DELOCALIZZARE? NO MEGLIO TRASFERIRSI DEFINITIVAMENTE
articolo :LA DOCCIA FREDDA Parla Roberto Corciulo
TRIESTE – Le imprese delocalizzano fuori porta? Attenzione, potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Con il rischio di vanificare sia i benefici fiscali nominali d’oltre confine che quelli derivanti da una tassazione effettiva migliore.
A lanciare il segnale è Roberto Corciulo, il presidente della società di consulenza internazionale friulana Ic&Partners che conta una decina di agenzie nell’Est Europa.
«Il Governo ha appena emanato una circolare applicativa della manovra fiscale 2009 – spiega Corciulo da Mosca, dove si trova in questi giorni per lavoro – ed è un provvedimento che rischia di raffreddare molti entusiasmi».
La circolare, difatti, prescrive che «chi abbia impiantato un’attività all’estero, compresi i Paesi infracomunitari come l’Austria e la Slovenia, debba versare le imposte in Italia qualora in quel Paese la tassazione effettiva sia inferiore al 50 per cento di quella italiana».
Ma cosa significa tassazione effettiva? «È la tassa vera che paga l’imprenditore – risponde Corciulo – ossia quella che comprende le maggiori o minori possibilità di dedurre gli investimenti». E da noi, al di qua del confine, parliamo di una tassazione effettiva «del 50-55 per cento».
Invece in Slovenia non si arriva al 25 per cento, dunque si rischia di continuare ad avere a che fare con il Fisco italiano. «La norma, però, prevede una possibilità di evitare tutto questo – chiarisce il professionista – e cioè dimostrare che la propria produzione all’estero, sia di beni che di servizi, sia destinata a servire il mercato locale».
Insomma: se faccio scarpe a Nova Gorica, devo venderle in Slovenia.
DI QUESTO PASSO L'IMPRENDITORE NON PENSERA' A DELOCALIZZARE LA PRODUZIONE MA A TRASFERIRSI CON TUTTA LA FAMIGLIA PER SEMPRE!!!
A QUEL PUNTO L'ITALIA RIMARRA' SOLO UN MERCATO DOVE VENDERE...
E SE COSI' FOSSE...AL POVERO TREMONTI ...NON RESTERA' CHE METTERE DAZI SU DAZI....PROPRIO CIO' CHE L'EUROPA NON GLI PERMETTERA'
E ALLORA NON RESTERA' CHE ESSERE CACCIATI DALL'EUROPA!!!
DELOCALIZZARE? NO MEGLIO TRASFERIRSI DEFINITIVAMENTE
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7 commenti:
Magari fossimo cacciati fuori dall'Europa. Un'Europa così non mi piace perchè è un'Europa dei "bottegai" e dei faccendieri, non un'Europa della e per la gente.
Vittorio
Io a mia figlia l'ho già detto...le persone con buone capacità devono guardare fuori dall'Italia...purtroppo. Il rientro sarà possibile sono se la classe dirigente (e quindi anche gran parte degli Italiani) cambierà e verrà sostituita.
http://www.studenti.it/lavoro/comediventare/intervista-aldo-mencaraglia-italians-in-fuga.php
http://mia.org.au/search-agent/Tony-Lenko-995.html
Michele Santini
Ma sarebbe poi tutto questo male uscire dall'Europa? Domenica sera Marchionne ha detto di aver costruito lo stabilimento in Serbia utilizzando fondi Europei (cioè anche pagati da noi)...
Ricapitoliamo: paghiamo soldi all'Europa affinchè vengano costruiti stabilimenti in Serbia, dopodichè si usa il ricatto "o abbassiamo il livello lavorativo in Italia o vado a produrre in Serbia (e vendo comunque in Italia)".
E se invece uscissimo dall'Europa, la smettessimo di finanziare aziende italiane che vanno all'estero e mettessimo dazi sui prodotti stranieri come fanno in Cina?
Siamo sicuri che sia uno scenario peggiore?
Alex
non sono in grado di valutare la cosa ma mi pare davvero un buon articolo!
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=2500&fromHP=1
supponiamo che io sia un imprenditore tessile, che decide di delocalizzare la produzione in Slovenia pur continuando a vendere solo in Italia. Bene, come posso evitare l'applicazione di questa circolare? Secondo me, così: vado in un paradiso fiscale, ad esempio Antigua, e costituisco una società off shore che chiamo Mr B. (solo perchè il mio cognome comincia con la B); Mr B. apre in Slovenia Mr B.-Slovenia, una società di diritto sloveno, che si commercializza prodotti tessili; la mia impresa tessile vende tutta la produzione a Mr B.-Slovenia, che, a sua volta, la esporta in Italia. Tu credi che facendo così l'agenzia delle Entrate possa chiedere qualcosa alla mia impresa tessile?
Io ho trasferito parte della mia azienda nel 2009 in Slovenia. 2010 per testare fiscalita' burocrazia e sistema paese.
14 dicembre 2010: trasferito tutto in Slovenia e chiusa azienda italiana.
Gennaio 2011: Mi trasferisco con la famiglia a Capodistria, posticino stupendo al di la del confine ma a 10 minuti dal centro di Trieste...
A buon intenditor poche parole
Silvano Ambrosini
Io ho un'impresa che fa Shopping bag e ho deciso di trasferire la produzione all'Est in particolare in Bulgaria dove la madonodopera è a basso costo. Ma vale la pena? Non voglio correre il rischio di trovarmi senza clienti per problemi di qualità. Aspetto suggerimenti.
Saluti NB-AG
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