L'ACCUMULO DI CAPITALE COME CAUSA DELLA MANCATA CRESCITA ..UN LIBRO DI MERDA SCRITTO DA UN AUTORE PAGATA DAI POTERI FORTI PER GIUSTIFICARE LE TASSE DI SUCCESSIONE. IN REALTA' LE CAUSE DELLA MANCATA CRESCITA VANNO CERCATE NELLE MULTINAZIONALI E NELLE TASSE MAL DISTRIBUITE E ALLA GLOBALIZZAZIONE...MA STA DI FATTO CHE NELLA DITTATURA EUROPEA AVRA' L SUO PERCHE'
Piketty riporta al centro del dibattito il tema della disuguaglianza. E di come questa si perpetua di generazione in generazione, con un capitalismo patrimoniale che si fonda sull’accumulazioni, da parte di pochi, di rendite dovute a beni ereditati. Classe media in declino e freni alla crescita.
IO CREDO CHE QUESTO LIBRO ABBIA L'UNICO VERO PREGIO DI ESSERE DI ESTREMA ATTUALITA'. I POLITICI LO USERANNO PER INTRODURRE PESANTI TASSE DI SUCCESSIONE ..SPECIE LA TROIKA IN ITALIA..E' un libro che non spiega come ci siano modi intelligenti per ridurre questo problema..ma lo fa solo emergere. E' UN LIBRO DEI NOSTRI TEMPI..UN LIBRO CHE DA UN CALCIO ALLA PROPRIETA' PRIVATA, ADDOSSA AD ESSA LA FINE DELLA CLASSE MEDIA..INVECE DI CERCARE ALTRE CAUSE QUALI LA GLOBALIZZAZIONE, MA SOPRATUTTO LA MAL DISTRIBUZIONE DELLE TASSE CHE DANNO TROPPO VANTAGGIO A MULTINAZIONALI E AZIENDE GRANDI LASCIANDO NELLA MERDA LA PICCOLA IMPRENDITORIA..PER NON PARLARE DI TASSE TROPPO ALTE CHE UCCIDONO CONSUMI E VOGLIA DI LAVORARE. TUTTO QUESTO PRINCIPALMENTE DOVUTO AL TROPPO DEBITO IN CIRCOLAZIONE E ALLA ACCETTAZIONE DEL MORAL HAZARD. INFATTI BASTEREBBE CHE IL DEBITO VENISSE RISTRUTTURATO ..IMPOVERENDO I COGLIONI CHE HANNO MALE ALLOCATO LE LORO RICCHEZZE E OTTERREMMO UN OTTIMO RISULTATO DISTRIBUTIVO. UNA TASSA DI SUCCESSIONE E' INVECE UNA OPERAZIONE COMUNISTA CHE NON POTRA' CHE PORTARE ALL'APPIATTIMENTO DEL CITTADINO. QUESTO LIBRO E' IL PEGGIO CHE POTEVA USCIRE QUESTA ESTATE E SICURAMENTE PIACERE AI POLITICI..E AL SISTEMA.
UN’ANALISI DELLA DISUGUAGLIANZA
UN’ANALISI DELLA DISUGUAGLIANZA
Capital in the Twenty-First Century di Thomas Piketty è un contributo importante al pensiero economico. (1) Riporta al centro del dibattito economico e politico il tema della diseguaglianza e della sua perpetuazione tra generazioni attraverso la trasmissione ereditaria delle diverse forme di capitale fisico, finanziario e umano, in una impostazione che può essere definita “classica”. L’analisi di Piketty è rivolta a spiegare il ruolo dell’accumulazione di capitale e della distribuzione del reddito sul e nel processo di crescita dell’economia. L’esito distributivo viene ricondotto a un conflitto tra categorie di percettori, più numerose ed eterogenee rispetto a quelle prese in considerazione da Ricardo o Marx. Non solo i lavoratori si contrappongono ai percettori di redditi da capitale e di rendite ma, all’interno di questa categoria, si distinguono i percettori di rendite finanziarie rispetto a quelli da proprietà immobiliare. Si deve a Piketty l’avere sviluppato, insieme a due colleghi (Anthony Atkinson a Cambridge ed Emmanuel Saez a Berkeley) una metodologia per ricostruire il livello di diseguaglianza nella distribuzione non solo dei redditi, ma anche della ricchezza nel lungo periodo, tanto in quei paesi occidentali dove esiste da tempo un’imposta personale sui redditi, quanto in Cina, in India e in molte nazioni dell’America latina. Raramente, in precedenza, l’analisi della diseguaglianza era stata effettuata nel lungo periodo: anche quando lo si era preso in considerazione, le stime della diseguaglianza riguardavano infatti solo i redditi, e quasi mai la ricchezza.
Il conflitto distributivo appare a Piketty particolarmente rilevante quanto ci si riferisce all’1 per cento più ricco. L’attenzione per tali percettori è un fenomeno molto recente. Per effettuare questa analisi è necessario infatti adottare specifici metodi di stima, condizionati dalle differenze fra i regimi fiscali e fra i tassi di evasione. In particolare, occorre risolvere problemi di comparabilità tra paesi, con particolare riferimento alla stima dei redditi finanziari.
L’analisi di Piketty mostra come i redditi più elevati costituiscano una quota significativa del reddito nazionale e del totale delle entrate fiscali, anche se i rispettivi percettori rappresentano una percentuale molto modesta della popolazione. Il gruppo dell’1 per cento più ricco non comprende d’altra parte solo percettori di redditi da capitale, ma anche di redditi da lavoro. Tra le possibili spiegazioni della crescita dei redditi più elevati si deve annoverare, dunque, anche il funzionamento delmercato internazionale del lavoro. I compensi più alti di alcune categorie di lavoratori come i manager e le cosiddette “superstar”, sono fissati dalle stesse categorie manageriali sulla base di criteri molto diversi da quelli prevalenti nel mercato del lavoro. Negli Stati Uniti(definito paese a diseguaglianza elevata) il reddito disponibile dell’1 per cento più ricco della popolazione è stato stimato, nel 2010, pari a ben il 20 per cento del totale (dati pubblicati dal Congressional Budget Office) essendo cresciuto tra il 2009 e il 2010 con una velocità ben superiore a quella di qualsiasi altro gruppo. In parallelo all’arricchimento progressivo dell’ultimo percentile, si è ridotto il peso della classe “media” (definita come quella che corrisponde al secondo, terzo, e quarto “quintile”, complessivamente al 60 per cento dei percettori): ha ricevuto, nel 2012, una quota pari al solo 45,7 per cento.
Il conflitto distributivo appare a Piketty particolarmente rilevante quanto ci si riferisce all’1 per cento più ricco. L’attenzione per tali percettori è un fenomeno molto recente. Per effettuare questa analisi è necessario infatti adottare specifici metodi di stima, condizionati dalle differenze fra i regimi fiscali e fra i tassi di evasione. In particolare, occorre risolvere problemi di comparabilità tra paesi, con particolare riferimento alla stima dei redditi finanziari.
L’analisi di Piketty mostra come i redditi più elevati costituiscano una quota significativa del reddito nazionale e del totale delle entrate fiscali, anche se i rispettivi percettori rappresentano una percentuale molto modesta della popolazione. Il gruppo dell’1 per cento più ricco non comprende d’altra parte solo percettori di redditi da capitale, ma anche di redditi da lavoro. Tra le possibili spiegazioni della crescita dei redditi più elevati si deve annoverare, dunque, anche il funzionamento delmercato internazionale del lavoro. I compensi più alti di alcune categorie di lavoratori come i manager e le cosiddette “superstar”, sono fissati dalle stesse categorie manageriali sulla base di criteri molto diversi da quelli prevalenti nel mercato del lavoro. Negli Stati Uniti(definito paese a diseguaglianza elevata) il reddito disponibile dell’1 per cento più ricco della popolazione è stato stimato, nel 2010, pari a ben il 20 per cento del totale (dati pubblicati dal Congressional Budget Office) essendo cresciuto tra il 2009 e il 2010 con una velocità ben superiore a quella di qualsiasi altro gruppo. In parallelo all’arricchimento progressivo dell’ultimo percentile, si è ridotto il peso della classe “media” (definita come quella che corrisponde al secondo, terzo, e quarto “quintile”, complessivamente al 60 per cento dei percettori): ha ricevuto, nel 2012, una quota pari al solo 45,7 per cento.
QUANDO IL PASSATO DIVORA IL FUTURO
In un sistema caratterizzato da quello che Piketty definisce il “capitalismo patrimoniale”, fondato sull’accumulazione, da parte di pochi, di redditi costituiti da rendite improduttive, e cioè provenienti dabeni ereditati piuttosto che da beni accumulati con il risparmio originato dai redditi da lavoro, “il passato divora il futuro”. Se il processo di crescita del prodotto netto rallenta a causa di fattori esogeni (demografici o tecnologici) e il capitale cresce più rapidamente del reddito nazionale, i redditi da capitale assumono un’importanza sempre maggiore rispetto ai redditi da lavoro. Non solo aumenta la diseguaglianza, ma si innesta un circolo vizioso tra diseguaglianza e crescita. L’accesso ai gradi più elevati dell’istruzione è infatti costoso e le categorie più povere, ma oggi anche gran parte della “classe media”, ne vengono escluse, provocando un impoverimento del capitale umano. Piketty documenta come per circa un trentennio, dalla ricostruzione post-bellica agli anni Settanta (la cosiddetta “golden age”), il rapido processo di industrializzazione, insieme a politiche fiscali e di spesa pubblica progressive, abbia favorito la crescita della classe media, il consolidamento della democrazia e una crescita elevata in tutti gli Stati occidentali.
Questa fase si è invertita a partire dalla fine dello scorso secolo. In parallelo all’aumento della diseguaglianza si è osservato unrallentamento della crescita, se non un vero e proprio declino, almeno in alcuni paesi. Secondo Piketty, tuttavia, un aumento della diseguaglianza finisce con il frenare la crescita anziché stimolarla.
La pubblicazione di Il Capitale nel XXI secolo è stata accolta da recensioni molto positive su numerosi quotidiani e settimanali. Recentemente, tuttavia, sono apparse alcune critiche, sollecitate da un intervento di Chris Giles, responsabile della parte economica delFinancial Times,circa l’attendibilità delle fonti dei dati nonché della correttezza di alcune stime. I rilievi critici sono stati seguiti da altrettanto numerosi articoli in difesa di Piketty. Lo stesso Piketty ha risposto sottolineando come le analisi delle relazioni tra diseguaglianza e crescita, pur basate su di un’abbondante evidenza empirica, non possano che essere il risultato di un’inferenza imperfetta, dal momento che appartengono all’ambito delle scienze sociali.
Questa fase si è invertita a partire dalla fine dello scorso secolo. In parallelo all’aumento della diseguaglianza si è osservato unrallentamento della crescita, se non un vero e proprio declino, almeno in alcuni paesi. Secondo Piketty, tuttavia, un aumento della diseguaglianza finisce con il frenare la crescita anziché stimolarla.
La pubblicazione di Il Capitale nel XXI secolo è stata accolta da recensioni molto positive su numerosi quotidiani e settimanali. Recentemente, tuttavia, sono apparse alcune critiche, sollecitate da un intervento di Chris Giles, responsabile della parte economica delFinancial Times,circa l’attendibilità delle fonti dei dati nonché della correttezza di alcune stime. I rilievi critici sono stati seguiti da altrettanto numerosi articoli in difesa di Piketty. Lo stesso Piketty ha risposto sottolineando come le analisi delle relazioni tra diseguaglianza e crescita, pur basate su di un’abbondante evidenza empirica, non possano che essere il risultato di un’inferenza imperfetta, dal momento che appartengono all’ambito delle scienze sociali.
L'ACCUMULO DI CAPITALE COME CAUSA DELLA MANCATA CRESCITA ..UN LIBRO DI MERDA SCRITTO DA UN AUTORE PAGATA DAI POTERI FORTI PER GIUSTIFICARE LE TASSE DI SUCCESSIONE. IN REALTA' LE CAUSE DELLA MANCATA CRESCITA VANNO CERCATE NELLE MULTINAZIONALI E NELLE TASSE MAL DISTRIBUITE E ALLA GLOBALIZZAZIONE...MA STA DI FATTO CHE NELLA DITTATURA EUROPEA AVRA' L SUO PERCHE'
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15 commenti:
Il dramma è che la tassa di successione colpirà soprattutto il ceto medio,che è quello che bene o male manda avanti questo disgraziato paese. Rimarranno poche isole felici, in effetti i paesi giovani ed in via di sviluppo come Panama saranno forse l'unico antidoto alla decadenza totale dell'occidente.saludos
Ai comunisti che vogliono distribuire la ricchezza degli altri accumulata con fatica rispondo che io distribuirei a questo punto tutto. Quindi anche il lavoro pubblico ben pagato rispetto a quello che loro producono. Perfino le loro mogli distribuirei a tutti se veramente aspirano ad un comunismo perfetto.
Ma se prendo la residenza a panama e poi continuo a lavorare in italia, che benefici ne traggo?
Non capisco l'ultilità, potete spiegarmela per favore?
Nessun beneficio...solo un costo...del tutto inutile..Sono io che non capisco il tuo pensiero..
Non proprio del tutto inutile, una via di fuga preferenziale per il futuro.
Scusa ..hai ragione tu anonimo delle 17.01
Piketty e il suo Capitalismo del XXI secolo a ferragosto?!?Classi politiche fallimentari alla ricerca di legittimazione?Non ho letto il libro,ma ho ascoltato una conferenza del Prof.Ebbene in quell'occasione mi sembrava non fosse poi tanto originale con le sue tesi.Infatti gli scaffali sono pieni di libri che predicano su tasse di successione perché si riteneva ingiusto che i figli ereditassero dai padri rendite sostanziose di posizione.Questa volta però Piketty infiocchetta quelle tesi con il prezzemolo della giustizia sociale,della diseguaglianza e della crescita che non arriva causa la troppa concentrazione di capitale nelle mani di pochi.Pensa che se fosse più distribuito ci sarebbe maggior sviluppo. Buuh!Non so che dire come allora quando lo sentii:infatti mi deve spiegare se i vari Rotscild,Rokfeller,Jobs e bill Gates,che hanno creato delle reti di cui si servono tutti quanti sono degli squallidi finanzieri accaparratori e pertanto non è giusto che gli eredi percepiscano le royalties anche oggi.Oppure se è ammissibile un capitale comunque dinamico in tutte le sue forme. Piketty sembra adori un sistema capitalistico statico ,che intende criticare e demolire per la sua ingiustizia intrinseca,ma non valuta che le ricchezze e le povertà,cioè le diseguaglianze oggi sono tante:di intelligenza,di moralità,di saggezza,ecc.E non tutto per molti è riducibile all'accumulo di soldi.Allora non fu soddisfacente.Paolo parlava di evitare le tasse di successione con ristrutturazioni delle obbligazioni per maggiore giustizia,io azzererei anche i tassi di interesse...ma d'estate è un mero parlare.Anch'io sono un distributore ,tutti lo siamo perché la nostra ricchezza dipende anche dagli altri,ma bisogna tutelare comunque il frutto della competenza e dell'imprenditorialità...Considerato il periodo ,meglio il mare con amiche ed amici e pensare di tutelare i risparmi di una vita magari all'estero. Così dice Giuvini,e Piketty lasciamolo alle biblioteche perché è l'ultimo mohicano che difende i privilegi della casta accademica e di altri interessi intorno.
il bello è che quando la cosidetta tassa di successione venne abolita, fu fatto in quanto il risultato in termini di gettito era una perdita da parte dello stato. In poche parole: il carrozzone che serviva per imporla e gestirla costava più di quello che si otteneva. E adesso vorrebbero ripristinare quell'obbrobrio.... e tanto per ricordare, i patrimoni che venivano regolarmente toccati erano le quattro palanche della classe media, che naturalmente non avevano e non hanno nessuna possibilità di fuga
La ricchezza privata attuale degli italiani smentisce la tua tesi. Il carrozzone rimarra' ma sara' ossigeno puro per i suoi passeggeri parassiti
Vorrei però segnalare che Bill Gates non ha alcuna intenzione di lasciare in eredità ai figli il suo immenso patrimonio di 76 miliardi di dollari ... Afferma che dovranno vedersela da soli ...
Bill Gates....mmmm. Prima di tutto lo saprai solo alla sua morte che cosa ha fatto...e poi rimane una scelta personale..come quelli che si fanno preti perció vocazione e non per obbligo...
Ognuno deve essere libero di pensare come meglio crede...ma non deve esserci sulla PROPRIETA'E privata nessuna confisca post mortmem..sopratutto in paesi dove le tasse sono estremamente alte come in Italia.
Bill Gates....mmmm. Prima di tutto lo saprai solo alla sua morte che cosa ha fatto...e poi rimane una scelta personale..come quelli che si fanno preti perció vocazione e non per obbligo...
Ognuno deve essere libero di pensare come meglio crede...ma non deve esserci sulla PROPRIETA'E privata nessuna confisca post mortmem..sopratutto in paesi dove le tasse sono estremamente alte come in Italia.
Senza contare che Bill Gates non credo lascera' i soldi a Obama......ma a chi vorra' lui..
MA PERCHE' RAGIONATE CPDA CATTO COMUNISTI. BASTA.....
Ahahah. Non li lascia ai figli, ma a una fondazione.... Che poi gestiranno i figli.
Anche io non voglio lasciare niente ai figli. Metto tutto in un trust, che distribuirà profitti ai miei figli e a chi altro vorrò. In barba a qualsiasi tassa di successione da qui ai prossimi mille anni.
Ma che coooglioni che ci sono in giro. Fatevi tosare non capendo mai un cazzo di quello che viene fatto da gente come Bill Gates.
Ce' una quota di legittima anche negli usa a meno che non ci siano colpe gravi dei figli. Forse prenderanno un miliardo a testa invece che venti... che gossip ridicolo
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