi risparmi in UK, relativo conto corrente e fondo pensione, ed accettare il lavoro a Siena che mi consentirebbe una vita piu' serena e far crescere mio figlio in una societa' un po' piu' "umana" e meno stressante.
Che ne dici?
Caro Prometeo, la tua domanda è sacrosanta, ma la mia risposta è solo soggettiva.
La pace di Siena credo sia impagabile, ma anche l'istruzione e l'exposure che Londra puo' dare ai tuoi figli.
Il dilemma è amletico.
Per cio' che riguarda i tuoi risparmi cio' che conta è la sicurezza dell'istituzione bancaria dove sono depositati e la tassazione del risparmio e dei fondi pensione rispetto all'Italia.
Non sono esperto della realtà inglese, ma conosco bene quella italiana.
Non ti sarà difficile confrontarLe, altrimenti mettiti in contatto con me e proviamo a farlo insieme.
In Bocca al lupo per la scelta!
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