STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


GRAZIE ROBERTO!


Riprendo un commento di un lettore amico.....

Quello che succederà ci coglierà TUTTI di sorpresa! Non è prevedibile! Sarà Qualcosa di Nuovo e inedito.

E' assolutamente vero. Noi ci stiamo organizzando TUTTI INSIEME. Vieni anche tu e invita i tuoi amici. INSIEME SIAMO PIU' FORTI.
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6 commenti:

Anonimo ha detto...

DR. BARRAI, il cigno nero potrebbe essere una moneta unica mondiale.questo è quello che potrebbe far cambiare le cose. scelte sorprendenti!.

Anonimo ha detto...

bella questa, finalmente c'è arrivato. Con una moneta unica, nessun limite di stampa..............chi può dire di no, visto che si potrebbe stampare out of the thin senza alcun controllo, perchè non ci sarebbero più debitori, dopo il consolidamento dei debiti planetari.
C'è già una moneta unica è l'oro!

Non c'è niente di sorprendente in questo piano, solo che porta a morte e a disperazione.

ML ha detto...

moneta unica sarebbe la soluzione .....ma difficie che si mettano daccordo.....prima ci sarebbe una guerra

Anonimo ha detto...

Dal 1944 agli anni '70 i tassi di cambio erano fissi (non è come una moneta unica ma non è troppo lontano) e ancorati all'oro. Per mantenere quei valori molti paesi dovevano bloccare gli scambi finanziari di capitali (tradotto: se avevi operazioni commerciali potevi cambiare valuta, altrimenti NO). Ciò nonostante periodicamente il marco si rivalutava e il franco si svalutava....
Poi ci si è accorti che il sistema non funzionava e lo si è accantonato

Ma lo sapete che, con una valuta unica, i paesi perdono la politica monetaria? Lo sapete che gli shock economici vanno corretti solo con la politica fiscale?

Per fare un'area valutaria occorrono forti interscambi commerciali e forte mobilità dei lavoratori.

L'Argentina è fallita perchè il debito era in valuta estera, se fosse stato in valuta nazionale sarebbe bastata tanta inflazione per restare solventi.

Alessandro Rossi

Anonimo ha detto...

Dal 1944 agli anni '70 i tassi di cambio erano fissi (non è come una moneta unica ma non è troppo lontano) e ancorati all'oro. Per mantenere quei valori molti paesi dovevano bloccare gli scambi finanziari di capitali (tradotto: se avevi operazioni commerciali potevi cambiare valuta, altrimenti NO). Ciò nonostante periodicamente il marco si rivalutava e il franco si svalutava....
Poi ci si è accorti che il sistema non funzionava e lo si è accantonato

Ma lo sapete che, con una valuta unica, i paesi perdono la politica monetaria? Lo sapete che gli shock economici vanno corretti solo con la politica fiscale?

Per fare un'area valutaria occorrono forti interscambi commerciali e forte mobilità dei lavoratori.

L'Argentina è fallita perchè il debito era in valuta estera, se fosse stato in valuta nazionale sarebbe bastata tanta inflazione per restare solventi.

Alessandro Rossi

Anonimo ha detto...

Caro Paolo, ragionavo tra me e me qui: http://workingideas.wordpress.com/2009/02/09/scary-isnt-it/

quoto qui un estratto delle mie considerazioni in merito alla "loose change" che ci aspetta.

[...]

Delle due l’una:

1. Il picco della crisi arriverà a breve, molto prima di due anni (questo è il punto di vista Austriacheggiante, per cui siamo in fase di crack-up-boom, fase terminale dei movimenti speculativi sull’emissione di valuta).

2. Il picco della crisi in realtà non c’è, questa è la vera “new economy” (questo è il punto di vista di Nouriel Roubini, per il quale siamo in una “L-shape-crisis”, ma la lunghezza della “L” è indefinita) e per molti anni a venire il deterioramento delle condizioni economiche sarà inesorabile.

Caso 1. Crack-Up-Boom

Se c’è una valuta che può “crackare” è il USD. Dal punto di vista tecnico, pare che i prerequisiti ci siano tutti, ma gli USA sono la più grande potenza militare e il Dollaro la valuta di riserva mondiale e, soprattutto, la divisa di contrattazione di tutte le materie prime e buona parte degli scambi internazionali. E’ vero che il carck-up-boom che colpì il marco tedesco della Repubblica di Weimar, colpì la valuta europea più potente dell’epoca, ma il “coupling” delle attuali economie al USD non è paragonabile al coupling delle economie europee dell’epoca al DM di Weimar (non c’era stata una Bretton Woods sul DM).

Per ipotesi, diciamoci convinti di un crack-up-boom del USD nel breve termine (diciamo entro il 2009). Obama va in TV a reti unificate e col cuore in mano dice:

“I’m sorry… I couldn’t find the magic wand. We’re broke”

Le banche USA chiudono per una settimana, tutti bancomat non funzionano, tutte le transazioni interbancarie in USD sono congelate, tutti i crediti in USD diventano inesigibili, gli USA dichiarano default governativo, lo Yuan e lo Yen, e probabilmente il British Pound, defaultano a seguito della loro struttura, tutte le materie prime rimangono non prezzabili…

Si presenta l’emergenza di “sopravvivere” ad un transitorio durante il quale probabilmente l’esigenza più urgente sarà quella di prezzare le materie prime.

Personalmente stimo la probabilità di un ritorno al gold-standar pari circa 0,01%. Messo fuori uso il USD l’unica altra valuta con velleità internazionali è l’Euro. Probabilmente un organo sovranazionale del calibro del FMI e/o WorldBank dichiarerà che per “traghettare il mondo” attraverso il default del dollaro, si inizino a prezzare le materie prime in euro. E questo di fatto, crea la nuova valuta mondiale, eventualmente corroborato dal G22 di aprile 2009 (a Bretton Woods c’erano 20 Paesi), durante il quale, dietro all’apparente nulla di fatto, si sono stretti accordi per vincolare i tassi di cambio tra dollaro e euro intorno al valore di 1 a 1, come per altro perseguito dalla BCE con le massiccie operazioni di acquisto di USD.

Se lo Stirling Pound non avrà fatto default, l’oro, col rito del fixing, sarà prezzato in Troy Ounces da Rothshild-Barclays-HSBC, e il petrolio in euro e così via…

Poi la FEDR ed Obama battezzano il nuovo dollaro (secondo alcuni, con le buone o le cattive, estendendolo a Canada e Messico) con un tasso transitorio fisso con l’euro… e tutti i crediti vengono riprezzati nel nuovo dollaro, ovviamente, svalutato di una percentuale compresa tra il 50% ed il 90%. Gli Stati creditori che non fossero daccordo, saranno liberi di dichiarare guerra agli USA, che prudentemente, negli ultimi 15 anni, hanno speso in armamenti circa 50 volte di più del secondo paese che ha speso di più in armamenti al mondo. Il periodo “transitorio”, come fu per il dollaro dopo Bretton Woods, potrà eventualmente, grazie alla supremazia militare, durare molti decenni:


Il tutto s’intente… se nel frattempo qualche Paese UE non faccia dafault prima. In particolare se qualcuno del gruppo PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) non accumuli uno spread col bund tale sul rifinanziamento sovrano… da non riuscire appunto a pagare gli interessi sul medesimo, o a “trasmettere” una sensazione di rischio tale, da non collocare il proprio debito. In tal caso, l’euro, non sarebbe affatto credibile come valuta “comunitaria” e tanto meno come valuta di riserva.

Personalmente, dall’alto dei miei sofisticatissimissimi studi macroeconomici, attribuisco alla probabilità che uno stato membro abbandoni l’euro a causa di un default valore di circa 0,01%. Perchè, in tal caso, anche i suoi sovereign-bonds sarebbero da riprezzare in una nuova valuta… il che è un “tantino” contrario agli interessi dei creditori, e non avendo i PIIGS l’influenza militare degli USA, trovo la cosa assai improbabile.

In generale, il crack-up-boom, porta con se il problema dell’insolvenza governativa, che sia nel caso della susperpotenza atomica, sia nel caso della EURSS (oops, un refuso…) comporterebbe il liberarsi di forze centrifuge contro le quali il “Novus Ordo Seclorum” si è efficaciemente adoperato negli ultimi 316 anni (dalla creazione della Bank of England 1693, prima banca centrale al mondo ad implementare il fiat-money).

Per concludere…

Dal mio punto di vista, questo scenario è strategicamente assai improbabile. Questa crisi, come tutte le altre, è voluta e pilotata, ed il crack-up-boom e relativa liberazione delle forze centrifuge è geometricamente opposta alle esigenze del “Potere”. L’unico modo perchè il carck-up del dollaro possa essere strumentale al “Potere” è l’intervento del Governo Mondiale tramite FMI e Banca Mondiale con la nascita di una valuta unica mondiale.

Ma per far questo, con un crack-up-boom incombente, occorre assai rapidamente spostare quel 40% di consensi che è necessario controllare per controllare un Paese in regime di democrazia… il che è assai facile in occasioni contingenti eccezionali… che a dire il vero, non è difficile creare:

Basta spostare i redditi di un 10% verso il basso per avere automaticamente un 30/40% di insoddisfatti, appartenenti a tutte le classi sociali, pronti a formare un solido partito di sostenitori una qualsiasi iniziativa di governo che prometta “pane e figa per tutti”. E poichè la maggioranza relativa degli elettori in tutte le democrazie avanzate, anche la più “bulgara” di tutte: l’Italia, è garantita da meno del 30% di consensi… il “gioco” in molti paesi è assai più semplice…

Caso 2. L-Shape Crisis

Questo è il caso, secondo me, assai più probabile.

Le varie banche centrali, in vario modo, stanno accettando come collaterale di M3, oltre alla paccottiglia di mondezza invendibile perchè imprezzabile, anche sovereign-bond. Il sottostante il sovereign-bond è il nulla. Chiudendo il cerchio tra emissione di credito+valuta e bond di Stato.

Lo Stato si finanzia “vendendo” titoli di debito (bond). Banche e privati li comprano in cambio di una rendita di solito simile al tasso primario. La Banca Centrale si priva delle sue banconote e del suo capitale in cambio di bond sui quali percepisce una rendita di solito simile al tasso primario, e contemporaneamente percepisce la rendita monetaria (volgarmente detta signoraggio primario) pari esattamente al tasso primario, su quanto ha testè emesso. In entrambe le situazioni la rendita sui bond è pagata con una porzione rilevante del drenaggio fiscale operata dallo Stato medesimo.

Qualora però la rendita del bond dovessere ridursi quasi a zero (parimenti al tasso primario) per eccesso di offerta di debito non avrebbe più alcun senso per Banche e privati acquistare tali titoli, tanto varrebbe tenere il capitale liquido necessario all’acquisto, appunto, liquido (… che è esattamente quello che sta evvenendo). Allora, lo Stato non riuscirebbe ad acrescere il suo debito e sarebbe impossibilitato, ad esempio, a gravare sul debito pubblico gli attuali piani di bailout di qualsiasi cosa stia in crisi (e quand’anche vi riuscisse, se il bailout avviene tramite liquidità, come ora, detta liquidità finisce immediatamente in depositi liquidi, data la non convenienza ad investire in alcunchè: liquidy-trap).

L’unica via d’uscita è che la Banca Centrale acquisti direttamente titoli di debito dello Stato in modo da rifinanziarlo.

In questo modo si chiude il cerchio sottostante il “patto criminale” tra Banca Centrale e Stao. Se infatti voi non pagate le tasse, lo Stato non può più garantirivi tutti quei servizi gratis (quali non me lo ricordo…) ma soprattutto… lo Stato non può pagare la rendita dei suoi titoli di debito. Ragione forte per cui, dopo qualche avvertimento bonario, se vi ostinate a non pagare le tasse, lo Stato vi manda degli uomini in costume (di solito grigio con delle decorazioni gialle) che con la forza vi deprivano di beni di valore arbitrario grossomodo pari all’ammontare delle tasse non pagate più le spese per l’esazione forzata. Se vi opponete anche a questo degli altri uomini in costume (di solito blu con delle decorazioni rosse) vi portano in prigione.

Quando la Banca Centrale inizia a comprare bond, in realtà, compra il tempo, la vita dei sudditi. E se i sudditi si oppongono, degli uomini in costume se la prendono lo stesso.

Ecco chiuso il “cerchio del potere”: il monopolio sull’emissione contro il monopolio della forza ed oggi manca molto poco per estendere questo “patto” all’intero pianeta.

Ragione per cui… sempre secondo me, “The Money Masters” non si lascieranno sfuggire questa occasione con nochalance.

Ecco perchè il “Potere” ha così tanta voglia di imporre questo regime socialista invisibile, inafferrabile, dal quale è impossibile sottrarsi ed che ha il potere di controllare la vita.

C’è una ragione forte a sostegno di una crisi ad L, cioè con una fase lunga di recessione, e la ragione è il peak-oil.

Per essere più precisi è il superamento del picco di produzione di energia marginale, cioè il superamento del picco di profittabilità marginale relativa alla produzione di energia da idrocarburi fossili. Il che non significa che il petrolio stia finendo, nè che la produzione quantitativa di petrolio sia o stia diminuendo e che essa non possa ancora aumentare (vedi dati ufficiali sulla produzione qui), significa che l’utile operativo netto dell’attività di produzione di energia da idrocarburi potrebbe aver incominciato a ridursi, se non… addirittura essere “momentaneamente” negativo:


Fonte.

Il prezzo del greggio sotto agli 80$ al barile è antieconomico. La maggior parte dei costi sostenuti dalle compagnie di estrazione è di esplorazione e saggio, e solo il 20% circa è costo di lifting strettamente inteso come estrazione. Quindi ora si continua ad estrarre dai pozzi già aperti poichè il costo vivo di estrazione sostenuto è relativamente basso, ma non si finanzia la ricerca e l’esplorazione… sempre ammesso che vi siano nuovi giagimenti profittevoli da scoprire.

Contro questa ipotesi gravano due riflessioni. La prima è che durante i miei studi universitari (ingegneria meccanica) il professore di macchine ha sostenuto più volte che con i soli giagimenti già aperti ci sarà petrolio a sufficienza per i prossimi 3000 anni (sebbene questo professore fosse consulente del Governo e che per la sua statura accademica fosse universalmente soprannominato “Giovannino”). L’altra riflessione è che anche negli anni ‘70 si incolpò la fine del petrolio per giustificare quella crisi che tutto era tranne che strutturale e sopratutto petrolifera, ma esclusivamente legata all’abbandono del Gold-Standard.

A favore invece, c’è oltre che l’evidente fatto che prima o poi, il picco di profittabilità marginale verrà doppiato, c’è una affascinante ipotesi sul significato ultimo della commodity chiamata “valuta” o “currency” per dirla all’inglese.

Per farla breve… il fiat-money è nato con l’uomo, o quantomento la tentazione di abusarne. Non è questo il post più opportuno per discuterne, ma già nella Bibbia, vecchio e nuovo Testamento, sono citati molti episodi riconducibili alla condanna morale della speculazione tra valore e simbolo ed i suoi effetti nefasti sulla società e sul potere occulto che genera. Il fiat-money si è definitivamente instaurato come regime monetario “ufficiale” a livello governativo-statale con la Bank of England nel 1693 (tra l’altro l’edificio originale della BoE fu eretto sulle rovine di un tempio del Dio Mithra, divinità adorata dai militari Romani di stanza a Londinium… e omologo del nascente Dio Cristiano: Gesù, che fu ampiamente sfruttato per sincretismo dal dominante movimento palocristiano Paolino… ma anche questa è un’altra storia). Da allora l’umanità, in particolare Europa e America, ha vissuto un periodo di accelerazione tecnologica non paragonabile con nessun altro periodo storico. Allora, l’idea affascinante è che il regime monetario fiat-money sia stato l’artificio monetario per massimizzare il surplus energetico che in quell’epoca tecnicamente si stava rendendo possibile. Di lì a poco, 1709, ci fu la prima crisi da fiat-money, quella dei Tulipani, della storia, e di lì a pochi altri anni scoppiava vigorosa la rivoluzione industriale, in Inghilterra appunto, che aveva l’artificio del fiat-money per massimizzare la velocità di circolazione e capitali svincolati dalla fisicità dei back-up aurei degli altri paesi europei dell’epoca.

Ovunque poi ci fossero da massimizzare i profitti derivanti da vantaggi produttivi, come nelle colonie inglesi in America, ecco l’istaurazione di un regime fiat-money che massimizzando la velocità e la quantità della circolazione ne consentì l’usufrutto dei profitti nel minor tempo possibile.

E da allora in poi il regime fiat-money è stato propagato ed instaurato in tutti i Paesi del mondo ed in tutte le economie, direttamente o indirettamente piramidando nuove valute sul dollaro americano, come nel caso dello Yuan e dello Yen.

Se allora il surplus energetico (ossia il profitto marginale da estrazione) fosse realmente finito?

Come “convincere” 6 miliardi di abitanti il globo che occorre tornare, nel giro di molto poco tempo, ad una forma di sostenibilità economica pre-1750?

Non credo sia possibile…


Studio del 1972 dei “Limiti dello Sviluppo” redatto per il “Club di Roma” di Dennis Meadows, ha ricevuto il premio “Japan Prize” per il 2009 della fondazione giapponese per la scienza e la tecnologia.q

Con profitti marginali di estrazione negativi, l’estrazione medesima crollerebbe nel giro di pochi mesi, e la curva di discesa sarà molto ma molto più ripida della curva di salita del peak-oil. Se si è giunti al picco in circa 300 anni, si potrebbe tornare alla base della piramide in meno di 3 anni.

Allora… ecco un ipotetico motivo forte per giustificare il degrado democratico che si sta dipanando da circa 30 anni. Ecco i 30.000 soldati in strada anche in Italia, ecco la tensione sociale crescente… ed ecco una crisi economica senza precedenti, L-shaped, voluta, programmata, prevedibile e inevitabile.

La voglia di Armageddon

Serpeggia una gran voglia di redenzione. E evidente che le perdite del sistema finanziario stanno per essere, o sono già state, addebbitate alle tasche dei “proles”. Inquieta oggi che gli stati creino le “Bad-Bank” per compare tutta la fuffa finanziaria invendibile con i soldi dei “proles” che ovviamente non capiscono nemmeno di che si tratta. C’è una gran voglia di “ricominciare” e di punire i responsabili.

Ma attenzione… di ricominciare con quali regole?

Se la voglia di ricominciare nascone il legittimo desiderio di continuare a mantenere il benessere attuale… ebbene questo potrebbe non essere più possibile.

Allora, anche mandando al rogo i “creativi” della finanza brutti e cattivi ed i “bastardi di Wall Street”, in realtà, potrebbe non esserci una “new economy” più bella di questa…