STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


VOGLIA DI CAMBIARE ARIA!!!


Lettera ricevuta a seguito di un commento all'articolo sulla SVIZZERA:

UN SINCERO GRAZIE ALLA NOSTRA AMICA.

MERCATO LIBERO LE DARA' TUTTO IL SUPPORTO POSSIBILE AFFINCHE' RIESCA NEL SUO CERCARE DI CAMBIARE.

SPERO CHE SARANNO IN MOLTI A SEGUIRLA...CHISSA' CHE A QUEL PUNTO QUALCHE POLITICO FINALMENTE SI ACCORGERA' DEI PROBLEMI DI QUESTO PAESE E CAMBIERA' APPROCCIO!

Caro Anonimo delle 14.59,
capisco la sua posizione che per forse troppo tempo è stata la mia.
Mio padre era una di quelle persone che ha lottato per il suo paese, ha costruito una azienda, ha portato ricchezza, ed in questo paese è morto sfrattato dalle strutture sanitarie perchè terminale ed occupatore abusivo di letto altrui.
E' morto soffrendo dopo che noi abbiamo svuotato le casse dell'azienda per garantirgli cure adeguate in clinica privata, gli ospedali non avevano posto per lui, premetto che è morto in 3 mesi non in 3 anni, e poi abbiamo svuotato le casse dell'azienda per pagare le tanto democratiche tasse di successione su beni per cui aveva pagato tasse tutta la sua vita.
Adesso con questa crisi, abbiamo uno stato che fa passare uno scudo per chi ha evaso e non permette alle piccole aziende di pagare le tasse (enormi e squilibrate) in tempi coerenti con il calo dei fatturati.

Abbiamo uno stato che ti manda gli esattori del fisco sapendo che i soldi non ci sono perchè le banche ce li hanno sottratti con le riduzioni degli affidamenti e i rientri.

QUESTA NON E' LA MIA PATRIA, e nemmeno quella di mio padre. Questo è un paese di parassiti succhiasangue disonesti e corrotti, ed io i miei figli non li voglio far crescere in un posto dove è impossibile lavorare onestamente e l'unica regola che conta è quella dell'essere più furbo.

Questo crea dolore anche a me, ma davvero, dopo aver parlato per quasi un anno con tutti gli esponenti possibili di tutte le parti politiche, MI ARRENDO, conscia del livello ridicolo di preparazione e serietà.

La svizzera non sarà un paradiso, e forse nemmeno la soluzione, ma offre un paese dove per lavorare non occorre diventare disonesto, dove le regole sono uguali per tutti. Questo e non solo le ragioni economiche mi spingono ad andarmene, sono ragioni di civiltà e democrazia che qui oramai non esistono più.

Sono io quella imprenditrice milanese... sono io che per quanto sopra me ne andrò, perchè restare qui vuole dire morire dentro oltre che fuori.
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31 commenti:

Anonimo ha detto...

non occorre certo essere un imprenditore per capire che siamo in un posto dove e' sempre piu dura lavorare onestamente, a tutti ilivelli...ma, altrettanto onestamente, va chiesto agli imprenditori : in uno stato dove l'imprenditoria e' basata fondamentalmente sul cosiddetto capitalismo relazionale che cosa vi aspettavate ?

Andrea ha detto...

cara signora,
come apprezzo il suo coraggio. e come capisco la sua demotivazione. capisco le angherie. io non sono imprenditore, anzi lavoro in un ospedale pubblico, in quella categoria che ha allontanato suo padre dal diritto a cure dignitose. non funziona tutto male, qui, dobbiamo ammetterlo. ciò che funziona, tuttavia, sembra frutto di onestà individuale e di sacche di abnegazione. il sistema ha assunto l'aspetto di un mostro tentacolare, rozzo e ignorante. e lo dice uno stipendiato pubblico. ma dico anche che per avere 100 dobbiamo spendere 150 qui. sì, avrai 100, ma a quale prezzo. e le dinamiche sono tutte solo politiche. che vuol dire? tu sei simpatico, tu no. o conosci o sei fuori. immagino la delusione di chi, come lei, deve lottare per tutelare l'azienda, la propria famiglia, i dipendenti. do per scontata la sua onestà nel condurre l'azienda. a essere 'tramacconi' disonesti si finisce per entrare nel giro giusto, non certo ad emigrare.
le auguro un futuro in discesa, dove la fatica è tutta dedicata alla vis imprenditoriale, alla ricerca di strategie, all'espansione dell'azienda. e non alla lotta contro i mulini a vento.

andrea, torino

Anonimo ha detto...

Questa lettera me l'hai "rubata" dal cuore e dalla mente.
Ho 49 anni promotore finanziario, ex commercialista, due fgli e sposato.
Aggiungerei anche categorie inette come quella dei dottori commercialisti che io definisco, parlando con i miei ex colleghi "becchini delle aziende" (almeno qui a Latina). Si sono prostituiti a quella gente senza preparazione in nome di "non so che cosa" e per avere " non so che cosa".
Ti faccio i migliori auguri per la tua scelta e spero che se non riesco a farla io almeno ci riescano i miei figli
PF da Latina

Andrea ha detto...

Devo dire "che bello"(anche se non c'è proprio niente di cui gioire), ma almeno quello che io penso è condiviso da tanti in questo blog. Mi sento quasi dentro ad una famiglia! L'unica cosa negativa è che ci ritroviamo qui, sfiduciati, senza più volontà di vivere in quello che una volta sentivamo il nostro paese, e lo lascieremo nelle mani di sciacalli, dopo che i nostri genitori l'hanno costruito lavorando duro e onestamente. Forse dovremmo iniziare a contarci, e a raccoglierci intorno a.......Così un giorno, magari, tutti insieme potremmo progettare.........una nuova italia.
Andrear

Anonimo ha detto...

Cara signora,
le auguro che da una scelta cosi coraggiosa e radicale ne tragga il meglio. Le auguro di godore del clima positivo che il rispetto delle regole instaura in una società.
Quello che lei sta facendo è quello che probabilmente suggeriro ai miei figli. Sempre che non lo faccia subito io.

Un italiano, orgoglioso di essere onesto

ivan ha detto...

Bell'articolo, vero, importante.

Anonimo ha detto...

Incredibilmente bello e raro leggere parole che descrivono anche la mia realta', sia per le condizioni in cui anche una piccola azienda come la mia lavora sia per la situazione di dramma familiare in cui l'assistenza dello stato latita completamente.
Parole che eran scritte dentro...le ho lette scritte da Lei.
Spero di avere abbastanza forza e coraggio di sottrarmi agli sciacalli anchio un giorno!
Forza e non abbia dubbi!!!
Lei fugge da una "galera" non abbandona l'Italia!!!
Porta un pezzeto di Italia sana e onesta via dal pattume!!!
almeno quella si salvera'

Saluti

Anonimo ha detto...

cara signora Addio...l'Italaia non ha bisogno di persone come lei...se ne vada pure....non sentiremo la sua mancanza...

ML ha detto...

All'anonimo delle 14,26.
Anche noi non abbiamo bisogno di lei. Se le piace berlusconi, bersani o casini e se ama questa burocrazia non è adatto per questo blog.
Neppure noi sentiremo la sua mancanza...

Anonimo ha detto...

Grazie dott.Barrai di segnalare storie dolorose e sofferte come queste,anch'io mi unisco al pensiero vero di questa coraggiosa imprenditrice.Guerrino

Anonimo ha detto...

lottare per cambiare le cose in Italia è un dovere..ridurre le tasse, una necessità per sopravvivere al libero mercato...lasciare il proprio paese una sconfitta di tutti noi.
Marco

Anonimo ha detto...

Capisco chi va via, non sono un imprenditore ma anche io ci ho pensato spesso.
Dott Barrai, personalmente non amo questa sx e amo ancor meno questa dx ma resto qui e mi piacerebbe che le cose cambiassero.
Vorrei vedere riconosciuto il merito di chi lavora, pubblico o privato, imprenditore o dipendente. E vorrei vedere punito che non merita. A volte mi sembra di assistere ad una guerra tra imprenditori e statali ed e' forse quello che si vuole.
Tra un poco si vota, cosa dovrei fare? forse votare Grillo? da me (in Abruzzo) non si presenta per cui non ho neanche questa scelta. Rivotero' Di Pietro.

Adamo

Anonimo ha detto...

Dott. Barrai,
benchè questo mio commento non sia consono all'articolo sottostante (per usare un gergo fianziario.....) mi permetto di segnalarLe, invitandoLa a leggerla, la trascrizione in inglese completa, dell'ultima conferenza di L. La Rouche sul sito Movisol.
Ad un certo punto parla del Brasile...., e dice delle cose piuttosto "interessanti"....sapendo quanto Lei sia "fan" di quella realtà economica, penso che lo potrà trovare (sempre che non lo abbia già letto) per lo meno degno di riflessione.
La mia vuole essere esclusivamente una segnalazione, senza alcuna polemica celata...!
Saluti.


A.P.

Anonimo ha detto...

Un augurio alla signora.
Spero che possa trovare la tranquillità per poter investire e spingere per creare un fututo all'impresa e alla sua famiglia.

all'anonimo delle 14,26 possibile che siete sempre anonimi voi che dispregiate chi cerca di migliorare la propria vita non a spese di altri ma con il lavoro umile e dignitoso.

Sandro Da Roma

Anonimo ha detto...

Perche' invece di andartene non resti in Italia a combattere per la vera democrazia, per i valori che senti e non ti vengono riconosciuti dalla macchina burocratica, perche' non hai coraggio di opporti a quanto vedi di sbagliato secondo il tuo modo di sentire il giusto?

Anonimo ha detto...

Cara signora, anch'io sono un piccolo imprenditore, lavoro tra 1000 problemi districandomi tra usl, ispesl, aia, clienti che non pagano, calo di fatturati...
a mio figlio dodicenne ho detto di scegliersi gli studi che preferisce, con un'unica condizione, un inglese perfetto per potersene andare.
Sono stufo come Lei...ma se tutti abbandonassimo? Se tutti ci arrendessimo? Non tutto e soprattuto non tutti sono marci..io resisto. un abbraccio
Stefano, Cesano Maderno

Laura ha detto...

Grazie a tutti coloro che comprendono, ed anche a coloro che dissentono. I vostri commenti, la vostra condivisione dei sentimenti che ho esposto mi aprono il cuore. Spero che questo rappresenti un inizio, una forma di resistenza differente, non succube ed inerme. Credo che il poter dimostrare a chi governa non governando questo paese, che noi piccoli, noi gli invisibili, possiamo scegliere di essere imprenditori altrove senza voler andare a produrre sfruttando la povertà di altri, e possiamo farlo insieme ai nostri dipendenti senza essere obbligati ad abbandonarli al loro destino. Credo che questa fuga dal giogo e dal gioco dei potenti e dai sistematici conflitti di interesse, possa alla fine smuovere sul serio il sistema apatico e distratto alle radici.
Grazie del vostro incoraggiamento.

Anonimo ha detto...

ho paura che ha breve ti scriverò una lettera simile
ciao Paolo ,
Max

Anonimo ha detto...

perche' noi italiani non siamo in grado di risvegliare le ns coscienze?
non posso credere che siamo così idioti....

Anonimo ha detto...

C'E' CHI E' PREPARATO E DEVE ANDARE A FARE LAVORI IN NERO, POCO REMUNERATI, O IN FANTOMATICHE COOPERATIVE SENZA CONTRIBUTI, FERIE PAGATE?, MALATTIA?..,C'E' CHI E' RACCOMANDATO E NON CONOSCE I CONTRATTI ATIPICI A TEMPO DETERMINATO,LICENZIAMENTI PER INCOMPETENZA, OLTRE A RICEVERE STIPENDI SPROPOSITATI, CHE SE NE SBATTE. CHE SCHIFO DI SOCIETA'.MA IL BELLO VERRA' TRA 10 ANNI ..SENZA RISPARMI , PENSIONI DA MISERIA SVALUTATE. FORSE MEGLIO NON PENSARCI?

Anonimo ha detto...

http://boombustblog.com/index.php?option=com_docman&task=doc_details&Itemid=103&gid=288

Parlano di noi....

Il Folletto

Anonimo ha detto...

"Sorry folks, but all that money you've been investing over the years in your mutual funds, stock funds, bond funds, insurance policies, annuities, and so forth and so on ... well, the money is gone. You got tricked fair and square, and now its time to move on."



- President Barack Obama, November 2012


Il Folletto

ML ha detto...

Chi ancora crede che in Italia possiamo cambiare non ha capito nulla.

Prima di abbandonare la nave hanno provato di tutto.

Certo che se sei amico del tal partito allora la cosa è diversa.

Ma altrimenti il tuo insuccesso è certo.

Un applauso di incoraggiamento a chi sta provando l'impossibile.

Sono certo che la sua esperienza di successo sarà da apripista per molte altre realtà italiana oggi in difficoltà.

Rinato ha detto...

Alla difficile e coraggiosa decisione di fare impresa o cercare lavoro fuori dall'Italia non posso altro che fare i miei auguri che tutto vadi bene.Mai visto momenti di grande incertezza,ci restava l'entusiasmo di fare ma alla fine ci hanno tolto anche quello e non mi vengano a dire che l'imprenditoria piccola e' scarsa di idee e qualita',io ho provato di tutto per salvare la mia attivita'spendendo gran parte dei miei risparmi per fare prodotti di qualita' che alla fine ti vengono copiati senza regole dai paesi emergenti e messi sul mercato a prezzi ridicoli fino a farti chiudere.Belle robe si vede che la globalizzazione e' molto piu' importante delle milioni di piccole imprese che hanno sostenuto l'Italia sino ad oggi.Per amore e orgoglio di essere italiano ho fatto di tutto ma da come va' il lavoro devo ammettere di essere stato un pazzo e mi sento come una persona che ha dato le perle ai porci perche' ho dato fiducia :
1)Alla lega padana che garantiva la protezione da prodotti concorrenziali fatti e copiati in paesi dove la manodopera e le tasse costano la decima parte di quello che paghiamo noi e la materia prima quasi regalata.
2)Ad un migliore coordinamento politico di ambo le parti che in coscenza riuscisse a sanare e salvare quello che resta di valido ma vedo che fanno di tutto fuori che il proprio dovere pensando esclusivamente al loro portafoglio.
Con quale coraggio mi chiedono di votare?Asiniiiiiiiiiiiiiiiiiii
Falsiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Ladriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Cornutiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ROVINA FAMIGLIEEEEEEEEEEEEEEEEEEE

Laura ha detto...

Tanto per chiarire, io resisto da più di due anni e non lagnandomi e borbottando, ma impegnandomi in prima persona con altri piccoli imprenditori come me ogni giorno. Faccio parte di Impresecheresistono, parte attiva, togliendo tempo al lavoro, alla famiglia e correndo in giro per tutto il paese per incontri e appuntamenti con la politica e le istituzioni. Pertanto posso accettare chi non condivide la mia scelta, ma non posso accettare le critiche sterili di chi passa il tempo a gingillarsi con teorie patriottiche del tanto per sentito dire. Continuerò a resistere, aiutando come faccio da tempo i piccoli, gli invisibili come me, a difendersi dai soprusi. Insieme abbiamo fatto attivamente molto più di molte associazioni di categoria, non costando nulla ai nostri aderenti e portando avanti le battaglie di molti. Signori, arrendersi vuol dire anche lasciarsi sopprimere in silenzio da un sistema corrotto come il nostro, vuol dire chiudere e sparire come hanno fatto più di 9.000 piccole aziende italiane, vuol dire non reagire quando si vede ogni giorno che la politica economica del paese è sempre mirata a quel 4% di aziende che guarda caso ha delocalizzato con il bene placido e i finanziamenti del governo. Cercare di uscire da questo gioco infame è resistere, molto più di quanto molti di voi fanno con le chiacchiere, stando seduti a commentare le scelte di altri che invece agiscono e rischiano del proprio. Cercare di tutelare la propria famiglia e i propri dipendenti è reagire, perchè se resto qui chiuderò soffocata da banche, fisco e grandi gruppi che non pagano strangolando i piccoli come me, e fino ad ora nessuno ha fatto niente. Se domani io chiudo, qui in Italia, nella mia e vostra tanto amata patria, le famiglie che dipendono da me le accoglierete alla vostra tavola? Noi abbiamo aiutato concretamente imprenditori che non avevano di che mangiare, con denaro nostro e non con le chiacchiere di cosa sarebbe giusto. Pertanto non venite a farmi la lezioncina di cosa vuole dire resistere, di cosa voglia dire amare il proprio paese, perchè di chiacchiere mediatiche ed aria fritta abbiamo di che sfamarci tutti i giorni.
Tutti bravi a parlare, ma dove eravate quando 1600 imprenditori si sono suicidati per non licenziare o perchè questa patria in accordo con le banche li ha espropriati di tutto? Dove eravate nobili spiriti patriottici quando i dipendenti di queste aziende si sono tolti la vita? Io me ne andrò proprio per resistere, non c'è peggior sconfitta che farsi "suicidare" dalle chiacchiere populiste e demagogiche con cui si riempiono giornali, tv e blog.
Forse quando la in alto, nel micro cosmo romano della politica si accorgeranno che non ci sono più Italiani disposti a pagare i loro immeritati quanto esorbitanti compensi, quando le banche si accorgeranno che possiamo farci derubare dal istituti stranieri, quando il fisco arriverà per estorcere denaro che non c'è e troverà i capannoni vuoti, allora qualcosa potrà cambiare. Non c'è miglior incentivo all'ingegno che trovarsi il portafoglio vuoto. Cosa vogliono fare lor signori che tacciano la sottoscritta di mancanza di coraggio per lottare oltre che stare a scrivere belle ed utopiche cose su qualche blog?

Anonimo ha detto...

Messaggio agli anonimi che:

...sono ottimi attori patriottici, ma che l'unica unita' conosciuta e' quella della nazionale di calcio...

...sono eroi in patria, ma poi colgono *ogni* occasione per speculare sulle debolezze altrui...

...sono tutti opinionisti, ma poi prendersi una responsabilita' non sono mai affari suoi...

...sono tifosi politici, ma soprattutto stanno con *i* piu' forti cosi' al bar ne andranno fieri...

...che siano uomini o caporali, hanno dimenticato che siamo tutti sotto lo stesso cielo...

TED MARCIANO ha detto...

Sono anche io un imprenditore ed opero nel settore informatico, un settore bistrattato e mai incentivato, specializzato e concorrenzialmente spietato.Anche per noi il lavoro e’ calato, la crisi si e’ fatta sentire, ma siamo ancora tutti qui e abbiamo intenzione di restarci.Probabilmente saremo piu’ fortunati della nostra amica Laura, tutto e’ possibile.Ma mi si lasci dire una cosa, senza che la nostra amica Laura, per quanto gia’ detto, se ne possa o se ne debba sentire parte in causa.La classe imprenditoriale italiana e’ composta per la maggior parte da inetti, seconde o terze generazioni di imprenditori che hanno avuto la fortuna di prendere le redini di aziende ben avviate in pieno periodo di prosperita’.Doti comuni delle nuove leve, negli ultimi anni, sembrano essere state:reinvestire gli utili della societa’ in immobili, automobili, barche e stronzate d’ogni tipo, fuorche’ reinvestire all’interno dell’azienda, far cadere i coglioni ai dipendenti storici, vero capitale aziendale, con comportamenti antiprofessionali al limite del ridicolo o dell’assurdo, far scappare fornitori con l’arte della maleducazione e della presunzione, convertite a ruolo di dote imprenditoriale del saper contrattare con forza sui prezzi, completa inettitudine nel dirigere l’azienda in modo dinamico, in modo da comprendere in anticipo lo sviluppo del mercato ed anticiparlo anziche’ rincorrerlo.Finche’ e’ stata grassa non c’e’ stato problema.Ora pero’ la musica e’ cambiata, sopravvive solo chi ha le doti imprenditoriali necessarie e tutti gli altri soccombono miseramente.Le banche han chiuso i rubinetti e gli unici che hanno resistito e che resisteranno sono quelli che hanno reinvestito in azienda ed hanno garantito, sempre e comunque, un alto grado di solvibilita’ e liquidita’.Non si puo’ certamente fare di tutta l’erba un fascio, ci sono mille storie da raccontare, tutte diverse, ci sono settori che soffrono di piu’ e altri che soffrono di meno, c’e’ la cattiva sorte e i cattivi soci e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.Ma resta sempre e comunque il fatto che questa crisi abbia colpito soprattutto l’inettitudine della nostra classe pseudo-imprenditoriale che ha navigato al buio per anni credendo nelle proprie inesistenti o inefficaci capacita’ di imprendere, soppravvivendo per anni grazie a precedenti ed oculatissime gestioni o grazie al fatto che ci fosse tanto e soprattutto per tutti.Sara’ forse per questo che, in questo humus, si siano sviluppate la nostra attuale dirigenza politica e la nostra burocrazia, tanto incapace l’una e tanto ferrugginosa l’altra da far pensare che possa non essere una casualita’.
Cordiali saluti e soprattutto un caro in bocca al lupo a te, Laura, per la tua nuova avventura.

TED MARCIANO

Roberto ecolcity ha detto...

Scusate ma non capisco, chi crede che le cose possano cambiare e che è dovere di tutte le persone oneste tentare di cambiarle è un idiota; chi invece decide di andarsene è realista e diventa quasi un eroe.

Capisco coloro che per salvare la propria azienda la trasferiscono all'estero e coloro che investono parte dei propri risparmi in altre nazioni, ma questo non significa che si debba smettere di lottare contro un casta al potere che ci sta derubando.

Molti giovani stanno andando a vivere all'estero ed i genitori che si avviano a diventare anziani, si ritrovano senza nessuno che li badi, questa anche è un grande sofferenza.

Insomma, mi rivolgo soprattutto a quelli del centro - nord Italia; vi ricordate che fino a qualche anno fa si criticava la gente del sud perché non si ribellava alla mafia, si diceva è gente omertosa, sono tutti mafiosi, non si sanno organizzare perché ognuno pensa ai suoi interessi, hanno paura, ecc..
Ora che questo tocca a tutta l'Italia allora è meglio andarsene.

Non si può sempre indietreggiare e poi davanti a cosa? Le cose sono 2, o siamo di fronte a poteri internazionali che aspirano al governo del mondo ed allora probabilmente spostarsi serve a poco, perché tutte le nazioni faranno la stessa fine, o il problema è tipicamente italiano e siamo solo governati da una casta di sciacalli.

Qualcosa si può fare e dipende da noi, questa è una grande occasione, molta gente sta arrivando alla disperazione e questo è l'inizio di una rivoluzione.
Le caste politiche e finanziarie finora hanno tenuto, perché appoggiati da milioni di parassiti; tutti insieme hanno mangiato sulle spalle della piccola e media impresa e sulle spalle di milioni di lavoratori.
Se le imprese chiudono, e le persone che producevano ricchezza reale o se ne vanno o rimangono senza lavoro, chi sosterrà il sistema.
Questo sistema è destinato a crollare, ed allora serviranno persone e gruppi organizzati che costruiscano una nuova Italia.

Siamo in una guerra economica mondiale e l'occidente la sta perdendo e questo significherà povertà per molti.
Insomma cerchiamo pure vie di fuga, ma prepariamoci a lottare per quando il sistema collasserà, altrimenti finiremo sotto una dittatura molto peggiore di quella in cui già viviamo.

Saluti
Roberto Ecolcity

Laura ha detto...

Gentile Roberto, non è così sistematico che chi decide di andare a lavorare in un paese differente, e non parlo di nord africa, turchia, cina, etc. ma di un paese alle nostre spalle, abbandoni il paese al suo destino. Anche in questo modo si cerca di cambiare le cose, senza peraltro perdere la possibilità di continuare a lavorare. Secondo lei, occorre proprio sottostare alle regole ingiuste di un sistema per poterle scardinare? Occorre soccombere ed immolarsi per dare l'esempio di sacrificio massimo? A chi gioverebbe questo? Perchè se qualcuno mi spiega che vantaggio darei io al mio paese chiudendo, forse capirò, questo perchè fino ad oggi le 9.000 aziende che hanno chiuso di fatto non hanno cambiato nulla se non solo la vita degli imprenditori e dei collaboratori. Lottare per il proprio paese e per cambiare le cose vuol dire dover rinunciare a qualsiasi minimo sostegno per se e per i propri figli? Siamo sicuri? Forse che uno come Marchionne è più italiano di me perchè per farsi i suoi affaracci con il bene placido della patria rimane a vivere in Italia mentre io devo andarmene? Forse in fondo è così.

Anonimo ha detto...

E quando dico qesta non e' la mia patria , vuol dire che non faro' niente per questo stato, non contribuiro', non creero' posti di lavoro, non partecipero' neanche alla politica (nel tentativo di provare a cambiare dal male) perche' gia' so' che non mi restituira' niente come non l'ha fatto per i miei 49 anni di vita da credulone.
Quasi voterei per farmi annettere ad un altro stato e non per le minchiate per cui votiamo.
E badate bene , le motivazioni sono per un futuro migliore e non per strappare un misero presente. A quello gia' ci ho rinunciato. Come dissero in un film famoso: "tutto il resto e' polvere"
PF

Anonimo ha detto...

mi spiace per la Signora che se ne va, ma in effetti temo d'invidiarla. E' interessante ciò che viene pubblicato su alcuni giornali che per fortuna non si limitano a evidenziare certe porcherie da palcoscenico. Mi sembrava interessante l'intervista Roubini, il quale afferma che la ripresa ci sarà solo a determinate condizioni ( e mercato libero le conosce bene...); ciò che mi ha più impressionato è il suo soffermarsi alle situazioni che non intendono aderire all'inevitabile processo di globalizzazione generale e, continua, i paesi che si sentono in qualche modo minacciati o quantomeno insicuri di fronte a tale cambiamento, rischiano di sconfinare nel totalitarismo nel quale, mi chiedo, stà andando a finire l'italia?