Ok, Massimo, ricevuta tua e-mail ! Grazie! Ti dico solo una cosa riguardante le borse:Sono short sull'indice con un etf da circa un'anno e mezzo 2 anni(ho seguito le mie sensazioni che ho condiviso con il blog).Nonostante l'elevatissimo utile e nonostante la mia convinzione di un Crash, sto pensando di uscire, perche' temo che non mi daranno piu' i miei soldi.L'oro fisico invece me lo tengo stretto.Per quanto riguarda le banche(Italiane), sempre piu' fanno difficolta' ai prelievi da parte dei correntisti e fanno terrorismo psicologico.Rifletti su tutto quello che ti ho detto, e chiediti se vale la pena investire in questo casino'!
La prossima crisi sarà peggiore di quella nel 2008 Non abbiamo mai avuto una ripresa nel mondo occidentale. I mercati azionari sono saliti per la stampa di denaro ed il sostegno nel 2009. La mia opinione è che probabilmente il mercato può cavarsela per altri due - tre anni accumulando il deficit fiscale o stampando più soldi. Non so quando accadrà nel 2012 o nel 2018, ma la prossima crisi sarà peggiore di quella del 2008.
The Next Crisis Is Going To Be Worse Than The One In 2008 We never really had a recovery in the Western world. The stock markets went up because of the money printing and support in 2009. My view is that they can probably muddle through for another two-three years by piling up the fiscal deficit or printing more money. I do not know when it will happen in 2012 or in 2018, but the next crisis will be worse than the one in 2008.
la germania dovrà convincersi che gli conviene fare gli eurobond perchè il nostro default gli costerebbe molto di più rispetto al maggior costo del debito causato dagli eurobond.
Parigi rompe l’ultimo tabù: lo Stato dentro il capitale delle banche in crisi”
Allarme rosso per i principali istituti di credito francesi che sono stati declassati da Moody's. Fra le cause del downgrading la troppa esposizione ai titoli italiani E se la soluzione migliore, alla fine, fosse nazionalizzare, almeno parzialmente? In questi giorni di caos sui mercati e di sfiducia crescente anche nei confronti della Francia e delle sue banche, l’argomento a Parigi non è più tabù. Tanto più questa mattina, dopo che Moody’s ha declassato due dei colossi del credito d’Oltralpe, Société Générale (da Aa2 a Aa3) e Crédit Agricole (da Aa1 a Aa2), mantenendo Bnp Paribas “sotto osservazione negativa”.
Il valore in Borsa di questi colossi del credito si sta ormai liquefacendo. “Too big to fail”, non possono crollare: si porterebbero dietro svariate controllate qui e là in Europa (vedi la nostra Bnl, proprietà di Bnp Paribas). Ebbene, la maggior parte di loro avrà bisogno di una ricapitalizzazione. Ma di questi tempi chi oserà metterci qualche soldo?
Potrebbe farlo lo Stato francese. E a quel punto ne prenderebbe il controllo o comunque pretenderebbe di imporre una certa influenza sulla gestione, in proporzione alla quota di capitale detenuta. Già nel 2008, dopo il crack di Lehman Brothers, i contribuenti francesi avevano messo mano al portafogli: un totale di 10,5 miliardi di euro di obbligazioni distribuite fra i soliti noti, soprattutto il trio Bnp Paribas, Société Générale e Crédit Agricole, che oggi si ritrova nell’occhio del ciclone. Quei fondi erano poi stati restituiti prima che lo Stato potesse approfittare dei successivi rimbalzi in Borsa dei titoli delle banche. Che avevano beneficiato di una boccata d’ossigeno in piena tempesta, mantenendo la loro piena indipendenza. Stavolta, invece, le cose potrebbero andare diversamente. E il Governo imporre una quota di partecipazione vera e propria. Badiamo bene, siamo ancora a livello di ipotesi. Giudicate “totalmente premature” dal ministro dell’Industria, Eric Besson.
Il problema è che la situazione sta precipitando. Ieri i titoli bancari a Parigi hanno finalmente guadagnato ma Société Générale resta ancora sotto di oltre il 55 per cento rispetto all’inizio dell’anno e del 28 rispetto a un mese fa. Per Bnp Paribas i cali sono stati rispettivamente del 41 e del 25 per cento e per Crédit Agricole del 46 e del 23,5 per cento. Oggi, poi, è arrivata la nuova mazzata: Moody’s ha proceduto al downgrading del rating di due dei tre colossi e messo le mani avanti sul terzo. Alle tre banche viene rinfacciata un’eccessiva esposizione nei confronti della Grecia. Se si considerano sia i titoli di Stato ellenici che i crediti concessi al sistema privato, le banche francesi risultano le più a rischio d’Europa: la loro esposizione ammonta a 92 miliardi contro i 69 di quelle tedesche e i 20 delle britanniche. Ma se la sfiducia è lievitata cosi’ tanto negli ultimi giorni è per un’altra ragione. E questa si chiama Italia. I nostri titoli di Stato totalizzano più di 1.600 miliardi di euro. E ben 550 si trovano in mani francesi contro i 120 della Germania e i 77 del Regno Unito. Non solo, le banche d’Oltralpe hanno fatto shopping nel mondo del credito italiano (fino a poco tempo fa ritenuto redditizio, grazie a una ricchezza privata elevata): chi si è impossessato di Bnl (Bnp Paribas,) chi di Cariparma (Crédit Agricole). E cosi’ via.
Insomma, se l’Italia scivolasse sul dirupo, per le banche francesi sarebbe terribile. E quindi occorre ricapitalizzare. E per questo l’intervento dello Stato sarà forse necessario. Il primo a rompere il tabù è stato Marc Fiorentino, economista apprezzato e senza particolare colore politico. “Lo Stato farebbe bene a prendere una volta per tutte questa decisione – ha sottolineato – : nazionalizzare le banche per tre o quattro anni e rimetterle in sesto, distruggendo una volta per tutte i loro stock di armi di distruzione di massa e riportarle al loro ruolo principale al finanziamento dell’economia”. Insomma, finirla con la ricerca del profitto a ogni costo rischiando in Paesi che non se lo meritano e giocando con i derivati. E recuperare la funzione più sana degli istituti di credito, i finanziamenti alle imprese e alle famiglie, possibilmente in Francia. Tanto più che, sempre secondo Fiorentino, visti i bassissimi livelli delle azioni, lo Stato potrebbe cavarsela con “appena” 25 miliardi di euro. E con questo gruzzolo prendere il controllo delle banche più importanti.
Quella che poteva apparire come una pura provocazione è stata raccolta con entusiasmo da diversi economisti e politici. Per Jean-François Copé, segretario generale dell’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy, “non si puo’ lasciar cadere le nostre banche” e non esclude che “lo Stato entri nel loro capitale”. Per Pierre-Alain Muet, consigliere economico di Martine Aubry, uno dei candidati alle imminenti primarie socialiste per scegliere il rivale della destra alle presidenziali 2012, “se il Governo deve intervenire, lo farà ovviamente prendendo una quota del capitale delle banche”. A destra riemerge l’antica passione gollista della partecipazione pubblica. A sinistra la mai sopita ambizione di uno Stato dirigista. Intanto oggi comincia una nuova giornata in Borsa. Dopo la bocciatura di Moody’s, probabilmente di dolori.
e i tedeschi bocciano ancora gli eurobond.. sfavorevoli a loro e favorevoli ai paesi deboli basta con una moneta che non rappresenta nessuno se non che l egemonia tedesca e dei cugini francesi.. quest europa è una bufala e quando vedremo un partito politico fare delle scelte a favore del popolo e del futuro della nazione invece che strasciarsi un enorme farsa per preservare il consenso degli elettori potremmo finalmente stare bene..purtroppo utopia
Nel week end Geithner va in Polonia a concordare il mega easing euro-americano...
borse su per altri sei-nove mesi... FTMIB a 20 mil punti per Natale... SP500 a 1400 pt
i bond greci verranno messi in un fondo di garanzia e ripagati da ESFS... Le banche euroee ringraziano... Prima o poi arriverà pure qualche eurobond... sempre più debito sempre più schema ponzi... fino al prossimo giro di valzer
@Elianto spero tu abbia ragione, tieni conto che Moody's è pronta per il downgrade dell'Italia visto che il 17 giugno ha messo sotto revisione il rating dell'Italia ed ha 90 giorni per comunicarne la decisione presa (avete notato che nessuno ne parla sui media, ci distraggono con la Grecia, solo paolo ha messo un avviso gigante su questo pericolo) ed ora che la finanziaria è approvata e abbiamo il fianco scoperto tutti i giorni sono buoni per sparare questa cannonata.
Facciamo attenzione, meglio perdere qualche giorno di rialzo che trovarsi con il cerino in mano. un salutone e un grazie a Paolo per l'encomiabile lavoro che sta facendo. Piero
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16 commenti:
Ok, Massimo,
ricevuta tua e-mail !
Grazie!
Ti dico solo una cosa riguardante le borse:Sono short sull'indice con un etf da circa un'anno e mezzo 2 anni(ho seguito le mie sensazioni che ho condiviso con il blog).Nonostante l'elevatissimo utile e nonostante la mia convinzione di un Crash, sto pensando di uscire, perche' temo che non mi daranno piu' i miei soldi.L'oro fisico invece me lo tengo stretto.Per quanto riguarda le banche(Italiane), sempre piu' fanno difficolta' ai prelievi da parte dei correntisti e fanno terrorismo psicologico.Rifletti su tutto quello che ti ho detto, e chiediti se vale la pena investire in questo casino'!
Ciao
Mariadavide
Marc Faber ha detto:
La prossima crisi sarà peggiore di quella nel 2008
Non abbiamo mai avuto una ripresa nel mondo occidentale. I mercati azionari sono saliti per la stampa di denaro ed il sostegno nel 2009. La mia opinione è che probabilmente il mercato può cavarsela per altri due - tre anni accumulando il deficit fiscale o stampando più soldi. Non so quando accadrà nel 2012 o nel 2018, ma la prossima crisi sarà peggiore di quella del 2008.
The Next Crisis Is Going To Be Worse Than The One In 2008
We never really had a recovery in the Western world. The stock markets went up because of the money printing and support in 2009. My view is that they can probably muddle through for another two-three years by piling up the fiscal deficit or printing more money. I do not know when it will happen in 2012 or in 2018, but the next crisis will be worse than the one in 2008.
la germania dovrà convincersi che gli conviene fare gli eurobond perchè il nostro default gli costerebbe molto di più rispetto al maggior costo del debito causato dagli eurobond.
mi dispiace per chi è corto di euro, che ha 7 vite come i gatti e non calerà mai più di tanto
:-)
Leonardo Martinelli
da il fatto quotidiano
Parigi rompe l’ultimo tabù: lo Stato dentro
il capitale delle banche in crisi”
Allarme rosso per i principali istituti di credito francesi che sono stati declassati da Moody's. Fra le cause del downgrading la troppa esposizione ai titoli italiani
E se la soluzione migliore, alla fine, fosse nazionalizzare, almeno parzialmente? In questi giorni di caos sui mercati e di sfiducia crescente anche nei confronti della Francia e delle sue banche, l’argomento a Parigi non è più tabù. Tanto più questa mattina, dopo che Moody’s ha declassato due dei colossi del credito d’Oltralpe, Société Générale (da Aa2 a Aa3) e Crédit Agricole (da Aa1 a Aa2), mantenendo Bnp Paribas “sotto osservazione negativa”.
Il valore in Borsa di questi colossi del credito si sta ormai liquefacendo. “Too big to fail”, non possono crollare: si porterebbero dietro svariate controllate qui e là in Europa (vedi la nostra Bnl, proprietà di Bnp Paribas). Ebbene, la maggior parte di loro avrà bisogno di una ricapitalizzazione. Ma di questi tempi chi oserà metterci qualche soldo?
Potrebbe farlo lo Stato francese. E a quel punto ne prenderebbe il controllo o comunque pretenderebbe di imporre una certa influenza sulla gestione, in proporzione alla quota di capitale detenuta. Già nel 2008, dopo il crack di Lehman Brothers, i contribuenti francesi avevano messo mano al portafogli: un totale di 10,5 miliardi di euro di obbligazioni distribuite fra i soliti noti, soprattutto il trio Bnp Paribas, Société Générale e Crédit Agricole, che oggi si ritrova nell’occhio del ciclone. Quei fondi erano poi stati restituiti prima che lo Stato potesse approfittare dei successivi rimbalzi in Borsa dei titoli delle banche. Che avevano beneficiato di una boccata d’ossigeno in piena tempesta, mantenendo la loro piena indipendenza. Stavolta, invece, le cose potrebbero andare diversamente. E il Governo imporre una quota di partecipazione vera e propria. Badiamo bene, siamo ancora a livello di ipotesi. Giudicate “totalmente premature” dal ministro dell’Industria, Eric Besson.
( 1 parte)
2 parte
Il problema è che la situazione sta precipitando. Ieri i titoli bancari a Parigi hanno finalmente guadagnato ma Société Générale resta ancora sotto di oltre il 55 per cento rispetto all’inizio dell’anno e del 28 rispetto a un mese fa. Per Bnp Paribas i cali sono stati rispettivamente del 41 e del 25 per cento e per Crédit Agricole del 46 e del 23,5 per cento. Oggi, poi, è arrivata la nuova mazzata: Moody’s ha proceduto al downgrading del rating di due dei tre colossi e messo le mani avanti sul terzo. Alle tre banche viene rinfacciata un’eccessiva esposizione nei confronti della Grecia. Se si considerano sia i titoli di Stato ellenici che i crediti concessi al sistema privato, le banche francesi risultano le più a rischio d’Europa: la loro esposizione ammonta a 92 miliardi contro i 69 di quelle tedesche e i 20 delle britanniche. Ma se la sfiducia è lievitata cosi’ tanto negli ultimi giorni è per un’altra ragione. E questa si chiama Italia. I nostri titoli di Stato totalizzano più di 1.600 miliardi di euro. E ben 550 si trovano in mani francesi contro i 120 della Germania e i 77 del Regno Unito. Non solo, le banche d’Oltralpe hanno fatto shopping nel mondo del credito italiano (fino a poco tempo fa ritenuto redditizio, grazie a una ricchezza privata elevata): chi si è impossessato di Bnl (Bnp Paribas,) chi di Cariparma (Crédit Agricole). E cosi’ via.
Insomma, se l’Italia scivolasse sul dirupo, per le banche francesi sarebbe terribile. E quindi occorre ricapitalizzare. E per questo l’intervento dello Stato sarà forse necessario. Il primo a rompere il tabù è stato Marc Fiorentino, economista apprezzato e senza particolare colore politico. “Lo Stato farebbe bene a prendere una volta per tutte questa decisione – ha sottolineato – : nazionalizzare le banche per tre o quattro anni e rimetterle in sesto, distruggendo una volta per tutte i loro stock di armi di distruzione di massa e riportarle al loro ruolo principale al finanziamento dell’economia”. Insomma, finirla con la ricerca del profitto a ogni costo rischiando in Paesi che non se lo meritano e giocando con i derivati. E recuperare la funzione più sana degli istituti di credito, i finanziamenti alle imprese e alle famiglie, possibilmente in Francia. Tanto più che, sempre secondo Fiorentino, visti i bassissimi livelli delle azioni, lo Stato potrebbe cavarsela con “appena” 25 miliardi di euro. E con questo gruzzolo prendere il controllo delle banche più importanti.
Quella che poteva apparire come una pura provocazione è stata raccolta con entusiasmo da diversi economisti e politici. Per Jean-François Copé, segretario generale dell’Ump, il partito di Nicolas Sarkozy, “non si puo’ lasciar cadere le nostre banche” e non esclude che “lo Stato entri nel loro capitale”. Per Pierre-Alain Muet, consigliere economico di Martine Aubry, uno dei candidati alle imminenti primarie socialiste per scegliere il rivale della destra alle presidenziali 2012, “se il Governo deve intervenire, lo farà ovviamente prendendo una quota del capitale delle banche”. A destra riemerge l’antica passione gollista della partecipazione pubblica. A sinistra la mai sopita ambizione di uno Stato dirigista. Intanto oggi comincia una nuova giornata in Borsa. Dopo la bocciatura di Moody’s, probabilmente di dolori.
e i tedeschi bocciano ancora gli eurobond..
sfavorevoli a loro e favorevoli ai paesi deboli
basta con una moneta che non rappresenta nessuno se non che l egemonia tedesca e dei cugini francesi..
quest europa è una bufala e quando vedremo un partito politico fare delle scelte a favore del popolo e del futuro della nazione invece che strasciarsi un enorme farsa per preservare il consenso degli elettori potremmo finalmente stare bene..purtroppo utopia
finita la discesa?
mercati in altalena fino a venerdi
da lunedi partira' un corposo rialzo...
l'euro non crolla e l'italia
nemmeno..tra due settimane ne riparliamo
att44
in questo momento Papandeaou è ancora al telefono con Merkozy...
Nel week end Geithner va in Polonia a concordare il mega easing euro-americano...
borse su per altri sei-nove mesi... FTMIB a 20 mil punti per Natale... SP500 a 1400 pt
i bond greci verranno messi in un fondo di garanzia e ripagati da ESFS... Le banche euroee ringraziano... Prima o poi arriverà pure qualche eurobond... sempre più debito sempre più schema ponzi... fino al prossimo giro di valzer
Elianto
@Elianto
spero tu abbia ragione, tieni conto che Moody's è pronta per il downgrade dell'Italia visto che il 17 giugno ha messo sotto revisione il rating dell'Italia ed ha 90 giorni per comunicarne la decisione presa (avete notato che nessuno ne parla sui media, ci distraggono con la Grecia, solo paolo ha messo un avviso gigante su questo pericolo) ed ora che la finanziaria è approvata e abbiamo il fianco scoperto tutti i giorni sono buoni per sparare questa cannonata.
Facciamo attenzione, meglio perdere qualche giorno di rialzo che trovarsi con il cerino in mano.
un salutone e un grazie a Paolo per l'encomiabile lavoro che sta facendo.
Piero
Mariadavide,non è che ti metti long ?Sei un bel paraculo.
Stampiamo o non stampiamo? In esclusiva il filmato dell'ultima riunione della BCE :)
http://youtu.be/6sNkS9RDZBI
Un saluto a Paolo Barrai, piacere di averti conosciuto di persona oggi in banca.
I 2 fratelli.
Mariadavide,
l'oro ancora non l'ho accantonato, e va bene che è meglio tardi che mai, ma è anche vero che chi tardi arriva...e mi hai capito.
E mi par di sentire che i tempi stringono, e così la fretta è in agguato...e la situazione è già molto pericolosa.
Ironia della Storia sul Dollaro: siamo passati da "IN GOD WE TRUST"
A "IN GOLD WE TRUST" :)
Ciao,
Massimo
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