L'ARGENTINA ESPROPRIA LA REPSOL AGLI SPAGNOLI: NAZIONALIZZARE I MONOPOLI E' NECESSARIO ANCHE IN ITALIA
L'ITALIA DEVE LA SUA RICCHEZZA ALLA CREAZIONE DELL'IRI. OGGI L'ITALIA DEVE LA SUA POVERTA' ALLO SMANTELLAMENTO DELL'IRI GESTITO CON LOGICHE DI TANGENTI E FAVORI A IMPRENDITORII AMIC NEGLI ANNI 90!
L’IRI - acronimo di Istituto per la Ricostruzione Industriale - è stato un ente pubblico italiano, istituito nel 1933 per iniziativa dell’allora capo del Governo Benito Mussolini al fine di evitare il fallimento delle principali banche italiane (Commerciale, Credito Italianoe Banco di Roma) e con esse il crollo dell’economia, già provata dalla crisi economica mondiale iniziata nel 1929.
Nel dopoguerra allargò progressivamente i suoi settori di intervento e fu l'ente che modernizzò e rilanciò l'economia italiana durante soprattutto gli anni '50 e '60; nel 1980 l'IRI era un gruppo di circa 1.000 società con più di 500.000 dipendenti. Per molti anni l'IRI fu la più grande azienda industriale al di fuori degli Stati Uniti d'America;
In italia si dovrebbero nazionalizzare tutti i MONOPOLI E GLI OLIGOPOLI E NON SOLO...
Il problema piu' grande in Italia oggi è che il sistema paese non ha FLUSSI DI CASSA. LE AZIENDE CHE ABBIAMO PRIVATIZZATO NEGLI ULTIMI 15 ANNI sono state sfruttate dai proprietari. Le rendite monopolistiche (pagate da noi consumatori) sono finite nelle tasche di pochissimi soggetti, spesso esteri che hanno utilizzato questi extraprofitti per investire altrove. Le aziende si sono via via impoverite e con esse L'ITALIA INTERA.
L'Argentina espropria la Repsol Madrid minaccia ritorsioni
Il presidente Kirchner nazionalizza i giacimenti del gruppo petrolifero spagnolo. Funzionari del governo entrano nella sede della società e cacciano i dirigenti iberici
di OMERO CIAINel discorso in tv la Kirchner ha difeso il decreto di esproprio (lo Stato controllerà il 51 per cento della compagnia mentre il restante 49 percento verrà diviso tra i governatori delle regioni argentine che possiedono greggio) affermando che "il petrolio è un interesse pubblico strategico e prioritario" e non può stare in mani straniere. E aggiungendo che Repsol non ha rispettato gli accordi investendo poco o niente nello sfruttamento dei giacimenti argentini. Parlando alla nazione Cristina
è riuscita anche a scherzare allundendo alle polemiche sul safari in Botswana di re Juan Carlos di Spagna. "Nazionalizzo YPF-Repsol perché le loro colpe sono lunghe come la proboscide di un elefante", ha detto. A Madrid il governo del premier Rajoy si è riunito d'urgenza per studiare "misure adeguate" ad un atto che è stato definito "ostile". E oggi, quando arriverà in Messico per prendere parte al Foro economico mondiale sull'America Latina, il premier spagnolo dovrebbe annunciare le rappresaglie di Madrid all'esproprio.
Repsol è una compagnia spagnola completamente privata, il suo principale azionista è la Caixa (la Cassa di Risparmio di Barcellona) che ne possiede il 12 per cento, ma il colpo è molto forte anche per il governo Rajoy che fino alla fine ha sperato che la Kirchner non arrivasse a tanto.
In argentina c'è il fabbisogno di energia per sostenere la crescita, e quest'anno l'Argentina ha dovuto importare petrolio e gas per 10 miliardi di dollari (da qui l'accusa a Repsol di aver investito poco per migliorare lo sfruttamento dei giacimenti). E c'è, sullo sfondo, un piccolo tesoro come la scoperta di nuovi giacimenti per 22 miliardi di barili (una dimensione che potrebbe rendere il paese autosufficiente dal punto di vista energetico per molto tempo) in un'area chiamata Vaca Muerta, nella provincia di Mendoza, vicino alle Ande, che il governo Kirchner vuole controllare direttamente.
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L'ARGENTINA ESPROPRIA LA REPSOL AGLI SPAGNOLI: NAZIONALIZZARE I MONOPOLI E' NECESSARIO ANCHE IN ITALIA
9 commenti:
Eh si, l'IRI è proprio stato un grande esempio di efficienza.
Barrai, ma ti sei bevuto il cervello?
Com'e' che la nostra cara ANSA o le nostre TV non si sono accorti di una notiziola come questa ?
Siamo proprio in un paese governato da delinquenti.
Alessandro
Dimenticavo:
Paolo concordo al 100% con il tuo articolo: la soluzione e' sotto gli occhi di tutti, e' facile, veloce, e' coscienziosa da buon padre di famiglia.
Ma l'interesse di 4 delinquenti e' molto piu' forte di quello di una nazione di cittadini.....
Alessandro
ANONIMO DELL 8,47
IL CERVELLO TU PROPRIO NON L'HAI.
STUDIA PRIMA DI PARLARE.
L'IRI FU UNA MANNA PER L'ITALIA FINO AGLI ANNI 60..FU POI ROVINATA DALLA DC DEGLI ANNI 70 E DA PRODI..DOPO...IMPARA LA STORIA VA
Salve Barrai. L'IRI non è di impostazione "keynesiana" (mi riferisco alla scuola di pensiero economico, tralasciando il dibattito se siano nate prima l'IRI (1933) e l'IMI (1931) di Beneduce o la Teoria Generale di Keynes (1936))? E ci sono spazi di politica economica per una nuova IRI se il keynesismo fiscale e quello monetario hanno raggiunto un "punto di non ritorno"? Grazie, Luca Siena.
Grazie dr. Barrai per quanto affermato a proposito dell'IRI, che, sino al momento in cui i democristiani ne hanno fatto carne di porco, ha rappresentato un'autentica benedizione per il nostro sventurato paese.
Mi permetta anche di sottoscrivere le sue parole a proposito del commento delle 8.47: è possibile che in Italia la madre degli idioti sia sempre incinta?
Da ultimo vorrei elevare un pensiero riconoscente e grato a colui che l'IRI concepì e realizzò: BENITO MUSSOLINI, da Predappio.
Naturalmente con il beneplacito dei sacerdoti del politicamente corretto...
Ciao Paolo,
Sai che onestamente non ho capito la tua posizione? Dell'IRI io mi ricordo solo il pasticcio che fu negli anni 70 e 80. I monopoli non mi piacciono perché mettono troppo potere nelle mani di poche persone. Può capitare che ci sia uno "giusto" che prende buone decisioni, ma il più delle volte fanno danni incredibili.
Sulla nazionalizzazioni di autostrade, acquedotti, telecomunicazioni, in linea di principio non sono d'accordo. Sarebbe contro il libero mercato, una parola che tu, tra l'altro, usi proprio per chiamare il tuo blog.
Dal punto di vista pratico, credo che le privatizzazioni (telecom docet) fatte in Italia siano state quanto di peggio era possibile. Più che di privatizzazioni, si è trattato di assalto alla diligenza.
Però, la parola nazionalizzazione lancia proprio un bruttissimo segnale agli investitori esteri. Fatte in Germania, US o UK, e magari solo per poco tempo, magari un investitore estero farebbe spallucce. Ma nel paese catto-comunista di Schettinomonti, farebbero scappare anche i pochi stranieri che ci sono ancora. Come vedrai succederà in Argentina.
Ciao
Jacopo
che l'IRI sia stato un ente positivo per il paese fino agli anni 60 e poi uno disgrazia è cosa vera e storicamente accertata
ma la classe politica dagli anni 50 e 60 è non c'è più la disgrazia dell'IRI è nata con la classe politica che ci ha guidato dal 1970 ad oggi
la stessa classe politca che oggi dirige, si fa per dire, questo paese
ora rifare un iRI con questi banditi è evidente significhi dare in mano agli inetti un sistema industrial che loro gestirebbero solo con finalità clientelari e affaristiche di sottogoverno
insomma socializzare il sistema produttivo italiano non serve abbiamo già uno stato socialita e i risultati di come i politici lo hanno gestito ai loro fini affaristici e di potere è sotto gli occhi di tutti
perchè invece di creare un apparato statale ancora più pesante non valutiamo di smontare definitivamente i soviet della parte pubblica del paese? ad esempio togliano i finanziamenti alla politica e la facciamo pagare a chi è iscritto ai partiti o a chi vuole farla?
togliano migliaina di segreterie politiche di assessori e consiglieri regionali provinciali comunali etc in cui pascolano migliaia di giovani precari a 1.200 eurI al mese pagati per organizare improbabili convegni e workshop sul sesso delle rane e per tenere l'agenda di personaggi da commedia degli equivoci?
più che creare un IRI smontiamo quelal che ancora essiete nella sostanza smontando i soviet affaristici politico familiari degli ex salotti buoni perchè+ se non lo facciamo noi, e non lo faremo, lo farà la finanza internazionale che ha le palle piene di un paese dove si opera secondo norme e regole del neolitico di un paese antistorico e arretrato unico al mondo diretto da aristocratici medioevali
Interessante leggere pareri discordanti.Interessanti le teorie economiche.Certo i mali di oggi sono ben piu' gravi di quelli degli anni '70, credo che i giovani di oggi, in buona parte, sarebbero felici di avere i problemi di quelli di allora,e quanto al debito pubblico, e' esploso progressivamente dopo il 1979, chi ha visto il video dove parla Nino Galloni,ha un prezioso cimelio in mano.Alla fine restano le parole di Borsellino prima d'essere ucciso,"criminalita' organizzata e politica , vivono entrambe del controllo del territorio,per cui o entrano in conflitto o si mettono d'accordo.".Criminalita', aggiungo, ce n'e' molta nell'imprenditoria privata collusa con la politica, e con le Istituzioni. quanto al discorso sulla finanza internazionale,che prende l'iniziativa e mette a posto le cose, e' vero che questo hanno in mente,tra loro ci sono psicopatici come Michele N., banchieri come Rotschild e Rokefeller,uomini di finanza come Soros,politici come Obama e Hillary Clinton, c'e' tutto il sionismo internazionale, che sta al vero ebraismo come il terrorismo islamico sta al Corano, cioe' non c'entra nulla.Di questi democratici guerrafondai, speculatori, sfruttatori, mondialisti, ne scriveva gia' Gianna Preda negli anni '60,e li descriveva benissimo, 50 anni ne hanno dato conferma.
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