PIAZZA AFFARI: LA RISCOPERTA DEL MERCATO GESTITO IN ITALIA
La vendita di fideuram chissa' a chi...
Il cambio di regime di tassazione dei fondi italiani
MA SOPRATUTTO IL REGALO DI TREMONTI SULLA FISCALITA' AGEVOLATA PER LE SOCIETA' DEL RISPARMIO GESTITO CHE SCEGLIERANNO MILANO COME SEDE PER IL LORO BUSINESS.
I buoni numeri di Mediolanum
L'ottima gestione di banca generali
La Voglia di non rimanere solo di AZIMUT
IL RISIKO PER IL CONTROLLO DELLA GALASSIA ...
TUTTO GIOCA A FAVORE DI UNA SALITA A PIAZZA AFFARI DEL SETTORE...CHE INFATTI IN QUESTI GIORNI SOVRAPERFORMA IL MERCATO.
Mediolanum segnalata a 3,95 ieri su MERCATO LIBERO...
PIAZZA AFFARI: LA RISCOPERTA DEL MERCATO GESTITO IN ITALIA
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4 commenti:
Unicredit che ha avviato gli scambi in maniera vivace, arrivando a toccare un massimo a 1,818 euro, con un rialzo di oltre un punto. In seguito però il titolo è tornato sui suoi passi, scendendo al di sotto della parità, e proprio negli ultimi minuti sta cercando di riconquistarla, presentandosi ora a 1,799 euro, con un calo dello 0,45% e oltre 191 milioni di azioni passate di mano, contro una media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 450 milioni di titoli.
Ad accendere i riflettori su Unicredit sono quest’oggi alcune indiscrezioni di stampa secondo cui il gruppo avrebbe deciso di bloccare la vendita di Pioneer. La società di asset management non sarà ceduta perchè le offerte pervenute sarebbero state giudicate troppo basse. In un primo momento un portavoce della banca ha liquidato questi rumors con un semplice no comment, ma in seguito è stato precisato che non è stata ancora presa alcuna decisione su Pioneer. Secondo quanto riportato da Reuters, il portavoce ha dichiarato. “ Siamo nei tempi che ci eravamo dati. Stiamo valutando diverse opzioni, compresa quella di tenere Pioneer e di rilanciarla.”.
E le indiscrezioni sullo stop alla vendita della controllata che opera nel risparmio gestito, rilanciano le voci già circolate ieri, secondo cui anche Unicredit starebbe valutando l’ipotesi di lanciare realizzare un aumento di capitale, dopo quelli già annunciati da Ubi Banca e da Intesa Sanpaolo.
Ieri Piero Gnudi, consigliere di Unicredit, ha dichiarato che una ricapitalizzazione è stata già fatta e non vi è l’intenzione di procedere con un’altra operazione simile. Quest’oggi
invece, il presidente Dieter Rampl, in un’intervista a Repubblica, ha spiegato che l’istituto di Piazza Cordusio potrebbe decidere di raccogliere nuovo capitali nel momento in cui presenterà il nuovo piano industriale, atteso per l’estate. Rampl ha però aggiunto che la banca ha un bilancio tale da rispettare le richieste delle autorità di regolamentazione dei mercati finanziari.
Nel frattempo il sindaco di Verona, Franco Tosi, ha dichiarato ieri che se c’è da fare un aumento di capitale va fatto, aggiungendo però che la decisione strategica spetta alla Fondazione Cariverona e invitando così i giornalisti a chiedere al presidente di quest’ultima.
Il titolo per ora reagisce in maniera composta alle indiscrezioni relative ad un possibile aumento di capitale. Per gli analisti di Equita SIM lo stop alla vendita di Pionner, che rafforzerebbe l’ipotesi di una ricapitalizzazione dell’istituto di Piazza Cordusio, non ha imatti sul titolo. Non cambia così la strategia suggerita per Unicredit, con una raccomandazione che resta ferma a “hold” e un prezzo obiettivo a 2,2 euro.
Per i colleghi di Royal Bank of Scotland le notizie relative allo stop della cessione di Pioneer non colgono di sorpresa il mercato, visto che le trattative per questa operazione si stavano dilungando, senza dimenticare che è entrata in gioco anche la politica, da cui è arrivato chiaro il segnale di una preferenza per la nascita di un polo domestico. La cessione di Pioneer però avrebbe aiutato Unicredit a rastrellare capitale specie in un momento in cui il mercato iniziava a ragionare sulla necessità di nuova liquidità, stimata da Royal Bank of Scotland nell’ordine di circa 4 miliardi di euro. Nel frattempo gli analisti continuano ad accordare la loro preferenza ad Intesa Sanpaolo piuttosto che a Unicredit.
Per gli esperti di Hsbc invece l’istituto di Piazza Cordusio avrebbe bisogno di una ricapitalizzazione da 8,2 miliardi di euro. Il broker mantiene il rating “neutral” sul titolo, con un target price a 1,7 euro, più basso delle attuali quotazioni di Borsa.
Anche per Merrill Lynch un aumento di capitale per Unicredit sarebbe inevitabile, e le stime della banca Usa parlano di un ammontare di almeno 7 miliardi di euro, precisando però che le indicazioni di Basilea 3 sugggeriscono la possibilità di un ammanco anche maggiore.
Infine, ricordiamo che nei giorni scorsi Exane ha confermato una raccomandazione “neutral” su “Unicredit”, con un fair value a 2,05 euro.
grandissimo paolo,guardo ancora un po ,poi faccio il tuo potrafoglio!
MAX
scusa non ho capito cosa intendi con la voglia di rimanere solo di azimut?
grazie
Claudia
azimut investimenti sono delle merde. sto ancora aspettando quel cornuto di como che mi chiami. peccato ho dato i miei 500k a qualcun altro
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