QUALCOSA DI NUOVO IN ITALIA! (ALMENO PER ORA)
SEMBRA IMPOSSIBILE MA LA SPERANZA E' ULTIMA A MORIRE...
ECCO UN GRUPPO DI CORAGGIOSI CHE CERCANO DI PORTARE IDEE BUONE
VANNO RISPETTATI E AMMIRATI..GLI SI PUO' INIZIARE A DARE FIDUCIA E
STUDIARLI CON ATTENZIONE....
Elezioni, cosa propone il partito dell’innovazione “10 volte meglio”
Dieci volte meglio lavora su turismo, blockchain e aree free tax per rilanciare l’economia italiana.
“Su Facebook ci danno dei fascisti, dei comunisti e dei 5 Stelle. E negli stessi commenti. Sto facendo gli screenshot”, racconta Andrea Dusi. Il “ci” sta per Dieci volte meglio, neonato partito politico che sta raccogliendo le firme per le elezioni politiche del 4 marzo in Italia.
Dusi ne è presidente e fondatore. “Dicono che sembriamo Fare di Giannino (Oscar, giornalista ndr) o Passera, ma sono stati movimenti molto classisti. Ci dicono persino che non sembriamo italiani e questo mi fa arrabbiare”, incalza.
È pur vero che tra i riferimenti politici del partito, il presidente cita solo esempi stranieri: “Ci ispiriamo a Ciudadanos. Siamo una via di mezzo tra Macron e Momentum nel Regno Unito”. Senti Macron e pensi al partito startup, ma anche questa è un’etichetta che al fondatore sta stretta. Alla fine, però, chi sono gli elettori di Dieci volte meglio? “Ci stanno avvicinando persone deluse dai 5 Stelle, che vogliono alternative competenti”, risponde a Wired Dusi.
Il presidente del nuovo partito è un imprenditore di Verona, classe 1975, due figli. Nel 2016 ha venduto per 20 milioni di euro a Smartbox la creatura che aveva fondato con Cristina Pozzi, Wishdays, specializzata in cofanetti regalo. “Eravamo arrivati a fatturare 31 milioni di euro”, ricorda.
Successivamente con la collega ha aperto una no-profit, Impactscool, che fa formazione tecnologica nelle scuole. “E girando l’Italia i giovani mi hanno detto che hanno paura del futuro”, spiega. E così Dusi ha fondato il partito. Nell’introduzione sul sito i toni della missione suonano epici: “Ripensiamo al nostro inno nazionale, là dove ci dice L’Italia chiamò. È di fronte a questo richiamo che abbiamo deciso di fare un passo avanti, compiendo un atto di coraggio e di amore verso il nostro Paese”.
Dieci volte meglio promette di creare in cinque anni “tre milioni di posti di lavoro qualificati”. Circa 1,5 milioni saranno generati nel turismo, 300mila nel settore dell’ambiente e dell’energia e 750mila nelle tecnologie emergenti. Altri 450mila posti si collocano in settori tradizionali. “Pensiamo che la gran parte dei posti di lavoro possa essere generata da industrie che oggi sono sviluppate male”, dice Lucio Gomiero, ex manager per le dinastie imprenditoriali italiane, come Ferrero, Caovilla e Benetton e cofondatore del gruppo. Una di queste è il turismo. “È il nostro oro nero”, ripetono, come tanti prima di loro, anche i neocandidati.
Il partito propone di creare zone “tax free” per richiamare gli investimenti di aziende straniere e italiane. Le aree speciali garantiranno aliquote dirette al 5% per dieci anni (20% dai successivi) e per i nuovi assunti a tempo indeterminato, costi pari allo stipendio lordo.
“Lo sviluppo di queste aree sarà legato a settori in cui l’Italia deve essere leader”, approfondisce Dusi, “come la robotica a Torino, i trasporti a Roma, l’intelligenza artificiale, la blockchain, le nanotecnologie e le biotecnologie”. “L’Italia deve ospitare i nuovi trend tecnologici. Quando l’Irlanda ha attratto gli attori dell’ecommerce, ha fatto una scelta”, incalza Gomiero.

I candidatiOltre a Dusi, alla guida di Dieci volte meglio c’è l’ex partner in affari Cristina Pozzi, che lo ha seguito in Impactscool. Ci sono due vicepresidenti: la Pozzi stessa e Stefano Benedikter, 33 anni, a capo di una holding, Dagon, che investe in Africa. Hanno partecipato alla fondazione anche Gian Luca Comandini, imprenditore del web ed esperto di blockchain; Stefano Rocco, esperto di tecnologie e mentore di startup; Emilia Garito, che organizzata la conferenza Tedx di Roma. E Lucio Gomiero, che di Dusi è stato il primo capo, quando entrambi lavoravano nella società di consulenza Roland Berger.

Sembra la carica dei tecnici di Mario Monti, anche se Gomiero precisa: “Qui ci sono gli industriali che parlano dialetto e inglese”. Su Milano è in lista Matteo Flora. “Confermo di essere della squadra”, risponde a Wired l’esperto di reputazione online. “Il fatto è che detesto lamentarmi se non provo attivamente a fare qualcosa”, aggiunge, anche se il presidente ha dovuto insistere affinché accettasse. Flora racconta che già “qualche anno fa mi ero messo a visualizzare gli sperperi in giro per l’Italia”. L’imprenditore lavorerà sul versante dell‘intelligenza artificiale e dell’analisi dei dati: “Dal punto di vista dell’algoritmo molte inefficienza sono rilevabili, anche se non tutte saranno eliminabili”.

Per la campagna il partito ha a disposizione “800mila euro“, dichiara il presidente. Cinquantamila euro sono stati depositati alla fondazione e “200mila sono arrivati dalle donazioni del sito, con donazioni da 5 a 50 euro“, aggiunge.
In qualche modo Dieci volte meglio si propone di risolvere i problemi di arretramento tecnologico che il Partito democratico ha cercato di curare con la squadra di Diego Piacentini. “Lo abbiamo conosciuto, come Impactscool ci hanno invitati a parlare”, spiega Dusi: “Quei 27 però sono in un bunker, divisi da tutti gli altri. Sarebbe meglio averne cento sparsi per gli uffici. I cambiamenti avvengono per osmosi”. “Io sono un suo estimatore, ma al suo team sono state date funzioni limitate”, aggiunge Flora: “Ad esempio, non esiste ancora una struttura come quella di Piacentini che analizzi le performance degli enti pubblici”.
Dieci volte meglio punta superare la soglia di sbarramento del 3% alle prossime elezioni. “Vogliamo 2 milioni di voti”, annuncia Dusi. E aggiunge con una gran dose di ottimismo: “Ma entro quattro anni puntiamo a diventare un partito di maggioranza”.
L’idea di base è di un impegno a scadenza: dieci anni per realizzare il proprio programma politico. “C’è bisogno di pragmatismo”, aggiunge il presidente. E il pragmatismo induce a pensare che il partito dovrà sudare un ingresso in parlamento per una manciata di seggi.
A quel punto come si comporteranno i deputati? “Siamo disposti ad allearci dopo le elezioni. Noi non siamo una forza di opposizione”, risponde Gomiero. Della politica italiana, d’altronde, i nuovi arrivati non buttano via tutto. “C’è una figura che ci piace”, riconosce Dusi: “Carlo Calenda”.
QUALCOSA DI NUOVO IN ITALIA! (ALMENO PER ORA)
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