IL POPOLO E' SOLO UNA MASSA DI COGLIONI DA SFRUTTARE, DA SCHIAVIZZARE A PROPRIO USO E CONSUMO! ECCO IL MESSAGGIO DELLE BANCHE CENTRALI E DEI NOSTRI GOVERNANTI!
DRAGHI INIETTA FIDUCIA CON LE CHIACCHIERE, BERNANKE CON SOLDI FINTI - LE BORSE SE LI BEVONO, MA LA CRESCITA VERA È UN MIRAGGIO
Non esiste più la politica economica, è solo questione di comunicazione. Lo scopo è convincere che se la ripresa è alle porte, allora ripartono pure credito, consumi e investimenti - Ma se anche arrivasse la crescita in Italia, ci vorranno anni per trasformarla in benessere diffuso…
OTTIMO ARTICOLO DI PENATI SULLA REPUBBLICA..VI SOTTOLINEO IN GIALLO LE PARTI MIGLIORI...IL RISULTATO FINALE? ANDATEVENE CON I RISPARMI E POI CON IL RESTO!
Alessandro Penati per "la Repubblica"
La politica economica è diventata una questione di comunicazione. La
Fed ha creato un'aspettativa continua di quantitative easing, con
l'obiettivo di iniettare fiducia; la Borsa, più sensibile agli umori,
sale, creando un effetto ricchezza; la gente, sentendosi più ricca
dovrebbe consumare di più e le imprese tornare a investire. Ma se Wall
Street ha messo a segno una forte crescita, credito, consumo e
investimenti languono.
La Fed ha fatto però proseliti. Per mettere fine al "ventennio
perduto", Abe ha annunciato una rivoluzione della politica economica
giapponese, mandando il Nikkei alle stelle; anche se per ora si è vista
solo una svalutazione dello Yen vecchio stile; e la Borsa ha
ricominciato a oscillare.
Anche Draghi ha sposato l'approccio mediatico. Prima con l'annuncio
degli acquisti sul mercato di titoli di Stato per difendere l'euro "a
qualunque costo" (anche se non ha mai specificato quando e come
interverrebbe): una sfida al mercato a "vedere" le carte; il mercato ha
passato; Draghi ha vinto la mano e lo spread è sceso. Adesso rilancia
con "la ripresa è dietro l'angolo", lasciando al compagno di merende Saccomanni l'onore
dell'anticipazione...mentre l'altra di banca d'italia..LA TARANTOLA..pilota la comunicazione RAI..e i coglioni ci credono ..
Lo scopo è convincere che se la crescita è alle porte, la crisi è
finita, il debito pubblico diventa sostenibile, il rischio paese e lo
spread spariscono, e la riduzione dei tassi rilancia credito, consumi e
investimenti.
Se la ripresa è dietro l'angolo, l'angolo però non si vede. Il
credito è un indicatore sensibile al ciclo economico. Ma il credito non
si sta espandendo, e addirittura continua a contrarsi (-2% alle imprese
dell'Eurozona a giugno, -4% in Italia). È la stessa politica della Bce
ad aggravare il problema: la Fed ha acquistato attività finanziarie sul
mercato, prevalentemente dalle famiglie, iniettando moneta direttamente
nel settore privato; la Bce lo ha fatto in quantità analoga alla Fed
(tolto oro e valute, 19% del Pil, rispetto al 21% della Fed), ma dalle
banche.
E' uno scambio di attività col sistema bancario, che lo tiene
artificialmente a galla. In Italia, prima di parlare di ripresa,
bisognerebbe capire come le banche rimborseranno 250 miliardi alla Bce a
fine 2014 e quando cominceranno a collocare sul mercato i 400 miliardi
di titoli di Stato in portafoglio.
È vero che molti indicatori ciclici e di fiducia sono migliorati. Ma
gran parte di questi non hanno valore previsivo: forniscono la
rappresentazione di uno stato, confrontato con quello immediatamente
precedente. Le imprese hanno tagliato gli investimenti e le famiglie i
consumi per adeguarsi alle peggiori prospettive. Il fatto che abbiano
rallentato o smesso di tagliare è un miglioramento, ma non implica che
domani staremo meglio. Infatti gli utili attesi delle imprese europee
vengono continuamente rivisti al ribasso. E mentre Draghi annuncia la
ripresa, la stessa Bce ha appena ridotto le stime per l'Eurozona sia per
quest'anno, che il prossimo (a un misero 0,9%).
Compiacersi perché abbiamo rallentato la caduta, o l'abbiamo fermata,
ma rimaniamo a terra, pur sopravvissuti allo schianto, significa aver
perso di vista il problema: l'Europa ha subìto contemporaneamente il
peggior episodio di doppia recessione e il più lungo periodo di
contrazione visti nel dopoguerra. Non se ne esce con la politica degli
annunci. Come negli altri casi, mi sembra rivolta a condizionare i
mercati; ma che crea soltanto l'illusione di poter risolvere i problemi
economici sottostanti.
MERCATO LIBERO AGGIUNGE:
ECCO UN PUNTO FONDAMENTALE..LE AZIENDE CHE IN QUESTI ANNI NON HANNO CHIUSO, NON HANNO DELOCALIZZATO, NON SONO STATE COMPRATE,....HANNO IMPARATO A SOPRAVVIVERE ALLA CRISI..O PERCHE' HANNO UN PRODOTTO ECCEZIONALE O PERCHE' HANNO IMPARATO AD ESPORTARE , O PERCHE' HANNO TANTA LIQUIDITA', O PERCHE' HANNO PRESO LE QUOTE DI MERCATO LASCIATE DAI CONCORRENTI...HANNO TAGLIATO SUI COSTI E IN PARTICOLARE SUL COSTO DEL PERSONALE ..
QUINDI OGGI LE AZIENDE RIESCONO A ESSERE SANE E A CRESCERE MA IN UN MONDO CHE NON POTRA' PIU' ESSERE QUELLO DI PRIMA..GLI SCHIAVI CHE SI STANNO CREANDO SARANNO SEMPRE DI PIU' IN ITALIA (ANCHE PR COLPA DELLE TASSE) E NON POTRANNO CRESCERE. LE MULTINAZIONALI ESCONO VINCENTI..MA NOI NE ABBIAMO POCHE..GLI STATI FORTI PRENDONO TUTTO E QUESTO ACCADE CON LA GERMANIA.
IL CITTADINO, LA FAMIGLIA, I FIGLI NE ESCONO PENALIZZATI PER GENERAZIONI...IN ITALIA NON SI PUO' PIU' CRESCERE..SE VUOI FARE QUALCOSA DI BUONO DEVI ANDARE VIA...MA NON SOLO...SE HAI DEI CAPITALI, DEGLI ONESTI RISPARMI...DEVI PORRE ATTENZIONE ....TE LI PORTERANNO VIA CON TASSE E CONFISCHE..
NON SOLO PATRIMONIALI MA TASSE DI SUCCESSIONE. OGGI E' SUFFICIENTE SPOSTARE I RISPARMI IN SVIZZERA, DOMANI PRENDERE LA RESIDENZA ALL'ESTERO..FRA TRE O 5 ANNI SI DOVRA' RINUNCIARE ALLA CITTADINANZA ITALIANA PER EVITARE DI ESSERE INSEGUITO DA UN FISCO TIRANNO
CONTINUA PENATI
Se anche arrivasse la crescita in Italia, non si trasformerebbe in
benessere diffuso ancora per anni. La crisi del debito italiano (di
Stato e banche) è una crisi del debito collocato all'estero negli anni
dell'euro: gli stranieri non ne vogliono di nuovo, né vogliono
rifinanziare il vecchio. Così l'Italia deve accumulare avanzi delle
partire correnti per esportare il risparmio necessario a riassorbirlo. E
poiché non può svalutare, deve tirare la cinghia, ovvero vendere
all'estero il più possibile di quanto produce.
MA LE ESPORTAZIONI NON POTRANNO RIPARTIRE..PERCHE' L'EURO E' TROPPO FORTE..MA NON SOLO...OGNI VOLTA CHE LO SPREAD SCENDE..L'EURO SI RAFFORZA..NESSUNA POSSIBILITA' DI SUCCESSO..MA NON SOLO ...CHI GUADAGNA BENE ESPORTANDO..PRIMA O POI ..SI DELOCALIZZA TUTTA LA PRODUZIONE O UNA PARTE..SE VUOLE CONTINAURE AD AVERE LIQUIDITA' PER RICERCA E INNOVAZIONE.. SE SI VUOLE PAGARE MENO TASSE, SE SI VUOLE EVITARE LA BUROCRATIZZAZIONE DEL SISTEMA E IL MERCATO DEL LAVORO RIGIDO E COSTOSISSIMO
L'Italia ha raggiunto il pareggio della partite correnti non grazie
alle esportazioni, piatte nel primo trimestre, ma a una caduta media del
7% delle importazioni in sei trimestri consecutivi. Il Pil potrà anche
crescere grazie alle esportazioni, ma dato l'avanzo con l'estero che
bisognerà accumulare e mantenere è illusorio pensare si traduca in una
decisa inversione dei consumi e degli investimenti in un futuro
ragionevolmente prossimo.
DA QUI CARO AMICO CHE CI LEGGI...UN SOLO CONSIGLIO:
SPOSTA I RISPARMI IN SVIZZERA
SPOSTA IL LAVORO ALL'ESTERO
SPOSTA L'IMPRESA ALL'ESTERO
SPOSTA LA RESIDENZA ALL'ESTERO
E LAVORA PER STRAPPARE IL PASSAPORTO ITALIANO PRIMA CHE L'ITALIA TI ROVINI..E CON TE LA TUA FAMIGLIA..L'OLOCAUSTO DELLA FAMIGLIA E' SOLO ALL'INIZIO IN ITALIA...SE ANCHE CI SARA' RIPRESA COL CAZZO CHE NE BENEFICERAI TU!
Al limite dalla svizzera bastera' comprare un po' di titolini italiani....ma i profitti li porto in svizzera..mica li lascio su VENETO BANCA, MPS, BANCA CARIGE O BANCA DELLE MARCHE...
IL POPOLO E' SOLO UNA MASSA DI COGLIONI DA SFRUTTARE, DA SCHIAVIZZARE A PROPRIO USO E CONSUMO! ECCO IL MESSAGGIO DELLE BANCHE CENTRALI E DEI NOSTRI GOVERNANTI!
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3 commenti:
http://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/2013/08/07/neue-eu-regel-sparer-muessen-um-guthaben-unter-100-000-euro-bangen/
Il Folletto
Bellissimo il passaggio dei compagni di merende e del dietro l'angolo che c'è ma non si vede!
i compagni di merende..era una mia aggiunta..ci stava bene nell'articolo..l'altra era di penati
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