STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


LA RIVISTA IL NORD E' UN VERO RICOVERO DI DISINFORMAZIONE DELLA PEGGIOR SPECIE...L'ESEMPIO DELL'ARTICOLO DI LUCA CAMPOLONGO

I fatti e le opinioni del Nord - ilNord.it

SE L'ITALIA FACESSE DEFAULT, CHE ACCADREBBE CONCRETAMENTE? BREVE MANUALE PER NON ESSERE COLTI IMPREPARATI (E SALVARSI)

 QUESTO ARTICOLO E' SEMPLICEMENTE SPAZZATURA....UN COACERVO DI INESATTEZZE E COSE CHE NON STANNO IN CIELO E IN TERRA..FINO A QUANDO UNO SCONOSCIUTO GIORNALISTA DI PROVINCIA COME LUCA CAMPOLONGO SCRIVE......VA BE,....MA QUANDO UN EDITORE HA LA STUPIDITA' DI PUBBLICARLO E PURE IN PRIMA PAGINA..ALLORA SIAMO VERAMENTE MESSI MALE ..LA DISINFORMAZIONE ARRIVA A LIVELLI DELIRANTI..E UN SACCO DI PECORE CI CREDONO PURE...

 ECCO L'ARTICOLO CON I MIEI COMMENTI


sabato 2 agosto 2014
In queste ore si fa un gran parlare del default dell’Argentina, ma più che della terra che diede i natali ad Evìta Peron, sarebbe il caso di preoccuparsi per dei conti molto più vicini a noi, ovvero a quelli dello stato italiano. Non è un mistero che tutte le previsioni fatte dall’attuale governo siano andare a ramingo, con un tasso di crescita decisamente più basso di quello previsto ed un rapporto debito/PIL che ha raggiunto lo stratosferico livello del 135,6%, ed ogni giorno che passa appare sempre più insostenibile non solo nel lungo, ma anche nel breve periodo. Ma cosa accadrebbe se l’Italia dichiarasse default? Innanzitutto chiariamo cosa significa questo termine, molto esotico, ma perfettamente traducibile con il nostro “fallimento”. In sostanza, l’Italia dichiarerebbe la sua incapacità di rimborsare il debito pubblico accumulato fino ad ora.
Tale debito è così suddiviso:
- 35% banche ed altri intermediari finanziari italiani
- 13% risparmiatori italiani
- 10%BCE
- 30% investitori esteri.
In caso di fallimento, come accade per una qualsiasi azienda privata, il debitore può risultare in tutto o in parte insolvente, ovvero incapace di rimborsare non solo gli interessi, ma anche il capitale preso a prestito. Come possiamo notare, solo il 13% del debito pubblico italiano è direttamente nelle tasche degli italiani, tutto il resto è nelle mani dei cosiddetti “investitori istituzionali”, ovvero operatori finanziari di professione, che lavorano con la finanza consapevoli del rischio di perdere tutto o parte del capitale, anche in caso di cosiddetti titoli a rischio zero come i titoli di stato (ma il tasso di rendimento, ad esempio dei BTP, rappresenta comunque la remunerazione per il rischio). 
La vulgata comune vuole che in caso di fallimento dello stato, ci sarebbe il disastro perché le banche  fallirebbero a loro volta in quanto perderebbero tutto il denaro investito nei titoli di stato. A questa affermazione dobbiamo rispondere “ni”. Infatti le banche e gli istituti finanziari sono abituati a coprirsi dal rischio di fallimento stipulando i cosiddetti CDS, credit default swap, ovvero strumenti finanziari  che, similmente alle polizze assicurative, proteggono da un rischio, in questo caso dal fallimento di uno stato. 

QUESTO GIORNALE..IL NORD..CHE LASCIA SCRIVERE UNA TALE BOIATA A QUESTO CAMPOLONGO E' INDICATORE DI SCARSA SERIETA E DI SCARSA CONOSCENZA DEL MERCATO FINANZIARIO...
COSI' SECONDO LUI BASTA COPRIRSI CON I CDS PER EVITARE PERDITE...E POI..CON L'ITALIA...RIDICOLO SEMPLICEMENTE RIDICOLO..NEPPURE LE PEGGIORI CASALINGHE CI POSSONO CREDERE...

Luca CampolongoNELLA FOTO LUCA CAMPOLONGO...L'ESPRESSIONE DICE GIA' TANTO...
Si tratta di strumenti facoltativi, ma dubitiamo che banche ed istituti finanziari non si siano protetti dal rischio fallimento dello stato italiano, stante la sua cronica situazione di crisi finanziaria. Ovviamente il 13% dei cittadini potrebbe essere considerato a rischio, ma ora cerchiamo di capire se i fatti stanno esattamente in questa  misura.
In base al fiscal compact, lo stato italiano si impegna a portare il proprio debito pubblico rispetto al pil al 60% in 20 anni, il che vuol dire, a cifre di oggi, una mazzata da circa 50-60 miliardi di euro l’anno per 20 anni sui conti dei cittadini italiani, oltre alle tasse che già pagano. Naturalmente banche ed istituti finanziari, in particolare quelli stranieri, godrebbero dei rimborsi, ma contribuirebbero in misura molto minore al pagamento (la tassazione delle banche, grazie anche ai “favori” concessi dai diversi governi, Monti in primis, è ben più bassa di quello di un comune cittadino). 
Conti alla mano, quindi, un fallimento, in termini economici, costerebbe agli italiani meno che onorare il debito attraverso il fiscal compact.

MA QUESTO CAMPOLONGO E' PAZZO O STUPIDO? E SECONDO CAMPOLONGO SI PERMETTEREBBE A UNO STATO DI FARE DEFAULT FACENDO PRENDERE LE PERDITE AGLI ISTITUZIONALI SENZA PRIMA AVER PRESO TUTTI I RISPARMI AI CITTADINI TRAMITE LEGGI AD HOC...
E QUESTO TIPO  NON CONSIDERA I BTP NELLE ASSICURAZIONI CHE SONO DEI CITTADINI..E I FONDI PENSIONE, L'INPS...COSA CREDE CAMPOLONGO..CHE SI SNON COPERTI CON I CDS..MA E' FUORI COME UNA VACCA INCINTA DOPO AVER BEVUTO LITRI DI RUM???
 
Vi è, naturalmente, un aspetto non secondario, che è legato alla “credibilità” di uno stato che fa fallimento. In parole povere, chi acquisterebbe poi il nuovo debito di uno stato che è già fallito una volta? Qui esistono due strade, che si uniscono e che potrebbero poi rappresentare la soluzione. Un’azienda che fallisce  può ripartire da zero, con nuovo slancio se fa tesoro dell’esperienza passata. Basti pensare ad un caso da manuale come Apple: prossima alla bancarotta, grazie all’operato di Steve Jobs (richiamato sul ponte di comando dopo essere stato cacciato via qualche anno prima), è diventata una delle aziende più redditizie al mondo. Portato in ambito politico, questo significa che se l’Italia attuasse tutta una serie di riforme, che non sono quelle pretese dalla ue e che si stanno dimostrando fallimentari, ma legate al buon senso, la credibilità verrebbe rapidamente recuperata e con essa la possibilità di emettere debito pubblico.

MA RIPETO...PRIMA DI FAR FALLIRE LO STATO SI TOGLIE LE RICCHEZZE AI CITTADINI ..E' SEMPRE STATO COSI' E SEMPRE LO SARA'...
INFATTI TUTTE LE LEGGI CAMBIATE IN QUESTI ANNI IN SEDE EUROPEA VANNO IN QUESTA DIREZIONE...PRIMA SI ATTINGE AI CITTADINI E POI SOLO IN ULTIMA ISTANZA..SI FA FALLIRE UNO STATO..
DATO CHE I CITTADINI POSSIEDONO 6000 O 7000 MILA MILIARDI...TRANQUILLI PRIMA DEL DEFAULT ASSISTEREMO ALAL CONFISCA
CAMPOLONGO MA CHE CAZZO SCRIVI E IL NORD DOVREBBE PRENDERTI A PEDATE IN CULO E INVECE TI PUBBLICA PURE...

 La seconda è la riacquisizione della sovranità monetaria: quella strana bestia che hanno tutti gli stati, tranne quelli che hanno aderito all’euro, ovvero la possibilità da parte della banca centrale di acquistare debito pubblico in cambio di moneta. Come tutte le medicine, se abusata può far male, ma nelle giuste dosi aiuta il paziente molto più dei salassi, ovvero delle manovre imposte dalla troika o dalle patrimoniali.
Il fallimento è un evento traumatico, non vi è dubbio, e nel breve ha impatto  sul pil e sulla ricchezza dei cittadini, ma stante la situazione italiana, molto minore di un’agonia per strangolamento come il fiscal compact. E, soprattutto, il fallimento potrebbe essere la grande occasione per fare tabula rasa di decenni di mal governo e ripartire da zero, visto che finora qualsiasi classe dirigente, di destra come di sinistra, ha semplicemente pensato a mantenere sé stessa. Se anche questo non dovesse essere sufficiente, vorrebbe dire che il paese è assolutamente irreformabile, ma a questo punto, fallimento, fiscal compact, sovranità monetaria o l’arrivo dei marziani sarebbe assolutamente inutile per cambiare l’andazzo.
Luca Campolongo

SE QUESTO CAMPPOLONGO NON CAPISCE CHE AZZERARE IL DEBITO CON IL FALLIMENTO EQUIVALE AD AZZERARE IL CREDITO ...VUOL DIRE CHE DEVE ANDARE A SCUOLA...MA ALL'ASILO
IL SIGNO LUCA CAMPOLONGO CON QUESTO ARTICOLO ESPONE IL CITTADINO AL RISCHIO DI CREDERE ALLE SUA PANZANE..
PRIMA DI ARRIVARE AL FALLIMENTO LO STATO DOVRA' SVENDERE IL PATRIMONIO PUBBLICO, TASSARE IL CITTADINO E INFINE CONFISCARE I BENE DEI CITTADINI STESSI.
IL CITTADINO FA PARTE DELLO STATO E NE PAGA LE SUE INEFFICIENZE IN PROPRIO..CON LA SUA PROPRIETA'.
QUESTO CHIEDONO I CREDITORI PRIMA DI ACCETTARE IL DEFAULT E CQUESTO LUCA CAMPOLONGO CHE FA? DICE COSE SENZA CAPO NE COSA..COME IL PIU' STRALUNATO DEI PERSONAGGI DEL PAESE DELLE FAVOLE PER BAMBINI BOCCALONI

BASTA SONO STUFO DI UNA DISINFORMAZIONE DI QUESTO LIVELLO ITALIANI MERITATE DI PERDERE TUTTO..NON SIETE DEGNI DEI RISPARMI CHE AVETE..VI TOGLIERANNO TUTTO E IO NON SAR' CHE FELICE..ESTREMAMENTE FELICE...POPOLO DI BABBIONI

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

il Nord non ha tutti i torti.Il catastrofismo sul default lo fanno enti che hanno interesse a evitarlo.La politica se vuole può dichiarare default senza ammazzare i cittadini come invece fa l'Euro

Anonimo ha detto...

Caro Paolo, mentre fai la tua infinita e precisa informazione, sappi che, come tu dici, molti sono giá saliti sulla tua arca, ma con l'andare del tempo molti altri ne verranno, e avrai tante richieste che non saprai più come dividerti. Stai seduto(metaforicamente) sulla sponda del fiume e aspetta..non manca molto...Carlo A.