RATING AUSTRIA TAGLIATO - QUALCHE BLOG DICEVA DI APRIRE I CONTI!
If I understand the process in Europe correctly, S&P has to provide 24 hour notice to the countries if they are going to change their ratings. S&P has Italy as A1 on negative watch. Moody's is A2 with outlook negative. So S&P has Italy higher rated, so it would be weird if they didn't downgrade them. But if they downgrade them, and they notified Italy, did they just sell bonds to the public while hiding material information?
If Italy sold bonds while in possession of information that they were going to be downgraded, are those bond sales valid? Guess it depends on what happens to the price, but if they drop in price, and Italy gets downgraded, I could see some buyers trying to DK the trade. It would be about par for the course and I think would reflect poorly on Italy at a time when they need the trust and confidence of the market.
So maybe Italy doesn't get downgraded, but if it does, I think Italy has opened another can of worms and demonstrated just how disorganized they are
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6 commenti:
Lch Clearnet alza i margini sui titoli italiani a 7-10 anni da 8,15% a 8,30%, a partire dal 18 gennaio.
Questo potrebbe innescare vendite di titoli e conseguentemente discesa indice.
Italy Rating Cut to BBB+ by S&P: Official
Q
By Chiara Vasarri - Jan 13, 2012 7:04 PM GMT+0100
http://www.bloomberg.com/news/2012-01-13/italy-s-credit-rating-is-reduced-two-levels-to-bbb-by-s-p-official-says.html
Paolo sei forte,tutto procede secondo i tuoi pronostici.
Grazie per quello che fai per tutti noi piccoli risparmiatori.
Le cattive notizie a quanto pare abbondano.
Herlin: banche a rischio e risparmi in pericolo già nel 2012
Scritto il 13/1/12 • nella Categoria: segnalazioni
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Attenzione: fra non molto la vostra banca potrebbe chiudere. Un consiglio? Puntare su investimenti fisici, case e oro, e soprattutto: frammentare il proprio patrimonio distribuendolo prudentemente in svariati istituti di credito, perché «con ogni probabilità nel 2012 diverse banche andranno in fallimento». L’avvertimento è firmato dall’economista francese Philippe Herlin, secondo cui «le banche non valgono più molto», dato che «dalla crisi del 2008, i titoli bancari hanno perso circa il 90% del loro valore». Ciononostante, risultano ancora quotati addirittura il doppio rispetto al loro peso reale. «In Europa – dice Herlin – le banche sono disposte a vendere qualsiasi tipo di attivo pur di recuperare la liquidità indispensabile per dare un poco di olio all’economia reale i cui ingranaggi stanno saltando».
Lo scorso dicembre, constatando le difficoltà del mercato interbancario, la Banca centrale europea aveva offerto prestiti su tre anni a un tasso dell’1% alle banche che desideravano rifinanziarsi. All’appello hanno risposto 523 banche, con una richiesta totale di 489 miliardi di euro. E cosa hanno fatto le banche di tutti questi soldi? Li hanno rimessi nelle casse della Bce, scrive Herlin sul portale di approfondimento “Atlantico”. «A inizio gennaio, 455 miliardi sono stati riversati alla Bce e questo a un tasso inferiore all’1%». Un’operazione nella quale le banche europee sono in perdita, osserva il blog “Rischio calcolato”, in un’analisi ripresa da “Megachip”. «Ma che potrebbero fare d’altro? Concedere crediti alle imprese e ai privati, con il rischio di recessione e il tasso d’insolvibilità in aumento, risulterebbe essere troppo rischioso.
Acquistare titoli di Stato dal 3 al 7% (Francia, Italia, Spagna) sembrerebbe un’alternativa redditizia (acquisire all’1% e prestare al 3% e oltre), sennonché nessuno di questi Stati è esente dal rischio di andare in default e dunque generare perdite enormi sul capitale prestato. Dato che la Bce non può acquistare direttamente i debiti degli Stati, presta quantità considerevoli di denaro alle banche dei rispettivi paesi, le quali poi potrebbero usarli per finanziare gli Stati. «Purtroppo però queste banche sono costrette a rinunciare a questi finanziamenti al rispettivo Stato, a causa delle precarie condizioni del mercato, in particolare gli altri rischi che ne derivano: dunque, alla fine scelgono la sicurezza e per non perdere soldi li rimettono nella banca centrale».
Questi giri di somme così ingenti di denaro, rileva Herlin, non rassicurano affatto i partner stranieri. La Bce ha appena accordato altri 31 miliardi di prestiti in dollari alle banche dell’Eurozona, le quali faticano a procurarseli sui mercati. E se una banca americana non presta soldi a una banca europea, che pure possiede miliardi di euro provenienti dalla Bce, significa che dubita della sua “solvenza”, cioè pensa che possa fallire prima di riuscire a rimborsare il prestito. Risultato: interviene la Bce, che si procura questi dollari dalla Federal Reserve. «Il tutto – conclude l’economista francese – mostra un sistema bancario in lenta agonia, che ha un grave problema di solvenza e per il quale un diluvio di liquidità (come il prestito gigante della Bce) serve unicamente a ritardare le scadenze».
http://www.libreidee.org/2012/01/herlin-banche-a-rischio-e-risparmi-in-pericolo-gia-nel-2012/
grazie anonimo delle 21,11 bell'articolo Luib
pessima la leggibilità del sito con i nuovi colori...chi realizza il sito dovrebbe dare una letta qui...
http://www.hyperlabs.net/ergonomia/menini/percezione/03.html
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