TERNA
Terna ha fatto uscire la trimestrale e come volevasdi dimostrare FA SCHIFO!!!
Debiti in forte aumento
Costo del debito in aumento
Possibilità di acquistare a prezzi alti (o meglio...folli) i tralicci dell'Enel che non faranno altro che innalzare i costi e il debito.
MOL in diminuzione
Utile netto in leggero miglioramento...
Il titolo è destinato a prezzi inferiori a 2,50. Probabile, in autunno un affondo a 2,3!!!
Mercato libero ne consiglia la vendita !!!
TERNA
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3 commenti:
Non c'è bisogno di questo mio commento per dimostrare che "ne masticate", ma qualche mese fa avevate fatto alcune previsioni sui livelli di alcuni titoli e dell'Indice SP Mib a fine luglio e precisamente :
Alleanza a 6,8 oggi a 6,2
Telecom a 1,18 oggi a 1,16
Enel a 5,9 oggi a 6,00
Generali a 23 oggi a 22,00
SP Mib fra 27500 e 28500 oggi a 28100.
Beh non posso che fare i miei complimenti.
A.C.
A Proposito di Telecom, intervista a Galateri:
MILANO - Qualche «nervosismo» no, non lo nega. «Sarebbe sciocco» e non solo perché alcuni di quei nervosismi sono dichiarati: «Lei pensa ci sia al mondo un solo azionista, di una sola società, che con queste Borse e questo clima internazionale non si preoccupi del proprio investimento?». Però distinguiamo, aggiunge Gabriele Galateri. Telecom Italia ha, da un lato, «un gruppo di soci forti, solidi, la cui preoccupazione si traduce in giusta e trasparente dialettica con un unico obiettivo: far crescere un progetto in cui credono». Dall'altro, la società si ritrova «ancora una volta» a fare i conti con «pettegolezzi e rumors ingiustificati». Tipici della «normale speculazione borsistica», è vero, se non fosse che qui — per il presidente della compagnia di telecomunicazioni — finiscono con l'alimentare o l'alimentarsi pure di qualcos'altro: «Possono esserci anche azionisti un pò più nervosi», magari «un pò meno stabili» e perciò «forse interessati più agli aspetti finanziari che a quelli industriali».
Non è arbitrario leggere le parole di Galateri iscrivendo nella prima categoria i soci Telco, compresi gli spagnoli di Telefonica, già sospettati di «voglia di scalata», e Gilberto Benetton fresco di intervista molto, molto critica. Nella seconda, non è solo un'ombra il nome di Marco Fossati. L'azionista che, forte del suo 4,5%, non nasconde il proprio malumore e da settimane striglia il management chiedendo a gran voce «un vero piano industriale o ne presenterò uno io entro settembre». Dottor Galateri, lei e Franco Bernabé siete in carica da pochi mesi. Non avete avuto un solo momento di strada in discesa. Agosto sarà peggio? È ormai storicamente il periodo delle grandi tensioni, ribaltoni o veri terremoti, per Telecom... «Chiariamo. Se parliamo di pressioni dei mercati, beh, è così in tutto il mondo. Il resto sono fatti estemporanei e mi sembra una forzatura interpretarli in modo dirompente. Lo ripeto: Telecom ha un nucleo di azionisti stabili, che credono nella società e nel progetto. Li conosco da tempo, con molti ho già lavorato. Sono costruttivi, trasparenti e sì: dialettici. Ma è assolutamente normale. Fanno il loro mestiere di azionisti».
Ammetterà, però, che critiche come quella di Gilberto Benetton sono pesanti. Proclama la fiducia nel management, ma avverte: «Stiamo sopportando perdite enormi. Riteniamo che senza una vera scossa industriale la compagnia non possa sollevarsi. Aspettiamo il nuovo piano: se non saremo soddisfatti, usciremo». «Credo che la dichiarazione sia stata un pò forzata. Ho avuto come compagni di viaggio i Benetton in altre esperienze, so quanto siano solidi. Poi certo: spetta a noi dare a loro e a ogni azionista e stakeholder le ragioni per continuare. L'obiettivo è un solo, per ciascuno di noi: creare valore per tutti. E lo sforzo è in corso». Come? «Intanto, non sottovalutate il fatto che con Telco ci siamo dati una governance molto efficiente. Le varie componenti collaborano in modo ottimale. Detto questo: stiamo lavorando sull'efficienza, sui costi, sugli investimenti, sui rapporti con mercato e istituzioni. Abbiamo un management di cui si parla poco, ma di grande qualità. Hanno un solo difetto, che per noi è un pregio: lavorano molto, però in silenzio. Anche per rispetto a loro certe "sparate" che ho letto e sentito andrebbero meditate». Allude a Benetton? O a Fossati? «Fossati lo conosco da tempo. Capisco che ha fatto un grosso investimento, capisco che ci inseriamo in un momento di Borsa particolare, capisco che magari qualcuno possa puntare a conclusioni veloci. Diciamo che Telecom è oggetto anche di queste interferenze esterne. E che noi, comunque, restiamo concentrati sull'industria».
Lei è, tra l'altro, il garante dei rapporti con Telefonica. Dicono che anche Cesar Alierta sia nervosissimo... «Non corrisponde alla realtà dei fatti. E non è la definizione che darei ai nostri rapporti con gli azionisti. Compresi gli spagnoli, che oltretutto sono il socio industriale: ci sono molti tavoli aperti, molte sinergie alle quali Bernabè sta lavorando». Qualche anticipazione? «Quando sarà il momento. E nelle sedi opportune. Osservo solo che le telecomunicazioni sono un mondo in sviluppo rapidissimo, e fondamentale per qualsiasi Paese. Il tema "banda larga" è finalmente riconosciuto come centrale anche in Italia: non è un caso che il governo se ne occupi con provvedimenti nella Finanziaria o che Emma Marcegaglia abbia creato in Confindustria una delega ad hoc. Ecco: una società così, che ha qui il suo core business, non può non avere un futuro sul quale scommettere». Condizioni perché questo possa davvero succedere? «Invitare tutti gli stakeholders ad accompagnare la società, consentire a chi ci lavora di concentrarsi solo sugli obiettivi. In altri Paesi non vedo tutto questo fiorire di pettegolezzi e supposizioni che non hanno ragione d'essere».
Era solo gossip anche la tentazione scalata di Telefonica? «I discorsi che facciamo noi sono di natura industriale. Punto». Resta il fatto che Telecom è scalabile. «Resta il fatto che è sottovalutata». E che anche un socio dice «servirà un aumento di capitale». «Non si può continuare a ribadire qualcosa che non è mai stato né preso in considerazione né, men che meno, messo sul tavolo. Telecom è in grado di far fronte ai propri impegni. Più risorse significherebbero più investimenti, è vero: ma, quando i mercati saranno in condizione, ci saranno altre vie. Partnership, per esempio». E nel frattempo, la strada per la crescita? «Credo che in momenti generali di crisi come quello che tutti stiamo attraversando, la chiave di volta per il rilancio e lo sviluppo delle economie sarà l'innovazione. E non potrà che passare per Telecom Italia: è il nostro mestiere».
http://www.autoblog.it/post/15110/secondo-trimestre-2008-gm-ha-perso-155-miliardi-di-dollari/1#2442846
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La mazzata era nell’aria ma la sua portata, forse, ha superato le aspettative peggiori: General Motors, come anticipavamo ieri, ha pubblicato nella giornata i risultati finanziari relativi al secondo trimestre dell’anno, annunciano perdite per 15,5 miliardi di dollari.
La perdita è di proporzioni enormi: alcuni esperti americani la annoverano tra le peggiori in assoluto nella centenaria storia di GM. Basti pensare che la stessa Ford Motor Company (anch’essa in stato di grave crisi) lo scorso mese aveva reso noto un “rosso” pari alla metà di questo vero e proprio buco nero dei diretti rivali.
Tre, fondamentalmente i motivi alla base del pesantissimo tonfo: il tracollo del mercato dei light trucks, l’impennnata del prezzo dei carburanti e la generale, forte tendenza al ribasso del gigantesco mercato USA.
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