IL FINANCIAL TIMES NON AMA FIAT. (ANCHE LA STAMPA INGLESE NON E' LIBERA)
Riassunto dell'articolo di questa mattina su FT.
Il sindacalista OPEL Klaus Franz, intuendo la discesa dei mercati finanziari, non perde tempo ad attaccare Fiat. Il tedesco avvisa che la fusione con Fiat comporta il licenziamento di 18.000 persone in germania. E continua: IO SONO CRITICO SU QUESTA FUSIONE.
Fiat vorrebbe anche il controllo delle operations GM in america latina, Africa e Middle east. (uno dei pochi mercati profittevoli)
Tuttavia GM non vorrebbe disfarsi di tale pezzo di business. Pensate che in Brasile è il secondo produttore di auto.
GM non ha neppure trovato un accordo sulla partecipazione nella nuova società con Fiat (GM vorrebbeil 40% Fiat sarebbe disposta a dare il 20%). Ricordo la deadline di fine maggio che GM deve rispettare per evitare la bancarotta (anche se il chapter 11 sembra inevitabile)
Questa notizia è sul Financial Times di oggi. Sembra scritta apposta per spargere zizzania e creare tensioni a discapito del gruppo Fiat. Come potete immaginare TUTTO il mondo dell'auto guarda a quest'operazione che potrebbe scombussolare un difficile equilibrio.
Ancora una volta l'informazione viene pilotata per cercare di alzare il prezzo di questa operazione o per mettere il bastone fra le ruote a FIAT.
Il titolo in borsa ha chiuso sui minimi di giornata e delle ultime settimane, 7,26. E' probabile che il titolo oggi si avvicini oggi sl supporto psicologico dei 7.
Nelle prossime due settimane, l'eventuale rottura porterebbe il titolo in area 5,9 - 6,40 (possibile area d'acquisto, ma di questo ne parleremo a fine mese).
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Sappiamo tutti come FIAT (che due mesi fa era sull'orlo del fallimento, avendo un debito enorme e un settore dell'auto che NON venderà auto) stia cercando di fondere le due fallite Chrysler e Opel per salvare se stessa GRAZIE AL DENARO DEL GOVERNO AMERICANO (e di altri).
Sappiamo che la mossa e' DI QUELLE DISPERATE, ed è dettata dalla consapevolezza DI MARCHIONNE DELLA DEBOLEZZA DELLA FIAT ( enon dalla forza).
Sappiamo che per Chrysler Fiat era l'unico pretendente in quanto si accontentava di dare la maggioranza ai sindacati americani (i big dell'auto mondiale non avrebbero mai accettato).
Queste cose NON le trovate sulla stampa italiana MA SONO LA VERITA'.
Tuttavia noi tifiamo Marchionne. Ci piacciono le mosse disperate. Sono mosse eroiche . E noi italiani ne abbiamo bisogno.
IL FINANCIAL TIMES NON AMA FIAT. (ANCHE LA STAMPA INGLESE NON E' LIBERA)
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13 commenti:
X Merato Libero!
X MErcato Libero:
Vi prego se possibile di pubblicare l' articolo del mio professore Alessandro Penati, del 11-05 intitolato "Il fondo locustra chiamato FIat" che si può trovare in 2 clic sul motore di ricerca di Repubblica, credo sarebbe interessante per tutti!
Cmq le cose che sostenete sono giustissime! Va però aggiunto che la Borsa di fatto valorizzava Fiat Auto zero e che da sola Fiat Auto non poteva sopravvivere soprattutto se, come già sta avvenendo, le altre case si aggregano! Fiat dunque aveva necessità di aggregarsi e di ottenere soldi, l' unico modo per farlo era ottenerli dai governi e riciclare altre attività decotte!
Io credo che le altre imprese "virtuose" facciano benissimo a contrastare Fiat perchè in un mercato efficente e regolare, quello che il mitico Obama vuole demolire, loro avrebbero guadagnato quote di mercato e ora invece rischiano di perderle a causa dei sussidi pubblici! Mi meravilio anzi che i loro governi non si oppongano pesantemete a quese operazioni che danneggerebbero l' occupazione nei loro paesi...Se proprio non riescono a far saltare l' operazione almeno che glie la facciano pagare il più possibile! A me pare una cosa sacrosanta!
Quello che invece non riesco minimamente a capire è il caso General Motors: un' azienda piena di debito, che brucia cassa, e soprattutto che vende poche auto e non ha modelli vincenti! Ora: cosa cambia se invec i possedere direttamente alcune attività le conferisco in una holing di cui diento azionista??? I debiti non calano! La cassa a brucio cmq ancora per un bel po'....l' unico cambiamento positivo possibile potrebbe al massimo avenire tra molto tempo! Proprio non capisco perchè Gm non proceda a vendere le attività invece di entrare in società con FIat!!! E' Obama che preme in questa direzione? Se fosse casì sarebbe scandaloso!
Luca Salvarani Mantova.
Secondo me è chiaro: nei mercati emergenti possono continuare a produrre per tutta o quasi quella che è la capacità produttiva degli stabilimenti che hanno là perchè la domanda è tendenzialmente in crescita; nei paesi avanzati invece hanno una sovracapacità produttiva per cui o acquistano quote di mercato oppure riducono la capacità, acquistando quote di mercato rilevando marchi sono poi anche costretti a ridurre la capacità produttiva perchè si ritroverebbero sovrapposizioni in tutti i settori assolutamente non giustificate.
Il modello di sviluppo per il settore auto in un mercato già saturo e ad alto costo del lavoro, come quello europeo, è quello delle auto di alta gamma: in base agli ordini che ricevi produci nè di più nè di meno, così facendo si riescono a controllare tutti i costi e a mantenere profittevole l'azienda.
Nicola
Buongiorno
mumble mumble
@##@@
mumble mumble !!!
... ma se l'industria dell'auto fallisse, vivremmo tanto peggio?
i salari persi? con i soldi che lo stato ha regalato alla fiat avremmo assicurato una vita dignitosa a tutti i dipendenti compreso l'indotti per 3 generazioni.
per me ne trarremo solo vantaggi.
scusate, ma a me la FIAT fa venire la varicella.
Cordialità
Robertoß
Lo Short è Aperto?! :-)
D'accordissimo forza Marchionne e..meno dietrologie!!
non riesco a capire l'entusiasmo per chi per anni ci ha fregato soldi ed ora sta per fregare anche gli altri.
non parliamo male degli avvoltoi pseudo finanzieri e poi difendiamo la fiat !!!!!!!!!!
ma non difendiamo chi ci ha fregato ed ora frega fuori casa,la finanza pseudocreativa non paga maiiiiiiii
FIAT MANGIASOLDI ? SICURAMENTE SI.
Ma ora non possiamo volere la fine dell'auto italiana....
La fortuna aiuta gli audaci.
Grande Sergio. Ultimo, vero, manager italiano
Naruto Uzumaki
La lettura delle pagine da 79 ad 83 della domanda di ammissione al Chapter 11 è illuminante: nel 2008 Chrysler ha provato a vendere la propria azienda a qualsiasi produttore di auto mondiale, a produttori di componenti e chiunque potesse essere interessato. Al tavolo è rimasta solo Fiat, l’ultima spiaggia; dopo due anni e mezzo di tentativi di cessione falliti. Insomma, si è cercato di tutto, ma non c’era niente di meglio: Chrysler era messa talmente male che non l’ha voluta nessuno. E, d’altronde, se Daimler l’ha scaricata un motivo ci sarà.
Fatta l’operazione con Chrysler, Fiat vuole prendersi Opel da GM, e, non contenta, pure Saab e le attività sudamericane della stessa GM. Ovviamente Fiat non può pagare, e tutto questo shopping sarà “pagato” costruendo una nuova società di cui gli Agnelli avranno circa il 10%, mentre il 30% andrà….. a GM! Il resto è lecito presumere arriverà da una quotazione del titolo della nuova società.
In barba a qualsiasi conflitto di interessi, dunque, GM cerca di vendere Opel e Saab, sperando in generosi contributi dai governi tedeschi e svedesi in cambio di una ristrutturazione non troppo drastica dal punto di vista occupazionale, ad una società di cui sarà l’azionista di controllo.
In definitiva, Fiat riuscirà nell’impresa di vendere Chrysler a General Motors, scaricando nella confezione pure Fiat Auto, adeguatamente impacchettata ed infiocchettata, in cambio di una partecipazione di minoranza al nuovo gruppo, beneficiando di aiuti di stato in Italia, Germania, Stati Uniti e magari Svezia. E chi può dirlo, magari pure i governi sudamericani si sentiranno in obbligo di mostrare la propria riconoscenza.
In questo modo, tre società da anni sull’orlo del baratro si mettono insieme, sperando su generosi contributi pubblici, senza serie prospettive di riorganizzazioni industriali, dato che nessuno dei governi dei Paesi coinvolti pare disposto ad accettare tagli significativi ad impianti ed occupazione; le prospettive di sinergie sono limitate: difficile che i modelli che Chrysler non vende possano colmare l’eccesso di capacità produttiva di Fiat, dato che, appunto, non si riesce a venderli, né è lecito sperare che, vendendo la 500 negli Stati Uniti, Chrysler possa risollevarsi (quante 500 bisogna vendere, per ottenere il valore aggiunto di una sola Chrysler?).
In Italia nascerà il secondo gruppo auto mondiale: controllato da un azionista americano, con fabbriche prevalentemente all’estero, in cui Fiat avrà un ruolo marginale. Ma per l’Italia l’immagine è tutto, e indubbiamente Fiat oggi è su tutte le prime pagine per il suo attivismo. La sostanza?
http://graphics8.nytimes.com/packages/images/nytint/docs/chrysler-bankruptcy-filing/original.pdf
Mancava il link
La sostanza?
1) Provare a campare almeno altri 3 anni e tentare di risollevarsi nel medio-lungo.
2) Creare, come già detto, il secondo gruppo di auto mondiale salvaguardando i posti di lavoro in Italia e tutto l'indotto.
3) Se la difficile scommessa riesce(e questo potrebbe essere un altro miracolo di Mr. Marchionne), tra 5-10 anni avremo un nuovo leader del settore auto che sarà parzialmente italiano. Quante opportunità di lavoro si potrebbero aprire?
L'unica domanda sensata che dovreste porVi prima di criticare è: l'alternativa?
Saluti,
Naruto Uzumaki
Naruto...mi sei simpatico!
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