ASSEMBLEA MONTEPASCHI
ECCO ALCUNI STRALCI DELL'INTERVENTO DI UN'AZIONISTA DI MPS.
Intervento di Franco Bossini all’Assemblea del 24 aprile 2009
Signori soci ed amministratori,
nel guardare i dati che ci sono stati forniti e nell’ascoltare la relazione, non ho potuto fare a meno di metterli in rapporto con alcune osservazioni che sono state espresse dal Sole 24Ore dei giorni scorsi e che, a mio parere, devono destare più di una preoccupazione.
Una riguarda la scadenza di settembre che ci è stata posta per la vendita dei 150 sportelli in eccesso a seguito dell’operazione di acquisto di Antonveneta. E’ una vendita, come noto, di cui si parla dallo scorso anno, dalla quale il Presidente aveva dichiarato di aspettarsi almeno 800 milioni di euro, cioè poco meno di 6 milioni di euro a sportello, che è stata via via spostata in avanti. L’ultima proroga ci consente di aspettare fino a settembre, ma nel frattempo decorrono gli interessi sul debito che abbiamo contratto in attesa della conclusione.
Ora invece abbiamo visto nero su bianco che in Italia non vi sono più compratori per le filiali bancarie, che qualche piccola trattativa si è conclusa al prezzo di 4,6 milioni a sportello e che Unicredit, non riuscendo a piazzarne ben 400, stia addirittura valutando l’ipotesi di risolvere il problema semplicemente chiudendoli.
Per noi, che meno di un anno fa abbiamo pagato 9 milioni per ciascun sportello Antonveneta (IN REALTA' SONO 10 I MILIONI) oltre a sobbarcarci l’onere delle strutture centrali di questa banca, e che abbiamo appena azzerato, senza ritorni economici, lo storico marchio della Banca Toscana, sarebbe un grave colpo dover svendere o addirittura chiudere 150 filiali, un centinaio delle quali, come ha dichiarato il vicedirettore Morelli, sono nel territorio toscano e rappresentano il 4% del mercato.
Questo argomento, che può sembrare una parentesi nel dibattito di oggi, l’ho voluto accennare non solo per le ripercussioni reddituali e patrimoniali che può produrre già nel 2009, ma anche perché rende illuminante in quale modo si stanno concretizzando quegli scenari di crisi e di cambiamento che già si erano manifestati la scorsa primavera e le cui avvisaglie, emerse nel 2007, non dovevano sfuggire ad amministratori accorti.(SPECIE DOPO LA PRIMA PRESENTAZIONE FATTA DA MERCATO LIBERO A SIENA)
La frenesia di mettere a segno un colpo clamoroso, di compiere un salto in avanti dopo che per anni si era rimasti immobili, non è stata una buona consigliera. E questo non è più un parere personale, un’opinione discutibile come altre di segno opposto, ma è un’affermazione che trova riscontro nei fatti. Un fatto è appunto l’evidente difficoltà a vendere con profitto i 150 sportelli, come un fatto è la perdita di bilancio che registriamo nel risultato prima delle imposte, non motivabile semplicisticamente con le note difficoltà di natura internazionale.
E’ sempre il Sole 24Ore, nell’edizione di domenica, che in modo impietoso commenta l’andamento della quotazione della nostra azione ricordando che è inferiore del 70% rispetto a quella del maggio 2007.
Si afferma chiaramente, nell’articolo, che “il tracollo è generato da una pluralità di fattori tra i quali l’acquisto di Antonveneta e in particolare il costo a cui è stata realizzata proprio quando emergevano quei segnali che avrebbero portato alla crisi”.
Si prosegue assegnandoci “una struttura di capitale troppo debole” e si afferma che “molti operatori sono convinti che il Monte dovrà ricorrere ancora al mercato e dovrà farlo prima della scadenza dei Tremonti bond” perché non saremo in grado di generare la liquidità necessaria.
Non posso fare a meno di osservare, quale consigliere comunale di Siena, che l’eventuale ulteriore ricorso al mercato non potrà certo proseguire all’infinito attraverso i prestiti obbligazionari, convertibili o meno, che certo tamponano gli indici patrimoniali e danno delle boccate di ossigeno sul fronte della liquidità, ma che comunque generano interessi passivi che finiscono per ripercuotersi sul conto economico e quindi sulla generazione degli utili.
Prima o poi qualche convertibile sarà effettivamente convertito in azioni o ci troveremo di fronte alla necessità, quando il mercato lo renderà possibile, di effettuare direttamente un aumento di capitale emettendo nuove azioni.
E, in questi casi, la natura proprietaria del Gruppo Monte subirà un cambiamento epocale perché la Fondazione non avrà più i mezzi per sottoscrivere nuove azioni e dovrà subire quella perdita del controllo maggioritario che, nel caso dell’operazione Antonveneta, è stata autorizzata ad evitare, concentrando nel patrimonio Monte la gran parte delle sue risorse, proprio per non esporsi alla perdita patrimoniale connessa alla perdita del controllo.
Le scelte compiute dagli amministratori della nostra società, come vedete, producono su noi soci degli effetti che vanno ben oltre la pur pesante perdita di valore delle nostre azioni, il loro annacquamento attraverso il raddoppio del loro numero, il pauroso calo della misura del dividendo. Pongono anche serie ipoteche sulla redditività dei prossimi anni e sulla congruità patrimoniale rispetto al ruolo che ci compete come terzo gruppo bancario italiano.
Il mio giudizio sul bilancio 2008, che è oggi all’ordine del giorno, è pertanto nettamente negativo ed in sede di votazione depositerò il mio voto contrario.
Grazie.
ASSEMBLEA MONTEPASCHI
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1 commento:
Bravo Ottimo intervento.
BOB
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