SUL RAPPORTO CATTOLICESIMO - ECONOMIA E MERCATI
Riporto un pezzo di un'intervista fatta a Eulogio Lopez che parla del rapporto fra il papa e l'economia.
In questa crisi economica (dalla quale NON siamo assolutamente usciti) si devono trovare diverse alternative di sviluppo dell'uomo. i vecchi modelli sono superati.
Mercato Libero si ritrova (anche se non al 100%) sui contenuti di questa intervista :
“Non esistono crisi economiche ma crisi morali”Intervista al direttore di “Hispanidad”, Eulogio López
Il Papa parla più volte della “democrazia economica”, parlando del ruolo dei consumatori. Nuovi protagonisti della dottrina sociale?
Eulogio López: Sì. La frase più famosa nella “city” finanziaria occidentale nell’ultimo decennio è stata: “bisogna creare valore per l’azionista”, un argomento usato per molte barzellette e cattiverie tra i giornalisti specializzati in economia. La storia è questa: Giovanni Paolo II ricorda che l’impresa lavora anche per i suoi dipendenti perché il lavoro non è un altro fattore in più della produzione, ma – come ricorda Papa Wojtyla – è “un fattore umano”. Ma il Papa polacco aggiungeva un altro punto: bisogna anche generare valore per il consumatore, per il pubblico, per il cliente, vero elemento costitutivo dell’impresa.
Adesso arriva Benedetto XVI e ci sorprende con un altra aggiunta: l’impresa deve anche tutelare gli interessi dei fornitori . In effetti, anche i fornitori dei fattori di produzione fanno parte dell’impresa. E la menzione di questo nuovo elemento non può risultare più opportuna, perché il tessuto oligopolistico delle multinazionali sopravvive grazie a due pratiche deprecabili: tirare la cinghia ai lavoratori e tirarla ai fornitori (quando ciò non si estende anche ai consumatori). Su questo, molte grandi imprese, basano i propri miglioramenti di produttività.
Cosa ci vuole perché questa enciclica arrivi – oggi chiedere alla gente di leggere è chiedere troppo – ai responsabili dell’economia e della politica?
Eulogio López: Che venga letta attentamente. Sono rimasto sorpreso quando il Presidente degli Stati Uniti ha detto che l’avrebbe letta nel suo viaggio da Roma a Ghana. Per me non gli basterà il tempo. Questa enciclica non può essere letta dandogli un’occhiata. Quando gli imprenditori e – occhio – i politici si renderanno conto – se ne renderanno conto? – di ciò che realmente Benedetto XVI predica, si metteranno a tremare. Ciò che gli sta dicendo è che non basta la solidarietà – che tra l’altro praticano con i soldi degli altri – ma che occorre arrivare alla gratuità. E che quando ci arrivino, ripetano le parole di Cristo: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
SUL RAPPORTO CATTOLICESIMO - ECONOMIA E MERCATI
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19 commenti:
considerato che al mondo milioni di persone muoiono di fame e quelle che non muoiono non hanno prospettive professionali valide, mi sembra di vivere in un grande campo di concentramento dove alcuni sfortunati non possono che morire. anche in questa crisi possiamo aiutarli, non solo con i soldi, ma ad esempio, aprendo i mercati agricoli....
f colombo
MI INCHINO ALLA BELLEZZA DELL'ARTICOLO.
questo e' esattamente cio' che ognuno di noi sente nel proprio cuore ma si vergogna o ha paura di dire.
io vorrei lavorare a gratis e ricevere a gratis, farei il mio lavoro con gioia immensa e nel migliore dei modi cercando di donare agli altri il miglior frutto del mio lavoro. e gli altri farebbero lo stesso.
che gioia pensare agli altri felici nel momento in cui ricevono qualcosa fatto a regola d'arte, come lo vorrebbero.
che gioia nel momento in cui gli altri lo fanno per me.
qui si parla dello scopo della vita che oggi e' quello di accumulare carta (il denaro) mentre domani sara' quello di ricevere AMORE.
il papa non e' uno stupido e lo sa. lui dall'alto della sua speciale posizione puo' dirlo, se lo dicesse un manager lo prenderebbero tutti per scemo.
questa e' la crisi, ci siamo rotti i coglioni di accumulare della carta perche' in questo maniera riceviamo poco amore.
tutta qui la crisi e una volta capito sara' anche molto semplice risolverla, anzi, partira' direttamente un mondo nuovo, capiremo che la crisi era che comincevamo a vedere quello vecchio per quello che era, la crisi era in realta' la nascita del nuovo.
indopama
Sono giunto frettolosamente agli ultimi due capitoli dell'enciclica.La parte economica e la relativa organizzazione planetaria indubbiamente è rilevante,anche perchè i presupposti degli altri documenti pontifici sono lì a testimoniarlo.Tuttavia la gratuità deriva dal dono che si fa a qualcuno,di cui ne è privo, mentre per noi resta la grazia dell'amore caritatevole.E' una bella ed etica riflessione,ma dove sono andati i meriti della parabola dei talenti,oggi che nell'economia si parla di meritocrazia e di competitività?Ovviamente si capisce che i capaci,coloro che hanno,possono donare,affinchè il dono aiuti tutti e il bene globale comune.In sintesi:per l'economia è bene che tutti si sviluppino e partecipino alla mensa globale.Tutto ciò è della dottrina cattolica che auspica lo sviluppo integrale, benchè sobrio, per tutti,ma questo pensiero ,di un progresso indefinito , fa a pugni con l'idea dello sviluppo limitato.Sappiamo che le risorse sono scarse ,non ce n'è per tutti.Il mondo non si può dividere nella classe dei donatori e dei riceventi,benchè in solidarietà:questa è la vecchia e attuale politica, che sa di neocolonialismo strisciante;ti dò gli aiutini indispensabili perchè tu mi dia ai prezzi miei,del mercato fattto da me,le materie prime per mantenere la mia opulenza.Chiedere ai Paesi ricchi di fare dei passi indietro cozza contro tutte le visioni politiche e sindacali dell'occidente.Sono d'accordo con Il Grande Benedetto che oramai ci vuole una governance mondiale per tutte le questioni.Questi temi dai risvolti importanti per noi,uomini culturali ed artificiali,dimentichi degli aspetti più naturali di noi stessi,quindi spesso antieconomici(più finanziari,sic!),sarebbero stati più comprensibili se nel do cumento fossero apparsi,ad esempio,capitoletti su alcune antinomie contemporanee:1)rapporto tra il desiderio di vita,quindi progetto ,procreazione e speranza VS vitalismo,cioè esaltazione esagerata del corpo ,del presenzialismo,della affermazione di sè sregolata,del perseguire con determinazione il sè nella comunità intesa come strumento dei propri desideri.In sintesi :vita contro la morte,ma considerate anche con gli aspetti freudiani accettati dalla Chiesa.Quanto Freud o la CHiesa sono tra loro debitori agli impulsi originari di piacere o/e di dolore.2)un capitoletto sulla importanza della conoscenza per la civiltà e per l'uomo di oggi.Era altresì notevole affrontare il ruolo della scienza nella vita odierna,non solo per gli argomenti spinosi come l'accanimento terapeutico o l'eutanasia o l'uso degli staminali,ecc.3)un capitolo sull'amore in generale con appendici per quello coniugale.4)un capitoletto sulla organizzazione sociale e sul Welfare,sulla cultura dell'assistenza e sulla cultura dell'autonomia responsabile sia nei Paesi ricchi e di quelli poveri.5)una disanima sulla organizzazione e sul valore delle istituzioni oggi presenti negli Stati come elementi di sviluppo o impedimento allo stesso per gli uomini dei Popoli.Avrebbe potuto fare un ordinamento tra quelle più amorevoli e quelle più avide,animate dal cupio dissolvi.Notizie tutte rilevabili nei documenti storici della dottrina della Chiesa cattolica,di cui il Papa è un abile e saggio esegeta,ma ritengo che sarebbe stato utile per una migliore comprensione elaborarle un pò di più nella enciclica.L'amore fraterno per gli altri ,anche i più sfortunati,sarebbe stato lumeggiato meglio,ma forse è un fatto di grazia,fortunato chi ne è toccato.Ho capito che l'uomo etico è padrone di se stesso o neè schiavo,deve sempre considerare la presenza del trascendente altrimenti è nulla,nonostante la carità e l'ggettività con cui gli altri lo considerano.Tuttavia non ho saputo dare,dopo la lettura, una certa risposta ad una domanda concreta:si può fruire della tecnica nucleare per il bene comune? Ho capito che essa non può essere scelta per incrementare il consumo e l'edonismo,certo ,ma per la socità?
Ma gli insegnamenti di morale li lascio a voi, prima di starli a sentire gradirei che quello che c'è nello IOR venisse fuori.
oeh indopama,perchè non provi a leggere "l'unto del signore" di Ferruccio Pinotti e Ugo Gumpel.ed.Bur.Oltre all'enciclica,leggete anche questo libro,che poi ci risentiamo.
“Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”
Vorrei partire da quest’ultima frase per dire la mia.
I primi due interventi interpretano al meglio la situazione reale economica del mondo intero ed esprimono il sentimento dell’ “amore” che dovrebbe essere il filo conduttore della nostra vita futura, per salvare noi, la nostra famiglia e il resto della gente. E’ molto difficile associare questo sentimento all’economia, ma dobbiamo farcela.
Settimana scorsa hanno consegnato lettere di mobilità e licenziamento a molti, ma molti, capo famiglia della mia zona.
Una ditta tessile conosciuta a livello mondiale, ma sulla via della chiusura: padri con figli piccoli, mutui della casa ancora da pagare, mogli con miseri lavori, se non senza, giovani padri che piangono per il loro futuro incerto, per l’impossibilità di trovare subito un altro impiego, un dolore sociale che tocca il cuore di tutti.
Non è giusto che una persona al giorno d'oggi, dove tutti hanno tutto, piangere? E' un'ingiustizia!
Sabato sera l’estrazione del Superenalotto, non ricordo con esattezza quanti milioni di euro in palio. A tavola spontaneamente dissi: “Pensa che bello poterli vincere”, mio marito con serenità mi risponde “Sì, per poterli dividere in parti uguali da regalare ai mie colleghi rimasti senza lavoro”...
E’ questo che in realtà dovremmo fare: essere servi inutili, ma utili per il prossimo in difficoltà.
Francy
Paolo,dimenticavo, mio marito è i mobilità dal 14.4.2009.
F.
.d'accordissimo..e ripeto quello che scrissi altre volte...se i giovani possono sviluppare i loro veri talenti senza doverli soffocare nella precoce lotta per la sopravvivenza,alla fine ne trae vantaggio la societa',il vero talento ha un aspetto giocoso, non e' vero che uno e' piu' abile la' dove fa piu' fatica(!!!???)lo e' dove le cose gli riescono facili e dove non deve ottenere subito altra gratificazione che il farle bene perche' in esse scopre parte del suo destino e della sua identita';certo sarebbe riduttivo fermarsi a questo, ma si puo' credere nell'uomo senza per questo smettere di credere al peccato originale, ma la sintesi e' che non si puo' mettere gli uni alla merce' degli altri,proprio perche' si crede nell'uomo e proprio perche' si diffida dell'uomo.Questo mondo economico e' stupido e non fa affatto il bene della societa', e' una trappola diabolica,ma solo la pentola,il coperchio non ci sara'(e quanto sono piccoli e fasulli certi politici dal sorriso "positivo",e vecchi e antiquati, zombies rifatti,burattini con la voce che vibra come quella delle ragazze che al tel call center automatico, ti dicono:premi unoooo,premi dueeee, con un'enfasi che sembra un orgasmo(da Rotterdam)fuori posto, che se non sapessi che non e' in diretta ,penseresti o che si sta masturbando, o che si e' "fatta",o che sta "in compagnia",(in qualche caso e' solo "rifatto").Poi non se ne puo' piu' di quelli, dal primo all'ultimo, che dicono "non sono un santo", come disse Moggi,p. es.:o sono piu' ignoranti di me o fanno finta di non sapere che la santita' consiste nella eroicita'di andare oltre la natura senza contraddirla,cioe' vero coraggio, altruismo,e non consiste nel non fare il male,ma nella eroicita' delle virtu':questa e' la mentalita' della classe dirigente, basata su un sofisma,aggiustata in qualche modo(ricordo la faccia di tolla di Cesare Romiti sulle tangenti),di quella borghesia che andava teatro per andare a puttane o ad amanti, gozzovigliando,tra una guerra mondiale e l'altra, dove cercava bene d'imboscare i propri figli.
finchè c'è vita c'è speranza ma finchè ci sono le banche....cambierà ben poco!!!
Gratuità?? Ma non diciamo st..upidate.
Secondo me basterebbero regole chiare e gente (molto) più onesta. Ma ovviamente è tutta un'utopia, lo avevano capito anche i latini: homo homini lupus.
Sorry per il pessimismo (realismo), ma questa ripresa basata sul nulla è sotto gli occhi di tutti, io non mi stupisco più.
Mi piacerebbe che qualcuno avesse questo come base della linea politica. Un programma per l'attuazione di questa idea. Altro che votarlo, io mollerei tutto per seguirlo ed aiutarlo. Diventeremo d'un tratto, da schiavi in un campo di concentramento, uomini liberi.
Alberto da Padova
Caro Paolo, gradirei una tua opinione sul concetto di bene comune, sul rapporto fra giustizia commutativa e giustizia distributiva, nonché sulla crisi demografica intesa come causa "finale" della crisi economica, complementare alla causa "efficiente" dei subprime...
Si può essere d'accordo su alcuni contenuti- io non ho letto l'enciclica, mi baso su quest'articolo-, altri a me sembrano un pò utopistici; a me basterebbe un mercato in cui gli animal spirits siano frenati e regolati da uno stato non succube delle lobbies più potenti a scapito dei più deboli, con una vera progressività delle imposte ecc.
Però credo che quando si scrivono queste encicliche ci sia bisogno anche di coerenza; io ho scoperto solo qualche anno fa come funziona il meccanismo dell'8 per mille a tutto beneficio della chiesa cattolica; meccanismo per molto tempo ben tenuto nascosto e che ancora oggi probabilmente molti non conoscono: tanto più che quando la chiesa fa pubblicità sull'impiego del suo 8 per mille sembra che tutto vada in opere di bene- a me sembrerebbe pubblicità ingannevole-; se poi vai a leggere il "suo" bilancio- e non certo certificato- in opere di bene non va più del 20%. Sperando poi che sia un bilancio veritiero.
Allora quando si fanno grandi proclami di onestà ecc. direi... da che pulpito!
Gab
mi permetto di segnalarvi questa storia:
http://it.wikipedia.org/wiki/FaSinPat
il pavone
una cosa è certa che quando ci troveremo al cospetto di DIO PADRE ci verrà chiesto conto di tutto ciò che abbiamo fatto.
saro
siamo alla fine dell'economia del debito.
Poi ci sarà il cambiamento "epocale", dicono tutti.
L'unica alternativa a questi ultimi 30 anni di carta straccia è un'economia VERA: oro e gold e standard.
Sennò il resto sono chiacchiere; chiacchiere papali, ma sempre chiacchiere.
Che ne dite?
io penso che nessuno di noi possa comprendere ed immaginare il cambiamento che abbiamo di fronte da tanto che e' grande...
io penso che il cambiamento lo comprendiamo eccome.....basta concentrarsi un attimo sul buco del culo....perchè è la che ce lo stanno mettendo, predicatori compresi che alla fine sono tutti impregnati di real politic
:-D
grande risposta.
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