STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


UN GRAZIE A MICHELE SPALLINO, AUTORE DELL'ARTICOLO, E AL NOSTRO FOLLETTO!


Vi sono molti paralleli tra la Germania degli anni 20 e gli USA di oggi, ma anche una differenza fondamentale: mentre la situazione tedesca dell’epoca fu compressa in pochi anni, quell’americana di oggi si protrae per molti anni. Ciò perché i banchieri centrali hanno comunque imparato proprio da quell’esperienza alcuni trucchi per ritardare le conseguenze dell’eccesso nella stampa di moneta, ed inoltre perché la Germania dell’inizio anni 20 era un piccolo Stato isolato dalla sconfitta nella prima guerra mondiale, e dunque ebbe difficoltà a trovare compratori per le proprie obbligazioni; i suoi
deficit dovevano essere finanziati internamente, il che accelerò il ritmo nella stampa di moneta.

Fino a oggi invece gli USA hanno potuto, grazie al loro signoraggio internazionale, farsi finanziare senza difficoltà dall’estero i deficit. Adesso però i bassi tassi d’interesse, ed un crescente timore da parte del resto del mondo che
la situazione sia fuori controllo, ha fatto sì che la Fed monetizzasse una sempre maggior quota del debito americano.

Come si vedrà, la correlazione tra deficit ed inflazione è sempiterna, i deficit portano all’inflazione e i deficit fuori controllo portano ad un inflazione fuori controllo.

Se la Storia insegna qualcosa, è che il governo non può tradire la fiducia quando gestisce la moneta. Se una moneta non è convertibile in oro, il suo valore dipende unicamente dal giudizio e dallacoscienza dei politici. Specialmente durante una crisi economica o durante una guerra, la pressione a stampare moneta diviene molto forte: ogni alternativa (aumentare le tasse ad esempio, o tagliare le spese) sembra politicamente impraticabile.

E’ stato sempre così dall’epoca dei romani a quella della rivoluzione francese: un governo in difficoltà finanziaria trova più facile stampare moneta fin quando può, cioè fino al disastro.
L’intero processo è accompagnato da una marea di spiegazioni, di propaganda e di nuove regolamentazioni che nascondono la vera situazione agli occhi della maggioranza fino a che quest’ultima non si rende conto di aver perso tutti i propri risparmi monetari.


Quandò iniziò la prima guerra mondiale, il 31 luglio 1914, la Reichsbank (la banca centrale tedesca) sospese la convertibilità dei biglietti cartacei in oro: dopodichè non vi furono limiti legali a quanti biglietti potesse stampare. Il governo non voleva infastidire la gente aumentando le tasse, per cui preferiva farsi prestare il denaro che riteneva avrebbe incassato dopo la vittoria dai nemici di guerra.


Gran parte di quei soldi furono anticipati e stampati dalla banca centrale. Alla fine della guerra, l’ammontare di moneta in
circolazione si era quadruplicato.A fronte di ciò l’inflazione era cresciuta meno di quanto ci si sarebbe potuto aspettare: l’indice dei prezzi al consumo era cresciuto solo del 140% a dicembre 1918.
Cioè più o meno quanto l’inflazione crebbe in quegli anni bellici in Inghilterra, ed un po’ più che negli USA,ma meno che in Francia.

Nel frattempo però il debito era passato da 3 miliardi a 55 miliardi di vecchi marchi. Perché l’inflazione fu relativamente contenuta? Per la stessa ragione che si sarebbe verificata negli USA durante la seconda guerra mondiale: i bisogni furono razionati e i beni di lusso evitati; milioni di persone erano al fronte e non a fare shopping; i civili lavoravano duramente e avevano poco tempo per spendere; la gente risparmiava per i tempi di pace futura. Ma il carburante inflazionistico si stava accumulando nella forma di enormi quantità di carta moneta stampata.
Alla fine la Germania, persa la guerra, dovette far fronte ai pagamenti imposti dai vincitori, ed il marco iniziò a deprezzarsi contro le valute estere. Inoltre, i nuovi leader socialisti, democraticamente eletti, promisero tutti i tipi di miglioramenti salariali, meno ore da lavorare, e l’espansione del sistema educativo, così come nuovi benefici sociali. Tutto questo però significò una domanda fortemente in crescita a fronte di una limitata capacità produttiva. Per queste ragioni l’inflazione riprese ad accelerare dopo la pace, e nel febbraio 1920 il livello dei prezzi era 5 volte maggiore rispetto alla fine della guerra.

Nel frattempo l’ammontare di moneta in circolazione si era solo raddoppiato. Al contrario quindi di quanto successo durante la guerra, in soli due anni i prezzi erano saliti molto più dell’espansione monetaria Ciò provocò un senso di
conforto ai politici che ritenevano non potessero essere incolpati. Il motivo è, come vedremo, che il grado ed il flusso di fiducia giocano un grande ruolo nel trend di breve termine dei prezzi. La fiducia nel marco si era affievolita, e contemporaneamente miliardi di marchi conservati durante la guerra erano saltati fuori alla ricerca di beni da comprare: il carburante accumulato aveva iniziato a bruciare.

Dal febbraio 1920 per 15 mesi i prezzi restarono stabili ed il marco in realtà recuperò valore sulle valute estere, facendo scendere il prezzo dei beni importati del 50% circa. Ci fu quindi un occasione d’oro per ristabilire la stabilità monetaria. Purtroppo però, il governo, sentendosi incoraggiato da questo andamento, continuò a stampare moneta: +50% nei 15 mesi citati ed il debito salì del 100%. Nel maggio 1921 l’inflazione ripartì e un anno dopo i prezzi erano saliti del 700%.

Ciò nonostante la reichsbank continuava a stampare moneta sebbene a un ritmo di crescita un pò inferiore a qullo
dell’inflazione. Dopo il luglio 1922 iniziò la fase dell’iperinflazione vera e propria. La fiducia nella moneta svanì
del tutto e i prezzi salirono sempre più velocemente per 15 mesi , superando di gran lunga la stampa di nuova moneta che non riusciva a tenere il loro passo. Tanto per dare un idea l’indice dei prezzi all’ingrosso che era 1(uno) nel luglio 1914 , ed era passato a 100,6 nel luglio 1922, subisce la seguente escalation: 194 mila nel luglio 1923 e 726 miliardi nel nov. 1923.


A fine 1923, ben 300 fabbriche di carta lavoravano a pieno ritmo e 150 aziende stampatrici avevano 200 presse che marciavano giorno e notte producendo carta moneta.
Sotto la spinta forzata dell’inflazione le imprese lavoravano alla massima capacità usabile e la disoccupazione era sparita. Ma, i salari reali dei lavoratori erano crollati. I sindacati ottennero spesso degli aumenti, ma non ce la facevano a tenere il passo. I lavoratori agricoli, e vari strati di impiegati si trovarono particolarmente a mal partito. Non avevano sindacati che li proteggessero e spesso erano alla fame.


Gli uomini di affari invece iniziarono a trascurare le loro tradizionali occupazioni e iniziarono a speculare sulle azioni e sulle merci. Migliaia di piccoli imprenditori provarono a imitarli speculando su scarpe, carne, sapone, vestiti, e su ogni cosa potessero trovare: ogni caduta del marco portava a una corsa nei negozi, la gente comprava dozzine di cappelli o impermeabili. A metà 1923 i lavoratori iniziarono a essere pagati 3 volte al giorno. Le mogli prendevano i soldi e correvano a comprare, ma sempre più spesso trovavano i negozi vuoti.

I magazzini non riuscivano a trovare merce o non riuscivano a fare gli scambi così velocemente da proteggersi. Gli agricoltori rifiutavano di portare i prodotti in città : ricevere carta moneta non gli interessava. Scoppiarono tumulti per il cibo. Gruppi di lavoratori marciavano nelle campagne per prendersi frutta e verdutra e assalivano le fattorie. Le imprese iniziarono a chiudere e la disoccupazione improvvisamente esplose.


Nel frattempo, la classe media che dipendeva da qualsiasi tipo di reddito fisso si trovò impoverita, e vendette arredamento, vestiario, giolleria pur di avere cibo. I piccoli negozi divennero pieni di queste mercanzie. Ospedali, società artistiche e letterarie, istituzioni religiose e per la carità, chiusero perché non avevano più fondi.
Allora, con uno sforzo di volontà in extremis, il governo cambiò strategia di colpo e stabilizzò la moneta nel giro di una notte.
Avvenne così il miracolo del Rentenmark, durante il quale la svalutazione si fermò, le imprese rividero la luce, il virus
inflazionistico fu fermato, sebbene, come vedremo, iniziava un lungotunnel buio da percorrere. Milioni di tedeschi della classe media , normalmente l’ossatura della repubblica, rovinati dall’iperinflazione diventarono ricettivi alla propaganda di
estrema destra e formarono il fertile terreno sul quale sarebbe attecchita e sviluppata la mala pianta hitleriana.

Gli operai invece divennero nella maggioranza comunisti. I più grandi beneficiari dell’enorme redistribuzione di ricchezza che era intercorsa fuorno i leaders industriali di stampo feudale che non avevano fiducia nella repubblica e che di buon grado trattarono con Hitler pensando che lo avrebbero potuto controllare.

I partiti e i sindacati persero interamente il loro capitale di fiducia nell’opinione pubblica e furono ridotti ai minimi termini: la
repubblica liberale fu la grande vittima del’iperinflazione,e gli effetti ultimi verranno poi pagati dal mondo intero con la seconda guerra mondiale.

Molti uomini d’affari la vedevano di buon occhio perché cancellava i loro debiti, e loro sapevano come difendersene e
perfino profittarne speculando sui cambi, o comprando merci ed impianti, o indebitandosi per acquistare azioni di aziende
concorrenti. Il governo stesso pensava che l’inflazione svuotava il suo debito e gli favoriva i problemi finanziari.
I leader tedeschi dissero che il collasso del marco stava dimostrando come era impossibile sostenere i pagamenti che erano stati richiesti.

Il meccanismo di inflazione fu semplice. Il governo emetteva promesse di pagamento , e la banca centrale emetteva moneta sui titoli costituiti da queste obbligazioni. Quando un governo spende più di quanto incassa, deve indebitarsi. Se si limita a prendere in prestito dai suoi cittadini vendendo loro titoli, non è detto che ci sia inflazione: la moneta semplicemente passa di mano. Quando però il governo necessita di più moneta di quanto i propri cittadini siano in grado o vogliano prestargli, allora stampa nuova moneta, monetizza il debito come si dice.

Questo è quello che succede negli USA: la Fed stampa e compra lei i bot o i bonds del governo non sottoscritti. Il risultato netto è appunto la creazione di nuova moneta(oggi sotto forma di nuovi depositi bancari). E questo è
quello che successe in Germania. Il governo emetteva bot prontamente acquistati dalla Reichsbank che stampava nuovi biglietti per acquistarli.
Le imprese trovavano profittevole indebitarsi con le banche e comprare merci, azioni e aziende(ricorda qualcosa?) Il loro debito veniva svuotato nel giro di poche settimane dalla rapida inflazione, mentre a loro restavano i beni reali. Il risultato era un enorme inflazione”privata”, causata dall’espansione del credito, esattamente come oggi negli USA. Perfino i cambi esteri venivano fatti con prestiti, in pratica la banca centrale finanziava la speculazione contro la propria moneta, alla giapponese diremmo oggi.

E la banca centrale teneva bassi i tassi dicendo che un rialzo avrebbe solo creato danni alle aziende e avrebbe finito per
aumentare l’inflazione! Insomma pare che i discorsi di Greenspan siano copiati da quelli della Reichsbank. Il sistema fiscale collassò, perché le imprese trovavano conveniente ritardare i pagamenti, data la svalutazione, ed il governo per
coprire il buco nel frattempo stampava altra moneta. Ad otttobre del 1923 l’1% delle entrate veniva dalle tasse e il 99% da nuova stampa di moneta. Ma la forza che più accelerò il processo inflazionistico fu la costante diminuzione del valore reale della moneta in circolazione, come è avvenuto in tutte le rapide inflazioni della storia e che è vitale comprendere per combattere l’inflazione. Durante la guerra, come prima ricordato, l’inflazione era inferiore al tasso di crescita della moneta; ma dopo, non appena la gente perse la fiducia, avvenne l’opposto. Pertanto il totale del circolante si ridusse drasticamente in termini reali: in proporzione alle necessità nel dopo guerra circolava meno moneta in termini reali di quanto non ne girasse prima. Il che può sorprendere ma è vero: la circolazione nominale era cresciuta di 15-20 volte ma i prezzi erano
saliti di 40-50 volte, ed in termini di oro il valore cadde da 7428 milioni di marchi ad appena 168 milioni nel luglio 1923.

Nonostante il proliferare di tonnellate di pezzi di carta, il cittadino medio trovava più difficile , e sempre di più, avere la moneta sufficiente per i suoi bisogni. Le banche, a corto di contante, non potevano onorare gli assegni, ed il governo aveva lo stesso problema, per cui sembrava non che ci fosse troppa moneta, bensì l’opposto. Per cui sembrava che se si fosse smesso di stampare moneta si sarebbero bloccate le imprese e milioni di lavoratori sarebbero finiti sulle strade.Il governo stesso sarebbe stato incapace di farlo: se si cavalca una tigre, poi scendere non è facile. Il 25 ottobre del 1923 la banca centrale scrive di aver stampato quel giorno 120 mila trilioni di marchi; purtroppo però la domanda era di un milione di trilioni: fu annunciato che la produzione sarebbe aumentata a 500 mila trilioni al giorno.


Una volta che la gente perde fiducia in una moneta, cerca di liberarsene. Come Keynes osservava, ciò aumenta enormemente la
velocità di circolazione, per cui i prezzi crescono più velocemente di quanto il governo non riesca a stampare moneta. Marshall, studiando questo processo, concludeva che : il valore totale di una moneta cartacea non convertibile, non può essere aumentato aumentando la sua quantità perché ogni aumento nella quantità abbassa il valore di ogni unità pre-esistente più che proporzionalmente.

In genere, i governi incolpano tutto e tutti per l’inflazione tranne se stessi. Quando l’inflazione cresce meno della moneta, come durante la guerra, dicono che ciò dimostra come le emissioni di moneta non sono pericolosamente alte (Fed oggi). Dopo, quando la fiducia svanisce,ed i prezzi superano la crescita della moneta, di nuovo dicono che ciò prova che non è colpa delle emissioni, che anzi ce ne vorrebero di più per star dietro ai prezzi.

Concluderò questa digressione teorica con una citazione di Milton Friedman il quale notò che dopo la rivoluzione russa, i bolscevichi introdussero una nuova moneta che stamparono in enormi quanittà e subito divenne priva di valore. Nel frattempo ancora circolavano le vecchie monete dello zar che invece mantenevano il loro valore reale,e che si erano quindi enormente rivalutate rispetto alla nuova moneta . Perché? Perchè nessuno pensava che lo zar ritornasse al governo e dunque si
sapeva che la vecchia moneta non era più stampabile!


E’ importante iniziare comprendendo quanto difficile fu ricavare un reddito in termini reali durante l’iperinflazione. I professionisti, i lavoratori qualificati e altri, abituati ad avere buoni redditi trovarono che i loro salari reali erano stati tagliati
disastrosamente.

Coloro che dipendevano da pensioni, risparmi o reddito fisso, incorsero in una situazione ancora più terribile.Gli interessi da obbligazioni o depositi a risparmio, sparirono subito in termini reali. Le azioni pagavano dividendi minimi o nessuno
perché le aziende usavano ogni fondo disponibile per speculare o aumentare il capitale circolante. I proprietari terrieri non si
trovarono meglio perché il governo bloccò le rendite , il che signficava che chi affittava i loro terreni e le loro case lo
faceva gratuitamente in pratica, ma a sua volta aveva gli enormi problemi di sopravvivenza che abbiamo vsto.
In generale, la liquidità, le obbligazioni e anche le azioni si rivelarono fonti di perdite . L’urgente bisogno di reddito per
sopravvivere ebbe importanti effetti sui vari tipi di investimenti, vediamoli.


Cambi e oro:

chi deteneva dollari, sterline o altre valute stabili, così come chi aveva oro, si salvò. Il governo durante l’iperinflazione aveva vietato i cambi, ma come sempre in questi casi era fiorito il mercato nero. I vincitori in assoluto furono coloro , una piccola minoranza, che aveva venduto fin dall’inizio marchi e acquistato valuta estera oppure oro, prima cioè che le leggi restrittive rendessero l’operazione difficile, e prima che il marco perdesse troppo.

Proprietà personali:
risucirono anche a difendere i propri soldi coloro che fin dall’inizio avevano comprato oggetti di valore, come monete rare, francobolli rari, gioielli, quadri di valore, antichità, oppure merci durature come pellicce, etc. naturalmente la maggioranza non capì il vantaggio fino a che l’iperinflazione non divenne clamorosa, e non era facile tramutarli in soldi quando servivano.

Azioni:
Nell’inflazione, le azioni sono in genere considerate un bene rifugio, in grado di essere facilmente speculato. In pratica
non è così semplice. I prezzi azionari sono spesso caduti violentemente proprio quando l’inflazione è divenuto un problema per l’andamento economico delle società. Inoltre le fluttuazioni fanno sì che facilmente si scelga il momento sbagliato per comprare o vendere, o finire nelle azioni sbagliate.
In genere dall’esperienza tedesca possiamo ricavare che chi ha comprato un pacchetto ben diversificato di azioni solide, cioè di società ben salde, prima che scoppiasse l’inflazione; e chi le ha tenute lungo tutto il periodo compreso quello della stabilizzazione, è riuscito a difendere il proprio capitale. Ma, vi furono parecchie trappole lungo il percorso sempre costellato da momenti di avidità o di paura; se la cavarono quelli non emotivi che avevano fiducia nelle società prescelte e che non seguirono le fluttuazioni immunizzandosi dall’eccitazione, dall’ansietà e dalle tentazioni speculative. Infatti molti seguirono i repentini rialzi o crolli del mercato cercando di specularvi, e alla fine ci rimisero, come ci avevano rimesso i loro colleghi speculatori in beni reali. D’altronde mentre l’intera economia e struttura finanziaria stava collassando, chi poteva avere la pazienza di aspettare fiducioso il futuro?


Negli USA si sono precostituite le condizioni che potrebbero portare ad un iperinflazione. Innazitutto la stampa di moneta, che sta accelerando visibilmente . Inoltre il fatto che tutte le categorie del paese sono piene di debiti, ed hanno un fortissimo
incentivo a vederseli svuotare di valore; è diffuso in tutta la società americana, esattamente come accadde in Germania, dove i più la vedevano con favore. Certo ci dicono che l’inflazione senza tenere conto delle case, delle azioni, delle
materie prime, del petrolio e degli alimentari, è al 2%. Peccato che ciò sia dovuto, come spiegato più volte, a una media
statistica tra i prezzi dei servizi che salgono in molti casi del 5% e passa all’anno, e quella dei prodotti manufatti che sotto
l’incalzare della concorrenza asiatica scendono. Ma ciò consente di dire, come i tedeschi dell’epoca, che non ci sono
problemi di eccesso di moneta perché i prezzi crescono meno; e poi si dirà che ce ne vorrà altra di moneta, quando i prezzi inzieranno a salire più di quest’ultima (come in parte già per case, azioni, etc.) Infine, il governo ha lanciato una campagna bellica pluriennale che rende necessario trovare una fonte di finanziamento enorme. Certo potrebbe aumentare le tasse, ma il solo dirlo pare già ridicolo, molto più facile stampare dollari.

Naturalmente manca la condizione essenziale per scatenare l’iperinflazione. La perdita di fiducia nel dollaro. A tutt’oggi,
gli americani hanno fiducia nel dollaro e nei propri governanti. Di fronte a situazioni di disastro finanziario come quello in
california, arrivano a eleggere un attore, la politica spettacolo li galvanizza e li fa correre numerosi alle urne. Vuol dire che ancora hanno fiducia, pur nei limiti intellettuali che questo popolo mostra ogni giorno che passa,e credono sia un gioco a lieto fine comunque vadano le cose. Ma ha fiducia anche il resto del mondo che continua ad accumulare dollari in cambio delle propie merci.
Come abbiamo visto credono al momento che questo sia il minore dei mali, che sia ancora nel loro interesse. Fino a quando, i cittadini americani e l’estero continueranno ad avere fiducia nonostante vedano le presse di fort knox stampare sempre più pezzi di carta verdi?

Nessuno può dirlo, perché abbiamo a che fare con la psicologia delle masse. Anche in Germania fino all’ultimo avevano resistito, ma appunto l’esperienza storica mostra che poi arriva il giorno fatale. A meno ovviamente che non ci si fermi in tempo. Secondo i benpensanti ci si fermerà non appena sarà ripartita l’economia e l’occupazione; non hanno capito che in breve tempo dopo un eventuale restrizione creditizia il paese sprofonderebbe in recessione perché ha accumulato troppi debiti; pertanto non si fermeranno in tempo.
Dopo la fase iperinflazionistica, il dollaro scomparirà dalla scena; può darsi che si seguirà la strada tedesca (nuova banca centrale, nuova moneta ancorata a beni reali) o può darsi che date le dimensioni, si arrivi a più monete federali (già oggi i singoli Stati hanno molte autonomie fiscali), perché più facilmente controllabili dai cittadini com’era in Europa prima dell’euro. A proposito e L’europa? L’inflazione vera (loro la chiamano “percepita”) è già al 6%, ma il rischio di iperinflazione al momento non esiste perché il controllo della moneta è saldamente in mani tedesche, la cui memoria appunto garantisce che difficilmente si possa ricadere nello stesso errore. Purtroppo però l’Europa dovrà subire le conseguenze del disastro americano, cioè meno esportazioni che si sommeranno alla sempre maggiore concorrenza asiatica e alle reazioni vetero-protezioniste che ciò provoca, e alla minor crescita interna per le note cause che l’affliggono (cioè vecchiaia, rigidità, etc.) fra cui non ultima proprio la contraddizione di avere una moneta unica a fronte di tanti diversi governi politici .

Dunque tendenze deflazionistiche, accentuate proprio dall’iperinflazione americana che provocando una rivalutazione forzata dell’euro abbasserà i prezzi delle importazioni (anche se trattando il petrolio in euro non avremo neanche la consolazione di un petrolio a buon mercato)."

L'opera integrale di Spallino del 2006 è su http://michelespallino.blogspot.com/2006/04/il-re-e-nudo-dic-2003_24.html
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41 commenti:

Anonimo ha detto...

Paolo,

questo è il resto dell'articolo di Spallino

"Nessuno può dirlo, perché abbiamo a che fare con la psicologia delle masse. Anche in Germania fino all’ultimo avevano resistito, ma appunto l’esperienza storica mostra che poi arriva il giorno fatale. A meno ovviamente che non ci si fermi in tempo. Secondo i benpensanti ci si fermerà non appena sarà ripartita l’economia e l’occupazione; non hanno capito che in breve tempo dopo un eventuale restrizione creditizia il paese sprofonderebbe in recessione perché ha accumulato troppi debiti; pertanto non si fermeranno in tempo.
Dopo la fase iperinflazionistica, il dollaro scomparirà dalla scena; può darsi che si seguirà la strada tedesca (nuova banca centrale, nuova moneta ancorata a beni reali) o può darsi che date le dimensioni, si arrivi a più monete federali (già oggi i singoli Stati hanno molte autonomie fiscali), perché più facilmente controllabili dai cittadini com’era in Europa prima dell’euro. A proposito e L’europa? L’inflazione vera (loro la chiamano “percepita”) è già al 6%, ma il rischio di iperinflazione al momento non esiste perché il controllo della moneta è saldamente in mani tedesche, la cui memoria appunto garantisce che difficilmente si possa ricadere nello stesso errore. Purtroppo però l’Europa dovrà subire le conseguenze del disastro americano, cioè meno esportazioni che si sommeranno alla sempre maggiore concorrenza asiatica e alle reazioni vetero-protezioniste che ciò provoca, e alla minor crescita interna per le note cause che l’affliggono (cioè vecchiaia, rigidità, etc.) fra cui non ultima proprio la contraddizione di avere una moneta unica a fronte di tanti diversi governi politici .

Dunque tendenze deflazionistiche, accentuate proprio dall’iperinflazione americana che provocando una rivalutazione forzata dell’euro abbasserà i prezzi delle importazioni (anche se trattando il petrolio in euro non avremo neanche la consolazione di un petrolio a buon mercato)."

Non l'avevo inserito perchè su quest ultimo aspetto (Euro) ho idee completamente differenti.

L'opera integrale di Spallino del 2006 è su http://michelespallino.blogspot.com/2006/04/il-re-e-nudo-dic-2003_24.html

Il Folletto

Anonimo ha detto...

SPETTACOLARE!!!DOPO QUESTA VISIONE CONFERMO CHE IL BOTTO E'ALLE PORTE..E DOPO LA CHIUSURA DI STASERA PROPENDO PER IL LUNEDI NERO.

Anonimo ha detto...

Bon, che ci compriamo in america? :-) Son tutto occhi

Anonimo ha detto...

Articolo interessante! Sarebbe ancora più interessante avere dei dati aggiornati per quantificare la massa monetaria americana e le sue variazioni! Mi pareva di aver letto su qualche sito che da inizio crisi sarebbe radoppiata e ultimamente c'è stata una accelerazione! E' corretto o ricordo male???
A suo avviso questo aumento della massa monetaria può essere interrotto senza pregiudicare la supposta ripresa economica? La ripresa economica è la condizione necessaria affinchè si manifesti l' inflazione? Al di la del quantitative easing non ritiene necessario un crollo di dollaro e sterlina rispetto alle monete del BIC(la Russia la considero terzo mondo e non paese emergente!), in linea teorica perchè in pratica ben dificilmente accadrà?
Cmq Grazie per l' articolo, ho imparato tante cose utili!

Luca Salvarani, Mantova.

Anonimo ha detto...

grande articolo,da inserire nei libri scolastici. MARCO (MI)

Anonimo ha detto...

questa è una vera lezione di economia..grandissimo Spallino !!

saluti

Giaki

Anonimo ha detto...

Leggetevi bene i post più sotto su PARALLELISMI.....FIAT E IMMSI.

Non pretendo di aver ragione, ma porto a supporto i migliori economisti che conosco.

L'unica cosa che mi lascia basito è che abbiano permesso a Polleit fino alla fine del 2008 di essere capoeconomista di Barclays Cap come di mantenere tuttora la carica di professore onorario alla scuola di finanza di Francoforte. E' membro ordinario della Fiederich August von Hayek Society e della Research on Money in the Economy ROME (http://www.rome-net.org/), oltre ad essere collaboratore assiduo del Ludwig von Mises Institute.

Interessante anche questo: http://www.rome-net.org/romewp2007-02.pdf "The euro, introduced at the beginning of 1999, is still a relatively new currency,
and it has still to prove itself as a reliable means of payments. What is more, the
European integration process is far from being accomplished, and new EU countries
will have to be included in the single currency area in the years to come." ED ERAVAMO GIà NEL 2007!!!

http://www.frankfurt-school.de/content/en/who_we_are/faculty/faculty_alphabetisch/Polleit

Il Folletto

Anonimo ha detto...

e, come allora, ci diranno ke l'inflazione è un bene necessario per la salvezza del popolo.

http://www.liveleak.com/view?i=3e0_1235601005

antipatix

Anonimo ha detto...

Articolo interessante, certo.
Ma mi pare che non prenda in esame una grande differenza tra i tempi attuali e i precedenti storici: adesso il mondo è globalizzato, quindi gli effetti dei problemi di un singolo Paese (Usa) si riflettono su ttutti lgi altri..
Non so che implicazioni possa avere questa differenza, ma penso sia un fattore da valutare bene per le nostre azioni di difesa.

Elianto

paolo m ha detto...

quindi il nuovo hitler chi sarebbe ?
(hagmadinejad ?)
complimenti per i fautori(ben elicottero) della serie la storia non insegna niente .
domanda il folletto c'è ad assisi ?
per fortuna qualche anonimo sul blog disse che il folletto aveva qualche rotella fuori posto !!!!!!!!!!
folletto ci sei ad assisi ?

Anonimo ha detto...

Il video della MGM a me noto da anni, dovrebbe essere trasmesso ad ogni ora dai canali televisi!!!!

Comunque guardate l'ultimo mio commento sul post VERSO LA SVALUTAZIONE DEL DOLLARO E L'INFLAZIONE: DA PUTIN UNA CONFERMA!

SVEGLIA E PROTECT YOURSELVES

Il Folletto

paolo m ha detto...

scusate devo dire che gian claudio trinchetto (trisce) avendo nella mente la republica di weimar alzò i tassi nella bufera 2007 quindi non era priprio matto

Anonimo ha detto...

Domanda per il dott. Barrai.
Vista la situazione gravissima dell'epoca, come ha fatto Hitler in soli 6 anni dalla sua nomina alla cancelleria a risollevare l'economia fino a rendere la germania la nazione più potente del mondo?
Saluti agli amici del blog
Alessio V.

Anonimo ha detto...

Se lo scenario dovesse realizzarsi, ritornerebbe anche la politica, a fucilate. Con una guerra civile americana, vi sarebbero ulteriori problemi a livello internazionale.
Tuttavia c'è una differenza enorme rispetto alla situazione tedesca. La carta straccia amerikana, rispetto al marco, è virtuale, non è stampata: sta nelle pance delle banche e nei bit dei terminali, delle borse gonfiate...
Al popolo non arriva niente, non arrivano neppure gli stipendi, altro che 3 stipendi al giorno seppure di carta straccia.
Insomma non c'è circolazione di moneta...

Dvx

marco spacchi ha detto...

Allora cosa bisogan comprare?
Terreni, case, oro, orologi preziosi (francobolli li ho già ma non è che mantengano così il proprio valore, avete mai provato a venderli?).
Io credo che se parte questa mega inflazione le case saranno da comprare, avevo già discusso qui con Barrai tempo fa di questo, non capisco perchè se l'inflaizne dovesse galoppare le case non tornerebbero a salire.

Anonimo ha detto...

MA IN ITALIA ED EUROPA STANNO STAMPANDO MONETA PER NON AUMENTARE LE TASSE E TAGLIARE I SERVIZI? QUESTI DATI ECONOMICI DOVE LI PRENDETE ? GRAZIE

Anonimo ha detto...

articolo molto interessante. eppure io credo che il parallelo corretto non sia quello con la germania di weimar e nemmeno quello col 1929. se davvero ci troviamo di fronte ad una svolta epocale, c'è solo una fase della storia in cui è successo qualcosa di paragonabile a questo. mi riferisco alla catastrofe economica del basso impero (fine III sec.) che portò prima all'edictum de pretiis di Diocleziano, quindi all'introduzione del solidus aureus da parte di costantino (moneta che fu poi la base di tutta l'economia medievale). si tratta di cose ancora troppo poco studiate e soprattutto sottovalutate, ma gli antichi in materia economica non erano affatto ingenui. all'epoca si tentò in tutti i modi di fermare la svalutazione della moneta di rame, fino a che costantino non decise di rifiutarla per i pagamenti delle tasse (accettando solo oro o vettovaglie) e condannando alla rovina il proletariato e la piccola borghesia. quest'evento segnò il passaggio dall'economia imperiale borghese (simile alla nostra) all'economia medievale, fondata sulla terra e sull'oro (e che portò dritta al feudalesimo). forse varrebbe la pena di studiare meglio questo passaggio (eheh, non aspettatevi che sia qualche docente universitario a farlo...)

mario

Anonimo ha detto...

complimenti per l'articolo
il primo che trovo cosi' esaustivo in rete ,scritto in italiano.davvero complimenti

Baskerville ha detto...

Barrai siamo già passati dall'analisi all'agire; Mohammed Al-Fayed ha avuto sempre intuizioni commerciali anticipatrici

Harrods commences sales of Gold Bullion - Saturday 17th October 2009

Harrods revealed on Thursday (15th October) that it is planning to target wealthy investors by selling Gold Bullion.

The upmarket department store has been offering Swiss-sourced investment grade bars and coins at its Harrods Bank premises in Brompton Road since the start of the week.

General manager Malcolm McLean explained that the company made its decision on the basis of the ever-growing demand for Gold Investment in the current economic climate.

He told Reuters: "We have been very conscious of the fact that there has been an ever increasing amount of interest in the gold market, and in buying investment gold.

"We became very conscious that there is no well-recognised name out there which the general public can turn to and say, I know that name, I trust it, I want to buy from them."

Meanwhile, Axel Merk, who established the Merk Investments mutual fund in 2005, has added his name to the growing list of market observers predicting a bright future for gold.

He explained that the US government's huge outlay in response to the financial crisis is likely to significantly affect the dollar - which shares an inverse relationship with gold - for the foreseeable future.

In an interview with Reuters, he said: "I don't think [gold's rally] is overdone at all. It's going to be over when the policy makers come to their senses and the chance of that happening is very low.

"I wouldn't mind if the metal pulls back - I would buy some more. Of course it may happen, but I am not concerned about a pullback."

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Anonimo ha detto...

Lo sai Mario che non hai torto?
Infatti se lo scenario descritto si avverasse avremmo un collasso generale dell'ecomia, cosa che poi in fin dei conti è stata sfiorata nell'ottobre scorso, e probabilmente solo rimandata.
Cio comporterebbe oltre a guerre civili o qualcosa di molto simile, che l'unica cosa utile sarebbe un campo coltivabile e il fucile per difenderlo...
però ricorda che l'economia romana era prevalentemente agricola, e anche le monete di rame avevano un 5-10% di argento. Oggi invece le banconote sono slegate da qualunque metallo prezioso...

Anonimo ha detto...

Per Alessio V.,
la tua domanda spero sia solo ingenua, e non tendenziosa.
Rappresenti Hitler come uno che ha salvato l'economia nazionale tedesca. Forse non consideri che Hitler ha distrutto non solo l'economia, non solo le regole su cui essa si basa, non solo intere classi sociali, ma soprattutto 6 milioni di ebrei che, guarda caso, fanno dell'attività bancaria la loro principale occupazione da 2000 anni a questa parte. Infine ha distrutto la Germania stessa che non mi risulta sia uscita dalla guerra come una potenza economica mondiale.
Ma questa è un'altra storia.

Piuttosto, ti sei mai chiesto perchè Hitler ha preso di mira proprio gli ebrei? O ti sei bevuto la storiella della razza ariana pura che ti raccontavano alle medie? Ti sei dimenticato che da sempre la Chiesa Cattolica considera peccato mortale chiedere interessi su un prestito? Non così per gli ebrei che per questo motivo sono sempre stati esclusi da ogni attività commerciale tranne che da quella di "mercanti di soldi" o, come usa dire oggi, banchieri.
Bene, Hitler li ha sterminati, non per i capelli neri, li aveva anche lui in fondo, ma per i soldi.
Se ha APPARENTEMENTE ridato stabilità a una moneta, è solo perchè ha distrutto i principi economici di base, banche, banchieri, classi sociali e al posto del mercato ha creato la più grande fonte di reddito e occupazione che un paese possa creare: la guerra.

Infine, se con la tua domanda auspichi che qualcuno risolva i problemi attuali degli USA con gli stessi metodi, allora aspetta che una dittatura si instauri, che nazionalizzi tutte le banche e incarceri tutti i banchieri, finanzieri e miliardari americani e dichiari guerra a una dozzina di nazioni nel mondo, inclusa Cina e Russia.
Una volta vinta quella guerra, i problemi saranno risolti.
Facile no?

Ciao Alessio V. Studia.

Saluti.
RedLizard

ML ha detto...

GRANDE HARRODS

Anonimo ha detto...

@RedLizard

La tua percezione temporale e' distorta. La Germania e' diventata una potenza nel 1938, ben prima dell'inizio della guerra e della cosiddetta soluzione finale (1941).
Ti ricordo che già nel ’38, dal punto di vista tecnologico, i tedeschi erano all’avanguardia in tutte le discipline hi-tech di allora: aeronautica, chimica, medicina. Basta considerare quello che ha fatto IG Farben, che sarebbe diventata Bayer, o il fatto che la Wehrmacht ha tenuto testa ai piu’ potenti eserciti del mondo per tre lunghi anni.
Per progettare quel capolavoro che risponde al nome di Messerschmitt BF109 occorrono soltanto un regolo, tanto caffe’ e la testa di Willi, come egli stesso ebbe a scrivere. Legioni di banchieri ebrei non servirebbero a nulla se non a spolpare i frutti ex post.

La domanda di Alessio rimane senza risposta. Messa in altri termini potrebbe essere: “Come ha fatto la Cina, popolo di contadini barboni fino a 20 anni fa, a mettere seriamente in pericolo la sopravvivenza dell’Impero di Occidente?”
La risposta non e’ immediata e non banale…

Infine:

Infine, se con la tua domanda auspichi che qualcuno risolva i problemi attuali degli USA con gli stessi metodi, allora aspetta che una dittatura si instauri, che nazionalizzi tutte le banche e incarceri tutti i banchieri, finanzieri e miliardari americani e dichiari guerra a una dozzina di nazioni nel mondo, inclusa Cina e Russia.
Una volta vinta quella guerra, i problemi saranno risolti.
Facile no?

Guarda che la Germania alla fine la guerra l’ha persa…

In ogni caso, quando gli Yankee ha voluto andare sulla Luna hanno dovuto chiamare ancora una volta un Crucco di nome Wernher.

Quanto sopra senza intento polemico, pero’ lo “studia” finale potevi risparmiarlo.

Felicidad y

Suerte

P.S. Il mio modo di pensare distorto mi porta sempre alla seguente

CONSIDERAZIONE:
Se devi mettere insieme una squadra che vinca le Olimpiadi nel salto in lungo dovrai trovare un uomo che salti dieci metri e non dieci uomini che saltino un metro.

Anonimo ha detto...

Ovviamente: grande Al-Fayed. Il vecchio ha la vista lunga. Peccato che anche qui non aprano questi supermercati. Non puoi andare in ferramenta...

Sempre complimenti al padrone di casa.

Y

Suerte

Anonimo ha detto...

@ anonimo 15.27
si era in buona parte agricola ma proprio nell'agricoltura la svalutazione provocò la rovina dei piccoli proprietari terrieri, in molti casi il loro ritorno alla schiavitù (di cui s'erano liberati in massa due-tre secoli prima) e il ritorno in grande stile al latifondo.
aggiungo che tra i principali motivi della svalutazione fu il fatto che sia i barbari che l'oriente nei commerci non volevano saperne di rame o argento ma accettavano solo oro (il che tra l'altro significava da secoli emorraggia di oro da occidente verso oriente).

ps. beh, se le nostre banconote non hanno nemmeno quel poco d'argento vuol dire solo che saranno caxxi amari...

mario

Anonimo ha detto...

Caro Red lizard
Io sarei daccordo a studiare il sistema economico utilizzato da Hitler per fronteggiare la situazione estrema descritta nell'articolo che stiamo commentando,
Ma purtroppo quando si affronta la storia della germania si parla solo di quello che è successo subito prima e durante il periodo bellico che tutti sanno bene.
Piuttosto la tua mi sembra una risposta tendenziosa e strana quando affermi che hitler ha risollevato l'economia nazionale sterminando gli ebrei ecc..come se gli ebrei fossero stati i fautori di tutta la precedente crisi.
In quanto alla guerra credo che chiunque la sostenga come soluzione sia uno stupido e anche un mostro.
Alessio V.

Anonimo ha detto...

Red,

lascia perdere è un altro caso perso.

Il Folletto

Anonimo ha detto...

è incredibile come ci si scalda per hilter e 6 milioni di morti quando oggi (dico oggi!) ne muoino molti di più per mano USA...
siete fuori di testa.
Non a contestare hilter ovviamente, ma a stare dietro a politici/finanzieri del più grande stato sterminatore che sia mai esistito e che continua a sterminare (non ieri, oggi, tutti i giorni) con i più assurdi pretesti (false flag inclusi).
Vero Nista?

roby

Anonimo ha detto...

Rileggetevi "il medioevo prossimo venturo".
Ricordatevi come si è dissolta l'Unione Sovietica.
Obama come Gorbaciov?
Toccherà a lui Liquidare l'occidente?
Carlo

paolo m ha detto...

INTERESSANTE LEZIONE DI STORIA in tutte le elementari e medie mai seppi questo ,poi io sono uno che a 14 anni ha iniziato a fre 10 ore di tornio anche perchè nel 1979 i datori di lavoro venivano FUORI DALLE MEDIE A RECRUTARE GLI APPRENDISTI !!! OGGI A 44 ANNI CHI TI RECRUTA ?
comunque hitler non ha fatto altro che togliere il signoraggio delle banche !
IO SONO ANARCHICO, MA FACENDO UN BREVE CALCOLO TRA LA GENTE CHE HANNO STERMINATO I BANCHIERI E QUELLA CHE HA STERMINATO HITLER CERTAMENTE VINCONO I PRIMI O COMUNQUE CI VANNO VICINI ,DICIAMO CHE SONO DITTATORI LEGALIZZATI

Anonimo ha detto...

Ringrazio comunque il professori FOLLETTO e RED LIZARD per la lezioni di storia che danno ai casi persi.
Alessio V.

Anonimo ha detto...

No, non lascio perdere per niente.

1° - Non ho detto che gli ebrei sono stati la causa della crisi della Germania degli anni 20. Ho semplicemente detto che gli ebrei hanno sempre fatto della finanza una delle loro maggiori attività. Pertanto molti di essi erano ricchi. Se Hitler ha preso di mira proprio gli ebrei, per me non è un caso.

2° - Non sostengo la guerra come soluzione. La mia frase era chiaramente ironica. Ti sembra facile, possibile o anche solo pensabile che una guerra tra gli USA e 12 paesi del mondo possa essere una soluzione? L'ironia mi sembrava fin troppo ovvia. La prossima volta cercherò di essere più chiaro. Solo che questo inneggiare a Hitler come risolutore di problemi mi ha un pò irritato.

3° - Che la Germania ha perso la II guerra mondiale l'ho sentito dire anch'io. Non so da dove avete desunto che io credessi che l'avesse vinta... boh

4° - Sono perfettamente d'accordo che i tedeschi siano eccellenti menti tecniche, scientifiche e grandi organizzatori del lavoro, nessuno mette in discussione le loro qualità. Dico solo che per fare certe cose, come pianificare e attuare una guerra mondiale, ci vogliono risorse economiche, tanti tanti soldi che da qualche parte vanno presi. Quanto alle società farmaceutiche, chimiche e meccaniche che hanno prodotto lo sforzo bellico, erano tutte, o quasi, allineate al regime, volenti o nolenti. Meglio spartirsi una torta amara che non mangiare per niente, o no?

5° - Un uomo che salti 10 metri???
E poi sono io quello che inneggia alla soluzione bellica? Cosa auspichi, caro Anonimo, l'Uomo Forte che risolve tutto? Siamo tornati indietro di un secolo?

Saluti.
RedLizard

Anonimo ha detto...

@RedLizard

1) Perfettamente d’accordo. Per un eventuale approfondimento su un modo diverso di considerare l’attivita’ finanziaria rispetto a quella giudoplutocratica di stampo anglosassone vedi James Barnes “Giustizia sociale attraverso la riforma monetaria”. Con gli Ebrei ce l’avevano proprio per una diversa e incompatibile visione del mondo.
2) Gli Yankee hanno molti modi per combattere le guerre e per loro operare, in modo piu’ o meno ortodosso, su piu’ fronti e’ cosa normale. L’ironia non era ovvia: se la prossima volta metti uno smiley viene piu’ chiaro.
3) L’ho estrapolato dal contesto. Probabilmente ho capito male. Sorry.
4) Alcuni sostengono anche che Rothschild abbia pesantemente finanziato in modo occulto la Germania negli anni ’30. Comunque senza un fortissimo senso di rivincita in seguito alla sconfitta nella I Guerra Mondiale e alla seguente paurosa inflazione, i Tedeschi non sarebbero andati da nessuna parte. Sono stati guidati in modo preciso e coerente in una direzione e si sono mossi con disciplina. Che poi la direzione fosse sbagliata e’ altro discorso. Rimane il fatto che dal ’28 al ’38 hanno fatto miracoli e probabilmente è riferita a ciò la domanda dell’amico Alessio.
5) Non mettermi in bocca parole che non ho detto: era una considerazione finale che deriva strettamente dal mio vissuto. Uomini che nel loro settore saltano 10 metri esistono veramente e se ti guardi intorno senza preconcetti sicuramente ne riconoscerai qualcuno. Tanti altri sono solo giocattoli (cit. Small Soldier). Comunque, per tornare al punto 5, penso l’episodio narrato da Tito Livio a proposito di Cincinnato abbia un certo fascino. Ovviamente si parla di una certa statura morale, ma ai nostri manca sia questa che quella fisica. L’alternativa è tenerci questa pseudodemocrazia dove le menti meno robuste sono pesantemente manipolate dalle scemenze deliberatamente diffuse dal tubo catodico. Sinceramente non so cosa è meglio.

Mala tempora currunt.


Felicidad y

Suerte

Anonimo ha detto...

Chi accusa gli italiani di farsi influenzare dal tubo catodico, o non ha capito niente oppure guarda troppa televisione.
Analisi vecchie di decenni, sociologismo d'accatto.

Anonimo ha detto...

OK, tutto chiarito.
Resta un interessante analogia tra la ripresa economica tedesca del 29-39 e il boom della Cina degli ultimi 20 anni.
Mi viene in mente il concetto di Adam Smith (La ricchezza delle nazioni) sul valore del denaro.
Cito a memoria: "Il valore del denaro è rappresentato dalla quantità di lavoro che con esso si compera".
Sembra che la strategia dei ricchi imperi anglosassoni si ripeta, mettere al lavoro i popoli la cui forza lavoro è sottopagata. In questo modo il contenuto di lavoro per ogni dollaro o sterlina aumenta. In un certo senso una forma di inflazione occulta che diventa evidente solo quando i salari dei lavoratori ritornano a crescere. Ciò che sta accadendo oggi con la Cina.

Saluti.
RedLizard

Anonimo ha detto...

@ Anonimo 16.09

Puoi argomentare un po' meglio? Messa cosi' la tua risposta vale poco. Se invece e' una provocazione, con il permesso del padrone di casa, ti invito ad andare su youporn.com, cercare la tua attuale compagna ecc. ecc.

Suerte

ML ha detto...

Caro Suerte, non posso che complimetarmi con te.
Meno male che questo populismo italiano, questo vivi e lascia vivere E' TRAMONTATO IN QUESTO BLOG.

O con noi o contro di noi. Questo è il motto.

E se sei contro di noi ....almeno vedi di argomentare in maniera intelligente.

L'anonimo delle 16.09 non è in queste categorie, quindi l'invito ad andarsene.

Anonimo ha detto...

C'è una differenza fondamentale secondo me tra lo sviluppo econimico-industriale della cina degli ultimi 20 anni, ed il decennio di boom 28-38 della germania. E cioè, la cina è stata fatta crescere da un modello di globalizzazione pensato e progettato dall'America e dall'occidente, ed a questo avrebbe dovuto , secondo i cosiddetti illuminati, portare i maggiori benefici; cosa che ad oggi come tutti vediamo è stato clamorosamente smentito dai fatti. La germania ha fatto tutto di suo, senza essere aiutata dall'esterno diventando una potenza oltre che industriale, tecnologica ed ingegneristica d'avanguardia mondiale, ciò che la cina ancora oggi si sogna!!! (tutti sappiamo che la sua manifattura non è certo di qualità, anzi la cosa che riescono meglio a fare è copiare!!!.....)
Quindi, a mio modesto parere, fermo restando tutto il male che si può dire di Hitler, evidentemente qualche cosa di giusto economicamente parlando in quegli anni probabilmente l'ha combinata, e varrebbe forse la pena approfondire e dare luce su quel decennio obiettivamente eccezionale di sviluppo tedesco; si potrebbe trarne degli spunti interessanti anche per il futuro della nostra disastrata economia.

Andrea P.

gatto silvestro ha detto...

La Germania nel 38 non era affatto la prima potenza mondiale, piuttosto e' vero che fin dalla fine dell'800 erano gli Stati Uniti di gran lunga i piu' forti e all'avanguardia nell'indusria militare, aeronautica petrolifera comunicazioni, chimica, e furono le armi da loro introdotte a decidere la prima guerra mondiale, dopo l'intervento che fecero solo dopo aver ottenuto la caduta della Russia zarista:sospetto che se la Russia fosse rimasta alleata di Prussia e Austria,gli Stati Uniti sarebbero intervenuti prima, purtropo la mossa scacchistica fatta dalla Russia non pote' salvarla.Lo sviluppo della Ruhr tedesca fu promosso agli Stati Uniti che anche finanaziariamente a fine '800 erano passati in testa, rovesciando il rapporto perfino con la Gran Bretagna.Hitler e Mussolini , arrivati al potere, ottennero finanziamenti dagli Stati Uniti, come difatti piu' sopra Folletto spiega bene.Insomma giocarono abbastanza al gatto col topo, dove il topo era l'Europa occidentale e dell'Est.Cio' che han fatto per tutto il secolo '900.

Anonimo ha detto...

Ringrazio il dott. Spallino per la lezione di macroeconomia e di stile. Per gli interessati alla materia economica è un bel regalo poter leggere queste considerazioni. Consiglio di rileggerle tra qualche mese. Rimarranno riflessioni originali e di valore nel tempo.

Vi ringrazio,
Carlo di Torino

Anonimo ha detto...

Ma se è vero quello che dice gatto silvestro vuol dire che i cattivi manipolatori sono stati e sono tuttora gli USA e le loro lobbyes che hanno fatto precipitare l'europa nella guerra per trarne esclusivo vantaggio.
Questo non mi rasserena se guardo il prossimo futuro, visto che al contrario della loro economia,i loro arsenali militari sono più efficienti che mai.
ciao a tutti