STABLE COIN LA VIA PER ESSERE LIBERI DAL FALLIMENTO DEL SISTEMA EURO


ASSENZA DI LIQUIDITA'.......


Le banche sono come dei pugili più volte colpite....ANDRANNO KO???

Probabilemente no, ma se anche non cadranno al tappeto si sa già cosa accadrà....

1) Le banche non potranno vendere al veicolo organizzato dal governo americano le obbligazioni "carta straccia" a prezzi alti.

2) Quindi le banche, si salveranno dal fallimento ma rimarranno senza la sufficiente liquidità per prestare alle aziende.

3) Una prima conseguenza è la riduzione degli attivi delle banche (per fare cassa). Tale processo potrebbe durare 12 mesi e le vendite massicce verranno fatte a prezzi bassi (questo è un mercato dei compratori)

4)Una seconda conseguenza sarà la riduzione delle linee di credito a soggetti che pagano poco il debito. Mi riferisco in particolare ai FONDI HEDGE.

5)Tali fondi, per far fronte alla riduzione del credito sono a loro volta venditori di assets per rientrare dall'esposizione.

6)Le aziende che hanno negoziato bassi tassi d'interesse debitori riceveranno la richiesta di rientro dalle linee o dovranno accettare tassi debitori più alti.

7) La riduzione in corso dei consumi accanto al maggior costo del debito farà peggiorare i conti aziendali, metterà sotto pressione gli stessi covenants del debito, innescando un processo dove il costo del debito aumenterà.

8) L'azienda, in alternativa potrà rivolgersi al mercato:
a) Emettendo obbligazioni, ma a tasso alto
b) Aumentando il capitale (ma così facendo il prezzo delle azioni scenderà.

9) Il mercato azionario (e in genere il valore d'impresa) continuerà a scendere.

10) Parola a parte meritano i FONDI PRIVATE EQUITY.

Sono fondi dai quali è difficile uscire se non dopo molto tempo. Solitamente acquistano aziende non quotate e quindi non tanto facilmente ridurranno, a bilancio, la valutazione del loro investimento. In aggiunta a questo, molti fondi hanno comprato aziende indebitandosi con le banche (con un rapporto 1 a 4).
Oggi i covenants stanno per saltare. Saltando le banche potranno richiedere il rientro delle linee o rinegozieranno il costo. MaGGIORI COSTI DI FUNDING, UNITI ALA DISCESA DEL VALORE DELL'AZIENDA ACQUISITA equivale al fallimento del fondo stesso.

I Private equity SARANNO LA ROVINA DEGLI INVESTITORI. Ma oggi se ne parla poco...il vero problema sarà rimandato al 2009.


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4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, nelle quotazioni delle polizze Index Linked di postevita del 17-09-2008 c'è una anomalia:
Raddoppio Premium valore non disponibile con la seguente motivazione (A causa della turbolenza che sta interessando i mercati finanziari per le vicende che hanno
riguardato la banca d'affari statunitense Lehman Brothers non è stato possibile determinare il prezzo
della polizza Raddoppio Premium. La Compagnia sta raccogliendo le informazioni necessarie per
determinare e pubblicare tale prezzo nel più breve tempo possibile.)
http://www.postevita.it/quotazioni/

Anonimo ha detto...

Tira tira la corda ... ma si strapperà

http://it.biz.yahoo.com/24092008/2/tassi-interbancari-in-rialzo.html

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti lavoro in una bcc vengo or ora da una riunione con la direzione generale questo il sunto: no fidi nuovi, raccolta senza svenarsi perchè non abbiamo bisogna di liquidità. Se a fine anno gli impieghi sono scesi è contento perchè vuol dire che i clienti pagano le rate. Ci saranno piccole bcc che saranno in grossa difficoltà. Sull'immobiliare prezzi gia scesi di circa 15% quindi mutui col contagocce e tenre presente di farlo sul 60% del valore dell'immobile e non sull'80%. Porta strachiusa alle immobiliari.
Mauro

Emiliano ha detto...

Cosa ne pensa Mercato Libero di questo?
Saluti

- dal financial times di oggi -

...AIG’s last annual report reveals that it had written coverage for more than $300bn of credit insurance for European banks. The comment by AIG itself on these positions was that they were “for the purpose of providing them with regulatory capital relief rather than risk mitigation in exchange for a minimum guaranteed fee”. Thus, a formal default by AIG would have exposed European banks to large increases in regulatory capital requirements, with possibly devastating effects on their ratings and market confidence. Thus, the US Treasury has saved, inter alia, the European banking system.

The extent of regulatory arbitrage can also be seen in the very large gap between overall leverage ratios and the official regulatory ratios. The dozen largest European banks have now, on average, an overall leverage ratio (shareholders’ equity to total assets) of 35, which has actually increased so far this year, compared with less than 20 for the largest US banks. But at the same time most large European banks also report regulatory leverage ratios of close to 10. This is partly due to the fact that the massive in-house investment banking operations of European banks are subject only to limited regulatory capital requirements. Another part of the explanation must be regulatory arbitrage, for example, through the credit insurance offered by AIG.

Europe’s banks will benefit greatly from the effective nationalisation of the US financial system now being planned, because the larger ones, which all have significant US operations will also benefit from the $700bn bail-out fund. But it remains unclear how many of these assets they still hold in their balance sheets and how volatile their liability base will prove if confidence does not return quickly.

The crucial problem on this side of the Atlantic is that the largest European banks have become not only too big to fail, but also too big to be saved. For example, the total liabilities of Deutsche Bank (leverage ratio over 50!) amount to about €2,000bn (more than Fannie Mae) or more than 80 per cent of the gross domestic product of Germany. This is simply too much for the Bundesbank or even the German state, given that the German budget is bound by the rules of the European Union’s stability pact and the German government cannot order (unlike the US Treasury) its central bank to issue more currency. Similarly, the total liabilities of Barclays of around £1,300bn (leverage ratio 60!) are roughly equivalent to the GDP of the UK. Fortis bank has a leverage ratio of “only” 33, but its liabilities are three times the GDP of its home country of Belgium.

With banks that have outgrown their home turf, national treasuries and regulators in Europe are living on borrowed time: they cannot simply develop “road maps” (the only result of various Ecofin discussions of regulatory reform by finance ministers), but must contemplate a worst-case scenario.


Given that solutions for the largest institutions can no longer be found at the national level it is apparent that the European Central Bank will need to be put in charge as it is the only institution that can issue unlimited amounts of a global reserve currency. The authorities in the UK and Switzerland – which cannot rely on the ECB – can only pray that no accident happens to the giants they have in their own garden.

Daniel Gross is director of the Centre for European Policy Studies in Brussels. Stefano Micossi is director of Assonime, a business association and think-tank in Rome