STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


TURCHIA E BRASILE MILLE VOLTE MEGLIO CHE ITALIA E SPAGNA! LORO SONO VIVI..NOI SIAMO POPOLO DI ZOMBIE!

BRASILIANI E TURCHI IN PIAZZA ...ITALIANI AL MARE!

E' veramente singolare questo atteggiamento di noi italiani o spagnoli e tutto sommato anche greci, di fronte al declino economico che continua nella sua drammatica ferocia senza che si riesca a trovare il modo per fermare la caduta. ...disoccupazione, perdita di pensioni, ospedali scuole, debiti, riduzioni delle liberta' individuali, confische di risparmi, ben poche speranze di miglioramento....EPPURE BEN POCHI SONO COLORO CHE SI LAMENTANO..E CHE VANNO IN PIAZZA CON FORZA E VIGORE. IL SISTEMA OCCIDENTALE NON HA SPERIMENTATO LE RIVOLTE DELLE MASSE...E I POTENTI POLITICI E OLIGARCHI SONO FORSE LORO STESSI PIACEVOLMENTE SORPRESI DI ESSERE RIUSCITI A MANTENERE IL POTERE E IL CONTROLLO CON UNA CERTA FACILITA'.

Perchè  nessuno prova a  trovare e adottare misure adeguate alla gravità della situazione?
Perchè si continua a tentare disperatamente di  trovare soluzioni POLITICHE assolutamente improbabili i cui effetti sono solo quelli di procrastinare nel tempo il tonfo finale al quale siamo inesorabilmente votati?
IN PATICOLARE DOBBIAMO CHIEDERCI PERCHE' NOI ITALIANI O SPAGNOLI PREFERIAMO ANDARE AL MARE MENTRE ALTROVE LA GENTE SI MOBILITA.
Forse che difendere un parco cittadino come in Turchia, oppure contrastare l'aumento di qualche centesimo sulle tariffe dei mezzi pubblici come in Brasile sia più importante e vitale di ciò che sta succedendo in Italia? 
Fino a quando continueremo a consentire alle (apparentemente) contrapposte parti politiche di dire bugie e ci accontenteremo ipocritamente oppure per effettiva incapacità di giudizio critico, di credere alle favole che ci vengono propinate, alle illusioni dei giornali e della televisione, non avremo mai la forza sufficiente di scendere in piazza e imporre, in modo assolutamente pacifico, il cambiamento.
MA VOGLIO AGGIUNGERE UNA CONSIDERAZIONE BEN PIU' IMPORTANTE CHE E' LA VERA DIFFERENZA FRA QUELLO CHE ACCADE IN TURCHIA E BRASILE IN QUESTE ORE RISPETTO AL LASSISMO DEL POPOLO EUROPEO.
E QUESTA CONSIDERAZIONE E' TALMENTE VERA E IMPORTANTE CHE NESSUN GIORNALE NE DA RISALTO IN QUESTA EUROPA DECLINANTE E CONTROLLATA DA UNA DITTATURA BANCOCENTRICA CAPACE DI ANNEBBIARE LE MENTI DELLE MASSE ...
Il fuoco della contestazione popolare si è acceso in Turchia dove  il Pil negli ultimi anni e' salito in maniera importante, e in Brasile, dove da qualche anno è in atto un miracolo economico senza precedenti in America latina. Sono popolazioni giovani e che crescendo vogliono piu' diritti (è quasi naturale)
In Grecia, in Spagna in Italia, invece, nazioni intrappolate nella morsa recessiva, dove da anni l’impoverimento avanza senza sosta, nessuno va in piazza, o meglio vanno solo gli stessi politici che hanno causato questo dissesto...spacciandosi per i NUOVI SALVATORI.
La popolazione in Italia  è vecchia, rincoglionita dalla televisione e dalla politica,  da anni in cui ha goduto di benefici..ora giorno dopo giorno tolgono loro qualcosa...ma lentamente...come un cancro che ogni giorno avanza..ogni tanto sembra che stai meglio...ma dopo pochi giorni peggiori..fino alla morte...per mancanza di cure..
 La piazza in Italia e in mezza Europa è luogo celebrativo di fazioni politiche ed oratori che incitano alla discriminazione: greci contro immigrati, nordisti italiani contro il Sud, catalani contro spagnoli, E QUANDO VA BENE..ITALIANI CONTRO TEDESCHI...
MEGLIO METTERE GLI UNI CONTRO GLI ALTRI CHE PUNTARE IL DITO VERSO IL VERO MALE DELL'EUROPA : LA CLASSE POLITICA DITTATORIALE TEDESCA E IL CONTROLLO DEL SISTEMA BANCARIO E MULTINAZIONALE CHE TENDONO A IMPOVERIRE IL POPOLO E CONTROLLARLO GIORNO DOPO GIORNO DI PIU' FINO A SPIARE TUTTE LE COMUNICAZIONI, AZZERARE L'USO DEL CONTANTE, E VERIFICARE OGNI TIPO DI ACQUISTO E SPESA CHE UN ESSERE UMANO FA DALLA SUA NASCITA PER POTERLO UN GIORNO RICATTARE...
QUINDI, mentre in Turchia e Brasile le proteste vengono da una classe di operai e poveri che vogliono accedere alla classe borghese in un ambiente in cui c'è stata e c'e a tutt'oggi CRESCITA ECONOMICA, IN ITALIA O SPAGNA  la recessione, l’aumento della disoccupazione e dell’impoverimento non solo non  trovano spazi nelle manifestazioni di piazza ma crea assuefazione fra le masse che preferiscono lamentarsi in un bar o al massimo dare ragione o torto a imbonitori politici nelle piazze (che non propongono nulla che possa permettere un cambiamento vero e radicale alle condizioni di vita)
Tutto ciò sembra un controsenso, ma non è così. L’ultima grande contestazione europea risale al lontano 1968 quando l’Europa era popolata da nazioni emergenti, che si rialzavano dalla devastazione della Seconda Guerra mondiale e che crescevano a ritmi simili a quelli delle odierne economie emergenti. Allora operai e studenti riempirono le piazze di tutto il continente. Costoro avevano in comune la speranza: i primi di offrire ai figli un’esistenza migliore attraverso un sistema d’istruzione di prima classe accessibile a tutti; i secondi di creare una società migliore, non schiavizzata dalle logiche della guerra fredda. Alla base c’erano richieste sociali ed economiche molto simili a quelle dei tunisini, brasiliani e turchi: il benessere di cui si gode deve essere distribuito il più equamente possibile.
Le richieste della moderna contestazione in TURCHIA E BRASILE , come quelle del lontano 1968 in Europa, esulano dai bisogni attuali dei paesi ricchi ed industrializzati. I brasiliani non chiedono un posto fisso e una pensione decente a sessant’tanni ma trasporti miglioriospedali efficienti, buone scuole e meno corruzione. Sono domande dirette al miglioramento delle infrastrutture socio-economiche e della gestione della cosa pubblica. I turchi non manifestano contro l’eccessiva tassazione o il dilagare del precariato ma contro un Primo ministro che vuole imporre comportamenti arcaici, quali il controllo dell’uso dell’alcol, ad una popolazione occidentalizzata e sofisticata. Neppure i giovani tunisini si preoccupano di avere un’occupazione, lavoro e opportunità individuali nelle economie emergenti non mancano.
Paradossalmente e quasi senza accorgercene nel ricco Occidente la grande recessione e la nascita di grandi disuguaglianze non ha fatto nascere movimenti di VERA PROTESTA (se non in minima parte...vedi grillo e la sua autodistruzione).
Ha ha portato la gente a concentrarsi sul privato: sul salario che non basta ad arrivare alla fine del mese, sulle tasse che non si sa come pagare così via e sugli ipotetici nemici che hanno creato questa situazione, dagli emigrati ai compatrioti. All’impoverimento economico, dunque, si accompagna anche quello sociale e l’unico sfogo diventa il populismo settario ed irrazionale.
Anche in Italia, in Grecia, in Spagna la scuola sforna ormai ignoranti e la sanità fa acqua da tutte le parti, ma nessun si sognerebbe di scendere in piazza e di paralizzare il paese per questo, come invece è successo in Brasile. In piazza si va ad ascoltare i grandi illusionisti della politica.
La decadenza economica ci sta togliendo tutto, anche il diritto sacrosanto di scendere in piazza. Ecco perché in nazioni dove la crescita è sostenuta c’è la contestazione mentre a casa nostra, con una contrazione economica nel 2012 del 2,7 si discute di diarie, scontrini e delle spese dei ministri. Un bilancio triste per il nostro paese e per tutta l’Europa
L'IMPORTANTE E' CHE AGLI ITALIANI RIMANGA SEMPRE IL PALLONE, LA PASTASCIUTTA E ...LA SPIAGGIA AD AGOSTO...
(Articolo preparato con l'aiuto di due scritti trovati nella rete, in particolare uno è stato preparato da Loretta Napoleoni di cui non condivido alcuni suoi pensieri, ma su quanto ha spiegato nel suo ultimo articolo non si puo' che darle ragione) 

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

Unicredit. I vertici confermano: sì alla confisca dei risparmi dei clienti per salvare le banche.

-Redazione- 23 giugno 2013- Allarme rosso.

Ecco cosa ha dichiarato niente di meno che il numero uno di Unicredit: “I risparmi che non sono garantiti da alcuna tutela potrebbero essere usati in futuro per contribuire al salvataggio delle banche a rischio fallimento.
Lo ha detto Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit. “Far partecipare i risparmi non assicurati al piano di salvataggio delle banche e’ accettabile, posto che sia una soluzione comune in Europa”, ha dichiarato il manager del principale istituto di credito italiano.
“L’Unione Europea dovrà introdurre leggi identiche e condivise nei vari stati membri” – ha concluso.

http://www.articolotre.com/2013/06/unicredit-i-vertici-confermano-si-alla-confisca-dei-risparmi-dei-clienti-per-salvare-le-banche/181869

ML ha detto...

notizia del 5 aprile...data da mercato libero 1 minuto dopo le dichiarazioni di ghizzoni...esempio di come le persone non si informano...
la regola è sempre la stessa..il 90% del popolo la prende in quel posto..il 10% prende la scialuppa prime degli altri...

Anonimo ha detto...

Credo siano pochi coloro a cui non piace il mare…. io lo adoro, non certo di domenica e non certo ad agosto, quando trascorrerò invece alcuni giorni di vacanza con famiglia e amici proprio a Berlino; occasione anche per un giro perlustrativo nei quartieri segnalati da ML e grandebluff, non si sa mai che possa partecipare ad uno dei vostri gruppi di acquisto.
A proposito di investimenti, di tedeschi e di spiagge, desideravo condividere con Lei una frase di un mio conoscente tedesco che ogni anno viene a Grado, località balneare friulana, perché “the beach from Grado is the nearest beach for us. To the beaches in north of Germany or in west of France we have more distance”.
Mi colpisce la percezione che hanno i tedeschi/austriaci delle spiagge friulane, che per molti di loro, a seconda dei Länder in cui abitano, sono le spiagge più vicine. Allora, perché non pensare a formare gruppi di acquisto per comperare appartamenti a prezzi scontati nelle località balneari italiane per rivenderle successivamente in Austria, Germania o in Svizzera sfruttando i contatti che Lei sicuramente già ha in questi paesi?
Raffaella

Anonimo ha detto...

Quella italiana si chiama RASSEGNAZIONE. Maurizio

Andrea Azzali ha detto...

La verità è che sono troppo pochi quelli che per ora pagano il prezzo...tutti i dipendenti pubblici stanno come se la crisi non ci fosse e sono il 50% dei votanti. Questi della crisi non risentono anzi beneficiano del calo dei prezzi ma votano...perché mai i nostri governanti dovrebbero limitare il loro potere e andare contro il 50% dei votanti? Meglio continuare a controllare l'economia e tassare e mazziare chi lavora (imprenditori professionisti e dipendenti privati)... siamo uno stato marcio, metà italia vive alle spalle dell'altra meta'...metà vuole le riforme e l'altra metà vuole continuare a gozzovigliare...se andassimo in piazza ci troveremmo anziché supportati saremmo ctiticati..alla fine qui se maggna e se ruba e si sta bene ci direbbe qualche magistrato pagato 15.000 euro al mese che non rischia nulla e prolunga le cause per anni. Paolo la risposta al quesito del tuo articolo è che SIAMO POCHI a volere davvero il cambiamento e se ansassimo in piazza seremmo minoranza.