STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


L'ATTUALE INCERTEZZA SULL'EUROPA -


VI RIPORTO L'ULTIMO ARTICOLO DI FUGNOLI CHE CERCA DI SPIEGARE IL CAOS CHE C'E' IN EUROPA E CHE SPINGE A CERCARE PROTEZIONE PER I RISPARMI DI UNA VITA.

Per creare ordine all’interno di Eurolandia esporta in tutto il mondo disordine in quantità molto superiore. Celebra i fasti del nuovo grande patto di stabilità approvato nei giorni scorsi destabilizzando il mondo e accettando il rischio di sfasciare l’Unione Europea.

La Merkel, se non calcola bene le sue mosse, rischia ripercussioni serie per il suo paese. Certo, la Germania se la caverà sempre meglio degli altri, ma non passerà indenne, nello scenario peggiore, attraverso una recessione globale.

ANCHE FUGNOLI PARLA DI RECESSIONE MONDIALE


Decifrare la politica tedesca sull’Europa è straordinariamente difficile. In certi momenti sembra che alla Germania importi così tanto dell’euro e del deficit italiano da essere disposta a passare per una crisi globale pur di costringerci a mettere in ordine i nostri conti. Al tempo stesso si possono trovare argomenti per ritenere che la Germania, o quanto meno la Bundesbank, stia attivamente lavorando per la distruzione dell’euro e dell’Unione Europea. C’è poi una terza ipotesi che tenta di unificare le prime due. La Germania desidera sinceramente un’Europa a sua immagine, ma agisce in modo così pasticciato e sconsiderato da ottenere suo malgrado l’effetto opposto.
Quarta ipotesi, la Germania ha un piano A e un piano B e sta lavorando su entrambi.


Proviamo a ricordare alcuni fatti. La Germania è insoddisfatta degli acquisti di Btp da parte della Bce e Weidmann della Bundesbank se ne esce dicendo che cresce, in seno alla Bce, il consenso sulla loro inutilità. Quanto all’Esm, il successore dell’Efsf, viene posto il veto a un aumento della sua dimensione. Certo, l’Esm sarà una cosa più seria dell’Efsf, perché non sarà fatto di garanzie (cioè di promesse) ma di soldi veri, interamente versati.
La Germania non è infinitamente ricca ed è comprensibile che ci pensi due volte prima di prendersi impegni gravosi. La Germania si oppone però anche alle soluzioni più creative, come l’uso della leva o la possibilità di dare all’Esm la licenza di banca in modo da potenziarne le risorse.C’è poi la questione del Fondo Monetario. Il Consiglio Europeo, massimo organo sovrano dell’Unione, decide di prestare 200 miliardi al Fondo, sapendo che uno, per salvare le forme, andrà al Bangladesh o al Malawi e 199 andranno all’Italia. Quattro giorni dopo Weidmann dice che la Bundesbank
(che insieme alle altre banche centrali nazionali, inclusa la nostra, dovrebbe
reperire i 200 miliardi) vede la cosa come problematica. Si mette di traverso,
dice che se non arrivano soldi anche dall’America e dall’Asia la cosa non ha
senso. Insomma non ci sta. Un comportamento non ortodosso, per non dire
eversivO

Weidmann aggiunge serafico che l’Italia può resistere molti anni con i tassi sopra il 7 per cento e che sarebbe un peccato non darci la possibilità di uscire dalla crisi con le nostre forze. Un modo elegante per dire di arrangiarci e atteggiarsi a entomologo che osserva con interesse scientifico l’animaletto che si dibatte con le zampe per aria.


Questi sono quelli che i giuristi chiamano comportamenti concludenti. I tedeschi si prodigano in dichiarazioni solenni proeuro, ma nei fatti mostrano la volontà di andare in tutt’altra direzione. I conti però non tornano. I falchi tedeschi nella Bce fanno pressione per ridurre al minimo gli acquisti di Btp, ma non risulta che si siano opposti a una misura potenzialmente molto più significativa, i rifinanziamenti, a tre anni e illimitati, dei titoli e degli attivi in generale delle banche europee.


Con questa misura, nota GaveKal, le banche potrebbero portare a Francoforte l’intero loro attivo (mutui, prestiti alle imprese e titoli governativi in quantità teoricamente infinita) e farselo rifinanziare all’uno per cento, portando a casa un carry da sogno.


IL CARRY DA SOGNO...LA FONTE DELL'ETERNA GIOVINEZZA..


I teologi della Bundesbank sostengono che si tratta di un sostegno alle banche e non agli stati. Il dogma dell’articolo 123 (Non farai finanziamenti agli stati) non è violato se le banche sottoscrivono in asta titoli di stato e poi corrono a portarli alla Bce. E’ come il divorzio paragonato all’annullamento rotale. Per chi non crede tendono ad assomigliarsi, per chi crede sono cose completamente diverse.La Germania ha un ovvio vantaggio a utilizzare la Bce per i rifinanziamenti. Le banche tedesche, non tutte molto salde, ne possono trarre beneficio e le eventuali perdite possono essere sanate dalla stessa Bce creando appositamente i fondi per coprirle. Sul piano ideologico, oltre a non essere finanziamenti diretti agli stati, i rifinanziamenti non sono nemmeno quantitative easing.
Non c’è, come in America, un acquisto a fermo di titoli e se la base monetaria cresce non è per volontà espressa della Bce ma per richiesta delle banche.

Ideologia a parte, la Germania sa benissimo che i rifinanziamenti illimitati possono tradursi (se uniti a un allentamento delle regole Eba) nella salvezza delle banche e del Tesoro italiani. Non è poco per qualcuno che è sospettato di volontà eurocida.

SEMPRE PIU' COMPLESSO

Un altro aspetto sconcertante è che da una parte la Bce assume un ruolo di supplenza sempre maggiore, ma dall’altra un numero crescente di compiti viene affidato alle banche centrali nazionali. La spiegazione benevola è funzionale (per una banca italiana è più facile rapportarsi alla Banca d’Italia che alla Bce). La spiegazione maliziosa è che ci si prepari un pezzo per volta alla separazione completa dei beni in vista di una dissoluzione civile dell’euro.

Questo ci porta a formulare l’ipotesi del piano A e del piano B. La Germania desidera il mantenimento di Eurolandia come area fiscale virtuosa ed è disponIbile a dare a tal fine un contributo di solidarietà di una certa dimensione. Al tempo stesso, consapevole delle possibilità concrete di fallimento dell’operazione, la Germania si prepara alla separazione e lavora per evitare che il sistema bancario e il Tesoro italiani (e non solo) escano così traumatizzati dalla crisi da richiedere una maxisvalutazione.

Non possiamo sapere se tra la Merkel e la Bundesbank ci sia un gioco delle parti con la poliziotta buona che al Bundestag parla di solidarietà e il poliziotto cattivo Weidmann che rassicura i tedeschi mostrando la faccia feroce. Può essere che ci siano reali divergenze, espressione di anime diverse ben presenti nella Cdu-Csu, per non
parlare dei liberali. Avere un piano A e un piano B, oltre che ragionevole dal punto
di vista tedesco, può anche essere una delle tipiche acrobazie politiche della
Merkel.I costi per la Germania derivanti da una dissoluzione dell’euro sono probabilmente più percepibili dall’esterno che dall’interno. I mercati vedono una
crisi finanziaria e una deflazione globale, ma queste preoccupazioni giungono
attutite in una Germania in piena occupazione, con i conti abbastanza in ordine e che finora è riuscita a stare ai margini della recessione europea.

Quanto alle sue banche, una Germania ancora rilassata può ben pensare di salvarle
con calma una per una (come ha iniziato a fare in questi giorni con una delle
più grandi).

La produzione industriale tedesca, per quanto si conosce già del quarto trimestre, si avvia ad essere, secondo JPMorgan, del 5 per cento più bassa rispetto al terzo
trimestre. C’è da sperare che questo renda la Germania entro breve un po’
più malleabile.

PER CHI INVESTE:

Chi investe, a questo punto, deve avere, specularmente, un piano A e un piano B. Il piano A include l’azionario globale a buon mercato (in particolare la grande tecnologia, come ha indicato anche Buffett) e una cauta quota di governativi a rischio. Certi titoli di stato a 70-80 e con un ottimo rendimento scontano in buona misura la svalutazione (che li salverebbe dal default con moneta stampata ad hoc) o la ristrutturazione e con la Bce impegnata a ritirarli per tre anni dalle banche potrebbero diventare interessanti.

Il piano B prevede l’inclusione in portafoglio di abbondanti dollari, da preferire in questa fase ai titoli di stato tedeschi. Non importa che l’America non sia un modello di virtù, non lo era nemmeno nel 2008 quando il dollaro si rafforzò. Oggi, per di più, la crisi è specificamente europea e con mezza Europa in caduta e gli Stati Uniti che ancora reggono abbastanza bene è difficile ipotizzare una ripresa dell’euro.

Certo, l’America non ama il dollaro forte e il Qe3 per indebolirlo è già in sala d’attesa, pronto a entrare in azione al primo segno di rallentamento dell’economia americana. Che la Fed lo stia tenendo ancora in anticamera non è deludente (come hanno pensato i mercati dopo l’ultimo Fomc) ma incoraggiante, perché significa che l’economia sta in piedi da sola.

Il dollaro è da preferire anche all’oro, che dovrà attendere il Qe3 per avere
una nuova stagione di rialzo.


IL DOLLARO PUO' ESSERE INTERESSANTE MA ATTENTI AL QE3..SEMPRE IN AGGUATO (come ML ha affermato la scorsa settimana...DOLLARO SOLO SPECULATIVO)
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6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'analisi è interessante e va di pari passo con le tue, il QE3 però secondo i dati USA è ancora molto distante...e i livelli degli indici USA lo testimoniano, dunque buy USD almeno fino al primo semestre 2012, anche perchè vedendo i dati di Mazziero tra febbraio e marzo l'Italia è alle prese con scadenze di BTP e a mio giudizio lì ci sarà da ballare nel senso che o si fa l'Europa oppure ciao ciao...
Auguri a tutti.
Roberto (MO).
P.S.: cavoli ma i prezzi dei diamanti del fornitore di Unicredit sono davvero imbarazzanti:)

Anonimo ha detto...

Gentile Dott.Barrai, cosa ne pensa di questo report?:

http://www.leap2020.eu/GEAB-N-60-is-available-Global-systemic-crisis-USA-2012-2016-An-insolvent-and-ungovernable-country_a8481.html

Grazie, Marco.

Anonimo ha detto...

L'analisi è chiara, ma qualcuno può spiegare praticamente come si fa il buy USD, visto le recenti manovre fiscali?Grazie a tutti
Stefano (BO)

ML ha detto...

Marco, dico che si deve proteggere il risparmio e il futuro delle nostre famiglie dalle mani dei banchieri e dei governi. E' un dovere di ogni buon padre di famiglia

Anonimo ha detto...

Stefano,
semplice...ti rechi in banca, cambi e parte una segnalazione, che anche se non fa piacere non crea problemi perchè il tutto è fatto nell'assoluta legalità...
Roberto (MO).

Anonimo ha detto...

A Roberto delle 15:15 Grazie della risposta, ma prelevare contanta per un partita iva e poi un domani rimetterli nel conto viene considerato nero, esiste qualche altro strumento? grazie
Stefano (BO)