STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


UNA LETTURA INTERESSANTE (ANCHE SE UN PO' LUNGA PER LO STILE DEL BLOG)

Un nostro lettore, Gianni Frescura, ha svolto una lunga e laboriosa indagine.
Il suo lavora appare documentatissimo. E' ovvio che Mercato Libero svolge funzione di informatore: Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell' autore che se ne assume tutte le responsabilità.

Gianni ci ha datom l'autorizzazione alla pubblicazione, noi ringraziamo.



IL SISTEMA BANCARIO E’ UN’ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE ?
DECINE DI AMMINISTRATORI E CENTINAIA DI FUNZIONARI DI BANCA SOTTO PROCESSO PER USURA
di Gianni Frescura * - agosto 2009


di Gianni Frescura * - agosto 2009
Dopo un letargo che dura da più di dieci anni, perché è dal 1997 che è concretamente
applicabile anche al sistema bancario la normativa antiusura (legge 108/96 [i]), in giro per l’Italia i magistrati civili e penali cominciano a fare il loro dovere e si ascoltano e si leggono sempre più di frequente notizie sulla messa sotto accusa di amministratori, dirigenti e funzionari per gli interessi sproporzionati (usura) applicati dalla banca nei conti correnti, soprattutto delle imprese.
Queste informazioni per lo più vengono ignorate dalle tivù e dalla stampa nazionali
(controllate dalle banche) e appaiono perciò solo sui media locali; le notizie a volte poi vengono riportate in modo ambiguo, perché dai titoli non è chiaro se l’usuraio sia il funzionario inquisito o la banca stessa [ii].
In questo elaborato si guarderà ai soli procedimenti in cui risulta che sia la banca ad avere applicato tassi di usura ai suoi clienti e non al caso, diffuso, ma (a mio avviso) socialmente meno rilevante, in cui i funzionari della banca fanno personalmente prestiti con tassi da usura o collaborano con usurai esterni.
Negli ultimi mesi è un seguito impressionante di notizie, apparse sulla stampa o in internet, sul tema dell’usura bancaria.
A novembre 2008 a Parma c’è stata la condanna (definitiva) di quattro manager per
l’usura commessa dall’UBS (Unione Banche Svizzere) nei confronti della Parmalat [iii].
A gennaio 2009 è iniziato a Reggio Calabria il processo per l’appello della procura contro la sentenza del 2007 (tribunale di Palmi), con cui era stato accertato che Banca Antonventa e BNL avevano praticato l’usura nei conti correnti di un’impresa di Gioia Tauro (Gruppo De Masi), ma amministratori e funzionari erano stati assolti in primo grado perché non erano state provate le loro responsabilità; la denuncia era stata presentata ancora nel 2004 ed il rinvio a giudizio c’era stato nell’anno successivo [iv].
Il 5 febbraio a Sciacca (Ag), sono stati rinviati a giudizio ventinove tra dirigenti ed amministratori della ex Banca Popolare Lodi che dovranno difendersi in tribunale
dall’accusa di aver applicato tassi da usura sui conti correnti di un piccolo imprenditore [v],
lo stesso è avvenuto il 13 febbraio a Napoli, per quattro dirigenti di Antonveneta [vi].
Il 19 marzo a Tortona (Al), un altro dirigente di Antonveneta è stato rinviato a giudizio per
usura praticata della banca [vii] ed il 28 marzo a Salerno, ancora ventitrè dirigenti di
Antonveneta sono stati rinviati a giudizio per usura sui conti correnti di una ditta
ingiustamente dichiarata fallita [viii]; a Vicenza, a fine marzo, ha suscitato clamore il
coinvolgimento della Banca Popolare di Marostica nell’accusa di usura [ix] .
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In aprile un imprenditore siciliano (noto fabbricante di pipe) ha denunciato alla procura di
Caltanisetta il Banco di Sicilia/Unicredit per aver praticato l’usura nei suoi confronti [x];
contemporaneamente, in Puglia, la procura di Lecce indaga sui tassi (usurari) dei prestiti
di una banca di Nardò [xi], nelle Marche, la procura di Fermo indaga sui tassi da usura di
tre banche sui conti correnti di un imprenditore [xii] ed in Piemonte, ad Alessandria, il
tribunale civile revoca un fallimento per usura bancaria [xiii].
In maggio la procura di Forlì mette sotto inchiesta due finanziarie controllate dal Gruppo
Delta (a sua volta controllato dalla Cassa di Risparmio di San Marino), la Plusvalore e la
Carifin Italia, perché una verifica della Banca d’Italia, effettuata nell’ambito di un’inchiesta
sul riciclaggio, ha scoperto che in dodicimila (12.000 !) prestiti al consumo il tasso
applicato è superiore al tasso soglia dell’usura di oltre l’1% [xiv].
In giugno la prefettura di Savona sospende una procedura di esecuzione immobiliare per
l’usura di tre banche (Carige, Banco Azoaglio e Banco San Giorgio) nei confronti di un
impresa in stato fallimentare [xv]; il 19 giugno a Campobasso ancora gli amministratori ed i
funzionari della ex Banca Popolare Lodi sono rinviati a giudizio per l’usura riscontrata nei
conti correnti di un commerciante [xvi] ed infine il 30 giugno ad Udine vengono rinviati a
giudizio vari funzionari di alcune banche di Montecatini per aver fatto fallire un’impresa
locale con prestiti usurai [xvii].
Nel mese di luglio si comincia con la procura di Nuoro che chiude un’indagine e si
appresta a rinviare a giudizio amministratori, dirigenti e funzionari del Banco di Sardegna
per aver praticato l’usura nei confronti di una piccola impresa di Bosa [xviii], a Bolzano poi
un’associazione di consumatori denuncia il tasso di usura in un mutuo fondiario della
locale Cassa di Risparmio [xix], il 16 luglio a Novara il gip rinvia a giudizio il direttore della
Banca Popolare di Intra perché il suo consulente tecnico ha constatato l’usura nelle
operazioni bancarie di un fallimento [xx] ed infine il 31 luglio il gup del tribunale di Parma
rinvia a giudizio, anche per usura, un gruppo di manager della Bank of America nell’ambito
del crak Parmalat [xxi].
Tutti questi banchieri (amministratori) e bancari (funzionari) vengono processati per usura
non perché, come qualcuno vuol far credere, dei cattivi imprenditori tentano di salvarsi
accusando le banche di averli “strozzati”, ma perchè i periti del tribunale e la guardia di
finanza hanno accertato che i tassi praticati dagli istituti credito in normali operazioni
bancarie, documentate nei conti correnti, sono largamente superiori ai limiti di legge,
“grazie” all’applicazione di una serie di trucchi contabili.
La questione dell’usura negli ordinari conti correnti non è semplice da spiegare, ma si
deve tener conto che nel nostro ordinamento una legge (la 108/96) prevede che se per un
prestito (mutuo), anche bancario, di qualsiasi tipo (apertura di credito, sbf, factoring
compresi), vengono richiesti corrispettivi, detti “interessi effettivi e globali”, superiori al
tasso limite (tasso medio + 50%) della rispettiva categoria, reso noto ogni tre mesi e valido
per tutti i contratti stipulati nel trimestre successivo, il tasso complessivo è considerato
usuraio e gli interessi non debbono essere pagati o se già corrisposti, debbono essere
restituiti in toto (art. 1815 del codice civile).
Se agli amministratori ed ai funzionari degli istituti di credito coinvolti nei procedimenti
penali per usura degli ultimi mesi si aggiungono anche i dirigenti già inquisiti in altri
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tribunali negli anni scorsi ed i cui procedimenti (per quanto noto) sono ancora in corso, si
vede che sono ormai decine di amministratori e centinaia di funzionari di banche di ogni
tipo (dalle grandi, come Intesa ed Unicredit, alle piccole banche di credito cooperativo)
attualmente sotto processo per l’usura riscontrata nelle ordinarie operazioni creditizie, per
non parlare dell’altro centinaio di bancari e banchieri sottoposti ad inchiesta da più di
trenta procure [xxii]; solo in provincia di Vicenza, coinvolti nei processi per usura nei conti
correnti, ci sono almeno una trentina di direttori di filiale di varie banche [xxiii].
Da queste notizie sembra facile dedurre che il sistema bancario appare essere
effettivamente, a norma di codice penale (art. 416) e non solo metaforicamente,
un’associazione per delinquere diffusa a livello nazionale, perché collegati all’usura ci
sono, di regola, anche i reati di “estorsione bancaria” [xxiv], di favoreggiamento e tutta la
serie dei reati contro l’amministrazione della giustizia, visto che, finora, molti magistrati non
hanno fatto altro che archiviare, con scuse meschine [xxv], le pur fondate denuncie di usura
nei conti correnti che, da anni, già molte persone (per lo più imprenditori) hanno
presentato [xxvi], per non parlare delle turbative istituzionali, determinate dalla sistematica
disinformazione sulla realtà dell’usura [xxvii] .
A riprova della sensazione di aver a che fare con un’associazione criminale stanno le
“intimidazioni” ai correntisti ed ai loro consulenti, relative alle lungaggini giudiziarie e alla
(presunta) infondatezza delle accuse di usura al sistema legale del credito, provenienti
dagli avvocati difensori delle banche, logicamente il “ghota” della professione e delle
facoltà di giurisprudenza [xxviii], nel tentativo (spesso riuscito, talvolta vano) di dissuadere
privati ed imprese dal presentare alle procure le denuncie per usura bancaria [xxix], senza
tener conto che, in campo civile, il sostenere le ragioni dell’usuraio, rappresentandolo ad
esempio in sede esecutiva, potrebbe configurare, anche per un avvocato, il reato di
favoreggiamento.
A questo punto è pure evidente il coinvolgimento, nel fenomeno dell’usura bancaria, della
Banca d’Italia e dell’ABI (l’associazione delle banche italiane) [xxx] che per anni hanno
avallato la strategia di gonfiare gli utili degli istituti di credito (privati) sottraendo soldi ai
correntisti, con metodi sostanzialmente illegali, quali l’anatocismo e l’applicazione di
interessi “uso piazza” [xxxi].
Dal lato tecnico la Banca d’Italia e l’ABI, hanno poi pesantemente condizionato il governo
e la magistratura nella questione dei tassi bancari sproporzionati (usurari), diffondendo
una serie di “Istruzioni”, per la raccolta dei dati necessari alla pubblicazione dei tassi medi,
che contenevano ambigue formule di calcolo dei tassi complessivi [xxxii] e propagandando
in tutti i modi la (falsa) idea che l’usura sia possibile solo fuori dal sistema legale del
credito [xxxiii], permettendo così al sistema bancario di lucrare interessi spropositati (utili)
rispetto al capitale impiegato (costi effettivi).
Che l’usura sia praticata su larga scala dalle banche si comincia a documentarlo anche in
sede di procedimenti civili [xxxiv], dove sta emergendo che è una loro prassi comune
imporre fraudolentemente tassi sproporzionati (usurari) alla clientela, aumentando i tassi
nominali pattuiti con l’addebito di costi “occulti” (rinnovo fidi, spese gestione, ecc…), con
manovre sulle “valute” e soprattutto sfruttando il meccanismo dell’anatocismo, in modo da
evitare che i clienti si accorgano di quanto effettivamente pagano il danaro a credito.
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Danaro che, tra l’altro, la banca nemmeno ha, perché ormai è noto anche il trucco del
cosiddetto “signoraggio bancario” [xxxv], per cui gli istituti di credito concedono i prestiti pur
non possedendo materialmente la corrispondente massa monetaria in deposito.
La Cassazione, fin dalla sentenza 2374/1999, aveva evidenziato che il divieto
dell’anatocismo, previsto nell’art. 1283 c.c., ha lo scopo di prevenire l’usura, concetto
ribadito anche nella sentenza 2593/2003 [xxxvi], ma le banche hanno sempre disatteso
questo divieto ed hanno continuato imperterrite a calcolare sui prestiti gli interessi
composti, agevolate dall’assenza di qualsiasi tipo di controllo o di sanzione [xxxvii].
Finora le banche (i banchieri) hanno tentato di convincere l’opinione pubblica,
specialmente magistratura ed avvocati, che le operazioni fatte con loro sono sempre
lecite, in quanto megauffici legali e supercomputer controllano che ogni contratto ed ogni
calcolo siano nei limiti della legge e pertanto i clienti e gli impiegati (i bancari) possono
stare tranquilli, che tutto si svolge sempre in modo assolutamente corretto: usurai possono
essere solo quelli che operano al di fuori degli istituti di credito soggetti alle autorizzazioni
ed alla vigilanza della Banca d’Italia [xxxviii] .
In realtà il controllo informatico effettuato dalle banche sui tassi effettivi è ingannevole,
perché non considera le irregolarità contabili e per questo motivo, in (almeno) un caso
assurto alle cronache, è stato coinvolto anche il direttore generale della banca (accusato
di favoreggiamento dell’usura) in quanto responsabile di aver acquistato un software che
evidentemente non funziona molto bene [xxxix].
L’idea che le banche operino con scrupolo nel controllo del limite dell’usura nelle loro
operazioni, ai primi seri esami si è rivelata proprio infondata ed alcuni periti (quelli non
condizionati), incaricati di esaminare la volutamente astrusa contabilità degli estratti conto
bancari, si sono subito resi conto che tutte le banche adottano una serie di trucchi contabili
(anatocismo, cms, valute, ultralegali) per cui “nascondono” gli interessi effettivamente
richiesti/percepiti nel capitale prestato e così il cliente (anche esperto) non si accorge di
dover pagare interessi ben superiori a quelli che appaiono nei saldi, interessi che, essendo
usurai, non sarebbero dovuti o se già pagati, dovrebbero essere interamente restituiti [xl].
La conseguenza dell’usura nelle normali operazioni di finanziamento effettuate con gli
istituti di credito regolarmente autorizzati (banche o finanziarie) è che molte delle
esecuzioni immobiliari fondate sui decreti ingiuntivi richiesti da costoro potrebbero essere
nulle, perché i crediti risultati dai saldi dei conti correnti potrebbero non essere tali, se il
tasso complessivo applicato negli anni successivi al 1997, fosse sproporzionato (cioè
usurario), ma finora la magistratura ha (stranamente ?) omesso di effettuare questa
verifica, nonostante sia l’unico organo competete in materia [xli].
I trucchi contabili (anatocismo, valute, ultralegali, indebiti, commissione massimo scoperto,
ecc…) che occultano gli interessi (complessivi) illegalmente addebitati nei conti correnti
della clientela, finalmente compresi anche da qualche magistrato, utilizzati per decenni da
tutto il sistema bancario (anche dalle cosiddette banche etiche), secondo alcune stime,
valgono almeno settanta/ottanta miliardi di euro all’anno (la sola cms frutta 40 miliardi di
euro l’anno [xlii]); tale enorme somma le banche l’hanno sottratta illegalmente a tutte le
imprese ed alle famiglie (per consegnarla solo ad alcuni privilegiati); la cifra logicamente si
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deve più che raddoppiare se si guarda agli interessi che complessivamente, a norma di
legge, dovrebbero essere restituiti in quanto usurai.
Come riflessione conclusiva di questa rapida sintesi della situazione, si può dire che pur
valutando positivamente l’impegno (un po’ timido, per la verità) di una minoranza dei
giudici (forse il 10% [xliii]) nel contrastare la grande usura (quella bancaria), come
documentato nella prima parte dell’elaborato, si deve considerare pure che la
maggioranza della magistratura favorisce le banche in modo spudorato: i giudici penali,
sull’usura bancaria, di regola, tengono nel cassetto le denuncie, archiviano o assolvono e
quelli civili, con il colpevole concorso degli avvocati e dei consulenti, fanno di tutto per non
condannare le banche [xliv] .
E’ anche da evidenziare il fatto che nei tribunali italiani, salvo ignote eccezioni, non si vede
mai un magistrato (o un c.t.u.) che si astenga, se nella controversia è implicata la banca
con cui egli o il coniuge, intrattiene normali rapporti di conto corrente (cioè di
debito/credito), nonostante l’incompatibilità espressamente sancita dagli artt. 51 c.p.c., per
il giudice civile, 36 c.p.p. per il giudice penale, 51 c.p.p. per il pubblico ministero [xlv]; e non
si vedono mai nemmeno gli avvocati ricusare magistrati o consulenti per tale motivo.
A mio avviso risulta ormai evidente che per ottenere la restituzione di quanto rubato,
attraverso l’usura, dagli istituti creditizi “autorizzati” (al furto !), ricorrere al sistema
giudiziario (tribunali, giudici, avvocati e consulenti), pesantemente condizionato dal fatto
che le banche sono il perno della società [xlvi], non sembra garantire una certa e tanto
meno rapida, soluzione del problema e pertanto invito tutti gli interessati a considerare
l’eventuale ricorso a sistemi di autotutela, sia pacifica (organizzazione di sistemi alternativi
di credito) che con utilizzo di altri metodi, visto che il nostro ordinamento prevede la non
punibilità per chi agisce in stato di necessità (a tutela della propria salute fisica e mentale)
e la legittima difesa, anche per la protezione del patrimonio.
Dr. Gianni Frescura
* Responsabile Centro servizi Perizie - Valdagno (VI)
Via Bellini 6,Tel/fax 0445.412545 Email csvaldagno@assimai.it
Consulente tecnico del Tribunale di Vicenza (n. 850),
Delegato Sos Utenti provincia Vicenza
NOTE
i] Dal 1997 (entrata in vigore della legge 108/96) in Italia l’usura, penalmente vietata (art. 644 c.p.),
consiste nel concedere prestiti, comunque denominati (mutui, fidi, sbf, leasing, factoring, etc…), a
tassi (effettivi e globali) superiori a quelli massimi stabiliti dalla legge o comunque sproporzionati
rispetto ai tassi medi; fino al 1996 non esisteva alcun limite legale al tasso di un prestito, perché
l’usura non era conseguenza solo del superamento di un tasso determinato (la cui individuazione
era lasciata però alla discrezionalità del giudice), ma era condizionata anche all’ “approfittamento
dello stato di bisogno”, difficile da provare.
ii] Ad esempio “L’informazione” del 26 ottobre 2007 titolava ‘Direttore di banca accusato di usura’ e
si riferiva ad un caso di tassi elevati praticati dall’Antonveneta ad una propria cliente di Bologna,
mentre il titolo ‘Usura a Bergamo: da direttore banca tassi fino al 460%’ de ”La Repubblica” del 9
Novembre 2007 era relativo ad un prestito effettuato personalmente dal funzionario ad un cliente in
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difficoltà; altro esempio di ambiguità è il titolo de “Il sole24ore” del 15 marzo 2008 ‘Usura: prime
mosse in Procura’ da cui non si comprende se il Tribunale di Modena, indicato nell’occhiello,
indaghi sull’usura “criminale” o come nel caso specifico, sull’usura perpetrata da una banca nei
confronti di un’imprenditrice
iii] 10 novembre 2008 “La Repubblica” - ed. Parma (Parmalat, gruppo Ubs: patteggiano 4 manager)
iv] 24 dicembre 2004 “Corriere della Sera” (Banche, inchiesta per usura. Indagati 39 dirigenti); 16
giugno 2005 “Il sole24ore” (A Palmi sei banche a giudizio per usura); per informazioni sul processo
di appello; 9 gennaio 2009 La Gazzetta del Sud (Confindustria regionale presente all’avvio del
processo di appello); 25 Febbraio 2009 www.strill.it (Usura: Corte d'Appello riapre istruttoria su
processo banche); 13 maggio 2009 www2.melitonline.it (Processo Banche, disposta l’acquisizione
dei verbali dei Consigli di amministrazione)
v] 5 febbraio 2009 “La Sicilia” (Tassi da usura a un artigiano Tre banche sotto accusa);
www.agrigentonotizie.it (Tassi da usura in 3 banche: 30 persone indagate); sciacca.blogolandia.it
(Usura, Procura di Sciacca rinvia a giudizio 30 persone: anche Giampiero Fiorani)
vi] 13 febbraio 2009 “Il Giornale di Napoli” (Usura, dirigenti a giudizio); “Il Corriere del Mezzogiorno”
(Usura: a giudizio quattro dirigenti della banca Antonveneta); “Il Riformista” (Antonveneta a giudizio
per usura).
vii] 19 marzo 2009 “La Stampa” (L’usura si affaccia in banca - Chiesto dal pm tortonese il rinvio a
giudizio); 20 marzo 2009 “La Provincia Pavese” (Funzionario di Garlasco rischia il processo. La
difesa contesta l'esito della perizia); 21 marzo 2009 www.settegiorniatortona.it (Usura in banca?
Chiesto rinvio a giudizio per direttore di filiale)
viii] 28 marzo 2009 “Libero” (I pm chiedono il rinvio a giudizio di 23 dirigenti Antonveneta)
ix] 31 marzo 2009 “Il Giornale di Vicenza” (Marostica, indagati per usura due dirigenti della BpM);
“Corriere del Veneto” (Usura, indagati due dirigenti della Banca popolare di Marostica); “Il
Gazzettino” ed. Vicenza-Bassano (Vicenza. Tassi d'interesse ritoccati, indagati per usura due
dirigenti di banca)
x] 16 aprile 2009 “Milano Finanza/Sicilia” (Banche, esposto sull'usura); 24 aprile 2009
“www.livesicilia.it” (Bds e Amorelli, guerra a suon di carte bollate); maggio 2009 “La Zona Franca”
(Il Banco di Sicilia denunciato per usura)
xi] 4 aprile 2009 “www.ilpaesenuovo.it” (Prestiti in odore di usura. E la Procura entra in banca)
xii] 6 aprile 2009 “Il Messaggero” (Usura, tremano altre banche - L’inchiesta per usura: indagate sei
persone, due sono direttori di banca
xiii] 16 aprile 2009 “La Stampa - ed. Alessandria” (Annullato fallimento di dentista “Fu vittima di
interessi usurari”)
xiv] 6 maggio 2009 “La Repubblica - ed Bologna” (Gruppo Delta sotto inchiesta anche per usura)
xv] 27 giugno 2009 “La Stampa - ed. Savona” (Usurati dalle banche E la Prefettura blocca l’asta)
xvi] 19 giugno 2009 www.ansa.it 20:42 (Usura: udienza Fiorani il 23 giugno); 20 giugno 2009 Il
Tempo – Molise (A Campobasso il «Fiorani bis»); 19 giugno 2009 www.primapaginamolise.it (La
Procura di Campobasso riprova a processare Fiorani per usura)
xvii] 1 luglio 2009 “Il Tirreno” (Processate quei bancari)
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xviii] 3 luglio 2009 “L’Unione Sarda” (Usura, dirigenti sotto accusa); 4 luglio 2009 “Il Sardegna”
(Caos al Banco di Sardegna i vertici indagati per usura)
xix] 7 luglio 2009 “Corriere dell’Alto Adige” (Ctctu contro Carispa: Tassi usura)
xx] 28 luglio 2009 “La Stampa - ed Novara” (Direttore di banca rinviato a giudizio
xxi] 31 luglio 2009 http://reuters.com (Parmalat, procura Parma chiede giudizio per ex manager
BofA); www.lungoparma.com (Un miliardo di dollari da Bank of America alla Parmalat: chiesto il
rinvio a giudizio per 14 persone)
xxii] A titolo esemplificativo: “Corriere della Sera” - 17 giugno 2006 (Tassi usura: indagati Geronzi e
Limonati - 68 fra presidenti, direttori generali o di filiale e responsabili di 9 istituti di credito indagati
della Procura di Ascoli Piceno); “La Nazione” ed. Arezzo - 8 dicembre 2007 (Interessi da usura; più
del 28% - Chiesto il rinvio a giudizio per un ex direttore di filiale Mps); www.quibrescia.it -
novembre 2007 (Usura: indagati vertici Ambro veneto); www.estense.com - 1 marzo 2008 (Prestiti
a usura da una banca ferrarese); “Nuovo Molise” - 9 aprile 2008 (Usura bancaria, nei guai due
funzionari); “Il Secolo XIX” ed. Savona - 24 giugno 2008 (Cinque banche sotto inchiesta per
usura); “La Gazzetta del Mezzogiorno” - 24 settembre 2008 (Brindisi, banca condannata:
pretendeva soldi da un’azienda e invece li doveva); “La Repubblica” ed. Firenze - 1 novembre
2008 (Prestiti a commercianti: banca accusata di usura)
xxiii] “Il Gazzettino” ed. Vicenza-Bassano - 17 novembre 2007 (Usura bancaria, indaga la Procura
dopo la denuncia di un artigiano); Il Giornale di Vicenza - 12 maggio 2008 (Tassi usurai alla ditta?
Indagini su due banche”); - 10 luglio 2008 (Tasso usuraio? A giudizio i vertici della Banca AV); - 21
maggio 2009 (Io piccolo imprenditore vittima dei tassi usurai)
xxiv] Questa fattispecie di reato (non espressamente codificata) si realizza quando la banca dice al
cliente in sofferenza “O paghi o ti segnalo alla Centrale rischi” minacciando in tal modo di tagliarlo
fuori dal credito “legale”, ma una recente sentenza della Cass. civ, la n. 7958/2009, ha stabilito
che, nel caso di incauta segnalazione, sarà la banca a dover dimostrare che non ha provocato
danni, trattandosi di un’attività pericolosa ex art. 2050 c.c.
xxv] Finora molti pm e i gip/gup hanno archiviato le denunce di usura bancaria, anche a fronte di
inoppugnabili perizie che dimostravano il supero del tasso soglia, sostenendo che manca
l’elemento soggettivo del reato, perché gli amministratori ed i funzionari non erano consapevoli di
commettere un illecito; si ha notizia delle ultime assoluzioni di questo tipo da “Unione
Monregalese” [Cuneo] del 10 marzo 2009 (Bcc: archiviate le accuse di usura), “Il Resto del Carlino
- ed Ravenna” del 24 marzo 2009 (Interessi usurari su fido e mutuo? Il giudice assolve due
bancari) e da “Il Resto del Carlino – ed. Ascoli” del 10 luglio 2009 (Caso Orsini, niente processo
per 5 funzionari della Banca di Roma); peccato però che il reato di usura rientri tra i reati dove non
è necessario dimostrare il dolo (l’elemento soggettivo), che è “in re ipsa” (si tratta di un “reato
contratto”), quando il tasso applicato supera il tasso soglia per cui se anche il pm decidesse che le
persone indagate “non hanno commesso il fatto” ha il dovere di continuare le indagini, perché in
ogni caso il reato (l’usura) esiste ed in Italia il magistrato ha l’obbligo di esercitare l’azione penale;
sulla questione rinvio al mio articolo “L’usura è un illecito penale e civile, anche nei finanziamenti
bancari”, pubblicato nei siti www.lapraticaforense.it, http://studimonetari. org,
xxvi] Si ha notizia di accuse di usura alle banche fin dall’inizio del decennio: “Corriere della Sera” -
13 gennaio 2002 (Banca Finemiro [Bologna], si indaga per usura); “La Repubblica - 17 gennaio
2002 (Usura indagato Verdini [Credito Fiorentino]); “Corriere della sera” - 27 marzo 2003 (Dirigenti
di banca accusati di usura, decisa una perizia d’ufficio [Roma]); “Il sole24ore” - 7 gennaio 2004
(Fallimento Italcase e usura, nuovi problemi per Capitalia); “La Repubblica” - 15 dicembre 2004
(Tre funzionari di Mps [Siena] accusati di usura); “Panorama” - 28 febbraio 2006 (Crac finanziari -
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altri istituti di credito sospettati di usura); “Corriere della Sera” - 8 marzo 2006 (Accusa bis a
Geronzi, per Ubs bancarotta e usura [Parma])
xxvii] Il sistema bancario, che come una grande piovra è presente dovunque, dal 1997 tenta in tutti i
modi (con libri, convegni, articoli, ecc) di far passare l’idea che l’usura non riguardi assolutamente
le ordinarie operazioni di banca: questo reato, secondo la vulgata, può essere commesso solo al di
fuori del sistema vigilato dalla Banca d’Italia; sul tema rinvio al mio articolo “Controllo giudiziario
delle operazioni di credito” in www.consulenti-tecnici.it e http://studimonetari.org; il motivo di questa
“forzatura” della normativa risulta evidente, in quanto se si ammette che una banca (privata) possa
praticare l’usura (cioè che sia, anche solo potenzialmente, assimilabile ad un’organizzazione
criminale), non è più un interlocutore affidabile dei servizi pubblici e di conseguenza diventa molto
più complicato gestire il sistema economico e sociale; una soluzione sarebbe quella di ritornare a
forme pubbliche di erogazione del credito
xxviii] Vedi il mio articolo “Importante convegno sull’usura bancaria a Padova” in LiberoReporter -
aprile 2008
xxix] E’ rimasto inascoltato infatti il (pio) desiderio dell’avv./prof./on. Guido Calvi il quale, all’indomani
dell’assoluzione (in fase istruttoria) dall’accusa di usura del presidente della Banca di Roma (caso
Orsini), si augurava che quella decisione «mettesse fine ad una serie di procedimenti che si sono
aperti in diversi tribunali italiani per lo stesso reato nei confronti di numerosi istituti di credito» "Il
Resto del Carlino ed. Ascoli Piceno” - 19 ottobre 2007 (Usura - Archiviato procedimento a carico di
Geronzi e Limonati).
xxx] E’ da sottolineare che la Banca d’Italia è una società privata (di proprietà delle stesse banche
che controlla) ed ha la funzione pubblica di vigilare sul sistema del credito; l’ABI è solo
un’associazione di categoria
xxxi] Anche i magistrati di più dura cervice sembra cominciano a capire che nel fenomeno dell’usura
bancaria è coinvolto il “sistema” e qualcuno inizia perfino a sospettare che il reato di “usura
bancaria” possa esistere, però solo “supponendosi (ma in merito a ciò non constano concreti
elementi di supporto), da un lato, una generale preordinazione ‘a monte’ d’una (in ipotesi) asserita
complicità facente capo ai responsabili di vertice della Banca d’Italia emanati le – ambigue –
istruzioni … e dall’altro la consapevole connivenza degli operatori bancari di base nel fruire di
sifatta strumentale copertura ‘metodologica’ ”; queste sono le testuali parole scritte dal gip di
Treviso nel decreto di archiviazione del 28 novembre 2008 (proc. n° 2944/2007), relativo alla
denuncia di usura presentata contro la banca Antonveneta, in cui il c.t.u. aveva accertato il supero
dei tassi soglia, ma il pm aveva proposto l’archiviazione, sul presupposto che mancasse l’elemento
soggettivo, tesi poi accolta dal gip con la sconcertante motivazione sopra riportata
xxxii] Cfr. circolare Banca d’Italia n. 1166966 del 2 dicembre 2005, in “Italia oggi” - 18 febbraio 2006
(Rischio usura, allarme nelle banche)
xxxiii] Cfr. il documento “Prevenzione dell’usura ed evoluzione dei mercati creditizi”, presentato il 27
marzo 2007 alla commissione giustizia del senato dalla Banca d’Italia, in cui si presuppone che sia
vittima dell’usura solo chi non abbia accesso al credito bancario, per motivi oggettivi o soggettivi e
non si considera nemmeno l’ipotesi che l’usura sia praticata dalla stessa banca
xxxiv] Si ha notizia di almeno otto sentenze civili in cui è stata accertata l’usura praticata dalle
banche negli ordinari conti correnti, cui avrebbe dovuto far seguito, d’ufficio, la denuncia in
procura: già nel 2004 la sentenza civile del tribunale di Milano (sez. Rho) aveva accertato l’usura
nei c/c di Unicredit (in www.studiotrimboli.net), nel 2005 il giudice civile del tribunale di Larino
trasmetteva alla procura gli atti di un processo, relativo al saldo di un c/c bancario (Banco
Napoli/San Paolo), per il sospetto reato di usura (in www.adusbef.it), nel 2007 una decisione del
tribunale di Nola, la revoca della dichiarazione di un fallimento (in www.analisiteg.tk), ha accertato
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anch’essa l’usura nei conti correnti di una banca (Antonveneta); successivamente è stata accertata
l’usura bancaria a Latina, nel processo civile 576/04 (in Italia Oggi dell’8 maggio 2008 “Massimo
scoperto, allarme oltre il 150%”), a Udine nella sentenza n. 904 del 20 maggio 2008 proc. civile n.
845/0 (pubblicata in www.unijuris.it), a Savona (cfr. Il Secolo XIX del 26 giugno 2008 “In banca
tassi del 200%”), a Chieti con la sentenza del 1 ottobre 2008 n. 766 (cfr. Il Centro del 20 novembre
2008 “Banca deve risarcire il cliente”) ed infine a Pescara nella sentenza del 14 maggio 2009,
relativa alla proc. n. 3211/06 (in www.sosutenti.it)
xxxv] Vedi Della Luna-Miclavez, “Euroschiavi, - I segreti del signoraggio”, Milano 2007
xxxvi] Cass. 2374/1999 “Le finalità della norma [art. 1283 c.c.] sono state identificate, da una parte,
nell'esigenza di prevenire il pericolo di fenomeni usurari e, dall'altra, nell'intento di consentire al
debitore di rendersi conto del rischio dei maggiori costi che comporta il protrarsi
dell'inadempimento (onere della domanda giudiziale) e, comunque, di calcolare, al momento di
sottoscrivere l'apposita convenzione, l'esatto ammontare del suo debito. Richiedendo che
l'apposita convenzione sia successiva alla scadenza degli interessi il legislatore mira anche ad
evitare che l'accettazione della clausola anatocistica possa essere utilizzata come condizione che
il debitore deve necessariamente accettare per poter accedere al credito. Finalità, va anche detto,
che lungi dall'apparire anacronistiche, per quanto riguarda gli intenti antiusurai, sono di
grandissima attualità, perchè la lotta all'usura ha trovato in tempi recenti nuove motivazioni e nuovi
impulsi e ha portato all'approvazione della legge 7 marzo 1996, n. 108, che ha radicalmente
innovato la disciplina preesistente”.
xxxvii] Per continuare a praticare impunemente l’usura i banchieri, subito dopo la sentenza del 1999,
si sono fatti fare dai politici (i loro camerieri, come correttamente li definisce il grande poeta Ezra
Pound) una leggina, il d.lgs n. 342/99 per rendere lecita la capitalizzazione periodica degli
interessi, ma anche se “legale” l’anatocismo resta sempre un meccanismo usuraio in sé; altre
clamorose prove del servilismo dei politici nei confronti dei banchieri sono le norme sulle
cartolarizzazione, che hanno permesso una gigantesca elusione fiscale (cfr. Petrino
“Cartolarizzazioni assassine” in LiberoReporter - dicembre 2008), la legge 24/01 che ha provato a
risolvere il caso dei mutui ante 1997 con tassi superiori al tasso soglia e poi nel fatto che l’usura
non è stata ancora inclusa nell’elenco dei reati per cui sono direttamente responsabili le persone
giuridiche (D.lgs. 231/01)
xxxviii] Al contrario delle notizie sull’usura “bancaria”, i media (in particolare la stampa) riservano
ampio spazio alle notizie sull’usura “criminale”, che però non è chiaro come operi concretamente,
visto che, in ogni caso, il sistema bancario viene sempre coinvolto (quanto meno come
favoreggiatore)
xxxix] “Il Giornale di Vicenza” - 1 aprile 2009: (Manager indagato per usura alla Popolare di
Marostica)
xl] illustrazione del principale trucco contabile che porta all’usura nei conti correnti rinvio al mio
articolo “Anatocismo ed usura nell’apertura di credito bancario” pubblicato sul sito
www.orsiniemidio.it
xli] Su tema, per un approfondimento, rinvio al mio articolo “Il calcolo degli interessi nelle esecuzioni
immobiliari” in corso di pubblicazione
xlii] Cfr. comunicato stampa Adusbef del 26 gennaio 2007
xliii] Da Magistrati L’Ultracasta, Milano, 2009. di Stefano Liviadotti: «Nella Giustizia c’è un 10% di
autentici eroi pronti a sacrificare carriera e vita: ma sono senza voce in un coro di gaglioffi, che c’è
da ringraziare Dio quando sono mossi soltanto da smania di protagonismo. Indro Montanelli,
“Corriere della Sera”, 24.08.1998».
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xliv] Per un esame della situazione nel settore civile rinvio alle (amare) conclusioni dell’articolo,
datato 9 giugno 2009, “L'anatocismo dopo la delibera CICR del 9/2/00: fatta la pentola il diavolo c'è
cascato dentro” del dr. Marcelli, che è, da anni, un noto c.t. di molti tribunali (l’articolo è reperibile in
molti siti internet).
xlv] Art. 51 c.p.c: Il giudice civile (ed il c.t.u.) ha l’obbligo di astenersi se ha interesse nella causa o
in un’altra vertente su identica questione di diritto, se egli stesso o il coniuge è parente/affine,
commensale abituale o se egli stesso o il coniuge ha rapporti credito o debito con una delle parti.
Art. 36 c.p.p. Il giudice penale (ed il c.t.u.) ha l’obbligo di astenersi se ha interesse nel
procedimento o se alcuna delle parti è debitore o creditore di lui, del coniuge o dei figli, se alcuno
dei prossimi congiunti è offeso o danneggiato dal reato. Art. 51 c.p.p. Il p.m. ha la facoltà di
astenersi quando esistono gravi ragioni di convenienza.
xlvi] Il fatto che i giudici non osino affrontare il potere bancario, architrave dell’economia, è
palesemente dimostrato dalla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione del 21 luglio 2006 n
16751 con cui è stata esclusa la competenza della magistratura italiana sulla questione del
signoraggio
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1 commento:

Anonimo ha detto...

La risposta alla domanda è no, sono una percentuale di casi bassa sul totale dei prestiti erogati, oltre alla volontarietà vanno analizzate anche altre cause che non eliminano però la colpa.

Nicola

l'ottimismo non può morire.