DEFENESTRATO VIOLA DAL TERZO PIANO DI MPS - COME DAVID ROSSI!
eravamo stati gli unici media a scriverlo in settimana mentre i giornali prezzolati avevano raccontato la balla che Viola era andato via spontaneamente....ebbene leggete qua dopo qualche giorno qualcuno si degna...TUTTO COME ANTICIPATO DA NOI
MPS AFFAIR - ECCO COME LA COPPIA COSTAMAGNA-TONONI (DUE EX GOLDMAN SACHS) HA FATTO FUORI VIOLA - NEL SALVATAGGIO VOGLIONO COINVOLGERE PASSERA E L'EX AD AVEVA BOCCIATO IL SUO PIANO - VIOLA A TONONI: "SENZA L'INTERVENTO DELLO STATO LA BANCA NON SI SALVA"
Drammatico colloquio tra Massimo Tononi e Fabrizio Viola. "E' ora che lasci", avrebbe detto il presidente del Montepaschi all'amministratore delegato. E così è stato.
Da chi avrebbe ricevuto l'indicazione Tononi a stimolare le dimissioni di Viola? Sembra che l'ispirazione gli sia arrivata da Claudio Costamagna, presidente di Cassa depositi e prestiti. I due hanno lavorato insieme in Goldman Sachse sono molto legati. E proprio la banca d'affari ha elaborato un documento che prevede la vittoria dei "no" al referendum. Forse anche per questo si è chiamata fuori dall'operazione Mps.
Ma c'è dell'altro. Ai tempi della sua presidenza di Borsa Italiana, Massimo Tononi, ex sottosegretario di Prodi, ha stretto buoni rapporti con Giuseppe Guzzetti che in Cassa depositi rappresenta l'azionista di minoranza.
Al di là delle relazioni, però, Viola non poteva restare ancora a lungo alla guida del Montepaschi. Almeno per due motivi.
Il primo: non era un mistero più per nessuno che l'ex amministratore delegato fosse scettico (per non dire contrario) all'aumento di capitale messo in piedi da Jp Morgan e da Mediobanca. "Senza l'intervento dello Stato la banca non si salva", avrebbe detto a Tononi.
Il secondo. Costamagna e, di riflesso Tononi (sembra che fra loro la sintonia sia al diapason), sta preparando il terreno per un "recupero" del Piano elaborato da Corrado Passera per salvare il Monte. A respingere lo schema, però, era stato lo stesso Viola che non lo volle portare nemmeno all'esame del consiglio d'amministrazione.
Ne consegue che anche per queste ragioni non poteva restare sulla poltrona.
RICORDO CHE COSTAMAGNA UNA VOLTA LASCIATO A CASA DA GOLDMAN SACHS HA FALLITO NELLA SUA ATTIVITA' IMPRENDITORIALE DI CONSULENZA AI PRIVATI ....QUINDI SOLO GRZIE AD AMICIZIE POLITICHE DEI SALOTTI BUONI E' RIENTRATO A MANGIARE SULLA POLTRONA DELLA CASSA DEPOSITI S PRESTITI.....DOVE HA INIAZIATO UN PERCORSO NON CERTO BASATO SULL'EFFICIANZA E L'ECONOMICITA' E IL PROFITTO MA SOLO UN DISCORSO POLITICO E DI PIACERI AI POTERI FORTI IL TUTTO CON I SOLDI DEI RISPARMIATORI DELLE POSTE
L'attivismo del tandem Costamagna-Tononi a sostegno di Passera rischia però di entrare in collisione con lo schema di aumento di capitale di Grilli (Jp Morgan) - Nagel (Mediobanca).
Drammatico colloquio tra Massimo Tononi e Fabrizio Viola. "E' ora che lasci", avrebbe detto il presidente del Montepaschi all'amministratore delegato. E così è stato.
Da chi avrebbe ricevuto l'indicazione Tononi a stimolare le dimissioni di Viola? Sembra che l'ispirazione gli sia arrivata da Claudio Costamagna, presidente di Cassa depositi e prestiti. I due hanno lavorato insieme in Goldman Sachse sono molto legati. E proprio la banca d'affari ha elaborato un documento che prevede la vittoria dei "no" al referendum. Forse anche per questo si è chiamata fuori dall'operazione Mps.
Ma c'è dell'altro. Ai tempi della sua presidenza di Borsa Italiana, Massimo Tononi, ex sottosegretario di Prodi, ha stretto buoni rapporti con Giuseppe Guzzetti che in Cassa depositi rappresenta l'azionista di minoranza.
Al di là delle relazioni, però, Viola non poteva restare ancora a lungo alla guida del Montepaschi. Almeno per due motivi.
Il primo: non era un mistero più per nessuno che l'ex amministratore delegato fosse scettico (per non dire contrario) all'aumento di capitale messo in piedi da Jp Morgan e da Mediobanca. "Senza l'intervento dello Stato la banca non si salva", avrebbe detto a Tononi.
Il secondo. Costamagna e, di riflesso Tononi (sembra che fra loro la sintonia sia al diapason), sta preparando il terreno per un "recupero" del Piano elaborato da Corrado Passera per salvare il Monte. A respingere lo schema, però, era stato lo stesso Viola che non lo volle portare nemmeno all'esame del consiglio d'amministrazione.
Ne consegue che anche per queste ragioni non poteva restare sulla poltrona.
RICORDO CHE COSTAMAGNA UNA VOLTA LASCIATO A CASA DA GOLDMAN SACHS HA FALLITO NELLA SUA ATTIVITA' IMPRENDITORIALE DI CONSULENZA AI PRIVATI ....QUINDI SOLO GRZIE AD AMICIZIE POLITICHE DEI SALOTTI BUONI E' RIENTRATO A MANGIARE SULLA POLTRONA DELLA CASSA DEPOSITI S PRESTITI.....DOVE HA INIAZIATO UN PERCORSO NON CERTO BASATO SULL'EFFICIANZA E L'ECONOMICITA' E IL PROFITTO MA SOLO UN DISCORSO POLITICO E DI PIACERI AI POTERI FORTI IL TUTTO CON I SOLDI DEI RISPARMIATORI DELLE POSTE
L'attivismo del tandem Costamagna-Tononi a sostegno di Passera rischia però di entrare in collisione con lo schema di aumento di capitale di Grilli (Jp Morgan) - Nagel (Mediobanca).
DEFENESTRATO VIOLA DAL TERZO PIANO DI MPS - COME DAVID ROSSI!
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2 commenti:
Almeno hanno avuto il buongusto di dire a questo di scendere dal terzo piano con le sue gambe,a differenza di David Rossi.....forse li andavano più di fretta....ah ah ah ah
Bravo,sei forte.....
Questa volta caro Paolo non condivido l'analisi fino in fondo. Viola è esso stesso espressione dei poteri forti, non riesco proprio a vederlo come vittima. Inoltre la sua gestione non è affatto esente da errori, in particolare nella conduzione della macchina operativa e nella scelta dei collaboratori principali, la discontinuità non si è proprio vista. Certo non ha sulla coscienza l'operazione Antonveneta e non è incompetente come chi lo ha preceduto. Complimenti per il blog e buon lavoro Paolo, il tuo merito di aver espresso fin da subito chiaramente quale schifo fosse l'operazione Antonveneta, mentre tutti la decantavano,quali effetti disastrosi avrebbe avuto, come sarebbero finiti gli aumenti di capitale conseguenti, questo merito rimarrà per sempre. Con grande stima
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