PRIMA DI TUTTO VOGLIO RICORDARE CHE IL SIGNOR TRUCCO SE VOLESSE IL BENE DI CHI LO LEGGE DOVREBBE PROPORRE SOLUZIONI IMMEDIATE E NON DI LUNGO PERIODO.
DARE SOLUZIONI PER IL DOMANI PORTA A EVITARE I SUICIDI..COMBATTERE PER FAR CAMBIARE UNO STATO IN MANO A UNA DITTATURA...VA BENE..MA SOLO SE SI TROVANO SOLUZIONI PER IL SUBITO.
Una bellissima immagine di Marco Cacciatore.Oggi, domenica 21 luglio, un velivolo farà volare questo slogan (“l’euro versa sangue italiano”) su di uno striscione sui litorali di Marche, Romagna e Veneto.Per chi ha cercato lo slogan su un motore di ricerca e ha trovato questo articolo, spiego qui le ragioni della mia iniziativa, dedicata al ricordo di Marco Cacciatore di Meda, un giovane di 26 anni disoccupato che si è sparato alla testa per la disperazione. Si fa presto a spiegare le mie ragioni: quando si assiste ad un reato è un dovere morale denunciare chi lo ha commesso, io credo di poter denunciare l’euro come colpevole di induzione al suicidio di Marco Cacciatore, cui è dedicata questa iniziativa, e di molti altri disoccupati. |
CREDO CHE LA COLPA CARO TRUCCO SIA ANCHE DI MARCO CHE NON HA SAPUTO TROVARE ALTRE SOLUZIONI. CREDO CHE SIA ANCHE TUA CARO TRUCCO, NON AVENDO PROPOSTO SOLUZIONI PER IL SUBITO..MA SOLO PER IL DOPO..
MERCATO LIBERO CERCA E PROPONE SOLUZIONI IMMEDIATE E NON LEGATE A MACROCAMBIAMENTI CHE NON SARAI CERTO TU A FAR CAMBIARE..MAGARI IL TUO MESSAGGIO TI DARA' UN PO' DI GLORIA.MA IL RISCHIO E' CHE QUALCUNO DIVENTI VIOLENTO CON IL TUO MESSAGGIO..E COME BEN SAI...VIOLENZA ATTIRA VIOLENZA..
CARO TRUCCO E CARA CARMEN, TENETE PRESENTE ANCHE UNA COSA FONDAMENTALE...SE VI RIBELLATE AL SISTEMA OFFRENDO SOLUZIONI OPERATIVE PER IL SUBITO E NON PER IL DOPO...LA GENTE VA VIA...E PIU' VELOCEMENTE LA GENTE VA VIA..PIU' VELOCMENTE IL SISTEMA COLLASSA E QUINDI PIU' VELOCEMENTE SI PUO' RIPARTIRE DOPO IL DOVUTO SHOCK.
INOLTRE CON L'ANDAR VIA SI METTE IN MOTO UN MECCANISMO DI SELEZIONE NATURALE..DOVE SOLO I MIGLIORI E I PIU' INFORMATI SE NE VANNO...GLI ALTRI SALTANO, MUOIONO..DIVENTANO SCHIAVI..MANON POTEVANO DIRE DI NON SAPERLO..
QUINDI LE SOLUZIONI PER L'IMMEDIATO A PROTEZIONE DEL FUTURO, DEI RISPARMI, DELA CRESCITA E DELLA FAMIGLIA SONO LE BASI DA CUI PARTIRE...NON LA RIVOLUZIONE CONTRO L'EURO
Continua Trucco: Cercherò anche di dimostrare la “mia” tesi, secondo cui esiste un legame tra l’adozione dell’euro in Italia e l’aumento della disoccupazione, oltre che il fallimento di tante imprese. Fattori, questi ultimi, che portano alla disperazione di molti lavoratori disoccupati e imprenditori falliti. Purtroppo le statistiche ci dicono che alcune di queste vittime innocenti non riescono a superare questo trauma e si tolgono la vita, come ha fatto Marco. Per questo ho parlato di sangue versato, del sangue di italiani innocenti indotti al suicidio. Ma non è solo quello dei suicidi il sangue, è anche quello dei bambini che non possono nascere. Chi riesce a sopravvivere alla disoccupazione o al fallimento della sua azienda, avrà comunque la vita distrutta (fino a che non riesce a trovare un nuovo lavoro o avviare una nuova attività), la disoccupazione giovanile impedisce a persone che potrebbero farsi una famiglia, di diventare genitori mettendo al mondo dei figli. Anche perché se in una coppia di giovani pure c’è uno che lavora, per effetto della deflazione dei salari unita alla precarietà dovuta alle “riforme del lavoro” tese a far diventare il Paese più competitivo, queste giovani coppie non possono neppure ottenere un mutuo per comprare la prima casa, figurarsi programmare la nascita di figli. Non solo l’euro è responsabile di quanto già è accaduto sino ad oggi, ma la situazione continuerà a peggiorare sino a livelli per noi inimmaginabili: Grecia e Spagna, che si trovano già ora nella situazione cui noi saremo condannati a trovarci in futuro, se non saremo usciti dall’euro, hanno raggiunto il 60% di disoccupazione giovanile!
Continua Trucco: Cercherò anche di dimostrare la “mia” tesi, secondo cui esiste un legame tra l’adozione dell’euro in Italia e l’aumento della disoccupazione, oltre che il fallimento di tante imprese. Fattori, questi ultimi, che portano alla disperazione di molti lavoratori disoccupati e imprenditori falliti. Purtroppo le statistiche ci dicono che alcune di queste vittime innocenti non riescono a superare questo trauma e si tolgono la vita, come ha fatto Marco. Per questo ho parlato di sangue versato, del sangue di italiani innocenti indotti al suicidio. Ma non è solo quello dei suicidi il sangue, è anche quello dei bambini che non possono nascere. Chi riesce a sopravvivere alla disoccupazione o al fallimento della sua azienda, avrà comunque la vita distrutta (fino a che non riesce a trovare un nuovo lavoro o avviare una nuova attività), la disoccupazione giovanile impedisce a persone che potrebbero farsi una famiglia, di diventare genitori mettendo al mondo dei figli. Anche perché se in una coppia di giovani pure c’è uno che lavora, per effetto della deflazione dei salari unita alla precarietà dovuta alle “riforme del lavoro” tese a far diventare il Paese più competitivo, queste giovani coppie non possono neppure ottenere un mutuo per comprare la prima casa, figurarsi programmare la nascita di figli. Non solo l’euro è responsabile di quanto già è accaduto sino ad oggi, ma la situazione continuerà a peggiorare sino a livelli per noi inimmaginabili: Grecia e Spagna, che si trovano già ora nella situazione cui noi saremo condannati a trovarci in futuro, se non saremo usciti dall’euro, hanno raggiunto il 60% di disoccupazione giovanile!
TRUCCO TUTTE COSE GIUSTISSIME..MA QUELLO CHE NON VUOI CAPIRE, CHE MENTRE MERCATO LIBERO E IL GRANDE BLUFF STANNO AIUTANDO LA GENTE CON SOLUZIONI OPERATIVE DI PROTEZIONE E DI NUOVA VITA (DAI CONTI IN SVIZZERA AL TRUST, ALLA DELOCALIZZAZIONE DI IMPRESE E FAMIGLIE, DAL PROGETTO PANAMA A DUBAI ECC ECC) TU NON OFFRI SOLUZIONI IMMEDIATE..MENTRE QUESTE PERSONE MUOIONO...LA COLPA E' QUINDI ANCHE TUA, DI CARME, DI BAGNAI...COLPEVOLI DI NON AVER FATTO NULLA DI VERAMENTE CONCRETO PER AIUTARE I PROPRI LETTORI..SE NON DUE ARTICOLI E UN MESSAGGIO CHE ISTIGA ALLA VIOLENZA CHE VOLA PER I CIELI DEL'ITALIA
Per fortuna la soluzione a questo problema è possibile: occorre uscire
dall’unione monetaria (non dall’Europa, solo dall’euro). Chi cerca
di farci credere che questo epilogo sia impossibile, chi fa
del terrorismo su questo scenario, chi rema a favore di un prolungamento
della sesta fase del ciclo di Frenkel in Italia, ha una gravissima
responsabilità, si sta
macchiando del sangue di tanti italiani innocenti. Dopo tutto l’euro
non è una persona, è solo uno strumento di morte, è chi ha la paternità
politica della sua adozione e del suo mantenimento il vero assassino, ma
per evitare querele è meglio che io mi fermi qui.
ANCHE QUI CARO TRUCCO HAI RAGIONE MA PERDI DI VISTA LA COSA PIU' IMPORTANTE: LA TUA VITA. QUELLA DEI TUOI CARI E DEL TUO FUTURO.
IL GIORNO CHE L'EURO ESCE DI SCENA ARRIVA UNA SITUAZIONE ARGENTINA...E TU CHE NON L'HAI VISSUTA..MI DOMANDO SE TI FIDI VERAMENTE DELLE PERSONE COME BAGNAI E BORGHI...SEMPLICI PROFESSORINI DI PROVINCIA...GENTE CHE NON HA MAI FATTO L'IMPRENDITORE E CHE NON SA NULLA DI COME SI MUOVE L'ECONOMIA REALE..
METTERE IN PROTEZIONE TE E IL TUO FUTURO E QUELLO DELLE PERSONE CHE TI SEGUONO DOVREBBE ESSERE IL TUO MANDATO PRINCIPALE..ALTRIMENTI LA TUA FILOSOFIA E' QUELLA DI UN DON CHISCIOTTE CONTRO I MULINI..
MENTRE TU E I TUOI ADEPTI, O QUELLI DI BAGNAI, CERCANO DI BATTERE A DUELLO L'EURO...L'EURO CONTINUA A MIETERE VITTIME E CREARE POVERTA' E DISPERAZIONE.
E NON SO CHI SIA PIU' COLPEVOLO...SE L'EURO E I SUOI DITTATORI..O GENTE COME TE, CARMEN, BAGNAI BORGHI CON LE VOSTRE IDEE CHE NON AIUTANO LE PERSONE A USCIRE DA QUESTO CASINO...
MI SEMBRATE COME CHI VUOLE AIUTARE GLI EBREI A SALVARSI COMBATTENDO CON FUCILI DI PLASTICA CONTRO L'ESERCITO NAZISTA. MOLTO MEGLIO E' CERCARE DI FAR SCAPPARE OGNI SINGOLO EBREO DAI GHETTI O DAI CAMPI DI CONCENTRAMENTO..NON CREDETE?
Se la prossima raccolta di fondi per far volare nuovamente lo striscione ad agosto avrà buon esito (tornate sul sito nei prossimi giorni per ricevere informazioni oppure scrivetemi all’indirizzo info@truccofinanza.it per esprimere sin da ora la vostra disponibilità a sostenere l’iniziativa con una donazione), ripeterò il volo a ferragosto, data in cui era originariamente programmato (poi, per via di una promozione imperdibile, ho scelto di anticipare anche a luglio, benché non avessi ancora pronto il “manifesto” anti-euro definitivo). Potete sostenere questa battaglia anche senza donare, semplicemente aiutando a divulgare questa denuncia segnalandola a quante più persone possibile.
MI SEMBRATE COME CHI VUOLE AIUTARE GLI EBREI A SALVARSI COMBATTENDO CON FUCILI DI PLASTICA CONTRO L'ESERCITO NAZISTA. MOLTO MEGLIO E' CERCARE DI FAR SCAPPARE OGNI SINGOLO EBREO DAI GHETTI O DAI CAMPI DI CONCENTRAMENTO..NON CREDETE?
Se la prossima raccolta di fondi per far volare nuovamente lo striscione ad agosto avrà buon esito (tornate sul sito nei prossimi giorni per ricevere informazioni oppure scrivetemi all’indirizzo info@truccofinanza.it per esprimere sin da ora la vostra disponibilità a sostenere l’iniziativa con una donazione), ripeterò il volo a ferragosto, data in cui era originariamente programmato (poi, per via di una promozione imperdibile, ho scelto di anticipare anche a luglio, benché non avessi ancora pronto il “manifesto” anti-euro definitivo). Potete sostenere questa battaglia anche senza donare, semplicemente aiutando a divulgare questa denuncia segnalandola a quante più persone possibile.
IO INVECE SONO CONTRO QUESTA INIZIATIVA CHE DIREI INUTILMENTE DANNOSA E TI PROVOCO CHIEDENDO DI CAMBIARE IL MESSAGGIO IN:
ITALIANI ANDATE VIA DA QUESTO PAESE CON I RISPARMI E LE IMPRESE.
COSI' FARAI UN VERO SERVIZIO E IN QUESTO CASO MI AVRAI AL TUO FIANCO DA SUBITO.
Per comprendere bene il rapporto di causalità tra moneta unica e declino della nostra economia, da cui deriva il drastico aumento della disoccupazione, sarebbe meglio per voi se vi documentaste bene leggendo un libro dedicato all’argomento quale “Il tramonto dell’euro” del professor Bagnai, economista italiano che sta dedicando tutte le sue energie a combattere questa battaglia, anche attraverso un blog dai contenuti gratuiti. Nella speranza che lo facciate, mi voglio comunque cimentare in un articolo divulgativo rivolto a tutti per cercare di spiegare in breve questa tremenda crisi in cui ci troviamo. Spero di essere chiaro.
Per comprendere bene il rapporto di causalità tra moneta unica e declino della nostra economia, da cui deriva il drastico aumento della disoccupazione, sarebbe meglio per voi se vi documentaste bene leggendo un libro dedicato all’argomento quale “Il tramonto dell’euro” del professor Bagnai, economista italiano che sta dedicando tutte le sue energie a combattere questa battaglia, anche attraverso un blog dai contenuti gratuiti. Nella speranza che lo facciate, mi voglio comunque cimentare in un articolo divulgativo rivolto a tutti per cercare di spiegare in breve questa tremenda crisi in cui ci troviamo. Spero di essere chiaro.
ECCOLO ANCORA UNA VOLTA CHE RISALTA FUORI QUESTO PROFESSORINO IN CERCA DI GLORIA...BAGNAI...CON IL SUO LIBRETTO CHE CERCA DI DIVULGARE FRA GLI ADEPTI ...CON MESSAGGI CHE MERCATO LIBERO E ALTRI BLOG RACCONTAVAMO 6 ANNI FA..4 ANNI FA...QUANDO ANCORA CI COMPORTAVAMO DA DON CHISCIOTTE.
OGGI NOI SIAMO AVANTI AI VARI BAGNAI ...E SIAMO LI' OGNI GIORNO A PORTARE IN SALVO UNO A UNO I NOSTRI LETTORI, CHI CON L'ORO, CHI CON LA RESIDENZA A PANAMA, CHI CON L'UNIVERSITA' A LONDRA, O UN LAVORO A OSLO...ECC ECC...
Non vorrei annoiarvi troppo con delle nozioni di economia, purtroppo però è necessario. Ma cercherò di farla breve. Per capire come stanno le cose vi debbo parlare del ciclo di Frenkel (trovate le spiegazioni di questo ciclo su internet e ne “Il tramonto dell’euro“, pag 134-164, io la farò esageratamente breve, perché questo non è un trattato di economia). Ogniqualvolta nella storia una nazione in via di sviluppo ha agganciato la sua moneta a quella di una nazione con una economia più forte, e nel contempo ha liberalizzato la circolazione dei capitali, tutte le volte si è verificata una concatenazione di eventi che va sotto il nome di ciclo di Frenkel, dal nome dell’economista che l’ha teorizzata, che ha portato a spiacevoli conseguenze per il Paese che si è agganciato alla valuta forte. Adottando l’euro, la cui emissione è centralizzata e sottratta alla iniziativa nazionale, “l’Italia e gli altri Paesi PIIGS si sono ridotti al rango di paesi emergenti che devono prendere in prestito una moneta straniera” (citazione dal Nobel Krugman), ed il ciclo di Frenkel si è applica dunque anche a noi. Con una aggravante: che il meccanismo della moneta unica rallenta il processo o addirittura lo blocca nella fase sei, la fase deleteria, come vedremo tra poco. Ma andiamo con ordine. Un Paese che aderisce al cambio fisso con una valuta piùforte della propria, liberalizza i mercati finanziari interni ed i flussi di capitali dall’estero, sta entrando in un ciclo di Frenkel. Se al cambio fisso sostituiamo la moneta unica, erede diretta del marco tedesco, moneta più forte della nostra lira, il discorso non cambia di molto (se non per la maggiore difficoltà a uscire dalla fase sei).
Non vorrei annoiarvi troppo con delle nozioni di economia, purtroppo però è necessario. Ma cercherò di farla breve. Per capire come stanno le cose vi debbo parlare del ciclo di Frenkel (trovate le spiegazioni di questo ciclo su internet e ne “Il tramonto dell’euro“, pag 134-164, io la farò esageratamente breve, perché questo non è un trattato di economia). Ogniqualvolta nella storia una nazione in via di sviluppo ha agganciato la sua moneta a quella di una nazione con una economia più forte, e nel contempo ha liberalizzato la circolazione dei capitali, tutte le volte si è verificata una concatenazione di eventi che va sotto il nome di ciclo di Frenkel, dal nome dell’economista che l’ha teorizzata, che ha portato a spiacevoli conseguenze per il Paese che si è agganciato alla valuta forte. Adottando l’euro, la cui emissione è centralizzata e sottratta alla iniziativa nazionale, “l’Italia e gli altri Paesi PIIGS si sono ridotti al rango di paesi emergenti che devono prendere in prestito una moneta straniera” (citazione dal Nobel Krugman), ed il ciclo di Frenkel si è applica dunque anche a noi. Con una aggravante: che il meccanismo della moneta unica rallenta il processo o addirittura lo blocca nella fase sei, la fase deleteria, come vedremo tra poco. Ma andiamo con ordine. Un Paese che aderisce al cambio fisso con una valuta piùforte della propria, liberalizza i mercati finanziari interni ed i flussi di capitali dall’estero, sta entrando in un ciclo di Frenkel. Se al cambio fisso sostituiamo la moneta unica, erede diretta del marco tedesco, moneta più forte della nostra lira, il discorso non cambia di molto (se non per la maggiore difficoltà a uscire dalla fase sei).
O MAMMA COME SE NON LO SAPESSIMO...E DOPO ANNI E ANNI DI QUESTA DISGRAZIA...SE USCISSIMO DALL'EURO..TUTTI QUESTI ANNI DI COSTRIZIONE VERREBBERO FATTI PAGARE AI RISPARMIATORI IN POCHE ORE...CON L'OLOCAUSTO DEI RISPARMI..
Nelle fasi iniziali del ciclo ha luogo un’enorme flusso di capitali esteri dai paesi più forti (ove i tassi sono più bassi) verso i paesi più deboli (a inflazione e tassi leggermente superiori quindi più remunerativi), determinando così un forte indebitamento estero sia pubblico che, soprattutto, privato (frutto di una concessione eccessiva di credito). Questo credito facile favorisce il surriscaldamento dell’economia e l’inflazione nei paesi periferici e determina un aumento delle importazioni che va di pari passo con una riduzione delle esportazioni (perché le loro merci diventano via via meno competitive). Da parte sua la Germania comprime i salari e tiene bassa l’inflazione, realizzando nei fatti una svalutazione competitiva (i suoi prezzi relativi restano più bassi); senza quella correzione che il mercato normalmente realizza con il riallinemento del cambio (in questo caso senza moneta unica si avrebbe avuto un apprezzamento del marco e un deprezzamento delle altre valute) il surplus tedesco ed il deficit dei PIIGS nel saldo dei conti con l’estero diventano strutturali. E così la bolla del debito estero si gonfia sempre di più. Ma a metà del ciclo, quando l’eccessivo gonfiarsi della bolla del debito estero minaccia di scoppiare, di solito un evento catalizzatore provoca un brusco dietro-front (nel nostro caso la crisi dei subprime dagli USA), i creditori esteri ed i mercati che si scoprono all’improvviso troppo esposti iniziano a temere per il rientro dei loro investimenti, e si ha un deflusso netto di capitali. Da qui lo spread che abbiamo imparato a conoscere: il tasso di interesse sui debiti pubblici e privati si incrementa sensibilmente (incorporando i rischi di controparte ma anche di svalutazione, che il mercato è abile a prevedere, intuendo l’insostenibilità del cambio fisso o dell’unione monetaria) e si determina un credit crunch (stretta creditizia), sia dovuta alla sfiducia delle banche straniere a prestare, che alla difficoltà delle banche locali. Qui inizia l’inferno, la diabolica fase sei del ciclo in cui siamo ormai intrappolati da tempo: si entra in recessione e poi in depressione economica, il governo che non sa far di meglio è costretto ad adottare politiche di austerità pro-cicliche che acuiscono la crisi, riducendo la spesa pubblica e quindi anche i redditi privati che ne derivano. I tassi di interesse elevati scoraggiano gli investimenti produttivi, lo stato alza le tasse e magari non paga i debiti verso le imprese, le aziende devono tagliare i costi, alcune chiudono, alcune si trasferiscono, alcune falliscono, fallendo si trascinano dietro anche le aziende e le banche loro creditrici, lo Stato è costretto ad intervenire e subito dopo deve tagliare la spesa e applicare nuove tasse perché non può aumentare il proprio deficit. Ma il calo di consumi e spesa privata fanno comunque crollare le entrate fiscali e quindi il debito pubblico diventa ingestibile e costringe lo stato a nuovi tagli. Ovvie le implicazioni sull’occupazione, che inizia a calare drasticamente e costantemente. I mercati, che sono meno irrazionali di quanto si creda, sono i primi a comprendere che questo circolo vizioso non può che portare all’insolvenza se non si corre subito alla fase sette, e rendono la situazione ancora più insostenibile con la loro azione speculativa che accelera l’aumento dei tassi di interesse. Ma proprio grazie all’azione dei mercati (che fanno velocemente esaurire le riserve di valuta pregiata della banca centrale del paese emergente fino a che questa si ostina a difendere il cambio fisso), per i Paesi a valuta sovrana che si erano agganciati ad un’altra valuta, la fase sei si consuma velocemente e la nazione è costretta ad abbandonare il cambio fisso e svalutare, cioè passare alla settima ed ultima fase dei ciclo di Frenkel (come fece ad esempio l’Italia ai tempi della lira, quando fu costretta ad uscire dallo SME).
Nelle fasi iniziali del ciclo ha luogo un’enorme flusso di capitali esteri dai paesi più forti (ove i tassi sono più bassi) verso i paesi più deboli (a inflazione e tassi leggermente superiori quindi più remunerativi), determinando così un forte indebitamento estero sia pubblico che, soprattutto, privato (frutto di una concessione eccessiva di credito). Questo credito facile favorisce il surriscaldamento dell’economia e l’inflazione nei paesi periferici e determina un aumento delle importazioni che va di pari passo con una riduzione delle esportazioni (perché le loro merci diventano via via meno competitive). Da parte sua la Germania comprime i salari e tiene bassa l’inflazione, realizzando nei fatti una svalutazione competitiva (i suoi prezzi relativi restano più bassi); senza quella correzione che il mercato normalmente realizza con il riallinemento del cambio (in questo caso senza moneta unica si avrebbe avuto un apprezzamento del marco e un deprezzamento delle altre valute) il surplus tedesco ed il deficit dei PIIGS nel saldo dei conti con l’estero diventano strutturali. E così la bolla del debito estero si gonfia sempre di più. Ma a metà del ciclo, quando l’eccessivo gonfiarsi della bolla del debito estero minaccia di scoppiare, di solito un evento catalizzatore provoca un brusco dietro-front (nel nostro caso la crisi dei subprime dagli USA), i creditori esteri ed i mercati che si scoprono all’improvviso troppo esposti iniziano a temere per il rientro dei loro investimenti, e si ha un deflusso netto di capitali. Da qui lo spread che abbiamo imparato a conoscere: il tasso di interesse sui debiti pubblici e privati si incrementa sensibilmente (incorporando i rischi di controparte ma anche di svalutazione, che il mercato è abile a prevedere, intuendo l’insostenibilità del cambio fisso o dell’unione monetaria) e si determina un credit crunch (stretta creditizia), sia dovuta alla sfiducia delle banche straniere a prestare, che alla difficoltà delle banche locali. Qui inizia l’inferno, la diabolica fase sei del ciclo in cui siamo ormai intrappolati da tempo: si entra in recessione e poi in depressione economica, il governo che non sa far di meglio è costretto ad adottare politiche di austerità pro-cicliche che acuiscono la crisi, riducendo la spesa pubblica e quindi anche i redditi privati che ne derivano. I tassi di interesse elevati scoraggiano gli investimenti produttivi, lo stato alza le tasse e magari non paga i debiti verso le imprese, le aziende devono tagliare i costi, alcune chiudono, alcune si trasferiscono, alcune falliscono, fallendo si trascinano dietro anche le aziende e le banche loro creditrici, lo Stato è costretto ad intervenire e subito dopo deve tagliare la spesa e applicare nuove tasse perché non può aumentare il proprio deficit. Ma il calo di consumi e spesa privata fanno comunque crollare le entrate fiscali e quindi il debito pubblico diventa ingestibile e costringe lo stato a nuovi tagli. Ovvie le implicazioni sull’occupazione, che inizia a calare drasticamente e costantemente. I mercati, che sono meno irrazionali di quanto si creda, sono i primi a comprendere che questo circolo vizioso non può che portare all’insolvenza se non si corre subito alla fase sette, e rendono la situazione ancora più insostenibile con la loro azione speculativa che accelera l’aumento dei tassi di interesse. Ma proprio grazie all’azione dei mercati (che fanno velocemente esaurire le riserve di valuta pregiata della banca centrale del paese emergente fino a che questa si ostina a difendere il cambio fisso), per i Paesi a valuta sovrana che si erano agganciati ad un’altra valuta, la fase sei si consuma velocemente e la nazione è costretta ad abbandonare il cambio fisso e svalutare, cioè passare alla settima ed ultima fase dei ciclo di Frenkel (come fece ad esempio l’Italia ai tempi della lira, quando fu costretta ad uscire dallo SME).
BEN DIVERSO CARO TRUCCO, ERA L'USCITA DALLO SME DELL'ITALIA..LO SME DURAVA DA POCO TEMPO E NOI ERAVAMO VERAMENTE UNA POTENZA ECONOMICA...OGGI SIAMO PICCOLI PICCOLI CON UN DEBITO MOSTRUOSO E SENZA INDUSTRIA...COME PENSI CHE SI POSSANO PARAGONARE LE DUE SITUAZIONI...EPPURE TU HAI PARLATO DI SVALUTAZIONE DELL'EURO ITALIANO..E BEH..ALLORA SAPPI CHE LA SVALUTAZIONE SAREBBE DEL 50% MINIMO..(IL CHE VORREBBE DIRE CHE PER TORNARE AL PUNTO DI PARTENZA IL RECUPERO DOVREBBE ESSERE DEL 100%.
PER CHI AVESSE MESSO IN PROTEZIONE I RISPARMI...ALL'ESTERO, IN CASO DI USCITA DALL'EURO DIVERREBBE MOLTO PIU' RICCO..
QUINDI SE TU CARO TRUCCO FOSSI COERENTE DOVRESTI PRIMA DI TUTTO PREOCCUPARTI DI LOTTARE PER FAR METTERE IN PROTEZIONE I RISPARMI DELLE PERSONE
ALTRIMENTI CARO TRUCCO...CON LA SVALUTAZIONE ARRIVEREBBERO LE GRANDI MULTINAZIONALI ESTERE CHE COMPREREBBERO TUTTO E TUTTI (COME GIA' FANNO) E NOI ITALIANI AVREMMO PERSO TUTTO. SE INVECE I CAPITALI DEGLI ITALIANI FOSSERO FUORI...POTREBBE RO RIENTRARE E FAR RIPARTIRE IL SISTEMA.
COME I LETTORI POSSONO CAPIRE ..TRUCCO SI CONTRADDICE, E CON LUI IL PROFESSORINI BORGHI E BAGNAI ..QUANDO VUOLE L'USICTA DELL'ITALIA DALL'EURO SENZA PORTARE AVANTI UNA FORTE BATTAGLIA DI SENSIBILIZZAZIONE AD ANDARSENE FIN CHE SI E' IN TEMPO DAL PAESE
Al contrario, la situazione dei paesi PIIGS dentro l’eurozona, ora
che non hanno più una loro moneta sovrana, è terribilmente più
pericolosa e apparentemente senza uscita. Passare alla fase sette del
ciclo di Frenkel, soprattutto per un Paese come l’Italia con
fondamentali economici relativamente forti (l’Italia infatti, non
dimentichiamolo, è in avanzo primario nei suoi conti pubblici),
permetterebbe infatti di avere una forte propulsione grazie alla
svalutazione, e riportare velocemente l’economia sulla carreggiata della
crescita. L’euro invece crea i
presupposti perché una nazione possa incancrenirsi nella depressione
economica molto più a lungo (basti pensare alla Grecia), rispetto ad una
“normale” fase sei, per varie ragioni, non solo perché
priva i mercati finanziari della possibilità di obbligare lo
sganciamento del cambio, ma anche perchè è più complicato (ma per
fortuna non impossibile), riconquistare la sovranità monetaria e tornare
ad una propria moneta nazionale, e poi per via del meccanismo infernale
Target 2
con cui in teoria si può alimentare – tramite la BCE – quasi
all’infinito, un indebitamento estero illimitato. E allora che succede?
Accade che non potendo svalutare le lire (o la dracma, l’escudo, la
peseta, la sterlina irlandese) che ormai non esistono più, i mercati
svalutano tutte le altre attività finanziarie italiane, a partire
ovviamente dai titoli di stato, fino ad arrivare alle azioni delle
aziende quotate, che divengono facili prede dei creditori esteri (e
tanti “gioielli di famiglia”, se ci si sofferma nella fase sei,
passeranno in mani straniere).
ANCHE CON LA SVALUTAZIONE SI SVENDEREBBE L'ITALIA (QUELLO CHE ACADDE NEL 92 NO?)
LA VERA SOLUZIONE E' SOGGETTIVA, ANDARSENE DALL'ITALIA FIN CHE SI PUO'...E QUESTA SOLUZIONE E' QUELLA CHE PER ASSURDO E' LA VINCENTE PER IL NOSTRO PAESE STESSO
SE UNO VERAMENTE VUOLE IL BENE DELL'ITALIA...O IMBRACCIA IL FUCILE..O VA VIA ...PER UN GIORNO TORNARE..SOLO QUANDO CI SARANNO OPPORTUNITA'
PROPRIO COME HANNO FATTO MIGLIAIA DI IMPRENDITORI IN QUESTI ANNI
Molti dei fattori citati sopra (aziende che chiudono o licenziano, stato che riduce il pubblico impiego) non fanno che abbassare i livelli occupazionali, e questa accresciuta disoccupazione, purtroppo, è funzionale alla strategia suicida di deflazione interna per riconquistare la competitività rimanendo nell’euro, e consente di evitare il più a lungo possibile di passare alla fase sette, ovvero al ripristino del cambio fluttuante e della sovranità monetaria. Livelli elevati di disoccupazione infatti sono utili a far calare i salari (come spiega la curva di Phillips): infatti se aumenta l’offerta di lavoro (per via del maggior numero di disoccupati) scende il suo “prezzo”, cioè il livello dei salari. Questo mentre l’emergenza finaziaria permette di derogare alle regole della democrazia e di smantellare diritti dei lavoratori acquisiti in decenni in poche settimane. Ma può questa strada della “deflazione interna”, per quanto dolorosa, riportare un Paese come l’Italia sul sentiero della crescita? No, serve soltanto a prolungare quasi all’infinito la fase sei del ciclo di Frenkel! Perché se anche fosse che una maggiore disoccupazione e minori salari possano far calare l’inflazione e recuperare competitività verso la Germania (perché è vero anche che la competitività non dipende solo dal costo dal lavoro, ma anche da investimenti in ricerca e sviluppo), al tempo stesso essi contribuiscono, insieme alle politiche di austerità fatte dal Governo (con tasse portate a livelli demenziali come quelle italiane), a far crollare la domanda interna e deprimere l’economia, con l’effetto paradossale di far crescere invece che diminuire il rapporto debito/Pil (sia debito pubblico che privato), che così diventa vieppiù insostenibile. Prova ne è che la situazione di un Paese come la Grecia, da più tempo e con maggior forza avviata su questo sentiero, non fa che peggiorare, con livelli di disoccupazione totale e giovanile, arrivati a livelli del 27% e del 60% rispettivamente! Anche la Lettonia, che ha tentato la strada della “svalutazione interna” (cioè l’abbassamento dei salari) nel 2007, ha avuto come risultato un crollo del PIL superiore al 20%! La sola soluzione ai problemi dei paesi PIIGS (a meno che l’Europa diventasse una unione fiscale come lo Stato italiano, dove la Germania ed i Paesi del Nord Europa accettassero di redistribuire centinaia di miliardi di euro ai paesi periferici, cosa impensabilee forse nemmeno desiderabile), è quella di sfondare la porta ed uscire dall’euro. Questo scenario, su cui viene fatto un inaccettabile terrorismo, pone problematiche tecniche non indifferenti, ma tutte risolvibili (se ne sono occupati in particolare economisti quali Roger Bootle e Jacques Sapir, oltre ai nostri Alberto Bagnai e Claudio Borghi Aquilini). Qualunque exit strategy certamente ha anche dei costi (uscire dall’euro non sarà indolore come non esserci mai entrati, la scelta intelligente fatta da Gran Bretagna ed altre nazioni europee), ma se vi informerete su questo aspetto, di cui oggi non ho tempo di parlarvi, scoprirete che sono costi di gran lunga inferiori a quello che certi media vorrebbero farvi credere, e di gran lunga meno sanguinosi dei costi della permanenza nella moneta unica, anche ammettendo che sia possibile restare a tempo indeterminato dentro questa unione monetaria.
Molti dei fattori citati sopra (aziende che chiudono o licenziano, stato che riduce il pubblico impiego) non fanno che abbassare i livelli occupazionali, e questa accresciuta disoccupazione, purtroppo, è funzionale alla strategia suicida di deflazione interna per riconquistare la competitività rimanendo nell’euro, e consente di evitare il più a lungo possibile di passare alla fase sette, ovvero al ripristino del cambio fluttuante e della sovranità monetaria. Livelli elevati di disoccupazione infatti sono utili a far calare i salari (come spiega la curva di Phillips): infatti se aumenta l’offerta di lavoro (per via del maggior numero di disoccupati) scende il suo “prezzo”, cioè il livello dei salari. Questo mentre l’emergenza finaziaria permette di derogare alle regole della democrazia e di smantellare diritti dei lavoratori acquisiti in decenni in poche settimane. Ma può questa strada della “deflazione interna”, per quanto dolorosa, riportare un Paese come l’Italia sul sentiero della crescita? No, serve soltanto a prolungare quasi all’infinito la fase sei del ciclo di Frenkel! Perché se anche fosse che una maggiore disoccupazione e minori salari possano far calare l’inflazione e recuperare competitività verso la Germania (perché è vero anche che la competitività non dipende solo dal costo dal lavoro, ma anche da investimenti in ricerca e sviluppo), al tempo stesso essi contribuiscono, insieme alle politiche di austerità fatte dal Governo (con tasse portate a livelli demenziali come quelle italiane), a far crollare la domanda interna e deprimere l’economia, con l’effetto paradossale di far crescere invece che diminuire il rapporto debito/Pil (sia debito pubblico che privato), che così diventa vieppiù insostenibile. Prova ne è che la situazione di un Paese come la Grecia, da più tempo e con maggior forza avviata su questo sentiero, non fa che peggiorare, con livelli di disoccupazione totale e giovanile, arrivati a livelli del 27% e del 60% rispettivamente! Anche la Lettonia, che ha tentato la strada della “svalutazione interna” (cioè l’abbassamento dei salari) nel 2007, ha avuto come risultato un crollo del PIL superiore al 20%! La sola soluzione ai problemi dei paesi PIIGS (a meno che l’Europa diventasse una unione fiscale come lo Stato italiano, dove la Germania ed i Paesi del Nord Europa accettassero di redistribuire centinaia di miliardi di euro ai paesi periferici, cosa impensabilee forse nemmeno desiderabile), è quella di sfondare la porta ed uscire dall’euro. Questo scenario, su cui viene fatto un inaccettabile terrorismo, pone problematiche tecniche non indifferenti, ma tutte risolvibili (se ne sono occupati in particolare economisti quali Roger Bootle e Jacques Sapir, oltre ai nostri Alberto Bagnai e Claudio Borghi Aquilini). Qualunque exit strategy certamente ha anche dei costi (uscire dall’euro non sarà indolore come non esserci mai entrati, la scelta intelligente fatta da Gran Bretagna ed altre nazioni europee), ma se vi informerete su questo aspetto, di cui oggi non ho tempo di parlarvi, scoprirete che sono costi di gran lunga inferiori a quello che certi media vorrebbero farvi credere, e di gran lunga meno sanguinosi dei costi della permanenza nella moneta unica, anche ammettendo che sia possibile restare a tempo indeterminato dentro questa unione monetaria.
CARO TRUCCO I COSTI CI SONO E TU LI AMETTI E IL QUANTO GRANDI..DIPENDERA' ANCHE DA QUANDO USCIREMO E CON CHE GOVERNO USCIREMO.
VISTO CHE TU NON SEI AL GOVERNO E NON CREDO CHE CI ANDRAI...SAREBBE MEGLIO CHE TI FOCALIZZASSI A FAR ANDAR VIA TUTTI COLORO CHE POSSONO DALL'ITALIA ...E IN FRETTA...SOLO COSI' SARESTI RAZIONALE E COERENTE CON LE COSE VERE CHE SCRIVI..
DESCRIVI BENE LA SITUAZIONE MA NON FOCALIZZI LE SOLUZIONI
Il prezzo di non voler vedere questa soluzione e di continuare ancora a lungo a pagare questi costi, è la condanna di molti italiani ad avere la vita distrutta da una depressione economica senza fine. Il prezzo è la svendita della nostra democrazia rimpiazzata dal regime di viscidi euro-burocrati che nessuno ha mai eletto (e degli economisti prezzolati loro complici), cui lasciare decidere la sorte dei cittadini italiani, un tempo popolo sovrano.
Il prezzo è la distruzione o la svendita all’estero delle imprese italiane, facendo terra bruciata e colonizzata del nostro invidiabile tessuto produttivo e manifatturiero.
Il prezzo è quello di condannare milioni di lavoratori italiani a salari da fame e lavoro precario, e altri milioni alla disoccupazione più odiosa, quella di chi sa che non ha speranza di ritrovare un lavoro, nonché condannare l’Italia ad un vertiginoso calo demografico.
Il prezzo è continuare a versare il sangue di tanti innocenti come Marco Cacciatore, e lasciare che il loro sangue sia stato versato invano.
Se avete letto questa denuncia e la condividete, per favore cercate di divulgarla il più possibile nella vostra cerchia di conoscenze.
Vi rubo solo più pochi istanti per i ringraziamenti. Vorrei ringraziare Marco Cacciatore per avermi dato l’ispirazione (Dio, quanto vorrei che non me la avesse data e che fosse ancora tra noi) ed avermi costretto a ripetere l’iniziativa degli striscioni volanti contro l’euro, benché io sappia che è una forma di lotta molto poco efficace (ma non sapevo cosa altro potevo fare?). Se qualche suo familiare stesse leggendo colgo l’occasione per esprimergli le mie condoglianze. Ringrazio i patrioti che hanno contribuito a finanziare una parte dei costi del volo di oggi e tutti coloro che contribuiranno a finanziare il volo di ferragosto (se siete tra questi scrivetemi a info@truccofinanza.it per esprimere la disponibilità a versare, indicando anche quale cifra), saranno elencati i nomi di chi accetterà di apparire in un futuro articolo, c’è spazio anche per degli sponsor commerciali (scrivere allo stesso indirizzo di sopra per info). Ringrazio gli attivisti che non hanno potuto contribuire per impossibilità di natura economica ma faranno del loro meglio per diffondere questa iniziativa. Ringrazio Carmen Gallus, editrice dell’ottimo sito web Voci dall’estero, per aver sacrificato una domenica di sole a correggere ed ottimizzare la bozza di questo piccolo manifesto anti-euro. Ringrazio i giornalisti o i conduttori di trasmissioni televisive di contenuto politico economico che vorranno intervistarmi (naturalmente gratis, oppure versando un contributo per il prossimo volo, io non voglio che qualcuno possa anche solo pensare che combatto questa battaglia per intascare qualcosa) e darmi la possibilità di diffondere questa denuncia (tra pochi giorni avrò il materiale video del volo che posso mettere a disposizione per la realizzazione di servizi). Ringrazio tutti i politici che vorranno sostenere questa lotta nelle sedi istituzionali e mi metto a a loro disposizione a titolo completamente gratuito per fornire tutte le informazioni che posso (ma sappiate che non sono un economista accademico). Ringrazio la compagnia Aertraining Lavoro Aereo per aver fatto delle condizioni di particolare favore per il servizio. Con l’aiuto di persone come voi e con il vostro impegno in questa battaglia, forse l’Italia ha una speranza.
Il prezzo di non voler vedere questa soluzione e di continuare ancora a lungo a pagare questi costi, è la condanna di molti italiani ad avere la vita distrutta da una depressione economica senza fine. Il prezzo è la svendita della nostra democrazia rimpiazzata dal regime di viscidi euro-burocrati che nessuno ha mai eletto (e degli economisti prezzolati loro complici), cui lasciare decidere la sorte dei cittadini italiani, un tempo popolo sovrano.
Il prezzo è la distruzione o la svendita all’estero delle imprese italiane, facendo terra bruciata e colonizzata del nostro invidiabile tessuto produttivo e manifatturiero.
Il prezzo è quello di condannare milioni di lavoratori italiani a salari da fame e lavoro precario, e altri milioni alla disoccupazione più odiosa, quella di chi sa che non ha speranza di ritrovare un lavoro, nonché condannare l’Italia ad un vertiginoso calo demografico.
Il prezzo è continuare a versare il sangue di tanti innocenti come Marco Cacciatore, e lasciare che il loro sangue sia stato versato invano.
Se avete letto questa denuncia e la condividete, per favore cercate di divulgarla il più possibile nella vostra cerchia di conoscenze.
Vi rubo solo più pochi istanti per i ringraziamenti. Vorrei ringraziare Marco Cacciatore per avermi dato l’ispirazione (Dio, quanto vorrei che non me la avesse data e che fosse ancora tra noi) ed avermi costretto a ripetere l’iniziativa degli striscioni volanti contro l’euro, benché io sappia che è una forma di lotta molto poco efficace (ma non sapevo cosa altro potevo fare?). Se qualche suo familiare stesse leggendo colgo l’occasione per esprimergli le mie condoglianze. Ringrazio i patrioti che hanno contribuito a finanziare una parte dei costi del volo di oggi e tutti coloro che contribuiranno a finanziare il volo di ferragosto (se siete tra questi scrivetemi a info@truccofinanza.it per esprimere la disponibilità a versare, indicando anche quale cifra), saranno elencati i nomi di chi accetterà di apparire in un futuro articolo, c’è spazio anche per degli sponsor commerciali (scrivere allo stesso indirizzo di sopra per info). Ringrazio gli attivisti che non hanno potuto contribuire per impossibilità di natura economica ma faranno del loro meglio per diffondere questa iniziativa. Ringrazio Carmen Gallus, editrice dell’ottimo sito web Voci dall’estero, per aver sacrificato una domenica di sole a correggere ed ottimizzare la bozza di questo piccolo manifesto anti-euro. Ringrazio i giornalisti o i conduttori di trasmissioni televisive di contenuto politico economico che vorranno intervistarmi (naturalmente gratis, oppure versando un contributo per il prossimo volo, io non voglio che qualcuno possa anche solo pensare che combatto questa battaglia per intascare qualcosa) e darmi la possibilità di diffondere questa denuncia (tra pochi giorni avrò il materiale video del volo che posso mettere a disposizione per la realizzazione di servizi). Ringrazio tutti i politici che vorranno sostenere questa lotta nelle sedi istituzionali e mi metto a a loro disposizione a titolo completamente gratuito per fornire tutte le informazioni che posso (ma sappiate che non sono un economista accademico). Ringrazio la compagnia Aertraining Lavoro Aereo per aver fatto delle condizioni di particolare favore per il servizio. Con l’aiuto di persone come voi e con il vostro impegno in questa battaglia, forse l’Italia ha una speranza.
19 commenti:
Grandissimo articolo paolo! i miei complimenti come al solito. Roberto (quello di berlino)
sostituisca il nome Bagnai nell'articolo e ci metta il nome Benetazzo e si ottiene la stessa cosa
Bagnai sta facendo quello che Benetazzo ha sempre fatto. Comizi, conferenze pagate, discutere dell'ovvio
Ciao Paolo, come dici spesso tu, il tuo blog non è per tutti ma solo per "chi se lo può permettere", nel senso che è necessario avere del risparmio accantonato o essere imprenditori che possono delocalizzare; non capisco perchè te la prendi con coloro che tu accusi di non proporre soluzioni, scusa ma permettimi la domanda: "le tue soluzioni, alla fin fine, per chi sono?" Mi sembra di poter affermare: per pochi. Sei indubbiamente una persona dinamica e capace, a volte, però, un "tantinino" arrogante. Che alternativa prospetti per chi non rientra nelle due categorie summenzionate? L'Italia, purtroppo, sembra ineluttabilmente destinata a fare una brutta fine, cosa può cambiare se acceleriamo il processo uscendo dall'Euro? Se questo dovesse accadere, si potrebbe almeno tentare di intraprendere il processo di ricostruzione del tessuto economico (ma anche e soprattutto di quello sociale e morale), sempre che gli italiani ne siano capaci e qui i dubbi non sono pochi. Le uscite di sicurezza che tu metti sul tavolo sono assolutamente valide, ricordati sempre che sono destinate solo ad una piccola percentuale della popolazione italiana. In ogni caso ti faccio i miei complimenti, questa piccola critica nulla toglie alla bontà del lavoro che svolgi.
Caro Sig. Bagnai, dobbiamo tornare alla moneta nazionale non per diventare più ricchi o per fare affari, ma per evitare una guerra civile. Non tutti possono lasciare l'Italia. Come dice lei, sono necessari risparmi consistenti (minimo 200.000 euro) e anche il patrimonio immobiliare della maggioranza degli italiani è costituito da una "prima casa" e da seconde case di scarso valore (al paesello di origine della famiglia). Aggiungo pure che per trovare lavoro all'estero è necessaria una qualche professionalità "richiesta" e la conoscenza, molto buona, almeno dell'Inglese. Pur condividendo quanto lei dice (con disponibilità importanti seguire i suoi consigli significa salvare la propria ricchezza e probabilmente aumentarla in maniera significativa) non posso non farle notare che per la maggioranza degli italiani l'uscita dalla moneta unica è l'unica alternativa al disastro.
Giorgio
avvistato l'aereo sul litorale marchigiano!!!!
Quindi i topi fuggono dalla nave che affonda? E quelli che non possono fuggire perché non hanno una lira? E se potessero, Dubaj e la Svizzera avrebbero dovuto accoglier 60 milioni di persone incapaci semplicemente di lottare per riprendersi il proprio Paese. Meraviglioso! Non esistono la dignità e il coraggio.E i topi fuggono...
Una domanda. Supponiamo che TUTTI gli italiani, per mettere al sicuro i loro risparmi subito, li trasferiscano in Svizzera. Niente più soldi alle banche in Italia, niente più averi in italia. Questo porterebbe ad un risanamento e ad una uscita dalla crisi del nostro Paese? POtresti argomentare in che modo ciò avverrebbe?
Grazie,
Grande Paolo, sei un volpone. Sempre ad associare al blog i nomi dei campioni degli italioti che navigano in internet per continuare ad informarsi senza agire. Chissà che magari la maggior visibilità di regali qualche facoltoso che stufo di sentire il Bagnai o il Grillo di turno, finalmente, si decide e muove il culo prima che... quanto dicono i vari scienziati e tuttologi nostrani... si avveri.
Lei è veramente un signore. Complimenti per la sua educazione e la sua intelligenza, deve proprio essere una persona squisita.
Viva l'Italia.
QUALCUNO NE SA' QUALCOSA?
http://www.articolotre.com/2013/07/la-grecia-conia-ela-la-moneta-complementare-alleuro/190457
Letta ha detto oggi che chi ha portato soldi all'estero li deve riportare indietro
Ho letto anch'io nei sottotitoli del tg2 la notizia che i tempi sono cambiati e chi ha portato i soldi all'estero deve riportarli in Italia, ma anche per quelli de localizzati legalmente ?
Le banche svizzere sono stracolme di Euro proprio per riuscire a contenere la rivalutazione del CHF. Il primo paese colpito da un implosione della zona Euro sarebbe proprio la Svizzera. L'idea di pararsi le terga spostando i capitali in Svizzera è vecchia e, ora come ora, assolutamente demenziale
Ma mi chiedo perche' si deve essere vittima di questo sistema se uno puo' avere una via di fuga ... tutto nella vita e' commisurato alle capacita' che abbiamo di farci valere, se in questo momento un paese come l'Italia non e' capace di offrire delle opportunita' uno se le va a cercare all'estero !!! non fa una grinza, e tanti saluti al popolo di raccomandati, stronzi, piagnoni che hanno sempre alimentato una classe politica incapace in cambio di favori, abusi, prebende etc etc .. e che non sono scesi in piazza di fronte alle peggiori ruberie perpetrate ai loro danni. Topi? il sorcio e' un animale bellissimo .. Cit. Frank Zappa: Rat-Tomago ...
GIACO...se tutti andasseso via il sistema imploderebbe e tutto potrebbe ripartire ...se tutto rimane come ora le grandi multinazionali prendono tutta la torta..
se non capisci che l'unica soluzione e' far saltare il sistema attuale dammi un colpo di telefono...io sono sempre a disposizione
emilio simone, grazie mille, ma a ringraziarmi ci pensano gia' le migliaia di perosne che io e la mia informzione hanno salvato.
viva l'italia una volta che salta qusto sistema
letta parla sempre dei soldi non ufficiali...tranquilli...possibile che non capite
Luciano, l'unica cosa demenziale qui sei tu e il tuo essere coglione.
direi che tua moglie ha ragione quando si sfoga su youporn è fantastica..mmmm che pompe..
brutto pirla...la svizzera piena di euro...ma li leggi i bilanci brutto coglione che non sei altro...leggi prima di sparare cazzate ITALIOTA DI MERDA
OPS..LUCIANO ...HO VISTO ORA...SEI UN ADEPTO DI BAGNAI...ADESSO HO CAPITO TUTTO...ahahhahhah
e sei pure poco dotato intellettualmente..come molti dei suoi adepti...
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