NON PERFORMING LOANS - PARTNERSHIP STRATEGICA DI WMO
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NPLs: rischio bolla in tempi di crisi
Se provaste a entrare in un bar e
raccontare che il vero problema di questi tempi è come impiegare il
denaro per farlo rendere nella migliore delle ipotesi vi prenderebbero
per pazzi.
“Ma come? Salari ai minimi, disoccupazione galoppante, de-stagflazione! E voi ci venite a raccontare che ci sono troppi soldi in giro?”
“Ma come? Salari ai minimi, disoccupazione galoppante, de-stagflazione! E voi ci venite a raccontare che ci sono troppi soldi in giro?”
Esatto.
Enormi quantità di soldi fermi o in lento movimento, figlie del Quantitative Easing, accentrate in attesa che la vera economia produca veri utili. Utili che possano giustificare un investimento.
I non-performing loans
rappresentano l’emblema di questa anomalia: in assenza di investimenti
“ciclici”, i grossi player sono in coda per acquisirne grandi quantità,
ma allo stato le banche non sono in grado di cedere ai prezzi richiesti:
il castello rischierebbe di crollare.
La nostra attività riprende dopo le
vacanze estive e il tema principale del nostro mercato rimane la
distanza tra domanda e offerta: oggi siamo intorno al 15% . Troppo
rischioso offrire cifre superiori, impossibile per le banche vendere a
cifre inferiori stock di crediti così importanti per via degli
accantonamenti e delle regole di bilancio.
La cosa paradossale è che questo mercato
sta vivendo a modo suo una bolla, dettata dall’esigenza di comprare, di
investire. Ne è un esempio il massiccio afflusso alle aste immobiliari
di questi mesi, favorito anche dalle recenti misure governative. Anche i
crediti chirografari consumer sono oggi acquisiti a un prezzo folle,
dettato dall’esigenza di riempire portafogli di investimento e dalla
scarsità dell’offerta. La scarsità è ovviamente relativa, in rapporto
alla mole di denaro e alla richiesta del mercato.
Si rischia così di gonfiare i prezzi
fino a cifre insostenibili per il libero mercato e ingiustificate
dall’andamento dell’economia reale. L’esubero di liquidità creato dalle
banche centrali diventa dunque funzionale a un ciclo chiuso di
investimenti e speculazione e non crea beneficio.
In
questo modo si rimettono in circolo asset a prezzi non sostenibili con
il rischio di creare una spirale negativa. Senza il sostegno di un
economia florida e crescente un NPL comprato male non verrà recuperato e
un asset comprato male tornerà presto ad essere un NPL.
I prossimi mesi, che saranno densi di
avvenimenti e di scadenze, ci diranno se la forbice tra domanda e
offerta si restringerà e chi tra venditori e acquirenti ne sarà il
principale artefice.
Emanuele Grassi
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1 commento:
http://www.investinitaly.com/pdf/en/news/overview-business-environment.pdf
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