STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


RISCHIO SISTEMICO ITALIA

propongo questo articolo del WALL STREET ITALIA uscito in settimana sul rischio sistemico dell'italia, l'ho rivisto io in quanto conteneva delle inesattezze.
MILANO (WSI) – Il salvataggio delle quattro banche regionali e i casi degli istituti popolari hanno posto l’accento sulla fragilità del sistema creditizio italiano. Se sono istituti relativamente grandi come Banco Popolare, Pop Vicenza e Veneto Banca ad aver occupato le prime pagine dei giornali e le preoccupazioni degli investitori negli ultimi giorni, non va dimenticato che in Italia ci sono tutta una lunga serie di banche minori che corrono un rischio altrettanto elevato di fare crac.
Ora che è entrato in vigore il regime dei bail-in, una banca che non avrà più i soldi per sostentare finanziariamente verrà salvata con i soldi dei creditori, degli azionisti e dei correntisti con depositi superiori ai 100mila euro. Spesso ad avere conti così “copiosi” sono le piccole e medie imprese italiane, cuore pulsante dell’industria nostrana.
MA NON SOLO...IL FONDO INTERBANCARIO CHE DOVREBBE SALVAGUARDARE I PRIMI 100.000 EURO DEPOSITATI E' VUOTO E QUINDI NON POTRA' ESSERCI NESUNA GARANZIA NEPPURE PER 10.000 EURO
L’ultimo caso in ordine di tempo che fa temere il peggio non solo per le tasche di obbligazionisti e risparmiatori, ma anche in chiave pericolo di scoppio di una crisi sistemica bancaria in Europa è quello di Credito Valtellinese. Il titolo si è avvicinato a un nuovo minimo storico di 0,5 euro oggi dopo il tonfo di anche il -12% del giorno prima. A pesare sul sentiment sono i conti drammatici della banca: il primo trimestre si è chiuso con utili in calo di oltre il -78% a 5,067 milioni di euro, rispetto ai 23,373 milioni dello stesso periodo del 2015.
Se Banco Popolare da parte sua ha pagato le coperture per arginare il buco eventuale creato dalle perdite derivanti dai crediti inesigibili, condizione posta dalla BCE perché l’istituto possa portare a termine l’operazione di fusione con Pop Milano, Credito Valtellinese ha assistito a un aumento delle sofferenze, salite al 6,5% del totale crediti dal 6,3% di un anno fa.
Le banche sotto commissariamento
Sono decisamente numerose le banche a rischio in Italia. Pop Vicenza e Veneto Banca sono state bocciate negli stress test del 2015 della Bce. Qui sotto si possono trovare elencate quelle che erano sotto commissariamento da parte di BANKITALIA l’anno scorso. Un provvedimento di amministrazione straordinaria del genere non significa default, ma è una misura di sicurezza che viene applicata in casi comunque gravi, con l’obiettivo di scongiurare un peggioramento della situazione come per esempio la chiusura della banca.
Banca popolare dell’Etna
Banca Popolare dell’Etruria
Banca delle Marche
CariFerrara
CariChieti
CariLoreto
Banca popolare delle province calabre
BCC Banca Romagna Cooperativa
BCC Irpina
BCC Banca Padovana
Cassa rurale di Folgaria
Credito Trevigiano
Banca di Cascina
Banca Brutia
BCC di terra d’Otranto
Istituto per il credito sportivo

Sono tutti nomi che dovrebbero segnarsi e tenere a mente gli obbligazionisti di bond subordinati e azionisti italiani – che non sono tutelati da alcun decreto legge e rischiano di venire pesantemente danneggiati o di vedere addirittura sparire gli investimenti fatti. 
MA UN ALTRO PASSAGGIO IMPORTANTE RIGUARDA LA ATTENDIBILITA' DEI DATI ..E LA SUFFICIENTE CAPITALIZZAZIONE ANCHE IN PRESENZA DI CET1 ALTO. INFATTI LA BCE HA AVVISATO IL GOVERNO ITALIANO CHE SE OGGI LA CAPITALIZZAZIONE DI UNA BANCA PINCO E' CONSIDERATA SUFFICIENTE ..LA FUSIONE DELLA BANCA PINCO CON UNA BANCA PALLO..DOVRA' PORTARE AD AUMENTI DI CAPITALE DA PARTE DEI DUE ISTITUTI (IL MOTIVO E' SEMPLICE: UNA BANCA DI DIMENSIONI MEDIE COME IL CREDITO VALTELLINESE IN CASO DI DIFFICOLTA' PUO' ESSERE LASCIATA FALLIRE CON  TRANQUILLITA' E GESTITA TRAMITE IL BAIL IN CON PERDITE PER OBBLIGAZIONISTI E CORRENTISTI, MA SE PINCO SI FONDE CON PANCO LA BANCA NUOVA E' DI DIMENSIONI TROPPO GRANDI E IN CASO DI FALLIMENTO O DI DIFFICOLTA' IL BAIL  IN DIVERREBBE DIFFICILMENTE GESTIBILE E IL PROBLEMA DIVVERREBBE SISTEMICO...L'INTERO SISTEMA BANCARIO SAREBBE A RISCHIO E L'INTERA STABILITA' NAZIONALE..CON POSSIBILE EURO ROTTURA.
DEL RESTO L'ITALIA E' PROSSIMA AL BLOCCO DELLA LIBERA CIRCOLAZIONE DEI CAPITALI COSI COME ACCADUTO IN GRECIA...CAPITE BENE CHE SONO GLI STESI CONTROLLORI CHE OGGI CI STANNO AVVISANDO CHE LA SITUAZIONE DELL'INTERO SISTEMA BANCARIO NAZIONALE E' IN PROFONDA CRISI E A DUE PASSI DAL COLLASSO.

Per scegliere un istituto sicuro il consiglio è quello di studiare il patrimonio di vigilanza, criterio che definisce il rapporto tra gli investimenti fatti e il patrimonio dell’istituto. Secondo le regole stabilite in sede europea, un CET1 Ratio (rapporto Core Equity Tier 1) del 10% è il minimo sufficiente. Come si vede nella tabella sotto, la Banca Popolare di Spoleto, per esempio, non rispetta questo requisito. Il secondo parametro da tenere presente è il rating delle agenzie specializzati
 Requisiti patrimoniali della banche italiane nel 2015-2014
 QUESTA PARTE DELL'ARTICOLO E' UNA BAGGIANATA COLOSSALE INFATTI MERCATO LIBERO VI HA RACCONTANTO CHE FINESO INVESTE 11,5 MILIARDI DI LIQUIDITA' DEI CLIENTI IN OBBLIGAZIONI DI UNICREDIT E QUINDI IL CET1 DI FINECO NON E' NEPPURE DA CONSIDERARE..MA SI DEVE OSSERVARE IL CET1 DI UNICREDIT CHE NAVIGA APPENA SOPRA I 10..MA SAPPIAMO BENISSIMO CHE SOLO ARITIFICI CONTABILI REGALANO CETE ILLUSIONI E IL PROBLEMA E' BEN NOTO ALLA BCE..
MA STESSA COSA ACCADE A BANCA FIDEURAM CHE INVESTE QUASI IL 60% IN BOND INTESA SAN PAOLO 
MEDIOLANUM, BANCA GENERALI STIAMO INDAGANDO MA IMMAGINO SITUAZIONI SIMILI DI CONCENTRAZIONE DI RISCHIO. (NON CREDO CHE ABBIANO INVESTITO DIVERSIFICANDO PER PAESE....PENSAT SOLO AI BTP IN MANO ALLE BANCHE E ALLE ASSICURAZIONI.....UNA SOMMA DOPPIA RISPETTO AL 2008...E SE UNA BANCA SISTEMICA DOVESSE ANDARE IN DIFFICOLTA' MANIFESTA...L'INTERO SISTEMA FINANZIARIO NAZIONALE ANDREBBE IN CRISI CON LO SPREAD CHE SALIREBBE RAPIDAMENTE...DEFENESTRANDO RENZI, PORTANDO AL GOVERNO UN MONTI 2 E INTRODUCENDO TASSE, BLOCCHI, CONFISCHE, RISTRUTTURAZIONI E CHISSA' CHE ALTRO. ..IL TUTTO E' GIA'ì SCRITTO....E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO.....
RISCHIO DI CRISI SISTEMICA
L’Italia e le sue banche, piene come sono di crediti inesigibili e situazioni patrimoniali fragili, rappresentano un pericolo reale per l’Europa, in quanto potrebbero scatenare un effetto domino. In borsa il rimbalzo del comparto, iniziato dopo la creazione il mese scorso del fondo Atlante (un veicolo finanziato dai privati volto a iniettare capitale e aiutare a smaltire le sofferenze in portafoglio degli istituti più travagliati) ha avuto vita breve.
Banco Popolare ha annunciato  di aver svalutato crediti inesigibili per 684 milioni di euro nel primo trimestre, un valore quattro volte pari a quello dell’analogo periodo del 2015, e di aver così chiuso i primi tre mesi con una perdita netta di 314 milioni di euro. Insieme a Pop Milano i crediti deteriorati dei due gruppi arrivano a 360 milioni.
Le due società, così come Banca Carige, hanno bisogno di aiuti e liquidità fresca. La Bce ha promesso di dare una mano ma lo farà solo quando vedrà l’approvazione di piani industriali convincenti. Anche rivolgendosi al settore privato come cerca di fare il governo con il fondo Atlante potrebbe non bastare. Trovare 360 milioni di euro non sarà facile.
Insomma, non ci sono abbastanza soldi per salvare tutti e qualche testa salterà. Il rischio è che le banche in bilico facciano la fine del Banco Espirito Santo. L’istituto portoghese è stato diviso in due entità: in una sono stati fatti confluire gli asset peggiori, mentre all’altra sono toccati quelli sani. A pagare il conto in questi casi sono gli azionisti, gli obbligazionisti (nella maggior parte dei casi fondi pensione) e in ultima istanza lo Stato (ossia i contribuenti).  
ALTRA BAGGIANATA..PERCHE' NEL CASO PORTOGHESE NON C'ERA ANCORA IL BAIL IN..E QUINDI A PAGARE NEL CASO ITALIANO SARANNO I CORRENTISTI...A MENO DI UN INTERVENTO STRAORDINARIO ITALIANO APPROVVATO DALLA UE..IPOTESI REMOTA
L’AD di Banco Popolare Pierfrancesco Saviotti ha spiegato durante la conferenza con gli analisti successiva alla pubblicazione dei risultati che le coperture sono solo il primo passo intrapreso per smaltire le sofferenze e che altri accantonamenti seguiranno quest’anno. La Bce chiede che gli accantonamenti coprano il 62% dei crediti maggiormente deteriorati, quelli che rischiano di non essere mai ripagati. Nel primo trimestre la banca è riuscita a raggiungere un tasso del 60% di coperture.
Altri gruppi, fanno sapere banchieri e analisti, potrebbero intraprendere lo stesso percorso di Banco Popolare, vedendosi costrette a varare aumenti di capitale per rimediare alle perdite subite dai tanti non-performing loans (npl) iscritti a bilancio. Questo ha innervosito i mercati, che hanno per esempio perso fiducia nella solidità di Credito Valtellinese dopo la comunicazione del rosso trimestrale record e dell’ammontare colossale di sofferenze.
Secondo le ultime stime a disposizione i prestiti concessi a debitori insolventi rappresentano in media circa il 40% del valore nominale dei bilanci delle banche italiane, ma i prezzi di mercato per questi assset raggiungono un livello al massimo del 30-35% quando il prestito è coperto da una proprietà immobiliare ritenuta di buona qualità.
Anche la Germania è in guai seri
Non può finire bene se si pensa che tre banche italiane stanno accusando perdite pesanti per via del nodo sofferenze e la prima banca d’Europa, Deutsche Bank, ha un’esposizione ai derivati – tra i fattori all’origine della crisi finanziaria del 2008 – pari a 10 volte il PIL Ue. Il titolo sta perdendo progressivamente quota alla Borsa di Francoforte (vedi grafico in basso).
MA LA GERMANIA HA RISORSE DA IMPIEGARE HA UN SISTEMA AL MOMENTO MIGLIORE ..L'ITALIA NO E PENSARE AI PROBLEMI DI CHI STA COMUNQUE MEGLIO E' LA TERZA BAGGIANATA DELL'ARTICOLO.
SE LE COSE DOVESSERO ANDARE MALE SI ANDRA' VERSO UNA EURO ROTTURA E ALLORA VOGLIAMO VEDERE SE STARA' MEGLIO ROMA O BERLINO E SE I RISPARMIATORI NON SARANNO OLOCAUSTIZZATI IN ITALIA PIU' CHE IN GERMANIA
Nei soli primi tre mesi dell’anno il settore bancario tedesco ha perso 21 miliardi di euro. I titoli del settore hanno accusato il colpo in Borsa e il rally iniziato a febbraio si è interrotto bruscamente. Il rallentamento delle attività commerciali ha rallentato il ritmo di crescita dei ricavi della Germania, riducendo di riflesso le entrate nelle casse del governo federale.
Finchè l’esposizione ai derivati del gruppo ha consentito di fare soldi, nessuno prestava veramente attenzione al rischio della bomba derivati. Da aprile Deutsche Bank ha iniziato a vendere contratti Cds (credit default swap per assicurarsi contro l’eventualità di un default) per un valore complessivo di 1,1 miliardi di dollari a JP Morgan, Citigroup e Goldman Sachs.
Deutsche Bank lo sta facendo prima dell’eventuale scoppio di un’altra crisi, che renderebbe gli swap troppo cari e difficilmente vendibili. Anche perché le ultime norme di regolamentazione hanno reso meno redditizio fare affari con lo scambio di contratti derivati. Da parte loro le banche americane, consapevoli della possibilità che si aggravino i problemi di liquidità, colgono l’occasione per coprirsi da questo rischio ora, prima che gli swap diventino troppo costosi.
E L'ITALIA?????

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

FIUUUU!! fineco è fra le TOP sicure alla faccia delle tue gufate!

Anonimo ha detto...

Grande Paolo non ne sbagli una. Sei stato grande come la grande mela

Unknown ha detto...

la popolare di bari dopo la trasformazione in SpA e riduzione del valore delle azioni del 20% come la vedi?

Anonimo ha detto...

Esiste sempre la Popolare di Bari...mah...