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FONDO COMUNE : MASSIMA ALLERTA PER IL RISPARMIATORE!!!


Voi pensate che il FONDO COMUNE ITALIANO rispecchi in qualche modo il benchmark di riferimento. In realtà il Fondo Comune, per colpa delle distorsioni fiscali di una tassazione becera e iniqua, è da considerarsi una vera e propria scatola nera, dentro la quale potrebbero celarsi sorprese molto negative.

Il fondo comune può quindi essere un investimento più pericoloso di quello che sembra?

La risposta è ASSOLUTAMENTE SI!!!


La pericolosità NON dipende solo dall'andamento incerto del mercato ma DAL PERICOLO CHIAMATO CREDITO D'IMPOSTA!!!

Tale credito infatti entra di diritto nel calcolo degli attivi del Fondo.

VEDIAMO DI SPIEGARCI MEGLIO:

LEGGETE ATTENTAMENTE:
I fondi comuni di investimento italiani:
L'imposta sostitutiva sul risultato della gestione che è applicata annualmente è del 12,5%. La base imponibile si determina sottraendo dal patrimonio netto alla fine dell'anno il patrimonio netto all'inizio dell'anno.
Anche se la norma prevede un calcolo annuale dell'imposta, il calcolo dell'imposta sostitutiva sul risultato della gestione deve essere fatto giorno per giorno, per consentire la corretta determinazione del debito tributario e quindi del valore delle quote da utilizzare per regolare le sottoscrizioni ed i rimborsi.
In definitiva il valore della quota deve comprendere anche l'onere fiscale che si manifesta in capo al fondo!!!
Quindi, se dal calcolo emerge un incremento del patrimonio netto, su tale incremento dovrà essere applicata l'imposta sostitutiva che diminuisce il valore della quota del fondo: pertanto, il valore della quota sarà espresso sempre al netto del debito d'imposta.
ATTENTI ORA:
Se invece dal calcolo dovesse emergere un decremento del patrimonio netto ovvero un risultato di gestione negativo, in capo al fondo sorge il diritto di portare in diminuzione il risultato medesimo dai risultati positivi successivamente conseguiti; ciò si traduce in un credito di imposta (e cioè un risparmio fiscale pari al 12,5% del risultato negativo) che incrementa il valore della quota del fondo

Ora, l'andamento drammatico delle performance sui Fondi Comuni Azionari (di diritto italiano) nel corso del 2008 ha portato ad alcune distorsioni PERICOLOSISSIME:

Performance negative e corsa ai riscatti stanno facendo crescere a dismisura il livello del credito d'imposta nel bilancio del Fondo.
Un elevato credito d'imposta rende meno agevole la gestione del fondo stesso.

La media del credito d'imposta di FONDI COMUNI ITALIANI AZIONARI SI AGGIRA SUL 25% (CON PUNTE DEL 40%).

Più è alto il credito d'imposta più il Fondo incontra difficoltà a seguire il benchmark del mercato, IN QUANTO NON HA SOLDI SUFFICIENTI DA INVESTIRE SUL MERCATO.

Per assurdo, nel caso ci fosse un fondo comune azionario con un credito d'imposta elevato, e nel caso in cui il mercato azionario dovesse ripartire....
IL FONDO NON RIUSCIREBBE A SEGUIRE LA PERFORMANCE DEI MERCATI PER COLPA DELLA INGOMBRANTE PRESENZA DEL CREDITO D'IMPOSTA.

Se poi i mercati continuassero a scendere e se i riscattidovessero continuare....le percentuale del credito d'imposta continuerebbe a salire.

Per assurdo (ma non tanto assurdo) potrebbero rimanere solo crediti d'imposta nel fondo. A quel punto se uno cercasse di riscattare il fondo....si potrebbe trovare nella situazione di avere a disposizione solo ATTIVI VIRTUALI.

Se il fondo venisse liquidato.....il sottoscrittore potrebbe trovarsi in mano NON SOLDI ma bensì un certificato che non rappresenta un credito nei confronti dell'erario ma solo la certificazione di una perdita che potrà essere utilizzata a compensazione di redditi futuri (entro 4 anni).

CARI AMICI, UNA RAGIONE DI PIU' PER NON DETENERE FONDI COMUNI D'INVESTIMENTO, SPECIE SE IN FORTE PERDITA!!! (IL RECUPERO DIVENTA NON ARDUO MA QUASI IMPOSSIBILE).


Per una consulenza indipendente: mercatiliberi@gmail.com
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9 commenti:

Anonimo ha detto...

questa è la solita italocazzata: basterebbe far pagare l'imposta al titolare della quota al momento del riscatto sul risultato complessivo e non si formerebbe il problema.
fibus

Anonimo ha detto...

Buongiorno
non sono afferrato in merito ma vale anche per i fondi pensione aperti? Se si come devo tutelarmi?
Grazie

cast ha detto...

Cari signori

la rappresentazione data del problema del risparmio di imposta sui fondi italiani è corretta. Innanzi tutto precisiamo che si tratta di risparmio e non di credito di imposta. ovvero il risparmio non può essere ceduto e compensato con altri debiti di imposta. Inoltre, al fine di una completa informazione occorre precisare che il gestore del fondo può ricorrere alla leva tramite il debito o l'uso dei derivati per investire il risparmio di imposta e replicare sinteticamente l'esposizione al mercato di riferimento. Ovviamente ci sono dei limiti dettati dalla normativa (UCITS III): leva massimo 2. Il problema del risparmio di imposta non riguarda i fondi di diritto estero distribuiti in Italia in quanto tassati sul realizzato (cioè al momento del riscatto se c'è plusvalenza).
Assogestioni ha richiesto al governo di varare un provvedimento che trasformi il risparmio in credito di imposta e che dia la possibilità di scambiare il credito con attività liquide presso Bankit. Complimenti per il vostro lavoro.

cast ha detto...

Buonasera

il fondo pensione aperto o negoziale subisce una ritenuta dell'11% sul maturato giorno per giorno (stessa modalità dei fondi comuni, che però subiscono una ritenuta del 12,5%). I gestori dei fondi pensione hanno meno leve a disposizione per investire i l risparmio di imposta: non possono andare a leva e possono usare i derivati solo per copertura. Nei fondi pensione multicomparto il risparmio di imposta può essere compensato tra linee di gestione: ad es. tra una linea azionaria e una monetaria o obbligazionaria.

Anonimo ha detto...

Buona sera
grazie CAST
ora mi informo più in dettaglio sul mio F.P.A

Anonimo ha detto...

Strano che non abbiano ancora inventato qualche strumento derivato per cartolarizzare e rivendere anche i crediti d'imposta... lol
RedLizard

Unknown ha detto...

Paolo sei il nostro sherlock holmes !!!!

Anonimo ha detto...

Questa storia l'abbiamo già vista - in maniera eclatante - con un fondo comune italiano, l'attuale PIONEER AZIONARIO EUROPA (ex Cisalpino Azionario) negli anni tra il 2001 e il 2005.
Tra il 2001 e il 2002 il fondo aveva perso parecchio, rispettivamente il 17% e il 26%, ed i riscatti hanno fatto il resto.
Morale: un fondo puramente AZIONARIO come era il Cisalpino, per 2 anni si è trovato nell'assurdità di avere il seguente asset (dati morningstar del tempo): Azionario 10%, Liquidità (in realtà era il credito d'imposta) 90% (!!!).
La conseguenza è stata che, nei successivi due anni, le performance - in presenza di un mercato positivo, sono state le seguenti: 2003 8%, 2004 7,68%. 'Na chiavica, insomma.
Ora il rischio c'è, è forte, e non a caso Consob e Bankitalia hanno "accennato" alla cosa (pur se in modo criptico, un messaggio per addetti ai lavori, insomma) recentemente.
Che dire? Io da anni preferisco le Sicav lussemburghesi: saranno anche più costose, ma certamente sono più efficienti e nn hanno la "trappola" della ritenuta fiscale.

Giorgiob75 ha detto...

I fondi sono anni che da me non prendono piu'1 cent.
Sono il massimo della non trasparenza.