La divisione del lavoro da parte di operatori specializzati porta come grande beneficio l’aumento della produttività dei beni materiali che compriamo: ne deriva che il costo di produzione è in genere decisamente ridotto rispetto al passato. Ma i costi di transazione, almeno nel loro rapporto con quelli di produzione, si mantengono alti. Stando alla definizione di Wikipedia, i costi di transazione sono quei costi, quantificabili o meno, che nascono in uno scambio e indicano lo sforzo dei contraenti di arrivare ad un accordo e gestirlo. Per esempio sono i costi della ricerca dei contraenti nel mercato per un dato contratto,oppure quelli in tempo e denaro per definire un accordo, o ancora quelli che insorgono per fare rispettare quanto stabilito.
Man mano che il mercato si apre con la globalizzazione, e con la facilità di accesso alle informazioni, il numero delle transazioni da parte delle imprese cresce vertiginosamente. Quindi, i costi di produzione cadono, le transazioni proliferano, e i costi di transazione contano sempre di più. Anche con internet e il “facile” commercio elettronico, i costi di transazione sono il prezzo che dobbiamo pagare per i benefici derivanti dalla divisione del lavoro: sosteniamo i (numericamente crescenti) costi di transazione al fine di minori costi di produzione.
Ora che decenni di sforzi manageriali hanno ottenuto la massima efficienza nella produzione, ci troviamo con i crescenti costi di transazione che rischiano di diventare il vero freno dell’innovazione.
Come sono stati ridotti finora i costi di transazione? Dopo tante e continue relazioni con le stesse controparti, si sono formate reti di imprese che si fidano reciprocamente, ma la loro dimensione non può crescere molto perché il rischio di tradimento diventerebbe troppo alto. Nel dubbio, abbiamo sovraccaricato i rapporti commerciali con strati di clausole legali. Un metodo finora adottato è impiegare strumenti come la reputazione, ossia il rating pubblico, che comunque resta un intermediario.
Ma il problema resta: la fiducia umana non scala. Abbiamo sempre avuto aziende verticali e relazioni di fiducia tra loro perché era l’unico modo per fare affari.
Ora possiamo fare la stessa cosa con la tecnologia. Il cambiamento introdotto dalla blockchain guida l’innovazione nei modelli di business e permette, per esempio, di negoziare tra parti che non si conoscono. La blockchain in questo contesto è impiegata per economizzare i costi di transazione, elimina la necessità di riconciliazione (settlement) e, soprattutto, propaga la fiducia attraverso la rete.
La scalabilità della fiducia è data dall’effetto rete: maggiore è il numero di nodi nella blockchain, minore è la probabilità che ci sia un attacco. La reciprocità era richiesta per la fiducia, che era preventiva, occorreva prima dell’accordo. Ora invece c’è la fiducia nella sicurezza del protocollo informatico, quindi abbiamo eliminato – nel bene e nel male – la reciprocità umana. Siccome nelle transazioni complesse si richiede fiducia in grandi quantità, la blockchain la elimina in tutti i casi, poiché le prove degli effettivi trasferimenti delle risorse sono a disposizione di tutti. Non solo i costi ma anche i tempi si riducono, dal momento che c’è un unico database condiviso.
Qui si è parlato finora dell’infrastruttura informatica a supporto delle transazioni. Di certo, per chi intende impiegare anche la criptovaluta, come per esempio bitcoin, ci sono ulteriori benefici, grazie all’assenza di costi sulla sicurezza di trasporto, stoccaggio etc. Pensiamo ai problemi che creano gli scambi tra valute, l’imprevedibilità e le commissioni in questo mondo con globalizzazione crescente. Abbassare il costo di transazione, lo diceva tanti anni fa il premio Nobel Ronald Coase, porta le imprese ad affidarsi più all’esterno, ossia al mercato, piuttosto che a sopportare i costi della produzione interna. Questa è una delle maggiori cause della nostra prosperità.
Oggi che facciamo sempre più transazioni remote abbiamo bisogno di meno intermediari, e di non sottostare a obsolete supply chain lineari. Così i costi di transazione si abbassano e la fiducia tra le parti può scalare.