STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


MOODYS AVVISA CRHYSLER A RISCHIO BANCAROTTA


Fiat era salita del 27% la scorsa settimana sull'onda dell'entusiasmo che le banche americane convertissero i loro 5 miliardi di crediti in nuove azione della casa automobilistica americana.

La Crhysler non è quotata sul mercato, quindi i fondi speculativi sono entrati pesantemente in Fiat.

Le notizie poco brillanti che arrivano dal Brasile (dove la VW sta avendo la meglio su Fiat) non sono rilevanti per l'andamento del titolo Fiat, che invece, in due giorni è passato da 7,40 euro ai 6,30 di questa sera.

Forse saranno le bocciature di questa mattina sul titolo torinese arrivate da UBS e RBS (le due zombie bank) o il downrating di S&P?
Non credo. Sarà forse la possibilità che le banche non convertano il debito. Il disagio cresce per tutti coloro che avevano acquistato Fiat e che in questi due giorni hanno rivenduto con profitto, lasciando il parco buoi con le fiat in mano.
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8 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non ho ancora capito cosa ci guadagna la Fiat da questo accordo? Sale al 27% senza spendere niente ma sale anche in qualcosa che non vale niente! I primi modelli prodotti con tecnologia Fiat sarebbero prodotti fra anni...inolte un mercato efficiente dovrebbe valutare il maggiore rischio politico-sindacale, i costi burocratici-amministrativi e il tempo che i manager sottrarranno da progetti che creano valore per dedicarlo a questo accordo che ricadranno su Fiat...molto meglio cercare una partnership con un grande produttore sano!
Se qualcuno mi sa spiegare dove sta il guadagno o vantaggio strategico di Fiat gli sarei molto riconoscente!

Luca Salvarani, Mantova.

Anonimo ha detto...

la potentissima daimler è fuggita da chrisler nonostante avesse motori e tecnologia affine alle auto americane..fiat, cosa pensa di fare...montare il motore 1200 cc della punto sulle jeep ??

ciao

giacomo

Anonimo ha detto...

Secondo me l'accordo di Fiat con Chrysler e' un'ottima opportunita' che l'AD Fiat ha saputo cogliere.
Fiat non avra' spese reali per portare avanti l'accordo, ma cedera' a Chrysler le proprie tecnologie e la propria esperienza su vetture e motori basati su concezioni piu' leggere ed economiche di quelle americane.
La battuta del "1200 cc della punto sulle jeep" mi pare del tutto infelice: le motorizzazioni Fiat Diesel Multijet e benzina Starjet appena uscite rappresentano quanto di piu' innovativo, efficente ed affidabile e' oggi presente sul mercato. I multijet Fiat arrivano e superano i 200 Hp con coppie fino a 400 Nm (mai provato a guidare qualcosa del genere?).
Per contro Fiat acquisira' circa 1/3 delle Azioni Chrysler (senza esborsi!), la possibilita' di utilizzare impianti dismessi in Usa per produrre proprii veicoli da vendere in loco, nonche' la rete di vendita ed assistenza Chrysler in USA. Ed inoltre Fiat/Chrysler diverrebbe un colosso multinazionale presente in tutti i continenti.
Non mi pare poco. E in questi giorni un AD di un costruttore Europeo comparabile a Fiat e' stato silurato. Sara' mica perche' e' arrivato a Detroit in ritardo?
Adriano

Anonimo ha detto...

rispondo a Giacomo:
Fiat pensa molto di piu, pensa di cambiar cultura negli Usa nel settore automotive. E mi creda, se la rifondazione la dirige uno come Marchionne lo sa fare molto meglio di lei,me e tutto lo staff di Mercato Libero messi insieme.
PierLuigi

ML ha detto...

Fiat sta giocando una partita fondamentale per il suo futuro.

il titolo però, è oggetto di molta speculazione. Ricordo che poche settimane fa valeva 3,5 euro, due giorni fa 7,40.

La speculazione è entrata e uscita, lasciando il cerino in mano al parco buoi.

Ora, dopo un ritracciamento salutare Fiat potrà ripartire, specie se l'accordo con Chrysler, l'accordo con le banche americane, l'accordo con un'altra casa europea, la conversione delle azioni di risparmio, lo spin off dell'auto ...andranno in porto...

come vede c'è tanta tanta carne al fuoco....

Anonimo ha detto...

E sopratutto se fallidce General Motors

Anonimo ha detto...

un salto indietro nella storia:

Il gruppo tedesco manterrà il 20% Daimler si separa da Chrysler La casa della Mercedes si accorda con il fondo Cerberus e si libera della controllata americana. Controvalore operazione 5,5 miliardi

FRANCOFORTE (GERMANIA) - Quando il matrimonio non va, meglio la separazione. E così, dopo una storia di nove anni Daimler e Chrysler prendono ognuno la propria strada. ieri l'annuncio ufficiale, dopo l'accordo con i sindacati: il gruppo automobilistico Daimler, ha annunciato il ceo Dieter Zetsche, ha ceduto l'80,1% del capitale della controllata americana Chrysler al fondo di private equity Cerberus per 5,5 miliardi di euro. Il gruppo manterrà il 19,9% di Chrysler e assumerà la denominazione di Daimler Ag. Si chiude così una unione durata nove anni: la storica e sfortunata fusione risale al 1998. La tedesca Daimler, la casa della Mercedes, si accorda con l'americana Chrysler (che controlla anche i marchi Jeep e Dodge) per una «fusione tra pari» che valuta la casa Usa 36 miliardi di dollari. Lunedì il divorzio ufficiale: il gruppo aveva lanciato segnali circa l'intenzione di cedere Chrysler nello scorso febbraio, quando annunciò che aveva allo studio «tutte le opzioni» per la controllata americana.
Il numero uno di DaimlerChrysler, Dieter Zetsche, considera che a partire dal febbraio scorso, quando si è deciso di trovare un compratore per Chrysler, è più difficile scalare il suo gruppo. Allora - ha spiegato Zetsche nel corso di una conferenza stampa - il rischio che altri potessero prendere decisioni al nostro posto era certamente più alto che adesso». Zetsche ha riconosciuto poi che il management aveva «sopravvalutato» le «potenziali sinergie» tra Daimler-Benz e Chrysler. Inoltre Zetsche ha assicurato che dopo la cessione di Chrysler il gruppo Daimler manterrà tutti i business che considera «centrali».
Il sogno di divenire un gruppo «globale» si era infranto già un paio d'anni fa, quando Daimler fu costretta a cedere, con ingenti perdite, la partecipazione rilevata nel 2000 nella giapponese Mitsubishi, che doveva essere l'avanposto asiatico del supergruppo automobilistico. Già nel novembre del 2000, peraltro, le operazioni americane deludono e il gruppo è costretto a licenziare 25mila addetti. L'anno successivo si rende necessaria un'iniezione di 4 miliardi di euro per rimpinguare le casse ormai vuote di Chrysler, che quell'anno chiuderà il bilancio con 5 miliardi di rosso. La crisi continua fino al 2005, quando il ceo Juergen Schrempp, fautore della fusione, lascia il posto a Dieter Zetsche, che nel frattempo era riuscito nel miracolo di rimettere in carreggiata, almeno parzialmente, Chrysler. Nel settembre del 2006, comunque, il titolo vale poco più di 36 euro, la metà di quanto valeva nel 1998. A febbraio Zetsche annuncia che «tutte le opzioni» sono allo studio per Chrysler. Lunedì l'ultimo atto. E la cessione a Cerberus.
14 maggio 2007

riepilogando:
cerberus ha l?80,1% del capitale;
daimler ha il restante 19,9%.

i tedeschi uscirono perchè stanchi di buttar soldi dentro a chrysler..ora, mi par difficile credere che cerberus, con la montagna di debiti da pagare, doni un 20% del capitale alla fiat..

difficile che un socio non si accolli la sua parte di debiti..

non dimentichiamo che ancora ora, a Tuscaloosa in Alabama, la daimler chrysler produce le mercedes benz classe M, R e GL.

anche su quelle monteranno il multiair della panda a metano ? ;-)

a sergio avranno già detto: no money..no party !! :-)

ciao

giacomo

Anonimo ha detto...

oggi Chrysler vale 0, ed il 20% o il 35% di Chrysler vale 0. Marchionne guarda piu in la: si garantisce lo sbarco in Usa per la 500 e la Mi.To ( e non solo), e prova a ristrutturare Chrysler,trovando un accordo con i creditori per convertire debiti in azioni( ad oggi si sta discutendo,non con qualche difficoltà), e utilizzando i fondi governativi per investimenti in nuove piattaforme,nuovi processi produttivi,nuovi modelli consoni alle richieste del Congresso. Se tra 2 anni Chrysler fa utili Fiat avrà il 20 o il 35% di un valore certo, diversamente Marchionne avrà dato tecnologia in cambio solo di mercati di sbocco e utilizzo dei concessionari. Questa in economia si chiama creazione di valore. Ecco perchè Marchionne ha sempre detto di aver preso a costo zero un biglietto della lotteria ( che non vale nulla oggi ma potrebbe anche diventare una fortuna il giorno che si farà l'estrazione)
Roberto (TO)