BITFINEX E' UN EXCHANGE SANO .....QUALCUNO VUOLE LIMITARE LA SUA ATTIVITA'. PRESERVERE L'INTEGRITA' DI BITFINEX SIGNIFICA PRESERVARE UN PO' DI LIBETA' NEL MONDO CRIPTO.

Dal sito di Bitfinex, si dice che per
muovere i Bitcoin da questo indirizzo servano almeno 4 firme su 7
(chiavi private), appartenenti a 7 persone che in genere si trovano
fisicamente in luoghi molto diversi del globo. Come l’exchange metta al
sicuro i propri fondi è una questione affascinante: se consideriamo un
valore di 10.000$per bitcoin (una media nella volatilità dell’ultimo
periodo) quel wallet
custodisce bitcoin per un controvalore di 1.500.000.000$ (1 miliardo e
500 milioni di dollari). E si tratta solo del wallet bitcoin! L’exchange
ha anche una riserva per ogni crypto listata, oltre che una riserva in
dollari e, ovviamente, in Tether dollars (USDT).
Ma cosa sono i Tether dollars, al centro di tanti rumors maligni e voci catastrofiste?
Theter è una cryptovaluta emessa da
Tether Limited, una società di Hong Kong (con subsidiaries alle Virgin
Island) nata in seno a Bitfinex, di cui condivide lo stesso CEO, Jan
Ludovicus van der Velde. Lo scopo di questa cryptovaluta è quello di
coprirsi dalla volatilità. In poche parole, se hai una crypto come
Bitcoin su exchange e hai paura di un calo del prezzo, puoi convertire
in USDT, che hanno un valore che tende sempre a essere pari al dollaro,
quindi 1USDT = 1USD. La parità è mantenuta mediante l’espansione
monetaria arbitrariamente gestita da Tether Limited, mediante creazione e
distruzione di Tethers.
Perché usare Tether dollars anziché normalissimi USD? Balzano agli occhi tre ragioni in particolare:
1 – Per l’utente, non si pone più la
domanda “ma quei 50 mila dollari che ho sull’exchange li dovrò
dichiarare al fisco?”. Se l’utente possiede 50 mila USDT anziché 50 mila
USD ha semplicemente una crypto come un’altra, che rientra felicemente
nella zona grigia della regolamentazione.
2 – L’exchange può operare fregandosene
delle policies Know Your Customer e Anti Money Laundering (KYC/AML)
dettate dai governi, perché non sta conservando in alcun modo dollari
per conto degli utenti
3 – I dollari non si possono spostare in
giro per il mondo varcando legislazioni e frontiere nazionali, mentre
gli USDT si possono inviare ovunuqe con un click. Tether è a tutti gli
effetti una cryptovaluta e il suo registro pubblico è scritto sulla blockchain Bitcoin
Per questa ragione Tether è sempre più
utilizzata dagli exchange in tutto il mondo che non hanno le licenze per
operare come intermediari finanziari tradizionali, o non hanno una
banca di appoggio, per cui possono permettere solo il trading di
cryptocurrencies. Ad esempio Poloniex, Shapeshift o Bittrex.
Ci sono due elementi che rendono particolare Tether rispetto alle altre crypto:
– L’emissione e distruzione di tokens è completamente centralizzata nelle mani di Tether limited.
– Possedere Tether dollars dà titolo
all’utente ad un equivalente quantità in dollari tenuta in riserva da
Tether limited, come si vede nei termini legali:
“Tether Tokens are fully backed by the currency or property used to purchase them at issuance. Tether Tokens are denominated in a range of currencies. For example, if you purchase EURT, your Tethers are fully backed by Euros. If you cause to be issued EURT 100.00, Tether holds €100.00 to back those Tether Tokens.”https://tether.to/legal/
“Tether Tokens are fully backed by the currency or property used to purchase them at issuance. Tether Tokens are denominated in a range of currencies. For example, if you purchase EURT, your Tethers are fully backed by Euros. If you cause to be issued EURT 100.00, Tether holds €100.00 to back those Tether Tokens.”https://tether.to/legal/
(Tether ha iniziato a emettere anche token legati all’Euro e altre monete fiat)
Questo in teoria significa che chi
possiede USDT potrà reclamare i propri USD. Ma non è così semplice: gli
exchange non permettono di reclamare direttamente i dollari sul proprio
conto corrente bancario, per due ragioni:
– I dollari sono tenuti in riserva sulle
banche cui si appoggia Tether Limited. Quindi se non si è un cliente
identificato da Tether e che ha superato le verifiche KYC/AML, non è
possibile ricevere i fondi sul proprio conto bancario. È chiaro che ciò è
dovuto non a un limite di Tether, ma alla regolamentazione dei governi
– Anche se si è clienti verificati di
Tether Limited, potrebbe non essere possibile ricevere i dollari sul
proprio conto per via di ulteriori restrizioni nazionali. È il caso dei
cittadini Statunitensi che si sono visti chiudere i prelievi da
Bitfinex. Non per via di Tether quindi, ma della burocrazia
statunitense: le principali banche Taiwanesi su cui opera Tether Limited
sono state bloccate dalle corrispondenti banche USA, inclusa Wells
Fargo.
Quindi l’unico caso in cui è possibile
ritirare effettivamente i dollari è interfacciarsi direttamente con
Tether, oppure Bitfinex. Con l’eccezione di problematiche legali, Tether dichiara che i possessori possono regolarmente convertire i propri USDT in dollari sonanti:
“Absent a reasonable legal justification not to redeem Tether Tokens,
and provided that you are a fully verified customer of Tether, your
Tether Tokens are freely redeemable”.
Le problematiche legali tuttavia sono
state eccome d’intralcio a Bitfinex, che ha addirittura smesso di
servire gli account verificati Statunitensi, principalmente per la
pretesa della United States Securities and Exchange Commission
di assoggettare le ICO ai regolamenti della finanza tradizionale.
L’exchange, in agosto 2017, giustificò la decisione di sospendere il
servizio per i cittadini USA affermando che “una percentuale
incredibilmente piccola dei ricavi [di Bitfinex] proviene da account
verificati di individui statunitensi, mentre una quantità drasticamente
sproporzionata di risorse viene spesa per questi utenti, fra richieste
di supporto, regolamenti, spese legali”.
Nonostante la lotta con la burocrazia,
Tether ha recentemente avuto un grande successo, ottenendo un’adozione
sempre maggiore da parte degli exchange di tutto il mondo. La linea blu
nel grafico segue la capitalizzazione di mercato che in 1 anno è passata
da 0 a 2,2 miliardi di dollari.
Stando ai Terms of Service di Tether,
questo significa che nelle banche taiwanesi di Tether Limited dovrebbero
esserci oltre 2 miliardi di dollari in riserva. È forse
un’esagerazione?
Un account twitter attivissimo e molto seguito, l’utente anonimo Bitfinex’ed (https://twitter.com/bitfinexed)
è particolarmente accanito contro Bitfinex e si cimenta in articoli e
teorie complottistiche sull’accoppiata Tether e Bitfinex che mettono in
agitazione gli utenti. Fra queste dicerie, vi è l’ipotesi che Tether si
sia inventata numeri così alti e in realtà abbia “stampato” 2 miliardi
di tether senza avere la corrispondente riserva in dollari. Con questi 2
miliardi avrebbe “giocato” su Bitfinex, comprando e vendendo Bitcoin a
piacimento, manipolando così il prezzo di mercato. Questo fatto spaventa
molto gli utenti: se un utente “scopre” di aver pagato 1 bitcoin 18
mila dollari solo perché il prezzo era manipolato da dei falsari, sarà
più facilmente indotto al panic sell. Dopotutto 2 miliardi di dollari
sono numeri così elevati che non stupisce sollevino dicerie malevole. A
queste dicerie si aggiunge l’operato delle autorità americane che, come
possiamo immaginare, non vedono di buon occhio il Tether. In fondo, è
come se la società di Hong Kong avesse affiancato la Federal Reserve,
emettendo dei token rappresentativi del dollaro, ma operando senza
sottostare ad alcun regolamento USA e muovendo questi token a
piacimento, creandoli e distruggendoli sulla base di una (presunta)
riserva in dollari. Per questa ragione, le autorità USA hanno inviato
recentemente un mandato di comparizione (“subpoena”) a Tether. Questo
non significa che Tether sia accusato di qualcosa in particolare, ma
certamente sostituirsi alla banca centrale dello Stato più potente del
mondo è un’azione ardita che non passa inosservata. La notizia ha
agitato ancor più un mercato già in fase “bear”, contribuendo al crollo
del prezzo di questi giorni.
MERO COMPLOTTISMO O VERITÀ?
Ma tutte queste dicerie hanno un
fondamento? E se si rivelasse vero che Tether Limited fa riserva
frazionaria e stampa token senza un’equivalente riserva in dollari, cosa
accadrebbe al mercato delle crypto?
Se sia vero o no, io non posso certo dare una risposta certa, ma posso invitarvi a fare un paio di considerazioni logiche.
Anzitutto, Tether è utilizzato da vari exchange, non solo Bitfinex. Tuttavia solamente considerando quest’ultimo, sappiamo che il valore dei bitcoin nel solo cold wallet è di circa 1.5 miliardi di dollari e, da aggiungersi a questa riserva, ci sono tutti gli indirizzi hot wallet.
Dato che la capitalizzazione di mercato e i volumi di Bitcoin sono meno
di 1/3 rispetto al totale di tutte le cryptovalute, potremmo ipotizzare
che il solo Bitfinex abbia in riserva valori degli utenti in crypto per
un controvalore che, nel complesso, è il doppio della sua riserva di
soli Bitcoin in cold wallet, diciamo 3 miliardi di dollari. A questo
punto, sembrano ancora così tanti i 2.2 miliardi di tether dollars? E
alle riserve e ai volumi di Bitfinex, dobbiamo ancora aggiungere tutti
gli altri exchange che usano Tether. Sono i calcoli della casalinga, ma
ci vuole poco per capire che arriviamo a cifre davvero considerevoli.
Zhao Dong, noto early adopter Bitcoin,
nonché shareholder di Bitfinex ha dichiarato che “io e Lao Mao abbiamo
dato un’occhiata ai conti USD di Tether e Bitfinex nella stanza di
Giancarlo [Giancarlo Devasini, numero due di Bitfinex], e l’account
di Tether ammonta a 1.8 miliardi di dollari, mentre Bitfinex 1.1
miliardi. Il numero totale dei due account è di circa 3 miliardi USD,
ovvero superiore all’attuale circolante di USDT” (vedi fonte)
Quindi l’emissione di questi
USDT potrebbe semplicemente corrispondere all’ingresso di nuove persone
interessate ad investire nel mondo delle crypto, depositando
dollari che vengono messi a riserva e convertiti in tether dollars. In
effetti, dall’estate 2017 Bitcoin ha iniziato ad essere al centro delle
attenzioni dei media e delle masse, gli exchange hanno avuto sempre più
difficoltà a gestire l’ingresso di nuovi utenti e, come abbiamo visto
recentemente, in dicembre molti dei principali exchange hanno persino
chiuso alle nuove iscrizioni per la troppa affluenza (Bitfinex, The Rock
Trading, Binance), o addirittura hanno completamente sospeso il
servizio, per fare un upgrade alla capacità della piattaforma (Kraken).
Non sorprende che fino a dicembre il
prezzo di Bitcoin sia salito per l’ingresso di nuovi utenti, quindi
l’ingresso di nuovi dollari nel sistema e, di conseguenza, anche tether
dollars.
Come
si vede dal grafico, l’immissione di nuovi tethers (linea blu nel
grafico inferiore) corrisponde fino a dicembre all’aumento del prezzo di
Bitcoin (linea verde nel grafico superiore).
Qualcuno ha una teoria diversa: il
Bitcoin è salito non per via dell’ingresso di nuovi utenti, ma perché
BTC veniva acquistato dai tether “creati dal nulla”, senza riserve in
dollari. Questa spiegazione però mal si confà ai dati macroeconomici che
abbiamo a disposizione. È davvero dura credere che la salita
del BTC da 2 a 19 mila dollari (maggio-dicembre) sia stata sospinta
dalla creazione di USDT, quando prima di Natale il market cap di Tether
non aveva nemmeno raggiunto i 700 milioni di USDT in circolazione.
Il market cap di tutte le crypto era già altissimo, mentre 700 milioni
di USDT (e relativi volumi giornalieri) sono una nullità in confronto.
L’aggregato dei volumi giornaliero in tutte le monete fiat (dollaro,
euro, yen, yuan, won etc.) è passato dai 5 ai 50 miliardi di dollari al
giorno nell’arco di pochi mesi. Il valore in dollari del market cap
totale delle crypto era già di 300 miliardi di dollari a dicembre. L’influenza di Tether, anche fosse una vera truffa, sarebbe davvero limitata.
In ogni caso, questa teoria complottista
non spiegherebbe l’immissione recente di 600 milioni di Tether sul
mercato coincidente al crollo di Bitcoin. Insomma non c’è correlazione fra immissione di USDT e pump di Bitcoin. Anzi, come mostravo in questo articolo,
Tether è stato emesso in grandi quantità anche negli altri grossi dump
del prezzo di Bitcoin: a Novembre, mentre il market cap di Bitcoin passa
da 150 a 100 miliardi di dollari (-35%), i tether andavano da 500 a 600
milioni (+20%), analogamente, dall’1 al 15 settembre, i tether passano
da 320 milioni a 445 milioni (+40%), mentre Bitcoin calava da 80
miliardi a 56 miliardi (-30%). In poche parole, non possiamo ricollegare
la creazione di Tether a un particolare andamento in salita o discesa
del Bitcoin. L’unica informazione che possiamo dedurre è che, se dietro a
Tether Limited non c’è niente di losco, semplicemente una nuova
immissione significa che molti utenti hanno recentemente depositato
grandi quantità di dollari che sono lì, pronti per comprare
cryptovalute. Segnale che concorderebbe con le difficoltà degli exchange
a gestire la massa di utenti in arrivo a dicembre. Insomma i dati
macroeconomici non sembrano minare l’autenticità del prezzo di mercato
di Bitcoin come genuina espressione della domanda e offerta degli
utenti.
Ma teorie catastrofiste a parte, Tether
e Bitfinex potrebbero comunque sfruttare la situazione, conseguendo
profitti mediante comportamenti malevoli? La risposta è facile: “si,
esattamente come tutti gli altri exchange e banche del mondo”.
Infatti, non c’è alcuna differenza fra Bitfinex e decine di altri
exchange da questo punto di vista e non vedo la ragione di preoccuparsi
in particolare per Bitfinex, che anzi essendo da mesi (o forse anni) coi
riflettori puntati addosso, per l’utente potrebbe anche essere una
scelta più saggia rispetto a un exchange meno conosciuto.
Infatti se un utente compra USD
su Bitfinex, sta comprando USDT, poiché Bitfinex non presenta la
differenza fra i dollari e il token che li rappresenta (Tether). È
questo un comportamento scorretto o corretto? Dato che Tether e Bitfinex
sono pressoché la stessa entità, direi che è corretto. Perché?
Semplice: qualsiasi exchange usa un token o comunque un’informazione
digitale rappresentativa dei dollari che tiene in riserva.
Questa riserva è generalmente un dato in una banca, non certo contante
sotto al materasso del CEO dell’exchange. Non ci possiamo certo
aspettare che quando compriamo USD su Kraken o Coinbase,
il CEO di questi exchange sposti delle banconote sonanti da sotto il
cuscino con scritto Bob e le metta sotto un altro cuscino con scritto
Alice. Se Alice vende BTC a Bob su Kraken, i dollari che vanno da Bob ad
Alice rimangono belli fermi nel conto di Kraken, nella banca x o y.
Quello che effettivamente si muove, è un dato digitale di pura
contabilità: n. dollari sono passati ad Alice. Se l’exchange usa
un token come Tether o un altro tipo di contabilità, come inchiostro su
un registro, o un foglio excel, o nel database SQL della piattaforma,
cosa cambia all’utente finale? I movimenti di Tether sono anzi più
trasparenti rispetto alla contabilità tenuta in un database bancario,
poiché vengono scritti su blockchain: http://omnichest.info/lookupsp.aspx?sp=31
In fondo, tutti gli exchange potrebbero
fare riserva frazionaria e quindi rischiare di essere insolventi,
esattamente come fanno le banche tradizionali. Noi che ci preoccupiamo
tanto per Bitfinex siamo per caso andati a controllare se i movimenti in
dollari o euro di Kraken o GDAX sono coperti al 100% da riserva in
moneta fiat? Abbiamo fatto indagini per cercare di scoprire se i
dipendenti di questi exchange fanno insider trading? Anzi, dirò di più,
pensiamo forse che le grandi banche tradizionali, apparentemente così
ligie alle autorità pubbliche occidentali, siano in una condizione
migliore?
Personalmente, mi fido più di un
exchange che dimostra inequivocabilmente di avere in riserva oltre un
milione di Bitcoin e dove i passaggi contabili in dollari sono
registrati sulla blockchain, piuttosto che una banca tradizionale. Di
base, c’è più trasparenza per l’utente finale e, se proprio dovesse
esserci una truffa, abbiamo visto che non vige comunque l’anarchia
totale: persino i frodati da MTGox, dopo il famoso fallimento, hanno
potuto appellarsi alle autorità pubbliche e avere anche un risarcimento
(per quanto in vile moneta fiat).
La differenza fra Bitfinex e una banca come Monte dei Paschi è che almeno il
cold wallet in bitcoin di Bitfinex, con tutta la sua riserva, è
osservabile da chiunque, in tutti i suoi movimenti, in qualsiasi
momento, ad un semplice click, poiché
è trasparente e registrato sulla blockchain. Probabilmente, se fosse la
stessa cosa per Monte dei Paschi, non saremmo arrivati alla situazione
per cui c’è bisogno di 8 miliardi di euro pagati dai contribuenti per
coprire, ancora una volta nella storia, la solita frode-non-frode della
riserva frazionaria.
Detto ciò, è sempre meglio non fidarsi di nessuno.
Il bello di Bitcoin è proprio che puoi custodirlo e trasferirlo ovunque
nel mondo senza doverti affidare a una banca né a un exchange. Se ritiriamo i nostri Bitcoin dall’exchange e li teniamo sul wallet, passa la paura.
Ma ora stiamo parlando di Bitfinex, che
ne è degli altri exchange che listano USDT? Se Tether si rivelasse una
frode, si scatenerebbe un effetto domino? No. Gli exchange non si
sobbarcano alcuna responsabilità: se Tether fallisce e il valore va a
zero, l’utente incorre in una perdita esattamente come se tenesse
sull’exchange una qualsiasi altra cryptovaluta. Nessun exchange eccetto
Tether Limited garantisce la conversione 1USDT=1USD. Lo chiarisce bene
Kraken:

Il documento è datato 4 settembre 2017, ma fa riferimento allo stato dei conti in banca di Tether fino al 31 marzo 2017. In seguito, Tether Limited si è rivolta a Friedman LLP, in New York, per svolgere auditing. L’agenzia ha rilasciato un documento da cui risulta la correttezza dei conti dal 6 ottobre 2014 al 15 settembre 2017, come possiamo leggere dal documento integrale

Tuttavia il documento non è un audit ufficiale, ma un “servizio di consulenza” e risalente comunque a
settembre. A gennaio di quest’anno Bitfinex termina il rapporto con Friedman LLP senza dare particolari spiegazioni. Perché? La risposta forse ce la può dare ancora Zhao Dong, il quale afferma che Giancarlo Devasini non è attualmente nella posizione di divulgare apertamente lo stato dei conti in banca per via delle pressioni da parte degli Stati Uniti, che sta cercando di bloccare Tether con vari mezzi e, in futuro, Tether potrebbe non ancorarsi più al dollaro, ma ad un’altra moneta, come l’Euro o lo Yen. Il commento integrale di Zhao Dong, che si può leggere qui, arriva guarda caso proprio due settimane dopo il lancio di EURT, ovvero i Tether Euro. Se Tether dimostra agli Stati Uniti che sta emettendo una cryptovaluta usando 2 miliardi di dollari come sottostante, probabilmente i problemi di Tether si accentuano anziché diminuire. Insomma, pare più probabile che tutti i limiti ai trasferimenti bancari e l’opacità di Tether siano dovuti non tanto a tentativi di frode, quanto alla fatica ad aggirare i paletti posti dalle autorità statunitensi.
Non garantisco per nessuno, ma se proprio bisogna scegliere fra Tether e il misterioso account Bitfinex’ed, ammetto di avere delle simpatie. Mi chiedo chi è che finanzi quei dieci o quindici tweet e articoli che Bitfinex’ed pubblica ogni giorno, scagliandosi quotidianamente contro Tether, Bitfinex e molti altri big delle cryptovalute: https://twitter.com/bitfinexed
Non garantisco per nessuno, ma se proprio bisogna scegliere fra Tether e il misterioso account Bitfinex’ed, ammetto di avere delle simpatie. Mi chiedo chi è che finanzi quei dieci o quindici tweet e articoli che Bitfinex’ed pubblica ogni giorno, scagliandosi quotidianamente contro Tether, Bitfinex e molti altri big delle cryptovalute: https://twitter.com/bitfinexed
C
BITFINEX E' UN EXCHANGE SANO .....QUALCUNO VUOLE LIMITARE LA SUA ATTIVITA'. PRESERVERE L'INTEGRITA' DI BITFINEX SIGNIFICA PRESERVARE UN PO' DI LIBETA' NEL MONDO CRIPTO.
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