STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


NUOVE FRONTIERE: CINA E SVIZZERA DA UNA SEMPLICE SCOPATINA A UN RAGGIANTE MATRIMONIO. L'ITALIA DI LETTA E' SEMPRE PIU' PAESE DA RIFUGGIRE... E DA OGGI, CON I DAZI..LA CINA TROVA UN FIDANZATO EUROPEO CHE LE FA LE CORNA...

MENTRE I MERCATI AZIONARI CONTINUANO A SCENDERE ....

L'Unione europea ha deciso di imporre dazi sui pannelli solari importati dalla Cina.  Il dazio viene fissato a partire da INIZIO SETTIMANA all'11,8% fino al prossimo 6 agosto, quando verrà portato al 47,6%, che "è il livello richiesto per rimuovere il danno per l'industria europea causato dalle pratiche di dumping". La Cina è il più grande produttore mondiale di pannelli solari e viene accusata dall'Ue di venderli sottocosto. Nel 2011 le aziende di Pechino ne hanno esportati in Europa per 21 miliardi di euro.
LA CINA NON SARA' ASSOLUTAMENTE CONTENTA DI QUESTA MANOVRA...ATTACCATA DALLA SVALUTAZIONE GIAPPONESE E DAI DAZI EUROPEI...RISCHIA DI VEDERE UNA PESANTE DECELERAZIONE DELLA CRESCITA...SOTTO IL 5% ENTRO UN PAIO DI ANNI..
LA SCELTA EUROPEA AVVICINA LA SVIZZERA ...DA SEMPRE OTTIMO PARTNER DELLA CINA CHE POTREBBE APPROFITTARE DEL LITIGIO IN CORSO PER PRENDERE QUOTE DI MERCATO E PER POSIZIONARSI COME PARTNER FINANZIARIO RILEVANTE...(LEGGETE L'ARTICOLO)

Il primo ministro cinese Li Keqiang ha scelto la Svizzera per la sua prima visita in Europa. Del resto la guerra commerciale in corso fra Europa e Cina nei settori delle telecomonunicazioni, componenti auto  e dei pannelli crea non pochi problemi di sviluppo di accordi commerciali
I rapporti fra Cina e Svizzera sono di lunga data....La Svizzera è stata tra i primi paesi occidentali a instaurare relazioni diplomatiche con la Repubblica popolare di Cina; la prima joint-venture industriale cinese era sino-svizzera; e, soprattutto, la Svizzera ha concesso alla Cina lo status di economia di mercato, mentre l’Unione Europea e gli Stati Uniti tergiversano ancora. Per una nuova leadership cinese ansiosa di mostrare al mondo e ai propri cittadini le sue credenziali riformiste, la Svizzera è sembrata la destinazione ideale.
Li Keqiang  ha passato due giorni in SVIZZERA. – un tempo considerevole per un leader anche perché la Svizzera sembra essere meglio preparata che altri paesi a cogliere i frutti della globalizzazione. Nel 2012 le esportazioni svizzere verso la Cina hanno raggiunto 26,3 miliardi di dollari, 2.800 dollari per abitante. le multinazionali svizzere in Cina  a fine 2011 occupavano quasi 191mila persone, in aumento di 80mila unità rispetto al 2007.
Non sorprende che sia ormai prossima la firma del primo accordo di libero scambio tra la Cina e la SVIZZERA. Intanto a Berna è stato stipulato un memorandum per ridurre i dazi (eliminandoli sull’84% delle esportazioni elvetiche, sul 99,7% di quelle cinesi), migliorare l’accesso reciproco ai mercati e proteggere l’ambiente, i diritti dei lavoratori e la proprietà intellettuale. La firma è prevista per luglio, quando il consigliere federale Johann Schneider-Ammann dovrebbe andare a Pechino. Nel frattempo Doris Leuthard, ministro dei Trasporti, è già arrivata a Pechino, a dimostrazione della frequanza dei contatti politici ad alto livello. L’accordo di libero scambio con la Cina può portare alla svizzera più frutti di quanto sia stato finora previsto. In Svizzera vi è un ampio consenso a questa intesa, poiché si ritiene giustamente che faciliti la penetrazione delle nostre esportazioni in Cina grazie alla prevista diminuzione dei dazi doganali che penalizzano soprattutto i prodotti di lusso, come orologi e  gioielli, ma anche l’industria farmaceutica e quella delle macchine. Inoltre si è rassicurati dal dato di fatto che l’interscambio commerciale tra i due Paesi si è finora chiuso con un surplus elvetico, ossia si esporta in Cina più di quanto si importa. Un altro elemento rende l’intesa con Pechino molto attrattiva ed è la prevista espansione del mercato interno cinese che ben presto, come tutti prevedono, diventerà il più grande del mondo. Quindi, con questo accordo la Svizzera si pone in una posizione di vantaggio rispetto agli altri concorrenti occidentali. . Dunque, per la Svizzera c’è tutto da guadagnare almeno fino a quando l’industria cinese non riuscirà a competere ad armi pari anche nei settori ad alto valore aggiunto. 
IN PRATICA PER UN IMPRENDITORE ITALIANO SARA' PIU' FACILE FARE BUSINESS IN CINA SE DELOCALIZZA LA SUA IMPRESA IN TERRA ELEVETICA, GRAZIE A SEMPLIFICAZIONI DOGANALI, BUROCRAZIA MINIMA E UN GOVERNO LOCALE CHE SPINGE L'IMPRESA AD APRIRSI E A LIBERARSI DAI RICATTI EUROPEI...SENZA CONTARE CHE I MARGINI DI PROFITTO RISULTANO PIU' ELEVATI NEL TRTADE CON LA CINA CHE CON LA POVERA ITALIA...
Ma c’è un aspetto ancora piu' importante... Il Governo cinese sta infatti lentamente liberalizzando il proprio mercato finanziario e soprattutto sta cercando di internazionalizzare la propria valuta, che finora non è convertibile. La possibilità di operare in renminbi è stato finora concessa a Hong Kong e prossimamente verrà concessa anche a Singapore. Non è escluso (anzi, direi molto probabile) che questo processo continui e che la Svizzera possa essere il primo Paese a poter operare con la moneta cinese. Ciò porterebbe al trasferimento in Svizzera di importanti attività finanziarie di molte imprese cinesi ed occidentali con un conseguente rilancio della piazza finanziaria elvetica. In altri termini, il sistema bancario svizzero potrebbe uscire vincente dopo le recenti penalizzazioni nei confronti di USA ed Europa. La svizzera potrebbe diventare la piattaforma finanziaria cinese nel campo commerciale e anche degli investimenti diretti in Europa. Vista la crescente importanza economica e politica della Cina, lo sviluppo di queste attività potrebbe anche procurare un solido avvocato difensore nelle questioni che finora hanno visto Stati Uniti ed Unione Europea trattare il governo svizzero a  pesci in faccia. 

Se questo accordo di libero scambio è vantaggioso per la Svizzera, lo è anche per la Cina. Pechino è sempre più convinta che non sono prevedibili progressi nei negoziati commerciali multilaterali nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO). Anzi, il Governo cinese è convinto che la crisi economica rafforzerà le spinte protezionistiche nei Paesi occidentali. Emblematico in proposito è la disputa con l’Unione Europea sui pannelli fotovoltaici e anche sulla componentistica per le automobili. Con gli Stati Uniti la situazione non è migliore. Inoltre, l’idea di creare un grande mercato unico tra Stati Uniti ed Unione Europea è sicuramente letta a Pechino come una mossa volta a contrastare l’export cinese e a frenare la crescita del gigante asiatico. Quindi per Pechino questa intesa ha un valore politico che va al di là degli aspetti commerciali ed economici. Anche per questo motivo grazie a questo trattato la Svizzera diventa di fatto il partner commerciale e finanziario piu’ importante in Europa. In pratica, per la Svizzera si è trattato di una grande opportunità che non poteva assolutamente essere persa. 
UNA VERA MANNA PER UNA SVIZZERA CHE STA SUBENDO LE ANGHERIE DEGLI USA E DELL'EUROPA VERSO IL SETTORE BANCARIO. Che sia la protezione del risparmio o l’eccellenza della gestione, questo è un settore in cui la Svizzera gode di una ben meritata fama e in cui la Cina invece ha difficoltà nel farsi strada. Da ciò l’interesse di Pechino a rinforzare la cooperazione anche nel settore bancario e nello sviluppo del mercato dei capitali. Quando il renminbi diventerà convertibile, la Svizzera diventerà una delle principali piazze off-shore per la negoziazione di strumenti finanziari in valuta cinese. Ubs ha già aperto una filiale di diritto cinese che può eseguire transazioni in valuta locale, mentre tutte le BANCHE SVIZZERE PROPONGONO agli investitori obbligazioni in yuan. L’apertura di banche cinesi a Ginevra, specializzate nella gestione private, è un’altra prospettiva.

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4 commenti:

Alessandro ha detto...

Frequentando la Svizzera mi rendo conto delle grosse potenzialita' di far impresa. Quello che e' follia in Italia, e' opportunita' in Svizzera.
Concordo al 100% con l'articolo, questa sara' una grossa opportunita' per crescere.
Paolo, ottima analisi.

ML ha detto...

Grazie , chi non lo capisce e' italiota....

Anonimo ha detto...

Ma che articolo sono i pannelli solari? L'Europa importa dalla Cina milioni di altri articoli.... E poi la tassa arriva adesso che è stato venduto l'impossibile e gli incentivi ridotti ai minimi... La guerra non conviene a nessuna delle due parti, e lo sappiamo bene tutti quanti: la Cina non naviga più in acque tanto tranquille come un tempo. Devono andare a toccare il vino europeo... ah aha aha ...I produttori cinesi di vino sono sfavoriti dagli incentivi europei? MA CHI SONO I PRODUTTORI CINESI DI VINO? La differenza è semmai che noi possiamo competere sulla qualità dei pannelli solari, ma loro non possono lontanamente sulla qualità del vino. Quindi è inutile parlare sempre e solo di numeri, si deve parlare anche di qualità.
Buongiorno

ML ha detto...

e sulla qualita' ..la svizzera è sicuramente la numero uno nei prodotti che commercializza...o sbaglio?